sabato 21 maggio 2022

"55..., la musica di Piscinola"!: Gli aneddoti e i ricordi di un'allegra comitiva. Parte I^

Dopo aver descritto i caratteri storici e i componenti della banda musicale di Piscinola, ecco ora alcuni aneddoti legati ai musicisti del nostro complesso musicale, che sono stati raccolti negli anni dalle testimonianze degli anziani. Alcuni sono episodi stuzzichevoli e simpatici, altri un po' grotteschi ed esilaranti, ma tutti realmente accaduti. Essi dimostrano che il gruppo dei musicisti della Banda di Piscinola, che erano in gran parte giovanissimi, fosse composto da persone entusiaste, allegre e spensierate. Ogni musicista si considerava parte di una grande famiglia! Ovviamente, come in ogni famiglia non mancavano anche qualche intemperanza o incomprensione...
Racconteremo gli episodi riportando solo il nome dei personaggi.

Francesco, detto Ciccio, nel corso di una esibizione della banda musicale, durante i festeggiamenti di San Gaetano a Miano, litigò con Vincenzo, detto "Sarchiapone” (il soprannome derivava dal suo ruolo nella Cantata dei Pastori). Lo scontro fu forte, non ci furono alzate di mano, però Vincenzo, per la sua grande ira, fece un gesto clamoroso, diremmo autolesionistico: perché scaraventò, con tutto lo sdegno, il suo tamburo a terra e poi lo sfondò con i suoi piedi...! Giorni dopo, poi, calmatosi, si recò presso un negozio specializzato in via San Sebastiano a Napoli e lo fece rimpellare a sue spese, ritornando a occupare il suo posto nella banda, ovviamente dopo l'avvenuta rappacificazione con Francesco
Non si conoscono i motivi del perché i due litigassero. Fu detto da qualcuno che fu per gelosia...: pare che i due giovani musicisti da tempo rivaleggiassero artisticamente tra loro, in particolare, ognuno volesse convincere all'altro che fosse il più bravo suonatore di tamburo, perché entrambi suonavano lo stesso strumento nella banda. Vincenzo, però, dopo il gesto d'ira si allontanò dal posto, abbandonando la banda, senza avvertire il maestro. Il comportamento non passò inosservato e tra gli schiamazzi degli amici musicisti, seguì ovviamente il rimprovero formale del direttore e l'avvenuta riconciliazione.
Pasquale, suonava il Basso in mi bemolle. Si racconta che un giorno, mentre suonava durante le prove, il maestro esclamò ad alta voce nella sala: "Pasquale, tu quando suoni pare che dai i calci al portone", ovviamente tutti i musicisti della sala a ridere...!
Un altro giorno, mentre Pasquale puliva il suo strumento, stando affacciato alla finestra di casa sua che dal primo piano dava su una stradina di Piscinola, forse per una distrazione o per una sua disattenzione, l'appoggiò sul davanzale mentre era intento ad aprire il barattolo dell'unguento per lucidare. Ma, ahimè, un improvvisa e violenta raffica di vento si abbattè nella zona in quel momento, e causò la caduta rovinosa dello strumento sul selciato della strada, che era in duro vasolato; ovviamente il povero strumento riportò danni notevoli, presentandosi gravemente "ammaccato" (... tutti ridevano, osservando che l'oggetto "si era fatto 'na pizza"). Qualcuno ringraziò il cielo che in quel momento per la strada non passassero viandanti o mezzi, altrimenti sarebbero stati ben altri i danni...! 
Pasquale, non si perse d'animo e condusse lo strumento in un negozio che stava in via San Sebastiano a Napoli, per farlo aggiustare. I bravi artigiani di via San Sebastiano ci misero una "pezza", riparandolo al meglio come potevano, ma lo strumento non suonò più come in origine. Diciamo che era stato un po' "maltrattato"....!
Una volta, durante le prove, il maestro perse la pazienza per alcune lacune musicali di Pasquale..., allorché lo chiamò in disparte e poi prese una scopa che era appoggiata a una parete e iniziò a batterla sul pavimento, sempre nella stesso modo... Pasquale, meravigliato e anche un po' preoccupato del comportamento del maestro, subito gli chiese: “Maestro, ma che state facendo?” E lui rispose: “Tu senti che è sempre lo stesso il suono della scopa? Lui rispose: "Si", e il maestro continuò: "Così suoni tu il basso, sempre con la stessa nota…!”.
Pietro, suonava il flicornino: il maestro alcune volte, quando era agli inizi della sua formazione, lo rimproverò bonariamente, esclamando: "Pietro, tu quando suoni sembra che scacci le mosche...!" Si riferiva alla scarsa intonazione che egli dava al suono che emetteva, quando soffiava nello strumento. E giù, altre risate dei musicisti nella sala...
In trasferta...: Un anno la banda di Piscinola fu chiamata a suonare in paesino del basso Lazio, durante la ricorrente festa patronale. Alcuni musicisti, percorrendo una strada isolata del paese, notarono che in un giardino prospiciente c'erano diverse piante di Fichi d'India, che presentavano degli invitanti e colorati frutti; ovviamente, come si può immaginare, il gran caldo e l'arsura di quel momento tentarono i musicisti.... Così, senza pensarci su, il gruppetto entrò nel fondo incustodito che non era nemmeno recintato, per raccogliere alcuni frutti... Purtroppo furono alquanto sprovveduti e diciamo incoscienti del duplice pericolo che era in agguato... Non badarono molto alla presenza degli aculei sui frutti e sulle parti della pianta... Appena raccolti i frutti, se li posero nella tasche, che erano a contatto con la pelle... Approfittarono di una breve pausa, iniziarono a mangiarli con molta avidità e imprudenza le succolenti figurine... Dopo l'inconsueto pasto, ripresero quindi il loro posto nella banda, per iniziare il percorso per le strade del paese. Durante la processione il maestro, notando lo strano comportamento dei musicisti, presi a grattarsi con forza e insistenza le braccia e il dorso, esclamò: ma che ci avete le pulci?! Ovviamente ancora risate a volontà, da tutti...! Ma l'episodio non terminò e ci fu un seguito... Dopo poco, intervenne il proprietario del terreno, che aveva scoperto l'ammanco di frutta (siamo dell'idea che qualcuno glielo abbia riferito), e che chiedeva di essere risarcito dal maestro della banda! Il maestro non si scompose più di tanto e a voce alta replicò: "Ma non ho capito bene, voi per due figurine (Fichi d'India) avete il coraggio di venirmi a chiedere dei soldi!?". E per fortuna la cosa finì lì..., sempre tra e risate generali dei giovani musicisti presenti...
Durante le trasferte nelle località distanti da Piscinola, i musicisti della Banda dovevano pernottare almeno una notte, spesso in alloggi di fortuna... Una volta capitò, mentre tutti dormivano, che Francesco legò con uno spago i piedi di Giuseppe e con rapidi movimenti della mano, tirava a scatti la cordicella, facendolo sobbalzare dal sonno... Giuseppe, ancora tutto stonato per il colpo ricevuto nel sonno, cercava di capire chi fosse stato a fargli il brutto scherzo, ma Francesco, che fu più lesto di lui, ritornò nel suo letto, fingendo di dormire... La cosa fu ripetuta per un paio di volte, finché Giuseppe si accorse chi fosse l'autore dello scherzo e, tutto infuriato si scaraventò contro il furbo collega, cercando di acciuffarlo, ma Francesco fu lesto a scappare e, quindi, non si fece raggiungere... Ovviamente la scena avvenne tra le solite risate della comitiva...
(Segue nella seconda parte)
Salvatore Fioretto 
 
Si ringraziano tutte le persone che hanno contribuito alla raccolta di questi ricordi. Un caloroso rigraziamento a Pasquale di Fenzo per i preziosi consigli forniti. 

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mercoledì 18 maggio 2022

Torna il "Caffè Letterario di Scampia", ospite "Mamma Draga", di Salvatore Tofano

Sabato 14 maggio 2022 al Centro Hurtado di Scampia si è tenuto il primo Caffè Letterario post Covid, dopo la lunga sospensione dovuta alle restrizioni antipandemia. Il Centro Hurtado per me è un luogo dell’anima, come lo è la sede del Gridas.

In queste due realtà ho conosciuto tante persone, che poi sono diventate mie amiche. Cosa non facile, quando si ha una certa età. In genere, le amicizie con l’iniziale maiuscola nascono durante la preadolescenza. A Scampia invece accade, non è un’eccezione.
La conformazione del territorio, l’assenza di luoghi di aggregazione e/o di passeggio, la voglia di fare qualcosa per migliorare questo quartiere, che percepisci come abbandonato dalle istituzioni, fanno sì che lo stare insieme diventi una relazione pregna di valori affettivi e coinvolgenti.

Creatore, inventore e conduttore del caffè letterario è Franco Maiello, oggi anziano professore in pensione dall’aspetto aristocratico e cordiale, coadiuvato da qualche tempo dal dott. Giuseppe Finaldi.
Si presentava “MAMMA DRAGA”, il mio ultimo libro, edito dalla LFA Publisher.

All’ora convenuta si è aperta la sala e il pubblico, una ventina e più di persone ha preso posto.
Grande emozione vedere tra i presenti Mirella La Magna, cofondatrice con Felice Pignataro e Franco Vicario del Gridas, un vero Mito, la cui immagine per me è strettamente legata al gigantesco tamburo che trascina allegramente alla testa del corteo del tradizionale carnevale di Scampia. Come grande emozione mi ha dato la presenza di Salvatore Fioretto, il noto storico e attento osservatore di quanto di buono accade sul territorio.
Non mi dilungo sull’elenco delle persone intervenute, alle quali sono legato da lungo affetto e da tante iniziative per contrastare lo stigma, che anche se molto meno ancora ferisce questo martoriato quartiere. Penso ad esempio ad Aldo Bifulco e Gennaro Sanges, a Franca Nicolò venuta appositamente dal Vomero dove ora abita, ad Angela Vittorio e Luisa Fedele.
Il conduttore ha fatto sedere accanto a sé le due lettrici: Annamaria Lido e Silvana Casertano e con loro la relatrice Elena De Rosa; l’autore, ovvero il sottoscritto, si è seduto tra il pubblico come da tradizione.
Carmine Salzano, un giovanissimo e assai bravo musicista, si è posizionato al pianoforte.
L’evento è iniziato con l’esecuzione di un brano di musica classica, premiato da una marea di applausi. È seguita la lettura di stralci di brani tratti dal testo. Le due reader si sono alternate l’un l’altra con grande bravura, interrotte di tanto in tanto dal prof. Maiello per permettere l’ascolto di altri momenti musicali. La scelta degli stralci operata con sagacia dal conduttore ha permesso agli astanti di entrare nel vivo della storia narrata, di percepirne le atmosfere e assaporare la psicologia dei personaggi principali.
Ascoltare quelle parole, che avevo scritto io e che ben conoscevo, da voci che non erano la mia, me le ha restituite come nuove: le ho riconosciute sì, ma nello stesso tempo mi sono tornate come se le avesse scritte un altro, come se quella storia che avevo creato non fosse stata elaborata da me.
È stato una piacevole sensazione di sdoppiamento e insieme di accoglimento, che mi faceva sentire come dilatato, come se io e le due lettrici fossimo improvvisamente e per la durata dell’evento diventati un tutt’uno.

Alla fine della lettura le due reader sono tornate al loro posto tra il pubblico e il Maiello mi ha fatto accomodato alla sua destra.
“Devo confessare – mi ha detto – che il finale per me è stato una sorpresa. Non me lo aspettavo. Una vera e propria evoluzione della vecchia strega.”

Ho pensato, convenendo, che quindi il libro poteva anche essere letto come un giallo, di quelli classici con il finale che ti spiazza. Stupendo! E’ proprio vero che una storia la scrivi tu, ma poi diventa di chi la legge.
La dottoressa De Rosa, psicologa e dirigente della ASL Napoli 1, ha sottolineato che l’autore aveva saputo scavare con acume nella psicologia della protagonista. Cosa non facile, considerando che lui era maschio e la protagonista donna. Ha detto che si era molto divertita nel seguire il plot, chiedendosi da dove avessi tratto tanta fantasia. Poi si è dilungata su alcuni particolari, che le avevano suscitato riflessioni sul momento attuale che stiamo vivendo; ad esempio, lo straniamento che ci ha accompagnato e ci accompagna dopo il lungo “lockdown”. Il pubblico è intervenuto con alcune domande e qualche riflessione sulle tematiche del libro.
Qualcuno, incuriosito, ha chiesto della casa editrice. All’uscita dalla sala sorpresa: caffè e dolcetti per tutti.
Salvatore Tofano
 
Ringrazio lo scrittore e amico Salvatore Tofano, per questa bella recensione scritta per ricordare il piacevole pomeriggio, trascorso sabato presso lo storico "Caffè Letterario" del Centro Hurtado di Scampia, condotto dal bravissimo e insuperabile prof. Maiello. Complimenti per il suo bel libro; oltre all'augurio personale di un successo, porgo l'auspicio che sia il continuo di nuovi suoi impegni letterari!
Grazie per avermi citato nell'articolo.
S. Fioretto