domenica 18 aprile 2021

Echi di Cronaca...., gli avvenimenti dimenticati (seconda parte)

Continuando l'argomento, pubblicato in "Piscinolablog" nell'anno 2016 (prima parte), dedicato alle notizie di episodi accaduti nel Casale o Comune di Piscinola, tratte dalle cronache dei quotidiani dell'epoca, ecco due episodi capitati nel 1827 e 1865: il primo è un furto, mentre il secondo, è un incendio con un ferito grave. La terza notizia è tratta dall'autobiografia di un medico e scienziato, il dott. Nicola Pilla, che da studente in medicina e scienze all'Università di Napoli, fu mandato nell'anno 1791, a Piscinola, per studiare i casi di infezione di Colera, durante la stagione autunnale, scaturiti dal contatto di malcapitati lavoratori, con le acque infette del lago di Agnano, luogo allora utilizzato per macerare la canapa. La località di studio a Piscinola gli fu indicata da un suo docente, il grande Domenico Cirillo, che oltre a essere grande scienziato del Secolo dei Lumi, fu uno dei promotori della Repubblica Napoletana del 1799, poi giustiziato durante la Restaurazione borbonica. Nicola Pilla, degno seguace del Cirillo, fu anch'egli autorevole scienziato, ricercatore di medicina, geologia e vulcanologia, scrittore di numerosi saggi di ricerca, soprattutto nel campo epidemiologico, per i quali trasse fonti dalle sue ricerca a Piscinola, e anche autore di diverse teorie medico-scientifiche. Fu medico all'ospedale di Venafro e uno dei fondatori del manicomio di Aversa.

Ecco le cronache:

Notizia tratta dal "Giornale del Regno delle Due Sicilie"
(Ed. di Lunedì, 26 novembre 1827)

"La sera de' 3 del corrente  mese la  Casa di campagna di un tal Angelo Russo nel Circondario di Mugnano, e propriamente nel prossimo tenimento di Piscinola, era stata assalita da una mano di dieci persone armate, le quali rubarono aI Russo molte biancherie e altri oggetti di valore.
Niun de' ladri era stato riconosciuto, niuna traccia del commesso misfatto era rimasta. La Polizia intanto, ponendo in disamine la diffamazione e l'oziosità di taluni individui del villaggio succennato di Piscinola, fissò le sue particolari vedute su uno di essi; e di fatti arrestatolo, venne a conoscere in lui uno degli autori del furto; e dietro un tal passo scoprì pure tutti gli altri di lui correi, presso un de' quali si rinvennero degli anelli d'oro pertinenti al derubato Angelo Russo.
La massima prestezza dell'operato in questo affare fu quella che ne assicurò la riuscita. Taluni de' ladri non abitano ne' comuni ove i primi stati erano arrestati, e perciò prima di poterne avere essi la notizia si ebbe cura nella notte stessa d'investigare il ricettacolo e di sorprenderli. In una parola tutti gli autori d'un misfatto consumato nella notte de' 3 di questo mese, tranne un solo, per tutto il dì 9 dello stesso erano già in potere della pubblica Forza.
Per siffatta guisa tre perniciose masnade di ladri nello spazio di pochi giorni essendo state scoperte e catturate, è venuta la Prefettura di Polizia ed ottenere il più completo risultamento di quella instancabilità e speditezza che formano i suoi elementi principali."

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Notizia tratta dal giornale "Lo Cuorpo de Napole e lo Sebbeto"
(Anno VI, Edizione di giovedì, 31 agosto 1865)

"A Piscinola è succieso no gruosso ncendio che ha fatto circa 30 mila lire de danno - Se so abbrusciate otto case coloneche chiene de lino e cannavo (canapa), comme pure cierte animale - Lo Delegato de Prubbreca Sicurezza de Capodemonte, ordinaje subeto a pparicchie guardie de Sicurezza e carrubbeniere (Carabinieri), pigliate purzì a Miano, de correre là pe llà a dà l'ajute opportune.
Correttero purzì li pompiere da Napule, e accussì lo danno non fuje tanto gruosso - No cierto Giovannantonio Ippolito, patrone de le massarie addò succedette lo ncendio, sta mpericolo de vita, pecchè per sarvà cierto denaro, se lanzaje mmiezo a le ffiamme, da dò fuje tirato miezo muorto."

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Vita del Dott. Nicola Pilla, Scritta da lui medesimo. Nell’anno 1837. Sessangesimosesto della sua età.
(Empoli. Tipografia di Giuseppe Capaccio. 1850).

"Nacqui in Venafro nella Campania, il 1 maggio 1772. I primi anni della mia vita non meritano considerazione. Mi dedicai agli studi in età inoltrata. Le mie facoltà intellettuali furono tenaci nel loro sviluppo, forse perché dominato in quell’epoca da sonno profondissimo che non permetteva alzarmi di buon mattino. Superai finalmente tale difficoltà nel seguente modo. Nell’andare a letto la sera legava alternativamente il dito massimo de’ miei piedi con una cordella alla colonna del letto; ciò produsse il suo effetto, cioè di essere costretto destarmi dopo poche ore di sonno.
Un tal metodo praticato costantemente per due anni consecutivi fece si che dai miei 20 anni in poi acquistai l’abitudine di alzarmi alle 7 ore d’Italia di tutti i tempi.

Domenico Cirillo
Sul declinare de’ miei 17 mi recai in Napoli per applicarmi alla medicina. Passai sotto l’insegnamento del Professore Saverio Macrì i dei primi anni nella Capitale in quelle incertezze proprie di uno studioso senza conoscenze e senza appoggio. Nel terzo anno della mia dimora in Napoli (1790 al 1791) val a dire negli anni 20 incipienti di mia età, ebbi la fortuna di avvicinare i prof. Domenico Cirillo, Giuseppe Vario, Angiolo Fasani, e Filippo Cavolini. Trattando con questi celebri Naturalisti di que’ tempi contrassi l’inclinazione di associare alla Medicina, la Chimica e la Fisica, oltre altri rami della Storia Naturale come la Botanica, la Mineralogia e la Zoologia; al quale oggetto nella primavera dell’anno 1791 intrapresi una escursione ne’ Campi Flegrei sotto la direzione de’ prelodati professori che per me non restò infruttuosa.
Infine impiegai l’autunno dello stesso anno in Piscinola, antico casale di Napoli, ivi mandato dal Sig. Cirillo, per studiare alcuni morbi autunnali (Cholera Europeo), che sogliono annualmente contrarre quegli abitanti reduci in quella stagione dal lago di Agnano in occasione del macero della Canapa e del Lino.
Mentre io era così avviato dovei rimpatriare. In quest’epoca mi ammogliai e dopo poco tempo questa moglie si morì senza lasciare prole.
Non troppo tardi pensai a darmi a nuovo matrimonio e menai a seconde nozze con una giovinetta che poi disgraziatamente perdei dalla quale ebbi undici figli.
Tristissime vicende economiche e familiari nel migliore della mia vita! [...]"

Salvatore Fioretto

Lago di Agnano, particolare Casino di Caccia

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