sabato 14 maggio 2016

Marianella, il seme piantato da Alfonso dona buoni frutti...

Marianella, patria natale di Alfonso Maria de Liguori, Santo e Dottore della Chiesa Cattolica Universale, è stata culla di tante vocazioni ispirate dal santo fondatore. Tempo fa parlammo del frate cappuccino, padre Tommaso da Marianella, al secolo Giovanni Francesco Saverio Giannini, che nacque proprio nella casa natale di Sant'Alfonso a Marianella. Tommaso visse e morì in odore di santità, nel convento di Sant'Agnello in terra di Sorrento; ma altri personaggi sono stati raggiunti da questa ventata di spiritualità, che la casa natale dell'ex avvocato ha saputo emanare nei secoli.
Anche don Enrico Saetta fu raggiunto dal messaggio alfonsiano e plasmò la sua vita ispirandosi a Sant'Alfonso. 
Enrico nacque a Marianella il 3 novembre del 1874. 
Dopo la formazione scolastica e il seminario emise la professione di fede nel 1897. Fu quindi ordinato sacerdote il 25 marzo 1900.
Ecco un brevissimo profilo biografico tratto dal periodico S. Gerardo, anno XLVIII del maggio 1948, pag. 80:
"Il P. Enrico Saetta, dopo aver prodigato le sue giovanili energie nel campo multiforme dell’apostolato liguorino, sempre pronto alle chiamate e agli ordini dei superiori, sempre gioviale e sorridente con tutti anche tra lavori pesanti e assillanti, sempre animato da spirito di vera carità, fedelissimo all’osservanza delle Regole in casa e fuori, veniva destinato a trascorrere gli anni della sua età avanzata nel Collegio di Pagani. 
Qui ha lavorato con dedizione e passione per il maggior decoro della Basilica che custodisce le Reliquie di Sant'Alfonso suo concittadino, non solo col ministero della predicazione e della confessione, ma specialmente colla sua singolare perizia nell’arte musicale, riuscendo a formare un’ottima «Schola Cantorum» che da molti anni contribuisce al maggiore splendore dei sacri riti.
Senza mai smentire la serenità del suo animo che si rifletteva nella giovialità del suo aspetto, ha chiuso la sua lunga e laboriosa giornata da autentico Operaio della Vigna del Signore, rimpianto e benedetto da tutti, nello stesso Collegio di Pagani, il 22 marzo 1948".
Altro grande personaggio nell'Area Nord di Napoli, che ebbe l'ispirazione da Sant'Alfonso, è stato don Gaetano Errico, da pochi anni elevato alla gloria degli altari; Gaetano fu sacerdote e fondatore della Congregazione dei Sacri Cuori. Raccontammo già in un post la sua breve biografia, insieme a quella di Gennaro Maria Sarnelli, che qui ripetiamo. 
Gaetano Errico nacque nel Casale di Secondigliano il 19 ottobre 1791, figlio di un umile maccaronaio, la madre era tessitrice di felpe.
 Fin da piccolo ebbe il forte desiderio di farsi sacerdote, ma le umili origini della sua famiglia non gli permisero di frequentare subito il seminario. Fortunatamente, grazie all'interessamento di un suo benefattore, ricevette un vitalizio che gli permise di assicurare la retta richiesta per la frequentazione al seminario arcivescovile di Napoli, anche se dovette frequentarlo da esterno, e per tale motivo il giovane Gaetano dovette percorrere ogni giorno a piedi gli 8 chilometri che componevano l'allora impervio tragitto, tra Secondigliano e Capodimonte. Sempre preciso nell'orario, quando la gente lo vedeva passare, esclamava: "Sta passando don Errico...". 
Durante la settimana si dedicava all'assistenza dei malati nell'ospedale degli Incurabili e ad insegnare il catechismo ai ragazzi di strada.
Divenuto presto sacerdote, fu assegnato come aiutante alla parrocchia di Santi Cosma e Damiano di Secondigliano. Durante l'annuale pellegrinaggio e ritiro spirituale che usava effettuare al convento di Pagani, davanti alla tomba di Sant'Alfonso ebbe la visione del Santo che lo invitava a fondare un nuovo ordine religioso missionario, operante nelle zone del mondo, povere e depresse; fondò così la Congregazione dei Missionari dei Sacri Cuori. Zelante sacerdote, instancabile confessore e apprezzato predicatore, ebbe in visione la Vergine Addolorata che lo invitava a edificare un Santuario in suo onore. Nonostante tantissime difficoltà e opposizioni, da parte di personaggi influenti dell'epoca, riuscì finalmente a completare, dopo 12 anni, il santuario dedicato alla Vergine Addolorata, nel cuore popolare dell'antico Casale di Secondigliano. Nelle stanzette attigue alla chiesa stabilì la sede della nascente Congregazione.
Per questo tempio e per il culto, volle fortemente far realizzare, dal celebre scultore Verzella, la bella statua dell'Addolorata. Si narra che lo scultore riuscì a realizzare l'opera dopo molti tentativi, perché don Gaetano pretendeva che fosse uguale a quella a lui apparsa in visione. La statua è diventata il simbolo della sua devozione mariana e la protettrice della interna comunità di Secondigliano. Il Superiore, come lo chiamavano i suoi compaesani, visse gli ultimi anni della sua vita nel periodo buio, a cavallo tra il Risorgimento e dell'Unità d'Italia, morì a Secondigliano, il 29 ottobre 1860.
Gaetano Enrico è stato elevato agli onori degli altari dal papa, Benedetto XVI, in un affollatissima piazza San Pietro, il 12 ottobre 2008.
Di Don Gaetano abbiamo rinvenuto una lettera scritta di suo pugno durante una Santa Missione Popolare, da lui condotta a Piscinola, ecco il testo: 
"Voi, con la direzione del vostro confessore, potete presentarvi al S. Padre, e nel modo e nella maniera che lui penserà, cosi voi eseguirete; parlate col medesimo di quanto vi dice il confessore, come vi dice il confessore e di quello che vi dice prima il confessore. Lodiamo Sua Divina Maestà che vi ha mortificato con la malattia e ringraziamola che ve ne ha liberato. Con ogni rispetto e con tutto l’ossequio, salutatemi Mons. Stella, ditegli che noi serbiamo eterna memoria della sua degnissima persona.
Mille saluti alla Principessa (Wolkonsky) ditele che pregasse il signore per me e per i miei. Dite a Mons. Lucchè che sono il più vile suo servo, che perciò facesse memoria di me nel S. Sacrificio della messa.
Piscinola, luogo della Missione, 6 gennaio 1847”. 

Il barone Gennaro Maria Sarnelli fu amico di Alfonso fin dagli studi di giurisprudenza; i Sarnelli avevano la loro tenuta a Chiaiano, quindi poco distante dalla residenza dei Liguori a Marianella. 
Gennaro nacque a Napoli il 12 settembre 1702, era figlio del Barone Angelo, originario della cittadina di Ciorani. Divenne anche lui avvocato, ma rinunciò presto alla vita forense, divenendo sacerdote. Seguì il fondatore, Sant'Alfonso, aderendo alla sua nascente congregazione dei redentoristi, addirittura il padre Angelo donò a Sant'Alfonso un'ala del castello di Ciorani per stabilirvi una casa della congregazione. Fu chiamato dal cardinale Spinelli a sostituire Alfonso nella conduzione delle Sante Missioni, che si tenevano in tutta l'Archidiocesi di Napoli. Si ammalò gravemente per le privazione e i sacrifici patiti, minato anche nel fisico troppo esile, Gennaro Maria Sarnelli morirà poco dopo, a Napoli, a soli 41 anni, il 30 giugno 1744. 
E' stato anche lui un apprezzato scrittore di numerose opere spirituali, oltre 40, tra cui l'Opera Omnia. Fu promotore di una vasta campagna moralizzatrice, che estese nella Napoli popolare e nei suoi Casali, combattendo la prostituzione dilagante e lo sfruttamento delle donne e lo stato indigente di molti fanciulli. Condusse sulla retta via molte donne e uomini della sua epoca. 
E' stato dichiarato beato il 12 maggio 1996.
Salvatore Fioretto

Tutti i diritti per la pubblicazione dei testi del blog sono riservati agli autori, ai sensi della legislazione vigente.
N.B.: Le foto riportate in questo post sono state tratte liberamente dai siti web dove erano state pubblicate, il loro utilizzo in questo post è stato fatto senza scopo di lucro o altri fini, ma solo per la libera divulgazione della cultura.