Premessa:
Concludiamo l'esposizione dell'importate argomento storico, diviso in tre
parti e un'appendice, con la narrazione dell'epilogo del Comune di Piscinola.
Abbiamo preferito far "narrare" gli eventi storici direttamente dagli atti delle
assemblee degli Enti e dell'Autorità dell'epoca, anche se questo ha comportato
una maggiore lungaggine nella esposizione dei fatti, ma crediamo che ciò abbia contribuito a rendere più fluida e limpida la narrazione storica e quindi un maggior
coinvolgimento del lettore. Tuttavia per facilitare la lettura, abbiamo usato due diversi colori per il carattere del testo: "blu" per i commenti storici e "nero" per i documenti trascritti.
Segnaliamo che mancano ancora alcuni documenti
storici, come la risoluzione del Comune di Napoli che approva gli atti della
commissione e ratifica l'aggregazione della nuova area comunale, oppure quella
del Consiglio Provinciale che boccia la prima richiesta formula del Comune di
Piscinola, di ingrandirsi insieme a Marianella e Miano, ma riteniamo che questi
atti siano ininfluenti per lo scopo della trattazione, anche se ci proponiamo
di reperirli e aggiungerli presto nel corpo del testo.

------------------------------------- = 0 =
-------------------------------------
Riassunto:
Abbiamo narrato fin qui, come, a fronte di una situazione finanziaria
insostenibile per il bilancio comunale, il Consiglio Comunale di Piscinola
aveva deliberato, nelle tre tornate, del 9 dicembre 1860, del 29 agosto 1861 e
del 30 maggio 1862, delle richieste e dei solleciti rivolti al Consiglio
Provinciale di Napoli, per divenire un Comune autonomo più grande, unicamente
insieme con i Villaggi di Marianella e di Miano (entrambi i Villaggi già facevano parte del Comune
di Napoli nel quartiere S. Carlo All'Arena) oppure, in alternativa, di essere
aggregato anch'esso, come "Villaggio", al Comune di Napoli.
Secondo la procedura, il Consiglio Provinciale di Napoli ebbe modo di
esaminare la richiesta del Comune Piscinolese, inserendo l'argomento all'ordine
del giorno, nella tornata del 10 settembre 1861. Ecco lo stralcio del
dibattimento tratto dagli atti della:
"Deputazione Provinciale di
Napoli - Consiglio Provinciale di Napoli 4^ tornata - 10 settembre
1861":
[...]
"Dappoi il Segretario ha riferito che erasi depositato dal Consigliere
Rossi una proposta toccante il Comune di Piscinola col corredo di due
deliberazioni dalla Giunta la quale esponeva che, stando quel Comune del lembo
della zona agraria circuente la Capitale ed in una linea con Miano e Marianella
che erangli a ciascun fianco, così come essi volevano o essere villaggio della
Capitale, o tuttavia rimanere Comune, a patti che gli fosse annessa Marianella;
e che Miano, come già nel 1848, si rilevasse a Comune, essendo quanto bastava
popoloso.
Il Segretario Nardi faceva note le opinion favorevoli già espresse
dall’agente governativo del Circondario di Casoria, e che il Governatore della
Provincia aveva provocata a 5 gennaio 1860 e sollecitata a 25 febbraio e 28
agosto di detto anno una deliberazione del Consiglio comunale di Napoli, ma che
dagli atti altro non costava. Osservava che il fatto era in tal punto
d’indirizzo che altro non sarebbesene potuto adottare; mentre, al certo, se a
Piscinola giovava incorporarsi a Napoli, a fine di affrancare le spese della sua
autonomia, era sempre da udire cosa Napoli allegasse.
Richiesto il Consiglio dal Vice-Presidente se acconsentire ritenere la via
interlocutoria già in atto intrapresa, cioè attendersi e nondimeno sollecitare
il Consiglio comunale napolitano a pronunciare, è rimasto unanimamente
adottato.
Ed all’uopo il Governatore ha preso atto di tale risoluzione."
Nel frattempo la vita amministrativa del municipio piscinolese continuava
regolarmente il suo corso, con l'approvazione di importanti delibere, tra queste, una
significativa fu quella del 1861, con la richiesta di un contributo alla
Provincia di Napoli per la costruzione di una nuova strada collegante Piscinola
con Miano e con la strada per Agnano (sarà la futura Via Vittorio Veneto). Ecco il
testo: "Interpellanze al Consiglio provinciale di Napoli (da Atti del
Consiglio Provinciale di Napoli nella sessione ordinaria del 1861) - (24-27
settembre 1861 duodecima riunione): Domanda del Comune di Piscinola per un
sussidio per la costruzione di una strada di comunicazione fuori dell’abitato
con quella di Agnano (Via Vittorio Veneto). Risposta della Provincia: "Uditi
i chiarimenti del consigliere Rossi il Consiglio delibera all’unanimità
accordarsi il sussidio di ducati 1.000 (4250 lire).".
Troviamo altre delibere, come quelle per l'acquisto di arredi sacri per la
Parrocchia del SS. Salvatore (che evidentemente doveva considerarsi sottoposta
alla gestione comunale), e la richiesta per la costruzione di una cisterna da
adibire alla conservazione dell'acqua ad uso del territorio comunale.
La richiesta del Comune di Piscinola di ingrandirsi o di essere aggregato a
Napoli, venne quindi girata dalla Provincia di Napoli al Consiglio Comunale di
Napoli, il quale la discusse nella seduta del 2 febbraio 1862. Nel frattempo
alcuni cittadini dei Villaggi di Miano e di Marianella (molto strana la
coincidenza temporale...!) inviarono al Sindaco di Napoli, due petizioni, con
numerose firme a seguito, con la richiesta di ritornare ad essere comuni
autonomi e non più Villaggi di Napoli, come lo erano in quel momento.
Da evidenziare che nell'anno 1848 i territori di Miano e di Marianella
passarono dalle condizioni di Villaggi, come erano stati tradotti nel decennio
francese (1809), allo stato di Comune autonomo, ma che poi, visti i problemi
finanziari che non riuscivano ad assicurare l'autonomia amministrativa, avevano chiesto e ottenuto nel 1850, dall'allora governo borbonico, di ritornare nelle condizioni di "Villaggio" di Napoli. Quindi, nella seduta del Consiglio Comunale di Napoli, del 3 febbraio 1861,
vennero messe in discussione, all'ordine del giorno, le tre richieste, ovvero,
la richiesta di autonomia dei Villaggi di Miano e di Marianella e la richiesta
di aggregazione del Comune di Piscinola, come Villaggio di Napoli.
Deduciamo che
la richiesta di ingrandimento, formulata dal Comune di Piscinola, fosse stata
bocciata in prima battuta dal organismo provinciale, visto che non se ne fa più
menzione nei successivi documenti ufficiali di dibattimento. Non abbiamo
trovato ancora la delibera con la quale venne disapprovata la richiesta. Ma questi riscontri saranno cercati nelle
ricerche del prossimo futuro.
Seduta del Consiglio Comunale del 03/02/1862 (dal
libro “150 dall’Unità d’Italia ad oggi. Cronache del Consiglio Comunale di
Napoli”, di Ugo Grippo, ed. DenaroLibri anno 2012)
"Il Consiglio ecc. ecc.
Letta la domanda degli abitanti de’ villaggi di Miano e Marianella, colla
quale espongono il bisogno di una amministrazione a parte e separata da quella
che ora dipendente dalla Sezione S. Carlo all’Arena, intendendo con ciò a
elevarsi a comune separato;
Visto l’Ufficio del Prefetto della Provincia del 21 p.p. mese, num. 2572, con
cui richiedeva al riguardo l’avviso e parere del Consiglio Municipale di
Napoli;
Ritenuto il bisogno di una richiesta preliminare, onde preparare gli
elementi e il sostrato di un parere giusto e ragionato circa alla chiesta
separazione della Sezione S. Carlo all’Arena, ed erezione in Comune de’
summenzionati villaggi di Miano e Marianella;
Ha deliberato: Che una Commissione da prescegliersi dal Sig. Sindaco Presidente nel seno
del Consiglio, coll’intervento di due o più notabili, e maggiori imposti dei
villaggi di Miano e Marianella, che potrebbero essere all’uopo invitati, e con
tutti quegli altri mezzi che si stimeranno acconci a raggiungere lo scopo,
raccolta ed indaghi i dati statistici necessari e le nozioni opportune per
stabilire la estensione del territorio che dovrebbe costituire la
circoscrizione del novello Comune, la popolazione effettiva, le sue risorse
finanziarie, le possibili rendite poste a raffronto delle spese facoltative ed
obbligatorie che va ad incontrare, in che e fine a qual punto la chiesta
separazione potesse tornar dannosa, ed essere di nocumento all’attuale
percezione de’ dazii di consumo per la Città di Napoli; e finalmente
quant’altro si crederà utile ed opportuno per istabilire la convenienza
dell’invocato procedimento.
 |
| Antico stemma del Comune di Napoli |
Da risultamenti della richiesta se ne farà
dettagliato rapporto al Consiglio; mettendolo così in grado di emettere
sull’obiettivo il suo plenario e definitivo parere, per trasmettersi all’autorità
competente che lo ha richiesto.
BENEVENTANI dice che il Comune di Piscinola trovasi
d’aver fatto una dimanda in senso opposto: cioè o di venire aggregato
all’Amministrazione comunale di Napoli, o di unirsi ai villaggi di Miano e
Marianella per formare un sol Comune. Propone quindi che la Commissione , la
quale dovrà occuparsi della domanda avanzata dagli abitanti di Miano e
Marianella, si occupi anche del Comune di Piscinola.
GALLOTTI fa riflettere che il villaggio di Miano nonché quello
di Marianella, dimandarono ed ottennero nel 1848 di elevarsi a Comune separato,
ma poi non potendo sopperire coi propri mezzi alle spese dell’Amministrazione,
fecero istanza di essere riuniti, siccome ora lo sono, al Comune di Napoli.
CORTESE chiede di conoscere se l’autorità
governativa, nel trasmettere le petizioni degli abitanti di Miano e Marianella;
voglia un parere di questo Consiglio sulla convenienza della chiesta
separazione relativamente agli interessi del Comune di Napoli, o relativamente
agl’interessi degli abitanti dei succennati villaggi.
AVETA dice che lo avviso letto deve essere dato, tanto nello
interesse della Città di Napoli, quanto in quello dei Villaggi che chieggono
separarsene.
PROIBENTE, in appoggio di quanto ha detto il
consigliere Aveta, fa riflettere che questo Consiglio Comunale rappresenta
l’intero Comune di Napoli, di cui ora fan parte i Villaggi di Miano e
Marianella. Può quindi occuparsi e da parere non solo sugli interessi speciali
della città di Napoli, ma anche su quello dei Villaggi ad essa riuniti.
Essendo quindi la proposta del Sig. Beneventani appoggiata da molti
Consiglieri, il Presidente dice che nella deliberazione proposta dal Sig. Aveta
dovrebbe aggiungersi che la Commissione da prescegliersi toglierà pure ad
esaminare la domanda del Comune di Piscinola tendente o ad aggregarsi a Napoli,
o a formare un sol comune con Miano e Marianella. Quindi mette ai voti la
deliberazione proposta dal Sig. Aveta con l’aggiunta del Sig.
Beneventani."
 |
| Mappa Terra di Lavoro - Olim Campania Felix , XVII sec. |
Quindi, come si è visto, vennero accolte le proposte dei consiglieri comunali Aveta e
Beneventani, di unire le tre richieste e nominare una commissione di esame, per
valutare la convenienza per il Comune di Napoli di accogliere le richieste di
Miano, Marianella e Piscinola. La commissione, come si legge nel testo, venne suddivisa in tre subcommissioni. Il Sindaco di Napoli, in carica all'epoca, era il conte Giuseppe Colonna di Stigliano. Ecco il contenuto delle relazioni finale delle tre
commissioni, riportate dall'Avv. Giacomo Rossi, nella sua opera:
"Memorietta riguardante la dimanda del Municipio di Piscinola di
divenire Villaggio di Napoli", scritta e pubblicata dall’Avv. Giacomo
Rossi (Pubblicazione conservata presso la Biblioteca della Società di Storia Patria di Napoli).
"Il Municipio di Piscinola con tre successive deliberazioni de’ 9
dicembre 1860, 29 agosto 1861 e 30 maggio 1862 esponeva, che stando nel comune
sul lembo della zona agraria circuente la città di Napoli ed in line con i
Villaggi di Miano, e Marianella, ch’erangli a ciscun fianco, avendo a destra il
primo a sinistra l’altro, ed a brevissima distanza massime Marianella, che può
dirsi una continuazione di Piscinola, così dimandava o essere Villaggio di
Napoli, com’essi; o tuttavia rimanere Comune a patti che gli fosse annesso il
Villaggio di Marianella, e che Miano, come già nel 1848, si rilevasse a Comune,
essendo quanto bastava popoloso.
L’Agente governativo del Circondario di Casoria con suo uffizio del ’28
dicembre 1860 n.7546 espresse parere favorevole sul proposito, facendo
osservare, che il Comune di Piscinola situato com’era in mezzo ai Villaggi di
Miano, e Marianella esenti da’ balzelli civici di cui era gravato Piscinola,
veniva frustrato nell’esazione degli stessi, perciocché gli abitanti andavano a
comprare i generi soggetti al dazio nei vicini Villaggi, e poscia
l’introducevano fraudolentemente nel Comune.
Il sig. Prefetto della Provincia con ufficiale dei 5 gennaio 1861 n. 5235 rimise
all’onorevolissimo sig. Sindaco di Napoli la deliberazione del Municipio di
Piscinola e copia dell’uffizio del sottoprefetto di Casoria premurandolo a
sentire all’uopo il Consiglio Comunale, facendogli tenere la corrispondente
deliberazione.
 |
| Disegno costruttivo di sistemazione del Palazzo San Giacomo |
A’ 7 dicembre 1861 la Giunta Municipale di Napoli a proposta dell’assessore
Cav. Beneventano sul riflesso che aggiungendosi al Comune di Napoli il
territorio di Piscinola poteva venire giovata la percezione de’ dazi di
consumo, opinava accogliendosi la dimanda di Piscinola, da farsene rapporto
favorevole al Consiglio Comunale.
A ’27 detto pochi mestatori di Miano per privati interessi avanzavano dimanda
al Prefetto di Napoli per elevarsi a Comune indipendente: la prefata dimanda
venne rimessa al Sindaco di Napoli per sentire il Consiglio Comunale.
Nel giorno 3 febb. 1862 il Consiglio Comunale di Napoli, dopo matura
discussione all’unanimità deliberò, che una commissione da prescegliersi dal
Sindaco in sebo del Consiglio, coll’intervento di sue, o più notabili, e
maggiori imposti de’ Villaggi di Miano, Marianella, e Comune di Piscinola
indagasse la popolazione effettiva de’ Villaggi, e Comune di Piscinola, le
risorse finanziarie, e possibili rendite poste a confronto delle spese facoltative,
ed obbligatorie: in che , e fino a qual punto la chiesta separazione, o
annessione potesse tornare dannosa, o essere utile all’attuale percezione dei
dazi di consumo della Città di Napoli: e finalmente quanto altro si credesse
utile, ed opportuno. Dei risultamenti dell’inchiesta se ne fosse fatto
dettagliato rapporto al Consiglio, mettendolo così in grado di emettere il suo
plenario, e diffinitivo parere per trasmettersi all’autorità competente, che ne
aveva fatta richiesta.
Poscia il Sindaco procedé alla nomina della commissione d’inchiesta
composta come segue.
1. Cav. Beneventani Valerio
2. Persico Federico
3. Barracca Roberto
4. Raffaele Federico
5. Pepe Michele.
 |
| Mappa della Provincia di Napoli, di L. Marzolla |
Notabili.
1. Grimaldi Luigi di Miano
2. Ametrano Nicola di Marianella
3. Principe de Luna d’Aragona (Piscinola)
4. Rossi Giacomo (Piscinola).
Nel giorno 22 luglio ultimo la prefata commissione tenne la sua prima
riunione, e si stabilì di formare tre sottocommissioni.La prima ebbe l’incarico di esaminare il lato economico della proposta,
tenendo presenti i rispettivi bilanci, gli oneri che ognuno attualmente ha, e
che potrebbe avere mutando le sue condizioni a seconda delle diverse dimande
avvanzate.
La seconda ebbe l’altro incarico di studiare la topografia de’ luoghi per
riferire sullo stato attuale della viabilità, e sulle modifiche alle quali
potrebbe andar soggetta quante volte si accogliessero le dimande.
La terza tolse l’incarico di studiare specialmente nell’interesse del
Comune di Napoli l’andamento del muro di barriera , ove venissero accolte, o
rifiutate le dimande, e se la percezione de’ dazi civici della Città potesse
vantaggiarne o soffrirne nocumento.
Glia abitanti, e proprietari di Marianella e Miano a’ 9 e ’20 ottobre
ultimo avanzavano due distinte dimande con svariate firme munite di autentica
alla commissione d’inchiesta, che in seguito verranno trascritte.
Le prefate tre sottocommissioni fecero le seguenti relazioni.
Relazione della 1^ sottocommissione per lo stato
finanziero.
La sottocommissione incaricata di riferire in linea economica sulle dimande
di aggregazione al municipio di Napoli dal Comune di Piscinola, e di
separazione da Napoli dei Villaggi di Miano e Marianella, ha osservato quanto a
questi due ultimi, che le velleità riprodotte da alcuni abitanti, massime di Miano, di separarsi
da Napoli furono esaudite nel 1848; ma indi a non molto si vide la necessità di
togliere a quel nuovo ente la indipendenza che non bastava a
sostenere. Che nessuno evidente mutamento giustificherebbe oggi quello si
sperimentato nocivo del 1848 – Che infine (e questo fatto sopraggiunto ci
libera da ogni esame) altri notabili cittadini di quei Villaggi, anzi parecchi
di coloro che sottoscrissero la prima petizione, chieggano ora come un
beneficio di rimanere congiunti a Napoli, e biasimano il fatto dei primi.
 |
| Mappa della Campagna felice, di A. Bulifon |
Quanto al Comune di Piscinola, speciali ragioni confortano ad
accettale le sue dimande di aggregazione al Municipio di Napoli, le quali si
riducano brevemente a queste.
Il Comune di Piscinola è posto a due miglia da Napoli, quasi come Miano, ma per
una singolarità che è la principale cagione del suo malessere, è fra mezzo a
due Villaggi napoletani di Marianella e Miano. Se si eccettua la sovraimposta fondiaria, gravissima per bastare alle spese
necessarie, e il dazio sulla farina, prossimo ad indebolirsi, come è voce
accreditata, la maggiore delle rendite di Piscinola è l’imposta sul vino, la
quale esso dava negli anni passati in appalto per una somma dai 1000 ai 1500
ducati. Questa entrata ora è ridotta quasi al terzo, cioè a duc. 556,
stanteché i limitrofi Villaggi di Miano e Marianella godendo la
franchigia dai detti dazii, il contrabbando si esercita largamente, bastando
pochi passi per uscire dal territorio di Piscinola e ripararsi nel franco.
Ponendo ora mente alla condizione economica del detto Comune, è da osservare:
che le spese da addossarsi dal Municipio di Napoli per conto di Piscinola, se
l’annessione abbia luogo, sarebbero:
Ai signori Gallotti, per interessi sul capitale di duc. 8938.43 ……373.43
A detti sig. Gallotti in disconto del
capitale……………..
200.00
Ai signori Quattromani sul capitale di duc. 700 ………….
25.20
Al parroco per congrua
…….
72.00
Al sottoparroco …………….
36.00
Per la Guardia Nazionale
……………
156.00
Per l’istruzione affidata a Padre Lodovico da Casoria
……….. 20.00
Per mantenimento delle strade (in buono stato ora) ………….
47.00
Fondiaria………………………….
31.20
Sagristano…………………….
12.00
Orologista…………………..
8.00
Ai poveri per soccorsi e
medele……………….
40.00
Riparazioni alle proprietà Comunali………………
10.00
Totale duc. ……………………………………… …
1030.00.Seguita l’aggregazione, il Municipio di Napoli ricaverebbe con la
sovraimposta delle grana addizionali alla ragione di duc. 28 per ogni grano,
sopra un territorio di moggia 924, e passi 684
Duc. …………………………..
112.00
Pel doppio 3 per 100 sull’imponibile di duc. 1925.25 ………… 115.00
Pei maggiori dritti d’intero sopra circa 70 morti l’anno, per una popolazione
di 2300
ab……………………………….
126.00
Per affitti di proprietà Comunali……………………..
92.00
Duc. 445.00
Certo, se queste, e non altre fossero le speranze di entrate da porre a
calcolo, vi sarebbe danno del Comune di Napoli. Ma la sottocommissione ha
considerato: 1. Che per fermo di percezione dei dazii di consumo dovrà essere
maggiore quando tutti quei territori potranno sottoporsi alla vigilanza
dell’amministrazione: 2. Che un considerevole introito si dovrà avere nel
solo villaggio di Piscinola sui generi soggetti al dazio che ivi si consumano.
 |
| Palazzo San Giacomo, foto fine '800 |
Finalmente per quello, che concerne l’edificio, il personale, e la
organizzazione della novella amministrazione del villaggio da aggiungersi,
nulla verrebbe ad alterare le spese del Comune di Napoli, che già mantiene una
Sezione nel Villaggio di Miano. Anzi un guadagno verrebbe a farsi lasciando la
casa appigionata in Miano per duc. 36 l’anno, e trasportando la Sezione in
Piscinola, dove una comoda, e decente abitazione di proprietà del Comune, è già
addetta a Casa Comunale.
Il trasferimento della Sezione la sottocommissione lo consiglia altresì,
ponendo l’occhio alla rispettiva situazione dei Villaggi da lei
accuratamente ed ocularmente esaminata. Piscinola infatti, è fra Miano, e
Marianella, anzi può dirsene il tratto d’unione, poiché Marianella non confina
con Miano, che in sol lato brevissimo, al ponte, cioè San Rocco. Gravi
doglianze si muovano tuttodì dagli abitanti di Marianella, che deono recarsi a
Miano per gli affari municipali, e per i frequenti dello Stato Civile. A
Piscinola confinante da molte parti con Miano, e con Marianella, a breve
distanza da quello, e brevissima da questa, converrebbe dunque trasporre la
sede dell’aggiunto, che naturalmente si eleggerebbe dal Consiglio Comunale fra
i residenti in uno dei tre Villaggi.
Per le quali considerazioni, la sottocommissione opina, doversi rigettare
la dimanda che tende a staccare da Napoli Miano, e Marianella, e doversi
accogliere la dimanda di annessione al Municipio Napoletano del comune di
Piscinola. Napoli 4 novembre 1862. La sottocommissione - Federico Persico
relatore – Michele Pepe – Giacomo Rossi.
Relazione della 2^ sottocommissione per la topografia, e viabilità
La sottocommissione incaricata di studiare la topografia de’ Villaggi
di Miano, e Marianella, nonché quella del Comune di Piscinola, che chiede
essere annesso alla Città di Napoli, per riferire sullo stato attuale della
viabilità, e sulle modifiche, alle quali potrebbe andar soggetta quante volte
le dimande venissero accolte, osserva quanto segue.
 |
| Regio Decreto di elevazione a Comune per Miano e Marianella |
Alla parte settentrionale, ed alla distanza di due miglia da questa
nobilissima Città sopra Capodimonte sonovi i Villaggi di Miano, e Marianella:
il primo che contiene una popolazione di circa 4000 abitanti, ed il cui
territorio si estende fin sotto il muro finanziero, confina a mezzo giorno col
Boschetto Reale di Capodimonte, ad oriente con Capodichino, a Settentrione con
Secondigliano, e Occidente col Comune di Piscinola, che gli è molto prossimo.
Le strade interne, la di cui estensione non è molto rilevante, essendo i
fabbricati quasi tutti in continuazione. Sono in alquanto buono stato, essendo
basolate nel mezzo la maggior parte, e scardonate nei laterali; e tale basolato
s’innesta colla strada Nazionale, che gli è molto vicina.
Il Villaggio di Marianella poi, che conta una popolazione di circa 2000
abitanti confina a mezzo giorno col Comune di Polvica, e Chiajano, ad Oriente
col Villaggio di Capodimonte, e Comune di Piscinola, a Settentrione col
medesimo Comune di Piscinola, e ad Occidente con Mugnano. Le sue strade interne
rattrovansi in medesimo stato; lo stesso tiene due cupe che menano sulla strada
di Marano.
In quanto al Comune di Piscinola.
Piscinola vanta una popolazione al di là di 2300 abitanti confina a mezzo
giorno, e ad Occidente con Marianella, ad Oriente con Miano, e a Settentrione
con Melito. In modo, che i due Villaggi , ed il Comune di Piscinola rattrovansi
sul lembo della stessa zona agraria circuente la Città di Napoli, ed in linea
tra di loro, avendo Piscinola ad un fianco Miano circa un quarto di miglio, e
vi si accede per due strade, l’una in linea retta, ch’è una breve cupa, e
l’altra a brecciame detta strada di Agnano meno breve, perché fa un gomito;
alla parte Orientale di Piscinola vi è la massaria degli eredi del sig.
Angelis, che fa parte del Villaggio di Miano, mentre è in continuazione
dell’abitato di Piscinola, locché da luogo a frequenti quistioni per i dazi
civici del Comune, e consumi della Città di Napoli: un eguale inconveniente si
osserva per la masseria denominata Macedonio che essendo prossima all’abitato
di Miano fa parte sconciamente del Comune di Piscinola.
Dista poi da Marianella pochi passi, anzi i fabbricati possono dirsi quasi
congiunti, e vi si accede per due brevissime cupe. Le strade interne dello
stesso rattrovansi in buono stato, essendo nella massima parte basolate, e
scardonate; possiede inoltre una strada a brecciame che da fuori l’abitato del
Comune s’innesta con quella di Agnano, che immette su quella di Miano, S.
Rocco, e Marano. Nella ipotesi che Piscinola fosse dichiarato Villaggio nessuna modifica si
dovrebbe apportare alle strade di comunicazione tra Piscinola, Miano e
Marianella, ne tampoco a quella che mena al Camposanto, che la città di Napoli
tiene per i Villaggi, poiché tutte le mentovate strade rattrovansi in istato
tale da non far soggiacere il comune di Napoli a niuna grave spesa né per
ripararle, né per manutenerle: e d’altra parte non hanno quei tre villaggi
bisogno urgente di nuove strade da doversi fare dal comune di Napoli.Per le quali tutte cose risguardanti lo stato viario dei summentovati
Villaggi e la configurazione territoriale la sottocommissione è di parere
doversi rigettare la dimanda di segregazione da Napoli inoltrata da alcuni di
Miano, a nome anche di Marianella, e doversi accogliere la sola dimanda di
annessione del Comune di Piscinola al Municipio di Napoli; e con tale
annessione Napoli non estenderebbe il suo territorio oltre gli attuali limiti,
ma regolarizzerebbe, ed arrotonderebbe quello de’ Villaggi di Miano e
Marianella, essendo Piscinola un cono o istmo in mezzo di essi.
Tanto dovea rapportare coscienziosamente la sottocommissione in adempimento
dell’incarico commessole. Napoli 7 novembre 1862. La sottocommissione =Roberto Barracco=Luigi
Grimaldi relatore= Principe Pasquale de Luna d’Aragona.
Relazione della 3^ sottocommissione pei dazii di
consumo.
 |
| Regio Decreto di soppressione dei Comuni di Miano e di Marianella |
La sottocommissione deputata ad esaminare se convenga aggregare al
Municipio di Napoli il Comune di Piscinola, e se convenga permettere la
separazione dal detto Municipio di Napoli dei Villaggi di Miano, e Marianella,
un quanto riguarda, dei dazi di consumo, osserva quanto segue.
La posizione topografica del Comune di Piscinola, che rimane tra Miano, e
Marianella, essendo ora un luogo franco arreca non lieve danno alla percezione
de’ dazi di consumo; imperocché dai depositi de’ generi che ivi si
raccolgano si alimenta la consumazione de’ circostanti Villaggi di Miano, e
Marianella; e tali immessioni in frode avvenendo con frequenza, alla
spicciolata, ed in tenue quantità, agevolmente sfuggano anche alla più accurata
vigilanza.
Il maggiore inconveniente si sperimenta inoltre per l’ascrizione degli
animali di vita, e precipuamente per i maiali, i quali nel tempo della loro
macellazione per fuori Piscinola si dichiarano, e s’introducano poscia macellati
in contrabbando nei menzionati limitrofi Villaggi di Miano, e Marianella.
Ed è principalmente a riflettere, che per ovviare ai siffatti inconvenienti
una volta aggregato il Comune di Piscinola, il Municipio di Napoli non soggiacerebbe
ad alcuna spesa per lo stabilimento di una nuova officina, e del correlativo
personale, potendosi aggiungere la giurisdizione daziaria al vicino Villaggio
di Marianella, come per lo innanzi era stabilito giusta il disposto dall’art.
3.° del Regolamento dei 9 gennajo 1827.
Tale aggregazione del comune di Piscinola al Municipio di Napoli, mentre
assicurerebbe maggiore introito nei detti villaggi di Miano e Marianella da una
parte; dall’altra parte frutterebbe al comune di Napoli non meno di annui
ducati cinquecento.
Dimostrata per le cose dette di sopra l’utilità che deriva dall’annessione
di Piscinola al Municipio di Napoli, ed ottenutosi simultaneamente
il vantaggio della percezione senza onere di sorta da una parte, se
conseguita, per converso dall’altra la necessità assoluta di ritenere i
villaggi di Miano, e Marianella, la cui disgiunzione arrecherebbe evidentemente
gravissimo danno al sistema generico della percezione dei dazi di consumo,
perocché quei Villaggi van specialmente considerati come garentia del muro di
cinta dall’angolo di Capodichino sino a Lieto, potendo la maggior parte dei
generi soggetti al dazio di consumo essere sorpresi a distanza del detto muro,
ove le perlustrazioni riescano proficue, sperimentandosi invece ogni vigilanza
meno utile, allorché si esercita in maggior prossimità del medesimo.
 |
| Piscinola, interno del cortile in via del Salvatore |
Quindi si opina accogliersi la dimanda di annessione del Municipio di
Piscinola, e rigettarsi quella di Miano e Marianella di separarsi da Napoli.
Tanto dovea riferire la sottocommissione in adempimento dell’onorevole incarico
ricevuto. Napoli 28 ottobre 1862. La sottocommissione = Federico Raffaele
relatore Nicola Ametrano.
Dopo di che riunitisi insieme nei giorni 14 dicembre, 14, e 19 gennaio
ultimo, e lette, discusse ed adottate le prefate tre relazioni, la commissione
ad unanimità fu di parere di rigettarsi la dimanda avanzata da alcuni abitanti
di Miano, a nome anche di Marianella per elevarsi a Comune indipendente ed
accogliersi solo la dimanda di annessione al Municipio di Napoli del Comune di
Piscinola stabilendo ivi la Municipalità per comodo di tutti e tre i Villaggi,
rimanendo incaricato l’egregio Consigliere Persico per la redazione del
rapporto, e proposta al Consiglio.
Napoli li 9 febbrajo 1863. Avv. Giacomo Rossi" .
Intanto il processo di aggregazione di Piscinola subì delle lungaggini procedurali e
dei rallentamenti burocratici... Nel 15 luglio del 1864 un sollecitò arrivò addirittura tra i banchi del
parlamento del Regno, riunito a Firenze (all'epoca Capitale d'Italia), attraverso
un'interpellanza formulata dal deputato on. Lazzaro, rivolta al ministro degli interni
del tempo, on. Peruzzi. Ecco il testo della discussione:
Camera dei Deputati - Sessione 1863-64 - Interpellanza
parlamentare “Mozione relativa al Comune di Piscinola” - 1^ tornata del 15
luglio 1864
Lazzaro, Ora che si è approvata la legge io prendo occasione per fare un
eccitamento all’onorevole ministro. C’è un comune vicino Napoli, quello di
Piscinola, il quale desidera di aggregarsi a Napoli. Io credo che l’onorevole
ministro sia a giorno di questa pratica, tanto più che il Consiglio comunale e
il Consiglio provinciale di Napoli hanno dato parere favorevole.
Dopo ciò si attendeva appunto che fosse presentato un progetto di legge. In
aspettazione della legge comunale e provinciale, il comune non ha creduto
spingere le sue istanze. Or che si è presentato e votato un progetto di sapere
due comuni, a ragione di più, e stando ai sani principii di amministrazione, si
potrebbe presentare apposita legge per un comune che, se non è aggregato a
Napoli, vede esaurire giornalmente le sue deboli forze.
Peruzzi, ministro per l’interno. Io vedo che
l’onorevole Lazzaro ha dato un esempio che, spero, non sarà seguito, imperocchè
allora potremmo stare qui sino a questa sera ad udire qualche onorevole
deputato che lo segua pur anche in questa strada. Del resto mi pare che
l’occasione non fosse molto opportuna, me lo perdoni, in quanto che adesso
abbiamo fatto una legge per la separazione, ed egli viene a domandare una
riunione. Qui non è quistione di separazione, né di riunione: tanto l’una
come l’altra possono, secondo le circostanze, essere opportune; anche uno che
abbia opinione che i comuni debbano essere grossi, può, per una circostanza
qualunque, favorire la separazione di un comune dall’altro.
Ho già dichiarato altra volta che il Ministero non credeva di proporre alcun
progetto a questo proposito finché non fossesi deciso intorno alla legge
comunale e provinciale, nella quale sono poste alcune norme per agevolare
questa riparazione d’inconvenienti che pur troppo ci sono, come benissimo
diceva l’on Depretis, ed ai quali è forse conveniente di provvedere avanti che
si venga ad una misura generale.
Ora questa pratica pende dinanzi al Ministero dell’interno, e penderà
sinché non siasi deliberato intorno alla legge comunale e provinciale.
Del resto la Camera ha sospeso la discussione della legge comunale e
provinciale, ma abbiamo preso impegno di riprendere i nostri lavori più presto
e ricominciali dalla continuazione di questa discussione, Se in oggi
presentassi un progetto di legge, evidentemente non sarebbe discusso se non
dopo la legge comunale e provinciale. Mi pare dunque che sarebbe perfettamente
inutile che si insistesse in questa discussione.
Quando si discuterà la legge comunale e provinciale, si stabiliranno quelle
norme che si crederanno convincenti onde agevolare questa riparazione
d’inconvenienti pur troppo lamentati, inconveniente che esiste pure nel caso
accennato dall’onorevole Lazzaro, ed allora si procederà secondo le norme che
il Parlamento stabilirà in occasione di quella discussione.
Cadolini. Ho domandato la parola.
Presidente. Ha la parola.
Cadolini. Non accennerò un altro caso del genere
di quello ricordato dal propinante; soltanto dirò due parole sulla questione di
massima.
A me sembra che il Ministero dovrebbe invitare i Consigli provinciali a
formolare i loro pareri fin d’ora intorno alla questione delle aggregazioni e
disgregazioni per poter poi, quando la Camera si riunirà nuovamente, venire a
sottoporre al suo giudizio un progetto di legge a cui fosse annessa una tabella
di aggregazioni e di disgregazioni, la quale potesse essere in blocco approvata
dalla Camera stessa, con che si avesse a risolvere finalmente questa importantissima
questione dei piccolissimi comuni incapaci di avere un’amministrazione libera e
indipendente, e di sostenerne le spese.
 |
| Pianta della città di Napoli, con la delimitazione del muro finanziere |
Credo che
l’unico modo di risolverle prontamente e costituzionalmente, con soddisfazione
di tutti i comuni e con un sicuro benefizio della pubblica amministrazione sia
questo che il Ministero debba compilare una tabella sopra le proposte che
tutti i Consigli provinciali gli faranno, che poi debba presentare questa
tabella (che sarebbe il riassunto delle proposte dei Consigli provinciali) alla
Camera per la sua approvazione.
Io credo sia
questo l’unico modo costituzione di risolvere la questione, specialmente per
quanto si riflette alle aggregazioni, a cui anzi intendo specialmente alludere,
ritenendo che il numero delle disgregazioni a farsi sia incompatibilmente
minore di quello delle aggregazioni che sono necessarie al buon andamento della
cosa pubblica.
Altrimenti
il Ministero farà dei decreti reali, i quali daranno luogo ad interminabili
interpellanze in questa Camera, perché facilmente sorgerà il caso in cui alcun
deputato si troverà in dovere di reclamare contro qualcuno di questi decreti.
Quando
invece la questione sia stata risolta dalla Camera, non vi sarà più luogo a
querele, tanto più perché il suo voto avrà una leggittima base nelle autorevoli
deliberazioni dei Consigli provinciali.
Peruzzi, ministro per l’interno. Domando la parola.
Io, per la
parte mia mi riserbo di pensare alla mozione dell’onorevole Cadolini, la quale
è molto, ma molto grave; imperocché altro è informazioni che i Consigli
provinciali diano, a termini delle leggi vigenti, intorno alle separazioni ed
aggregazioni promosse dagli interessato, altro è che il Governo promuova delle
ricerche per parte dei Consigli provinciali, le quali verrebbero senza aver
consultato i comuni interessati, giacché sarebbe impossibile, le sessioni
essendo seguite subito dalla riunione del Parlamento, che questo si facesse.
Sarebbe un modo forse di sollevare molte pressioni e gare; e l’onorevole
Cadolini mi permetterà, la cosa essendo molto grave e trattandosi d’iniziative
che debbo prendere io, che io mi riservi, prima di pronunciarmi sulla sua
proposta, di fare quelle riflessioni che mi parranno opportune.
 |
| Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, con la notizia della soppressione del Comune di Piscinola |
Il processo di "soppressione/aggregazione" del Comune di
Piscinola si concluse il 29 novembre 1865, con l'emanazione del Regio Decreto
n. 2650, con il quale si sancì, a firma del Re Vittorio Emanuele II, la
soppressione del Comune di Piscinola e l'aggregazione del suo territorio alla Città
di Napoli, a far data del 1° gennaio 1866. Seguì la conseguente pubblicazione sulla
Gazzetta del Regno d'Italia, n. 330 del 22 dicembre 1865 (foto di sopra). Il Sindaco di Napoli, in carica al momento dell'aggregazione comunale, era il Barone Rodrigo Nolli.
Ecco il testo del breve decreto:
N.2650
REGIO DECRETO per la soppressione del Comune di Piscinola, ed
aggregazione del medesimo alla Città di Napoli.
29 novembre 1865
VITTORIO EMENUELE II
per grazia di Dio e per volontà della Nazione Re d’Italia
Sulla proposta del Nostro Ministro dell’Interno;
Visto l’art. 15 della Legge del 20 marzo 1865;
Viste le deliberazioni di Piscinola del 3 dicembre 1860, del 29 agosto 1861
e del 30 maggio 1862;
Viste le deliberazioni del Consiglio Municipale di Napoli del dì 11 marzo
1863, e quella del Consiglio Provinciale di Napoli del 18 dello stesso mese;
Abbiamo decretato e decretiamo:
Articolo unico.
Dal 1.° gennaio 1866 il Comune di Piscinola sarà soppresso ed aggregato
alla Città di Napoli, e cessando perciò di far parte del Circondario di
Casoria, sarà unito a quello di Napoli.
Ordiniamo che il presente Decreto, munito del Sigillo dello Stato, sia
inserito nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d’Italia,
mandando a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.
Dato a Firenze addì 29 novembre 1865.
VITTORIO EMANUELE
Registrato alla Corte dei conti
addì 16 dicembre 1865
Reg.o 31 Atti del Governo a c. 121
AYRES
(Luogo del Sigillo)
V. il Guardasigilli CORTESE.
NATOLI.
Stamperia Reale.
Intanto la notizia apparve nelle cronache della stampa nazionale; diversi articoli furono scritti a commento della notizia dell'abolizione del
Comune di Napoli e l'aggregazione del territorio nel Comune di Napoli. Ne abbiamo trovato uno satirico che riportiamo nel seguito:
Da Lo Cuorpo de Napoli e lo Sebbeto, edizione 1 - Venerdì
6 aprile 1866.
Fatticielle Nuoste:
“Ll’autr’jere se riunette lo Consiglio Municipale – La cosa cchiù nteressante
che se trattaje fuie l’annessione de lo Comune di Pescinola a chillo de Napule
– Se tratta de no bellissimo affare che ‘a fatto lo Municipio nuosto, pecché
Piscinola tene no ntrojeto de 2 mila lire e n’eseto de 2400! […]
La Deputazione della Provincia di Napoli, con la seduta del 26 luglio del
1866, prese atto della conclusione del processo di aggregazione del territorio
di Piscinola nel Comune di Napoli e si espresse con una precisazione in merito alla ripartizione del numero dei seggi dei consiglieri
eletti spettanti al Comune di Napoli. Fu infatti ribadito che, secondo le norme di legge all'epoca vigenti, a richiesta del consiglio Comunale e della maggioranza dei cittadini delle frazioni comunali aggregate, si potesse riconsiderare la ripartizione della circoscrizione elettorale di riferimento e l'elezione del relativo numero di consiglieri, a scrutinio separato; ma questi saranno argomenti di
futuri post del blog...
Ecco il testo della delibera provinciale:
Consiglio della Deputazione Provinciale di Napoli -
Seduta del 24 luglio 1866 (dal libro “Atti della Deputazione Provinciale di
Napoli”, anno sesto volume settimo, dal 3 luglio al 30 dicembre 1866. Napoli
stamperia dell’Iride - 1867)V. Lette le deliberazioni del Consiglio comunale di Piscinola e Marianella,
in data 9 di dicembre 1860, 29 di agosto 1861, e 30 di maggio 1862, con le
quali dimandavasi che il Comune di Piscinola, rimanendo soppresso, venisse
invece aggregato a quello di Napoli col diritto però alla nomina di un
consigliere comunale, siccome borgata e frazione della Sezione del Comune
medesimo a cui si sarebbe riunito.
Lette le deliberazioni del Consiglio comunale e provinciale di Napoli in
data 1
1 e 18 marzo 1863, colle quali s’inerì al dimandato aggregamento.
Visto il Regio Decreto 29 novembre 1865, col quale il Comune di Piscinola,
rimanendo soppresso, fu invece aggregato a quello di Napoli.
Considerato che la suddetta aggregazione, quando nel correlativo decreto
non ci ha limitazione veruna, debba ritenersi per approvata nei termini come fu
chiesta, come fu consentita della parte stessa che vi aveva interesse, e come
il Consiglio provinciale ritenne che l’aggregazione medesima dovesse avvenire.
Perciò non è da dubitare che il soppresso Comune di Piscinola, diventato
ora borgata e frazione di quello di Napoli, abbia dritto alla nomina d’un
Consigliere che possa rappresentar i suoi interessi in seno al Consiglio del
Comune a cui è stato riunito, allora maggiormente che ciò costituì una
condizione esplicita dell’atto della chiesta deduzione.
Considerato però che per l’articolo 47 della legge 20 marzo 1865 la
Deputazione provinciale può pei Comuni divisi in frazioni, sulla domanda del
Consiglio comunale e della maggioranza degli abitanti di una frazione, sentito
il Consiglio dello stesso, ripartire il numero dei consiglieri fra le diverse
frazioni della popolazione, e determinare la circoscrizione di ciascuna di
esse. Nel qual caso soggiunge lo stesso articolo si procederà all’elezione dei
Consiglieri delle frazioni rispettivamente degli elettori delle medesime, a
squittinio separato.
Considerato che allo stato delle cose, occorre d’interpellare, giusta il
mentovato articolo, il Consiglio comunale di Napoli.
Vista la domanda all’uopo presentata, e sottoscritta da n.47 elettori,
costituenti la maggioranza della frazione suddetta.
Per le considerazioni.
La Deputazione
A relazione del Deputato cav. Mazza.
Delibera
D’invitarsi il Consiglio comunale di Napoli a deliberare con urgenza
intorni alle dimande della frazione Piscinola e Marianella.

Conclusioni e analisi storica:
Dal 1° gennaio 1866, dopo secoli di autonomia amministrativa, Piscinola
divenne una parte del Comune di Napoli, inizialmente come Villaggio,
nell'ambito del quartiere di San Carlo All'arena e, successivamente, come
"Frazione" e poi come "Circoscrizione" del Comune di
Napoli, insieme a Marianella.
Non è facile esprimere dei giudizi in merito alle scelte civiche e politiche
fatte all'epoca dai nostri amministratori, per giunta oltre 150 anni fa... Dobbiamo innanzitutto calarci nel contesto storico e sociale del momento,
che forse ci aiuterebbe a capire meglio le dinamiche e le cause scaturenti
quelle scelte. Ma dall'analisi dei fatti accaduti, dalla lettura dei testi e
delle discussioni pubbliche, traspaiono almeno due cose che appaiono abbastanza
significative e contrastanti, che generano alcuni dubbi interpretativi. La
prima è che la domanda presentata dal Comune di Piscinola appare
contraddittoria, perché, in un unico testo, da un lato si chiede di diventare
un grande Comune e dall'altro si chiede, in mancanza del primo, di essere
abolito. Si possono intuire delle divergenze amministrative esistenti tra il
Comune con il Distretto centrale che era Casoria oppure una disperata richiesta
di aiuto lanciata alla Provincia per considerare la propria posizione
finanziaria critica: richiesta di aiuto formulata come una sorta di
provocazione... Forse i motivi non li conosceremo mai...!
L'altra cosa che stupisce è la contemporaneità delle richiesta fatte dai
cittadini di Miano e di Marianella, di essere autonomi da Napoli, proprio nel
momento in cui Piscinola chiedeva di unire i territori dei due Villaggi sotto
la sua impronta comunale. Gli atteggiamenti di Miano e di Marianella appaiono
come un dissenso al processo di unificazione portato allora avanti da
Piscinola, come un pretesto per evitarlo; tuttavia l'azione potrebbe pure
essere interpretata come una specie di rafforzamento all'azione piscinolese,
anche se mal formulato...! Sarà un altro dubbio che ci porteremo appresso,
fino al reperimento di nuovi indizi...!
Piscinola, quindi, nel 1866, subito a valle dell'Unità d'Italia, fu uno dei
primi Comuni d'Italia ad essere aboliti, quando la Capitale non era stata
ancora trasferita a Roma. Possiamo confortarci per la perdita, considerando che, trascorsi da
quel momento altri 60 anni, nel biennio 1925-26, per opera del regime fascista (che
intendeva realizzare la "Grande Napoli", ossia la terza metropoli
dell'Impero con oltre un milione di abitanti), altri importanti Comuni posti
nella cintura attorno alla Città di Napoli, furono soppressi e annessi al
Municipio napoletano, tra questi: Secondigliano, Chiaiano e Uniti, Soccavo,
Pianura, Ponticelli, Barra, San Giovanni a Teduccio e San Pietro a Patierno.
Sicuramente in quel frangente anche il sopravvissuto Comune di Piscinola (semmai ancora esistente),
sarebbe inesorabilmente passato, forzatamente, nella fila dei Comuni soppressi.
Salvatore Fioretto