venerdì 19 luglio 2013

La pesca "Mimì del Forno", in un "Mare verde"...!

In un articolo trovato nella "Rivista Ortoflorofrutticoltura Italiana", edita dalla "Società Toscana di Orticultura" vol. 34-36 nell'anno 1950, abbiamo trovato questa bella storia riguardante il nostro territorio, prima che venisse privato della sue belle campagne...

La nuova pesca precoce di "Mimì del forno".
Alla fine di giugno mi recai a visitare in Piscinola, nelle immediate vicinanze di Napoli, un pescheto di 3 anni di innesto appartenente all'avvocato Domenico del Forno, il quale desiderava l'identificazione di una varietà di pesco che ha diffuso appunto in questo pescheto per le doti di precocità e di aspetto che presentano i frutti. Non fu possibile identificare la varietà con quelle noti, in quanto le caratteristiche che la differenziavano nettamente da tutte le altre, d'altra parte non molte numerose, che maturavano nella stessa epoca.".

Nel 1953, la stessa rivista (vol 37-38) esegue un censimento di tutte le qualità di pesche esistenti nella piana napoletana, e così scrive:
"Le qualità che maggiormente sono diffuse sono quelle precosissime quali: Fior di Maggio, 2° Maggiaiola rossa, 2° Maggiaiola Canafiello, (Early Crawford), Brasilese e N'tonio 'o Riccio. Fra le varietà a maturazione agostane la Hale ha sempre il predominio. Vanno però affermandosi e diffondendosi rapidamente alcune varietà nuove: Morettini 1, Mimì del Forno, Morettini 5/14, Bella di Roma precoce, tutte a maturazione entro giugno e la Bella di Melito, variazione della Pieri81 che matura negli ultimi giorni di Luglio e nei primi di Agosto. Tra le specie duracine (percoche) si è diffusa moltissimo la Vesuvio...".

La testimonianza storica dimostra che l'avvocato Mimì del Forno riuscì a farsi riconoscere la qualità di pesca, unica nel suo genere, che prese il suo nome, e questa qualità di pesca è nata in terra di Piscinola.
Un "mare verde"...!
Come abbiamo ricordato più volte, durante lo svolgersi della recente rassegna del Maggio dei Monumenti a Piscinola, intitolata quest'anno "oMaggio a Piscinola", esisterebbe un aneddoto, o forse è piu corretto dire leggenda, legato alla vita dell'avvocato Domenico del Forno, qui sopra menzionato e Giuseppe Marotta, celebre scrittore napoletano, autore del racconto '"L'oro di Napoli". Domenico del Forno, famoso aristocratico abitante di Materdei, nel tenimento che possedeva a Piscinola usava spesso organizzare scampagnate e ritrovi con tutti gli amici di città, spesso invitando tante belle ragazze e gli amici letterati, frequentatori della vita mondana napoletana. Non è improbabile che a queste comitive abbia aderito anche lo scrittore Giuseppe Marotta, suo vicino di casa a Materdei e autore anche della celebre canzone "Mare Verde". Analizzando le parole della canzone "Mare Verde" , scritta da Marotta e arrivata seconda al festival della canzone napoletana del 1961, si parla di una campagna estesa, come un mare di verde, piena di grano, di una natura brulicante e un treno che fischia approssimandosi alle montagne. Ebbene, non il verde del san Paolo, come asserisce qualche biografo di Marotta, ma proprio la fotografia in versi della bella e lussureggiante piana agricola di Scampia, un tempo amena campagna piscinolese, più volte forse visitata e ammirata dallo scrittore, chissà colpito anche da qualche bella ragazza del posto... Forse un giorno si potrà veramente dimostrare la veridicità di questo aneddoto, per ora solamente leggendario... A noi piace immaginare che questo verde, questa frutta prelibata e questa gente siano entrati nel cuore del celebre scrittore, ispirando le sue belle opere e la canzone musicata dal maestro  Marzocco. 
Nun è campagna, è mare, mare verde.
Nu golfo d'erba, na scugliera 'e fronne,
ca luntano se perde
sott' 'o cielo d'está.
 

E pe' stu mare verde senza fine,
suonno d' 'a vita mia,
cchiù carnale e gentile
tu cammine cu me.
Ll'ombra te veste ma te spoglia 'o sole.
Si' d'oro comm' 'o ggrano.
Tremmanno 'e passione
t'astregno sti mmane
e 'o mare verde,
ce 'ncanta e ce perde,
abbracciáte accussí.
 

Dorme nu bosco e canta na surgente.
Sisca nu treno sott'a na muntagna.
Va sbarianno cu 'o viento,
na palomma ccá e llá.
 

E pe' stu mare verde senza fine,
............................................
 

E ce perdimmo pe' stu mare verde,
stu mare verde.
Un grazie a Pasquale di Fenzo ispiratore di questo racconto.
                                                                                                           Salvatore Fioretto 
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