Dopo
aver descritto i caratteri storici e i componenti della banda musicale di Piscinola, ecco
ora alcuni aneddoti legati ai musicisti del nostro complesso musicale, che sono stati
raccolti negli anni dalle testimonianze degli anziani. Alcuni sono episodi
stuzzichevoli e simpatici, altri un po' grotteschi ed esilaranti, ma tutti
realmente accaduti. Essi dimostrano che il gruppo dei musicisti della Banda di
Piscinola, che erano in gran parte giovanissimi, fosse composto da persone entusiaste, allegre e spensierate. Ogni musicista si considerava parte di una grande
famiglia! Ovviamente, come in ogni famiglia non mancavano anche qualche
intemperanza o incomprensione...
Racconteremo gli episodi riportando solo il
nome dei personaggi.
Francesco, detto Ciccio, nel corso di una esibizione della banda musicale, durante
i festeggiamenti di San Gaetano a Miano, litigò con Vincenzo, detto "Sarchiapone”
(il soprannome derivava dal suo ruolo nella Cantata dei Pastori). Lo
scontro fu forte, non ci furono alzate di mano, però Vincenzo, per la sua
grande ira, fece un gesto clamoroso, diremmo autolesionistico: perché
scaraventò, con tutto lo sdegno, il suo tamburo a terra e poi lo sfondò con i
suoi piedi...! Giorni dopo, poi, calmatosi, si recò presso un negozio
specializzato in via San Sebastiano a Napoli e lo fece rimpellare a sue spese,
ritornando a occupare il suo posto nella banda, ovviamente dopo l'avvenuta
rappacificazione con Francesco.
Non si conoscono i motivi del perché i
due litigassero. Fu detto da qualcuno che fu per gelosia...: pare
che i due giovani musicisti da tempo rivaleggiassero artisticamente tra loro,
in particolare, ognuno volesse convincere all'altro che fosse il più bravo
suonatore di tamburo, perché entrambi suonavano lo stesso
strumento nella banda. Vincenzo, però, dopo il gesto d'ira si allontanò dal
posto, abbandonando la banda, senza avvertire il maestro. Il comportamento non
passò inosservato e tra gli schiamazzi degli amici musicisti, seguì ovviamente
il rimprovero formale del direttore e l'avvenuta riconciliazione.
Pasquale, suonava il Basso in mi
bemolle. Si racconta che un giorno, mentre suonava durante le prove, il
maestro esclamò ad alta voce nella sala: "Pasquale, tu quando suoni
pare che dai i calci al portone", ovviamente tutti i musicisti della
sala a ridere...!
Un altro giorno, mentre Pasquale puliva il suo strumento, stando
affacciato alla finestra di casa sua che dal primo piano dava su una stradina di Piscinola, forse per una distrazione o per una sua disattenzione,
l'appoggiò sul davanzale mentre era intento ad aprire il barattolo
dell'unguento per lucidare. Ma, ahimè, un improvvisa e violenta raffica di vento
si abbattè nella zona in quel momento, e causò la caduta rovinosa dello
strumento sul selciato della strada, che era in duro vasolato; ovviamente il povero strumento riportò danni notevoli,
presentandosi gravemente "ammaccato" (... tutti ridevano, osservando
che l'oggetto "si era fatto 'na pizza"). Qualcuno ringraziò il
cielo che in quel momento per la strada non passassero viandanti o mezzi,
altrimenti sarebbero stati ben altri i danni...! 
Pasquale, non si perse d'animo
e condusse lo strumento in un negozio che stava in via San Sebastiano a Napoli,
per farlo aggiustare. I bravi artigiani di via San Sebastiano ci misero una
"pezza", riparandolo al meglio come potevano, ma lo strumento non
suonò più come in origine. Diciamo che era stato un po' "maltrattato"....!
Una volta, durante le prove, il maestro perse la pazienza per alcune lacune
musicali di Pasquale..., allorché lo chiamò in disparte e poi prese una scopa
che era appoggiata a una parete e iniziò a batterla sul pavimento, sempre nella
stesso modo... Pasquale, meravigliato e anche un po' preoccupato del comportamento
del maestro, subito gli chiese: “Maestro, ma che state facendo?” E lui
rispose: “Tu senti che è sempre lo stesso il suono della scopa? Lui rispose: "Si", e il maestro continuò: "Così suoni tu
il basso, sempre con la stessa nota…!”.Pietro, suonava il flicornino: il maestro alcune volte, quando
era agli inizi della sua formazione, lo rimproverò bonariamente, esclamando:
"Pietro, tu quando suoni sembra che scacci le mosche...!"
Si riferiva alla scarsa intonazione che egli dava al suono che emetteva, quando
soffiava nello strumento. E giù, altre risate dei musicisti nella sala...
In trasferta...: Un anno la banda di Piscinola fu chiamata a
suonare in paesino del basso Lazio, durante la ricorrente festa
patronale. Alcuni musicisti, percorrendo una strada isolata del paese, notarono
che in un giardino prospiciente c'erano diverse piante di Fichi d'India, che
presentavano degli invitanti e colorati frutti; ovviamente, come si può
immaginare, il gran caldo e l'arsura di quel momento tentarono i musicisti.... Così, senza
pensarci su, il gruppetto entrò nel fondo incustodito che non era nemmeno
recintato, per raccogliere alcuni frutti... Purtroppo furono alquanto
sprovveduti e diciamo incoscienti del duplice pericolo che era in agguato... Non badarono
molto alla presenza degli aculei sui frutti e sulle parti della pianta...
Appena raccolti i frutti, se li posero nella tasche, che erano a contatto con
la pelle... Approfittarono di una breve pausa, iniziarono a mangiarli con molta
avidità e imprudenza le succolenti figurine... Dopo l'inconsueto pasto, ripresero quindi il loro posto
nella banda, per iniziare il percorso per le strade del paese. Durante la
processione il maestro, notando lo strano comportamento dei musicisti, presi a
grattarsi con forza e insistenza le braccia e il dorso, esclamò: ma che ci avete le pulci?! Ovviamente
ancora risate a volontà, da tutti...! Ma l'episodio non terminò e ci fu un seguito... Dopo poco, intervenne il proprietario del terreno, che
aveva scoperto l'ammanco di frutta (siamo dell'idea che qualcuno glielo abbia riferito), e che chiedeva di essere risarcito dal maestro della banda! Il
maestro non si scompose più di tanto e a voce alta replicò: "Ma non
ho capito bene, voi per due figurine (Fichi d'India) avete il coraggio di
venirmi a chiedere dei soldi!?". E per fortuna la cosa finì lì..., sempre tra e
risate generali dei giovani musicisti presenti...
Durante le trasferte nelle località distanti da Piscinola, i musicisti
della Banda dovevano pernottare almeno una notte, spesso in alloggi di fortuna... Una volta capitò, mentre tutti dormivano, che Francesco legò con uno spago i piedi di Giuseppe e con rapidi movimenti della mano, tirava a scatti la cordicella,
facendolo sobbalzare dal sonno... Giuseppe, ancora tutto
stonato per il colpo ricevuto nel sonno, cercava di capire chi fosse stato a
fargli il brutto scherzo, ma Francesco, che fu più lesto di lui, ritornò nel suo
letto, fingendo di dormire... La cosa fu ripetuta per un paio di volte, finché Giuseppe si accorse chi fosse l'autore dello scherzo e, tutto infuriato si
scaraventò contro il furbo collega, cercando di acciuffarlo, ma Francesco fu
lesto a scappare e, quindi, non si fece raggiungere... Ovviamente la scena avvenne
tra le solite risate della comitiva... (Segue nella seconda parte)
Salvatore Fioretto
Si ringraziano tutte le persone che hanno contribuito alla raccolta di questi ricordi. Un caloroso rigraziamento a Pasquale di Fenzo per i preziosi consigli forniti.
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