Via V. Emanuele, presso la cappella del SS. Sacramento, anno 1978 (da video) |
In questi dieci anni e passa di pubblicazioni di "Piscinolablog" abbiamo narrato tanti aspetti della storia di questo quartiere, personaggi, eventi, organizzazioni, episodi comunitari: sono stati spesso argomenti edificanti, positivi, che hanno destato non poco orgoglio negli animi dei concittadini, ma anche l'ammirazione dei lettori..., tuttavia, come si sà, la storia di una comunità non è fatta solo di rose e di fiori e, come in ogni vissuto, ci sono anche i periodi bui, i momenti negativi..., come quelli che hanno riguardato gli eventi dell'ultimo conflitto bellico mondiale oppure le varie epidemie e le rivoluzioni che pure sono accadute nel corso dei secoli. Quello che stiamo per raccontare oggi è un altro "evento" poco felice della storia di Piscinola, perchè legato a un periodo non proprio positivo, capitato in un passato abbastanza recente che, come i primi, ha segnato profondamente la storia e anche la vita di tanti piscinolesi, e i cui effetti sono ancora presenti nell'attualità: il Terremoto del 1980...!
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Pianta ottocentesca del centro storico di Piscinola (manca l'ed. Tasso, completato solo nel 1930) |
Il terremoto del 1980 non ha inferto danni
significativi all’edificato del centro storico di Piscinola. Sicuramente ci
sono state crepe nei muri, balconi pericolanti, archi puntellati, qualche
vicolo interrotto: tuttavia, questi erano danni forse facilmente riparabili con
un appropriato e mirato intervento di ristrutturazione. Ciononostante, il
programma di “ricostruzione del dopoterremoto” adottò la soluzione della ristrutturazione
urbanistica, realizzata su ampia scala, con demolizione e ricostruzione di
interi “lotti” di quartiere. Si potrebbe dire, e lo diciamo con una vena di tristezza,
visti i “non proprio” brillanti risultati ottenuti, che forse ha prodotto dei “cambiamenti”
più profondi l’azione della “ricostruzione”, che il sisma vero e proprio.
Con la “ricostruzione” sono state abbattute
alcune delle antiche masserie che, come abbiamo visto in altri post pubblicati, da tempo
immemorabile erano presenti nella nostra zona e costituivano gli elementi architettonici
caratteristici del Casale.
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Anche molti palazzi e caseggiati antichi, detti “a corte”,
sono stati purtroppo trasformati. Al loro posto sono stati edificati dei palazzotti
in cemento armato, che non risultano affatto integrati nel contesto urbanistico
preesistente. Infatti, anche se sono state
completamente rifatte le abitazioni che si affacciano sulla Via Napoli e sulla Via
Vittorio Emanuele, queste strade sono rimaste strette e tortuose.
I fabbricati ubicati
lungo il Vico degli Operai sono stati, per metà ricostruiti ex novo, in stile “moderno”
e per l’altra metà trasformati, recuperando architettonicamente qualche
struttura esistente, ma ridisegnandone i volumi e anche lo stile.
Masseria di Via Vecchia Miano in fase di demolizione, 2002 |
Il nucleo abitativo di Via Vittorio Emanuele non
è stato ancora completato; mancano, infatti, ancora molti palazzi che
costeggiano l’antica Via Dietro la Vigna.
Pochi gli edifici preesistenti che sono
stati recuperati integralmente, ripristinandone le antiche fattezze
architettoniche. Due di questi, degni di essere menzionati, sono: il complesso
di fabbrica situato in Via Plebiscito e quello del palazzo “Don Carlos”, in Via
Vittorio Emanuele. Si tratta di caseggiati “a corte”, con porticati, volte ed archi.
Dopo il restauro, queste strutture hanno assunto un aspetto veramente molto
interessante.
Anche dal punto di vista “comunitario” si
sono avute delle metamorfosi significative: anch’esse conseguenze dirette dell’avvento
della “ricostruzione”. Moltissimi degli abitanti originari di Piscinola sono
stati come “dispersi” nei vari edifici di edilizia popolare, distribuiti sul
territorio.
Via Napoli, angolo Vico Operai (a sx i soci dell'ass. Madonna de Loreto) |
Essi furono trasferiti in questi alloggi in via transitoria, per
far fronte al breve periodo di rifacimento degli alloggi; purtroppo, dopo la
realizzazione degli interventi, per diversi motivi, molti non hanno più fatto
ritorno nelle loro abitazioni, restando lontano dal loro quartiere d’origine.
Molti “valori” che erano presenti nella
comunità piscinolese, come la solidarietà, la semplicità della vita quotidiana,
il buon vicinato, l’ottimismo per il futuro, il radicamento al territorio e
alle tradizioni, sono “beni” purtroppo scomparsi per sempre.
Le famiglie originarie di Piscinola un tempo
si conoscevano tutte, tanto da far uso di soprannomi e nomignoli. Ciascun
abitante aveva un nomignolo che gli era stato “affibbiato” in occasione di
qualche avvenimento della sua vita, oppure tramandato per legame familiare. Tutti
gli abitanti si sentivano appartenenti ad una comunità antica e radicata e
partecipavano alle sue feste, tramandandone le tradizioni."
Caseggiato in Vico Operai |
Da questa metamorfosi, per niente indolore, verificatasi con la "ricostruzione del dopoterremoto", sono trascorsi quarant'anni e gli effetti sono ancora evidenti davanti agli occhi di tutti..., tuttavia auspichiamo una svolta positiva, con l'avvio di un programma di riqualificazione urbana della parte modificata assieme a degli interventi di restauro architettonico di quanto è sopravvissuto nel centro storico di Piscinola, da eseguirsi mettendo al centro del programma la valorizzazione del patrimonio storico-architettonico, evidenziandone i caratteri antropologici originari del borgo, come avviene per altri centri storici omologhi d'Italia.
Cortile di Via Vittorio Emanuele (Capo 'e coppa), anni '70 |
Concludiamo questo post, riguardante la storia recente dell'antico quartiere di Piscinola, con una poesia a tema, presentata alla manifestazione “Maratona della lettura”, tenutasi presso il “Centro Hurtado” di Scampia, nel luglio 2010:
‘O Capo ‘e coppa…
Ogni vota ca passo pe’ 'sta strada,
Me vene 'na malincunia dint’ ’o core…
E faccio fatica a ricurdarme comm’erano
'Sti viche e 'sti stradullelle antiche…
Mo tutto s’è cagnate, nun c’è rimaste
niente cchiù!
Antico e moderno... |
Che fine hanno fatto 'sti viecchie ‘e 'stu
paese,
Ca ‘e sere se vedevano fore ‘e purtune,
Chi a ghiucà ‘e carte e chi a fumà 'a pippa?
Se ne so’ gghiute cu’ Piscinola vecchia…?!
Chisà se hanno avuto ‘o tiempo ‘e riturnà…!
Comm’era bello cammenà p’ ’o Capo ‘e Coppa,
'Sta via, cu’ ‘e stradulelle attuorno, era
'nu bbuvero,
Cu’ ‘a ggente sempe ‘nfesta e surridente…,
Affacciata a tanti balcuncielle, cu’ ‘e
mullune appise,
‘Nsieme ‘a sovere e piennule ‘e pummarola…!
Disegno di cappellina (ancora esistente) in via Vicinale Dietro la Vigna |
For’ ’e logge d’ ’e curtile currevano e
zumpavano
Decine e decine ‘e scugnizzielle,
E mmiez’ ‘a ll’aia ‘e bambulelle ca
facevano ‘a cucenella,
‘O cane c’alluccava for’ ’o vascio,
E ‘lli vecchie ca vennevano ‘e cravune e
l’allessa…
Addio munno antico! Addio Piscinola vecchia!
Ve ne site ghiute pe’ ll’opere ‘e ll’uommene!
Chille ca pensano ca ’o prugresso è 'na
necessità,
Ma po’, se scordano ca ’o vero bisogno ‘e
l’omme,
Songhe ‘e ricorde, ca sulo lloro ‘mbriacano
‘o core…!
Salvatore Fioretto
Il contenuto di questo post è stato in gran parte tratto dal libro "Piscinola, la terra del Salvatore - Una terra, la sua gente, le sue tradizioni", di Salvatore Fioretto, ed. The Boopen, anno 2010.
Bozzetto allegorico con i caratteri architettonici dei quartieri di Piscinola (a sx) e Marianella (a dx), come erano e come sono, contenuto nel libro dell'Arch. Megna, "Il futuro nella memoria" |
Ruderi della masseria di V. Vecchia Miano, prima della demolizione, foto S. Fioretto, 2000 |
Interno del cortile detto "Staviano" in via del Plebiscito, dopo restauro, 2004 |
Vico Operai, in fase di sgombero, anno 1987. | |
Ruderi della masseria di V. Vecchia Miano, prima della demolizione |
Piazza B. Tafuri (ex Piazza Municipio), 1971 (Edifici di fronte alla Chiesa del SS. Salvatore, demoliti nel 1985) |
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