


A Capodimonte Degas fu molte volte ospite del
nonno, soprattutto per studiare i capolavori del palazzo Reale di Capodimonte e
gli affreschi delle catacombe di san Gennaro. L'artista francese aveva appreso, inoltre, le prime nozioni di pittura e disegno
proprio a Napoli, presso il Reale Istituto di Belle Arti, sotto la guida di
Giuseppe Mancinelli, Camillo Guerra e Gabriele Smargiassi, subentrato al Pitloo
nella cattedra di paesaggio.
Nella villa di Campagna di San
Rocco, Edgar ritrasse il nonno nel celebre dipinto qui inserito, e poi dipinse
una celebre veduta del vallone San Rocco, con il castel Sant'Elmo sullo sfondo,
esposta nel museo Fitzwilliam di Cambridge.
Storia della Villa Flaggella
La Villa Faggella (un tempo chiamata
Villa Paternò) si erge maestosa
su uno sperone del vallone di San Rocco, con accesso dalla via Cupa delle
Tozzole, una stradina secondaria di campagna, che si stacca da via nuova San Rocco, al
termine del ponte omonimo. Fu proprietà della famiglia Paternò, un ramo della nobile
famiglia siciliana, che si era trasferita a Napoli per affari. La villa è una
delle più belle espressioni dell'architettura partenopea del Settecento,
per le sue linee estremamente essenziali, poco pompose, ma ispirate allo stile
austero del Palladio. La villa, oltre ai Degas, ha ospitato molti uomini illustri, che
in questo luogo trovarono conforto alle loro imprese cittadine, quali il
maresciallo Lanusse che fu al fianco di Napoleone nelle difficili battaglie di Abu-quir e Auerstadt, e lo stesso Gioacchino Murat che
qui fissò la sua dimora napoletana. Alla sua realizzazione lavorarono valenti
architetti, che furono i protagonisti dell’arte napoletana nel passaggio dal Roccocò al Classicismo (come Ignazio Cuomo, Gaetano Barba e Giovan Battista Nauclerio). A quest’ultimo
si deve la ristrutturazione e la trasformazione della fabbrica come si presenta
oggi all’osservatore. Salvatore Fioretto
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