sabato 8 maggio 2021

A proposito del Capo 'a Chianca, caro Salvatore, ti racconto...! di Vincenzo Capuozzo.

Caro Salvatore,

Scorcio di Piscinola, con temporale in arrivo, foto di De Simone, 2013

riprendo il filo del nostro discorrere su Piscinola antica, parto dal post del "Capo 'a Chianca", recentemente pubblicato, per farti partecipe di alcuni ricordi della strada dove ho vissuto. Oltre ai negozi e botteghe che tu hai citato nel post, dopo la salumeria Biancardi, c'era Peppe d''e bombole.

Cappella palazzo Fioretto, foto S. Fioretto
Peppe per una vita ha portato bombole, prima con il motom poi con la lambretta, lo si può ancora incontrare presso il negozio del figlio (cellulari e altro) o presso Agostino 'o cavuciajuolo (negozio di ferramenta al n. 21), quest'ultimo un altro negozio storico, prima tenuto dal padre Vincenzo (stesso soprannome). Più avanti ancora c'era un piccolo negozio di alimentari tenuto da una  mia zia, la cui attività rilevante, però, era fare il pane nel forno che c'era nel nostro cortile (credo che era uno dei pochi ancora usati allo scopo), il marito poi lo portava tutte le mattine in quasi tutte le masserie, anche lui con un motom provvisto di un cassone.
Edificio T. Tasso e via del Plebiscito, 1981, foto Enzo

Pasqualino (detto della Lavanderia) abita vicino alla famiglia Fioretto (ex abitanti della Masseria Spendore) e alla signora Teresa vedova D'Avolio, una volta abitante nell'altra masseria che si chiamava "masseria Filanda", situata 200 mt dopo la "masseria Spendore", sulla via Perillo e cupa del Cane. Il soprannome dei due fratelli che abitavano la "masseria Filanda" con le rispettive famiglie , era "'e Lupicielli". La cantina di Di Guida (Peppe 'o cantiniero) vendeva anche vino "Mondragone", varietà di vino più pregiata e anche più caro del vino nostrano. 

All'interno del giardino aveva 2 o 3 piste da bocce molto praticate, specie nella bella stagione, dove la sera ci si giocava da bere. Fuori sostava il carrettino a mano di "Pascale ‘ra trippa" bello e pulito. Soleva cuocere le frattaglie nell'ultimo cortile situato verso la via G. Antonio Campano dove abitava. Andava per campagne a raccogliere rami di nocciolo, foglie di fico e altro con cui fare il "letto verde", su cui esporre la trippa e il pere 'e musso e per addobbare il carrettino.

Consegna della posta in una masseria di Piscinola, foto De Stefano

Durante l'inverno faceva altri lavori, tra l'altro lo chiamavano per l'uccisione e lavorazione del maiale (da ragazzo l'ho avuto qualche volta come maestro nella preparazione dei salami e salatura di prosciutto e pancette).

Io ero cliente di Luciella d''e caramelle. Appena avevo 5 o 10 lire  andavo da lei a comprarne alcune (le caramelle erano sfuse e costavano una lira l'una).

L'Associazione "San Vincenzo Ferreri" era un locale piccolo dove la sera alcuni tavolini ospitavano molte persone che si giocavano a carte un bicchiere di vino, sotto lo sguardo del santo.

Il vico Secondo del Plebiscito comunicava, attraverso l'ultimo cortile, con un altro cortile , detto dei "Maricella" che dava su via Dietro la Vigna. Noi ragazzini usavano quel passaggio nel giocare a nascondino. I "Maricella", che erano anche loro coltivatori, avevano comprato delle macchine per "smallare" le noci, cosicché nel periodo della raccolta delle noci, dal pomeriggio a sera tardi c'era un via vai di carretti, Ape e altro, che in coda aspettavano il loro turno per la pulitura delle noci. Tutt'intorno e per tutto il periodo rimaneva il forte odore del mallo.
L'arco di tufo delle foto che immetteva nella strada poderale dove, passati i binari della Piedimonte, iniziava la proprietà Del Forno e portava alla casa di "Peppe 'o guardiano". Qualche volta sono andato a portagli "ammasciate" di mio padre se poteva venire a fare una giornata di lavoro da noi. Peppe oltre a essere guardiano del fondo e coltivarne una parte, si offriva a fare giornate per i lavori di zappatura.

Qui termino con i miei ricordi.

Però voglio porti alcune domande: fermo restando il grande, lodevole e appassionato lavoro tuo di ricerca e conservazione della memoria, mi sembra che manchino dei pezzi per carenza delle fonti. Mi spiego. Tu stesso ammetti che non ci sono molte informazioni e documenti (foto ecc.) per quanto riguarda le masserie del Perillo

Io stesso che ne ho frequentate alcune non ho altro che i ricordi di cui ti ho detto, eppure in quelle masserie si sono svolti matrimoni, feste ecc. che sono state oggetto di pur rare foto, che i contadini erano usi farsi fare. Nelle tue ricerche hai provato a percorrere questa strada? Dico questo perché a Vittuone, dove vivo e nel paese vicino, hanno creato due pagine in Facebook, che si intitolano: "Vittuone... com'era" e "Sedriano, arte cultura storia", che avvalendosi del contributo di singoli soci iscritti, hanno raccolto non poco materiale del tipo che ti dicevo e a ricostruire dei pezzi di memoria, sicuramente meno professionale, ma molto sociale.
Il nostro trascorso di ragazzi, a parte la scuola, si svolgeva nelle vie dove vivevamo e nelle campagne frequentate. Giocoforza avevamo una visione parziale del tutto e anche i nostri ricordi sono rimasti così. Sicuramente vale per chi poi è andato via, ma sono certo che in parte è così per tutti.

Conosco bene "'o Capa 'a Chianca" meno Abbascio Miano, poco "'O Vico 'a Pagliaro", un pò di più “'O Capo 'e Coppa” (perchè frequentavo la casa di mio cugino nel cortile di "Guglielmo 'o vuttaro"). Quindi ognuno di noi è depositario di ricordi comuni ma ancor più di ricordi particolari, da qui la necessità/possibilità di un racconto più allargato.

Quanti ricordano (esistono foto?) che per anni nella zona tra via Dietro la Vigna e le prime palazzine popolari di Marianella c'è stata una campagna disboscata diventata territorio di partite a calcio e altri giochi. Un periodo alcuni giovani avevano appassionato numerosi ragazzi al gioco del Baseball, che nessuno allora conosceva. Quanti ricordano “'e Muntagnelle”, mi pare che nella zona di via Napoli vi fosse un'area omonima interessata da una storia simile a quella ricordata sopra.

Lo stesso vale per la zona che dalla stazione della Piedimonte andava fino a Scampia. Sembra che le foto dello scempio non esistono. Possibile che non si può raccontare quella storia con immagini come quelle delle periferie romane?

Caro Salvatore l'ho fatta lunga, mi accorgo che si è fatto tardi, spero di non avrerti tediato.

Ti auguro la buona notte.

Vincenzo Capuozzo


Innanzitutto, ringrazio calorosamente il caro amico Vincenzo, per il bel messaggio che mi ha trasmesso, e per il bel racconto contenuto. Ringrazio anche per le belle parole di apprezzamento ricevute al lavoro svolto per "Piscinolablog". In merito all'ultima parte dello scritto, ossia alle domande poste, posso rispondere così: Per quanto riguarda la ricerca/raccolta della documentazione fotografica, ho iniziato a cercare da almeno 18 anni a questa parte, da quando organizzammo la prima mostra-evento del "Museo del ricordo di Piscinola e Marianella", all'interno della stazione della metropolitana di Piscinola (autunno 2003/2004). In quella circostanza, io stesso curai la parte grafica e storica e ho accuratamente conservato le foto raccolte (scan), perchè in quella circostanza, grazie al contributo di associazioni, uomini di cultura, scrittori, artisti vari, amministratori politici e tantissimi anziani e cittadini comuni, tutti si sentirono di contribuire, per quanto potevano, con impegno e aggiungo con passione, alla raccolta del materiale disperso. Fu veramente un bel evento. 

Negli anni che seguirono, avvertendo la necessità di ampliare il raggio di raccolta, perché comunque il materiale non era tanto numeroso, e sfruttando i nuovi "social", che intanto si andavano affermando, pensai di fondare il gruppo Facebook di "Noi e Piscinola" (anno 2011), che, nella fase iniziale, grazie al lodevole contributo di diversi amici e, soprattutto, grazie a una vasta platea di aderenti al gruppo, si ebbe un significativo apporto di documentazione fotografica/storica su Piscinola e anche tante testimonianze. Ma è stato un certo senso una meteora che si è subito spenta, perché, dopo i primi anni di proficua attività, il gruppo FB ha abbandonato una parte di quelli che erano i caratteri e gli scopi della fondazione, anche perché cominciavano a non essere più frequenti gli argomenti di discussione a tema (foto e ricordi storici). Negli anni seguenti ho continuato, per conto mio, con le ricerche in biblioteche, presso gli archivi fotografici, e presso altri luoghi e centri di ricerca, anche se il risultato è stato pur sempre modesto, almeno per quanto concerne le foto raccolte. Nella stessa pagina di facebook di "Amici di Piscinolablog", da me successivamente fondata (anno 2014), allo scopo di divulgare gli scritti del mio blog, ho fatto diversi e numerosi appelli, affinchè le persone che fossero in possesso di materiali di interesse storico e fotografico su Piscinola, li mettessero a disposizione per eseguire copie e scannerizzazioni da archiviare e conservare, ma il risultato, a tutt'oggi, è stato un po' deludente.  

Diciamo che ci scontriamo anche di fronte a una mentalità un po' conservativa delle persone, che hanno anche un pizzico di diffidenza e, poi, c'è il discorso della privacy, perché molte foto che ritraggono scorci di luoghi, edifici e larghi, comprendono spesso la presenza di persone, che non condividono che vengano divulgate. Questa è un po' la cronistoria di quanto ho potuto fare fino ad oggi. Non è moltissimo, ma nemmeno un impegno trascurabile. 

Per quanto riguarda, invece, la domanda sulle "muntagnelle" di via Napoli, segnalo che l'argomento è stato trattato anni fa dall'amico Massimo de Stefano e si trova cercando in "Piscinolablog". Ecco il link:

 ... 'e Muntagnelle...! di Massimo de Stefano.


Ringrazio, ancora di cuore, l'amico Vincenzo, e lo invito a continuare con la sua preziosa collaborazione al blog.

Salvatore Fioretto

lunedì 3 maggio 2021

Quel cinema di Miano: "CINEMA VITTORIA", chiamato "PIDOCCHIETTO" (di Mario Vastarella)

Largo centro storico (sul fondo chiesa SS. Assunta)
Il centro storico di Miano aveva una sala cinematografica tutta sua, anche se di capienza ridotta, che si chiamava "Cinema Vittoria", ma era da tutti chiamata bonariamente "Pidocchietto". Non si è mai saputo di preciso l'origine del curioso soprannome del Cinema, forse esso deriva dalle sue piccole dimensioni e, contrariamente, ironia della sorte, si stipava di tanta gente, soprattutto di anziani e di mamme, che accompagnavano numerosi pargoli; addirittura portavano con sé anche il cibo cucinato da casa, che consumavano durante la visione del film!
Io in questo locale ci lavoravo, quando uscivo dalla scuola elementare. Vendevo caramelle, ed un altro compagno mio, che vendeva gassose, si chiamava "Zepechione" e abitava al vico Parisi, dove ci abitava pure il musicista James Senese ed il poeta Giuseppe Capaldo, che scrisse la famosa canzone conosciuta per il mondo: "’A tazza ‘e cafè".
Centro storico di Miano visto dall'alto, foto metà anni '50 (particolare da cartolina Peroni)
Ritornando al cinema “Pidocchietto”, era sempre pieno di militari, anzi, c'è da aggiungere che nel quartiere di Miano la presenza di militari era ormai  di casa, considerata la vicinanza di ben tre caserme.
Mi ricordo che il tecnico del cinema si chiamava Michele, e aveva una vespa motom; lo andavano a prendere in qualche cantina nelle vicinanze, perché spesso, e diverse volte, montava la pellicola del film che si stava proiettando in sala al contrario. Immaginate quello che succedeva nella sala tra il pubblico...?! Succedeva il finimondo! Lo schiamazzo perdurava fino a quando non si aggiustava la pellicola.
Stabilimento Birra Peroni, visto dall'alto e centro storico di Miano

Io prendevo come paga 200 lire a settimana, in compenso, però, mi vedevo tutti i film gratis e, poi,… di tanto in tanto, mi succhiavo mezza caramella, per poi rincartarla di nuovo…

Una confessione, da non condannare, per la mia tenera età di allora…

Le bigliettaie della sala all'epoca erano le sorelle Brizzi, mentre, il gestore, era un certo “Don Gennaro”.

Poi ci stava Don Armando, detto ‘o Nasone, che era il mio titolare.

Ricordo ancora le lunghe trattative di compravendita di biglietti, specie tra ragazzi, le frasi ricorrenti che si sentivano erano: “Te 'o vvuò vennere ‘o posto?” oppure “Te 'o vvuò accattà ‘o posto?” Questo succedeva quasi alla fine di un film.

Ricordo, in particolare, gli immancabili film Western, e quelli di guerra tra sudisti e nordisti americani. Durante la marcia dei soldati, io e gli altri amici seduti in sala ci mettevano a fare un assordante rumore con i sedili e poi ci mettevamo a gridare tutti insieme: "Arrivano 'e nuoste"!
Da Miano a Piscinola all'epoca ricordo che c'erano quattro sale cinematografiche: “Vittoria”, “Avvenire”, “Europa” e “Selis”. Tante volte, da un film all’altro che uscivano nelle sale cinematografiche, queste quattro sale del territoro si passavano le pellicole tra loro.

Ho voglia di quella mezza caramella
Mario Vastarella

Ringraziamo l'amico Mario per averci raccontato questa bella testimonianza della sua gioventù e della vita a Miano di alcuni decenni fa. 
 
Centro Storico di Miano, a lato edificio Villa Russo (foto attuale antichizzata)