(Segue dalla prima parte)
La primavera, come è noto, inizia con il risveglio della natura, ed è proprio questa stagione dell'anno che è contraddistinta con la produzione delle uova da parte delle galline e di altre specie di volatili. Ed ecco che nella storia dell'umanità le uova sono state assunte a rappresentare questo passaggio di stagione, come simbolo di rinascita sociale e umana. Già in epoche remote, nelle antiche civiltà della storia, come in quelle egiziana, persiana e cinese, le uova assumevano un significato beneaugurante, di prosperità e di fecondità ed erano offerte in dono tra familiari, amici e conoscenti. In epoca romana i contadini usavano seppellire nei campi delle uova colorate di rosso, per auspicare un abbondante raccolto...
I cinesi, i greci e altri popoli antichi usavano credere che un uovo gigante fosse l'origine dell'universo e del suo rinnovarsi (Cosmogonia), mentre, in epoca romana, gli abitanti di Neapolis usavano credere che Virgilio, insigne poeta latino, a cui si attribuivano anche dei poteri magici, avesse nascosto un immaginario uovo dentro la fortezza della città (castello che prende oggi il nome di "Castel dell'ovo"), attribuendogli il potere di proteggere e conservare indenne l'abitato. La sua scoperta avrebbe comportata l'inevitabile distruzione dell'intera città!
Con l'avvento del Cristianesimo, tutte le tradizioni precedenti furono adattate alla nuova religione e anche le uova furono assunte per simboleggiare il Cristo che risorge. Infatti il passaggio del pulcino dalla fase embrionale alla vita, attraverso la rottura del guscio duro, veniva a simboleggiare la Resurrezione del Cristo, con la rottura del legame della morte che segna la vita degli uomini e del creato. Secondo la leggenda, poi, l'uovo ha caratterizzato anche uno dei primi miracoli avvenuti subito dopo la Resurrezione: si narra che quando Maria Maddalena si recò dagli apostoli per annunciare di aver incontrato, nei pressi del Sepolcro, Gesù resuscitato, San Pietro non le credette inizialmente ed ebbe a dire che era impossibile, allo stesso modo delle normali uova si colorassero di rosso da sole..., disse: "ti crederò solo se le uova che porti nel cestello si coloreranno di rosso"... Si racconta che le uova effettivamente cambiarono di colore in rosso purpureo, con il sommo stupore dell'Apostolo...!
I primi cristiani usavano regalare uova colorate di rosso ad amici e conoscenti, al termine dei riti religiosi, proprio per testimoniare la Resurrezione.Nel Medioevo i cristiani usavano portare le uova in chiesa per essere benedette e che poi facevano bollire e le mangiavano nel pranzo pasquale, donandole anche ai servitori. Le uova venivano colorate di rosso anche per simboleggiare il sangue versato da Gesù durante la crocifissione. Ecco quindi l'usanza, ancora in auge oggi, di mangiarle nel periodo pasquale, assieme ad affettati, ricotte e formaggi.
Per arrivare alla tradizione di donare le uova di cioccolata durante la Pasqua, dobbiamo arrivare al secolo XVIII, molti secoli dopo la scoperta dell'America e l'introduzione in Europa del cacao estratto dalla pianta originaria del Messico. Secondo alcuni fu in Francia, quando regnava Luigi XIV ("Re Sole"), a far realizzare a corte le prime uova di cioccolato, anche se non pochi sostengono che le uova di cioccolato erano già in uso presso le popolazioni messicane. Questa tradizione si è perpetuata nei secoli in tutte le altre nazioni, fino ad arrivare alla Russia degli Zar. Fu lo zar Alessandro III, infatti, ad affidare nel 1883 l'incarico all'orafo francese Peter Carl Fabergè per la realizzazione di un uovo prezioso da regalare alla moglie Maria. L'uovo conteneva al suo interno altre uova più piccole, per finire con un tuorlo d'uovo tutto d'oro, con ancora all'interno una gallinella d'oro smaltata e rivestita di pietre preziose.
Da quell'anno Fabergé divenne l'orafo di corte, realizzando ogni anno uova di forme diverse, anche in occasioni straordinarie, come i matrimoni, le nascite di rampolli di corte e l'inaugurazione di ferrovie e strade. Ancora oggi esiste il marchio Fabergé che crea gioielli artistici e preziosissimi.
Le prime uova di cioccolato furono prodotte in Europa nella prima metà dell''800 (si racconta che i primi esemplari erano interamente piene di cioccolato). Ma per vedere la produzione industriale di uova di cioccolato in serie, come quelle attuali, dobbiamo attendere l'anno 1875, quando John Cadbury realizzò il suo primo stabilimento di produzione.
Questo breve excursus storico sull'uso dell'uovo nelle civiltà antiche fa comprendere come esso sia stato considerato un elemento di vitale importanza nella storia dell'umanità. Anche nell'arte culinaria troviamo che l'uovo rappresenta un elemento importantissimo, non solo per l'alimentazione giornaliera, ma anche quale simbolo di una tradizione ultramillenaria.Ricordiamo come in passato ai bimbi veniva al mattino offerto un uovo fresco da "zucare" (succhiare). Molte mamme e massaie usavano ricorrere al contadino di fiducia per assicurarsi l'approvvigionamento di uova freschissime di giornata, oppure acquistarle dalla venditrice ambulante, che immancabilmente girava per le strade del quartiere, con un grande cesto di vimini ripieno di uova, portato sulla testa, dando la caratteristica voce di richiamo: "ova fresca... ova fresca...!".
Per estrarre facilmente il contenuto dell'uovo (da noi chiamato anche "cococco"), si eseguivano due forellini contrapposti al guscio (uno nella parte sommitale e l'altro alla base), in modo da consentire l'entrata dell'aria. Ma per i bambini gracili e i malati debilitati si usava dare al mattino un "uovo sbattutto" col caffè, che veniva preparato unendo in un bicchiere, un uovo con dello zucchero e del caffè. Il tutto veniva amalgamato energicamente, attraverso l'utilizzo di un cucchiaino da dessert. Ma era nel periodo Pasquale che le uova avevano, ed hanno ancora oggi, un ruolo centrale e importante nella maggiore festività cristiana dell'anno.
Le uova, oltre ad essere tra gli ingredienti occorrenti per la preparazione, fanno da corona ai superbi "Casatielli", mentre riempiono con abbondanza le gustose "Pizze Chiene". Nella pastiere, poi, le uova sposano magnificamente la ricotta di vaccino, lo zucchero e i canditi e la fanno diventare uno dei dolci pasquali più apprezzati e conosciuti dell'arte dolciaria italiana!
Discorso a parte sono le frittate che in passato avevano un posto più centrale nella nostra tradizione a tavola. Da ricordare quelle gustose preparate con funghi di pioppo (chiuppetielli - chiuvetielli) e quelle con le cipolle o gli spaghetti (frittata di maccheroni). Le uova sode erano utilizzate anche per comporre le classiche "fellate" pasquali, ovvero gli abbondanti vassoi coperti da fette di salame, salsicce stagionate, ricotta salata, capicollo, pancetta e altro ben di dio, accompagnato con fave fresche, pane integrale cafone ('o ppane 'e rane) e un buon vino rosso...! Tutti questi elementi erano gustati durante le spensierate gite collettive di pasquetta (gite dell'Archetiello, svolte nel Lunedì in Albis), che i nuclei familiari e le persone di un tempo usavano effettuare recandosi nei luoghi ameni del territorio, non necessariamente lontani come avviene oggi, ma a stretto giro, come presso l'Alveo di Mugnano-Calvizzano, il Bosco di Capodimonte, la Reggia di Caserta, oppure a Montevergine.
A termine di questo post dedicato alla Pasqua, porgiamo a tutti i lettori e ai simpatizzanti di "Piscinolablog", una Buona e Serena Pasqua!
Salvatore Fioretto