lunedì 3 ottobre 2022

Quella volta che il tesserino dell'Associazione ci salvò dal baratro…! (parte III)

Foto di H. Rohrer
Trascorrevano spensierati gli anni tra il 2008 e il 2012 e io, con la mia partecipazione al forum dell’Associazione G.A.F.A. (Gruppo Amici della Ferrovia Alifana), continuavo a rinverdire i ricordi della mitica Piedimonte, tuttavia iniziai anche a programmare delle escursioni organizzate sul territorio, in cerca di testimonianze sopravvissute della bella ferrovia. Posso dire che all'inizio della mia esperienza Alifana, nessuno conosceva bene la storia della Tratta Bassa della ferrovia Piedimonte, ed io rappresentavo a tutti gli effetti come un "pioniere" che portava le testimonianze di questo ramo di ferrovia abbandonato, soprattutto ai più giovani. Nell’Associazione inizialmente c’erano molti soci che erano appassionati di modellismo ferroviario e misero in cantiere la costruzione di un plastico sociale, in scala H0, vale a dire in scala 1:87, riproducendo stazioni e tratti di ferrovia della cosiddetta Tratta Alta nuova dell'Alifana, altri erano solo simpatizzanti della storia, degli impianti e dei treni.
Dopo poco tempo riuscii a creare una specie di sottosezione all'interno dell'Associazione (anche se informale), a cui aderirono un manipolo di soci, che presero a condividere con me la stessa passione per le vicende storiche della "Tratta Bassa" della "Ferrovia Napoli - Santa Maria - Capua", che come è noto fu sospesa al servizio nell'anno 1976.
Gli amici erano Pasquale, Biagio, Sabatino e, ultimi arrivati,
Marco e Mariano. Anche se Mariano, causa il suo lavoro, riuscì a partecipare solo a un paio di eventi in sede.
Iniziammo a studiare in dettaglio il territorio attraversato dalla Tratta Bassa, dapprima attraverso la consultazione delle cartine geografiche e delle immagini dall'alto e, poi, passammo a programmare delle vere e proprie escursioni con dei rilievi in campo, anche per cercare di recuperare dei cimeli sopravvissuti.
Foto di H. Rohrer
Nel corso di queste escursioni, mi divertivo a sbalordire gli amici, mostrando come riuscissi facilmente a trovare dei particolari ferroviari, che apparivano nascosti alla vista dei più, aiutandomi solo con il mio intuito....; una sorta di sesto senso posseduto...! (un "fiuto alifano" come dicevano gli amici, prendomi bonariamente in giro...).
La prima nostra "avventura", per la ricerca delle tracce della Piedimonte, capitò in una località tra il napoletano e il casertano, che per ovvie ragioni di riservatezza non dirò il nome, ma che conservava ancora il rudere di una stazione della ferrovia. Con Biagio e Pasquale ci recammo un sabato mattina a visitare questo sito, dove sapevamo che si trovava la stazione, con molti particolari originari ancora al loro posto, come la scritta, i lampioni, ecc. Giunti sul posto, notammo che fuori all’edificio abbandonato della stazione, alcuni uomini erano presi a fare dei lavori, credo per la sistemazione del piazzale e anche al collocamento di alcuni pannelli da applicare sulle finestre e sulle porte...
Biagio, incurante della situazione un po’ critica..., iniziò con la sua fotocamera a fare delle foto alla facciata della stazione, pensando che forse non sarebbe stata più visibile da quel momento in poi. Eravamo posizionati sul marciapiede della strada, sul lato opposto alla stazione, distanti da questa almeno una ventina di metri. A un certo punto queste persone notarono la nostra presenza e forse sospettarono che fossimo delle spie... Quindi, con atteggiamenti minacciosi, iniziarono a venire verso di noi, imprecando e minacciando…! Quando ce li trovammo addosso, a quasi a un palmo dal naso, uno di questi cominciò a strattonare Biagio, pretendendo che gli consegnasse la sua fotocamera, per distruggerla...! Ci fu un brutto parapiglia, che durò diversi minuti...! Biagio, ovviamente, non voleva saperne di consegnare la sua fotocamera! Iniziai a preoccuparmi per gli amici e, sotto sotto, iniziai anche ad aver paura... Mi sentivo un po’ responsabile di questa incresciosa situazione, che inconsapevolmente si era venuta a creare mio malgrado… L’idea di andare in ricognizione era stata tutta mia…
Passavano lentamente i minuti... Altri strattonamenti, altre minacce degli individui e altri dinieghi da parte di Biagio…! La situazione stava sull'orlo per precipitare... e poco mancava che degenerasse...! A un certo punto, uno di costoro iniziò a chiedere ad alta voce, rivolto verso di me (che ero anche il più anziano del gruppo): “…Ma chi site?! Ma chi v’ha mannato?!” A questa domanda, che poi rappresentava una vera e propria provocazione, con prevedibile reazione, in base alla risposta che davo..., ebbi un vero guizzo...
Non so’ chi mi ispirò e nemmeno quale santo mi aiutò; conservai la calma e misi con cautela una mano in tasca, dove avevo il cartellino dell’Associazione del G.A.F.A., lo estrassi e con risolutezza glielo misi sotto al muso, dicendo con fermezza e autorità: “Siamo questi…!!
Il cartellino aveva, oltre la mia foto in evidenza, con il nome e cognome, anche il simbolo dell’Associazione, che era formato da un fascio di colori graduali, dal celeste al blu, e aveva in evidenzia, a caratteri marcati, la scritta: “Amici della Ferrovia Alifana”.
Non so cosa pensarono, ma credo che forse compresero il grande "abbaglio" che avevano preso...; tuttavia, so solo che la mia determinazione nel mostrare con un piglio di autorità il tesserino associativo, fu decisiva ed efficace, tant’è vero che queste persone rimasero per un attimo immobili, senza fiatare e, poi, cambiarono completamente l'espressione dei volti e anche negli atteggiamenti nei nostri riguardi... Divennero rapidamente: sorridenti, cordiali e ospitali,... anche il tono della voce si fece dolce e calmo...! Praticamente erano diventati l'opposto di quello dimostrato poco prima...!
Ci dissero: “Ma pecché non ce l’avite ditto primma?! Jamme, venite con noi, venite a vedere la stazione, state a casa vosta…!” Noi ovviamente, avevamo l’adrenalina a mille…, eravamo impauriti per quella insolita avventura e soprattutto per le minacce ricevute pochi minuti prima... Credo che eravamo diventati tutti "viola nel viso"…!
Ci guardammo bene di non aggiungere altre spiegazioni, che potevano far causare altri capovolgimenti... e accogliemmo l'invito ricevuto, anche se con residua e naturale diffidenza…
Ci portarono a visitare la stazione o meglio di quello che rimaneva della stazione.
Fu per me e per i miei amici un’esperienza bellissima: un brutto sogno che tutto a un tratto si era trasformato in un momento di pura gioia…!
A volte le situazioni che ci propongono la vita e il caso sono veramente impensabili e imprevedibili…! Ed è curioso constatare come esse evolvano in maniera velocissima...!
Vedemmo il locale biglietteria, anche se in gran parte modificato. Salendo la scala in muratura, che era ancora quella originaria, visitammo i locali superiori che furono l’alloggiamento del capostazione. Uscimmo
di nuovo all’aperto e entrammo nel magazzino, attraverso l’apertura posta sul lato posteriore, dove c’erano un tempo i binari. In questo locale, che si trovava in uno stato molto fatiscente, senza l’intonaco alle pareti e con la presenza di tanta umidità che affiorava dal solaio, c’erano dei cumuli di detriti a terra e tra questi notammo delle vecchie carte ammuffite, ma ancora integre. Ci accostammo per leggerle, estraendole, delicatamente con le mani, dal mucchio di detriti. Sgranammo gli occhi..., perché erano proprio tre "orari ufficiali" della ferrovia, risalenti al periodo di esercizio: due tra gli anni '50 e '60 e il terzo, più antico dei primi, risalente forse agli anni '30... Chiedemmo ai nostri interlocutori se potevamo prenderli; ci risposero senza esitare: "Si, prendeteli pure...", forse per farsi perdonare del loro discutibile comportamento di pochi minuti prima...! Notammo, poi, che era stato asportato uno dei lampioni in stile liberty che erano posti sulla parete della stazione che dava sui binari, mentre gli altri due erano miracolosamente ancora al loro posto. Pensammo che si doveva salvare almeno uno di questi preziosi cimeli...
Al termine della visita, ci congedammo da queste persone che ci avevano fatto inizialmente tribolare ma che, poi, stranamente, erano diventate amiche, con la promessa di ritornare per recuperare gli altri cimeli. Intanto eravamo contentissimi per i preziosissimi "orari" recuperati miracolosamente; i quali, grazie alla nostra avventura, sarebbero stati conservati al sicuro, per dare una testimonianza ai posteri della storia della ferrovia. Furono i primi tre cimeli ad essere recuperati dall’Associazione G.A.F.A.
Non siamo più ritornati sul luogo della stazione, un po’ anche per paura. Ci hanno riferito, tempo dopo, che anche gli altri lampioni hanno avuto la stessa sorte del primo scomparso...
Morale del racconto, che non è una favola, ma realtà: "...il male a volte può portare anche del bene" ... Provare per crederci...!

Salvatore Fioretto 

Al termine di questo racconto ci piace inserire il link di un raro anche se breve filmato a colori del nostro mitico trenino (cliccare con il mouse il link  sottolineato che segue): Filmato a colori nelle campagne anni '60

 
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1 commento:

  1. L'Alifana è sempre nel cuore di Salvatore come nel mio. Divertente il racconto, ma stupendo il filmato, seppur di pochi secondi, del trenino in una ripresa a colori alquanto suggestiva. Grazie Sasà.

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