Come abbiamo più volte ricordato nei racconti che in passato abbiamo pubblicato sulle pagine di
questo blog, il quartiere di Piscinola ha tre comuni denominatori che hanno
caratterizzato la sua storia e anche il carattere dei suoi abitanti: la musica,
la campagna e il treno della Piedimonte...

Abbiamo raccolto dei mini racconti, che hanno contenuto
nella loro traccia questo legame storico di Piscinola e dei suoi abitanti con la
"Musica", la "Campagna" e la "Piedimonte", che saranno pubblicati in due momenti diversi. I primi due sono stati
scritti da Gennaro Silvestri e da chi scrive questo commento
introduttivo.
Iniziamo con il primo racconto, di Gennaro Silvesti:
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"Piedimonte d'Alife & La Campagna di Piscinola, Location per un servizio fotografico artistico 1980", di Gennaro Silvestri
Altre prove ed altro servizio fotografico per nuovi manifesti e cartoline
artistiche:
Era la Primavera del 1980 dovevo indicare una location per realizzare il
servizio, e quale posto più bello ed attraente potevo scegliere come
alternativa al degrado territoriale che già avanzava rapidamente dopo la
devastazione di tutte le campagne di Scampia (tra cui quella espropriata ai
miei nonni)?
Ricordo quel giorno! Una mattinata di sole splendente di primavera, un
cielo azzurro incantevole e l'odore della campagna rigogliosa, per un gruppo di
ragazzi, capelloni, girovaghi ed amanti delle città fu una esperienza
emozionante, l'incontro con un contadino che dopo essersi assicurato che non
eravamo devastatori di piante ed alberi, ci indicò finanche i posti dove poter
fare scatti fotografici più interessanti... immersi nella natura.
Di quella bella giornata non sapevamo allora di averla trascorsa in un
Paradiso, in un oasi felice che aveva un valore inestimabile!
Ringraziai quel contadino che ci accolse nel suo Regno ed ancora oggi lo
ringrazio ovunque sia... chiunque egli sia!"
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"La Piedimonte e la tartaruga...", di Salvatore Fioretto

Con un movimento brusco nel terreno faceva uscire i tuberi dal solco e noi
poi lo seguivamo a raccoglierli ed a riporli in casse di legno.
La “Piedimonte” ogni tanto percorreva la linea costeggiante il nostro
poderino, facendo sentire il suo inconfondibile rumore metallico...

Stava quasi per gettarla lontano dal confine, quando ad un tratto dalla
calotta fuoriuscirono quattro zampette e la testa di una povera tartaruga che
si muovevano, come per avvertirci della sua presenza! Apparteneva ad una specie
di quelle esotiche…, credo!
Non vi dico la sorpresa di noi bambini! Ci mettemmo tutti subito a fare
festa attorno alla tartaruga trovata per caso.
Con molta probabilità essa fu lanciata da qualche viaggiatore dai
finestrini durante una corsa della “Piedimonte” o caduta dalle mani di qualche
bambino affacciato ai finestrini medesimi; altrimenti, mai e poi mai sarebbe
sopraggiunta in quel luogo. La mia campagna era allora distaccata dalle strade
e completamente isolata dal resto della città: si trovava in mezzo ad ettari di
verde ed era costeggiata solo dalla ferrovia su di un solo lato.
Non vi nascondo che quella tartaruga divenne per diversi anni una compagna
di giochi.
Si cibava solo di lattuga. In inverno andava sempre in letargo e scompariva
dal cortile, ma in primavera, ai primi raggi di sole tiepido, me la ritrovavo
all’improvviso tra i piedi alla ricerca di cibo.
Poi, intorno al 1975, la tartaruga scomparve del tutto e non la rividi più.
Mi sa che me la rubarono mentre si trovava nel cortile, oppure morì nel suo
letargo. Credo più alla prima ipotesi, perché il mio cortile allora era
frequentato da altri ragazzi.
Ci rimasi molto male, era diventata come una persona di famiglia!
Purtroppo, le cose belle finiscono sempre presto, come la “Piedimonte”,
d’altronde...!
Per molti anni, con il sopraggiungere della primavera, invano speravo di
rivedere spuntare dai cespugli questo animaletto un po’ bizzarro, ma ciò rimase
solo una mia speranza... senza che si realizzasse mai più!
La tartaruga, nelle credenze degli antichi, è simbolo di libertà, saggezza,
amore per la terra natia e fertilità. Se furto fu, allora si può dire che in
quel momento alla nostra terra furono simbolicamente sottratti tutti i suoi
valori, per sempre...!
Oggi, a distanza di decenni, considero quella tartaruga, in un certo senso,
come “donata” dalla “Piedimonte”!
Un dono davvero speciale per un fanciullo di allora!
Grazie per tutto, cara e vecchia “Piedimonte”...!
(Tratto dal libro
"Piscinola, la terra del Salvatore", ed. The Boopen, 2010).
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Ringraziamo intanto il maestro Gennaro Silvestri che
ha voluto farci dono di questa sua bellissima testimonianza appartenente ai
ricordi della sua vita e per averci dato la
possibilità di poter ammirare con nostalgia le foto della campagna di via Vecchia Miano a Piscinola, come appariva quarant'anni fa.
Salvatore Fioretto