domenica 19 aprile 2015

Tatunniello, 'o gelato cu 'o Tamburiello!


Negli anni '60 e '70 i quartieri di Piscinola e di Marianella hanno conosciuto una stratigrafia di umanità che riusciva a sopravvivere con dignità in quel che fu un momento difficile dell'economia locale e nazionale, un periodo poi non tanto diverso da quello attuale. 
Targa toponima "Villaggio di Piscinola" (foto Gino La Bruna 2011)
Per sopravvivere e sbarcare il cosiddetto lunario, tante persone praticavano i più disparati lavori, saltuari e occasionali... Molti erano gli "stagionali" che fornivano la loro manovalanza nei campi agricoli o nel settore dell'edilizia, ma tanti erano anche coloro che si arrangiavano praticando moltissimi mestieri ambulanti. 
Già in passato abbiamo qui parlato di Luisella 'a pisciavinnela e di 'Ntuono, venditore di "girelli" e di sedie di legno, ma c'erano anche acconciambrella, acconciapiatti, carnacottari, venditore di spiche (mais) e di castagne lesse o arrostite, eppoi, fiorai, piattari, stagnari e zarellari; ci dobbiamo fermare per ora qui, perché l'elenco potrebbe essere incontenibile, dato che tanti erano i mestieri ambulanti di una volta...! 
Ricordiamo ora in questo post un altro personaggio leggendario di Piscinola e di Marianella, che ha segnato con la sua presenza dei momenti lieti e piacevoli nella gioventù di moltissimi ragazzi della mia generazione e anche di altre, addirittura possiamo dire che egli ha regalato tanti momenti "gustosi" e indelebili della nostra vita: parliamo di Antonio D'Angelo, a tutti noto con il nomignolo di Tatunniello.  
Un venditore ambulante di gelati (foto di repertorio)
Tatunniello era originario del centro storico di Marianella, abitava nella località denominata "Vascio 'e case Marfella".
Aveva un carretto trainato da un asinello e nel periodo estivo, di pomeriggio, girovagava tra i quartieri di Marianella, Miano e Piscinola, vendendo superbe e gustose granite di limonata. Le preparava abilmente dentro ad una specie di tinozza di legno, che aveva un coperchio di chiusura a forma di cupola di rame, terminante con una maniglia. Questo coperchio doveva essere ripetutamente ruotato, a ritmo stabilito, in un verso e nell'altro, per consentire alla granita di limone di rendersi pronta per l'uso. La granita era prelevata con una specie di coppino e distribuita negli appositi coni e secchielli.  C'è da dire che durante questa preparazione dei gelati e la loro vendita, l'asino, che era ammaestrato, se ne stava buono a ruminare col muso in un sacco di Avena (chiamata Biada), che gli era stato appeso al collo.
La presenza pomeridiana di Tatunniello era inconfondibile, perché egli aveva  ben pensato di accomunare la sua attività al suono di un tamburo, che portava appeso al carretto e faceva fragorosamente trullare a ogni angolo di via stabilita lungo il suo percorso pomeridiano: era in pratica un suono usato a mo' di richiamo pubblicitario. 
Ricordo ancora il ritmo del trullare del tamburo e il costo del gelato, che era di 10 o 20 lire, a seconda del formato del cornetto che lo conteneva. Ma la leccornia ambita da tutti i bambini era quella di trovare nella granita uno spicchio di limone... una vera prelibatezza!!
Tatunniello è stato attivo, come venditore di limonate, tra gli inizi degli anni '60 e la fine degli anni '70. Purtroppo con il "sisma" del 1980, così come è accaduto per molti altri ambulanti di Piscinola e di Marianella, anche l'attività di questa simpaticissima e umile persona è scomparsa tra i meandri di una  "Ricostruzione" lunga  e difficile, che ha generato una specie di spartiacque con il passato, con la scomparsa di tante usanze e tradizioni che erano presenti in questi due quartieri, da tempo immemorabile.
Ecco una bellissima testimonianza di Tatunniello, scritta dal figlio Ludovico e cortesemente concessa per questa nostra dedica:
"L'uomo col "Tamburriello", era mio padre.
Mi è stato chiesto se io abbia delle foto che lo ritraggono insieme al suo carrettino e purtroppo, non ne esistono.
Allora, ho deciso di descrivervelo un po’.......
Era il secondo di sette figli, il padre aveva una macelleria e mia nonna, puliva le interiora dei vitelli e delle pecore.
Mio padre, mi raccontava che aveva sempre lavorato in vita sua...
Si diceva con ironia, che avesse ripetuto per sette anni la prima classe elementare.
Poverino, mi raccontava che da ragazzino, tornava la sera dall'avere venduto la trippa a Capodimonte e il padre, gli faceva trovare un carretto pieno di angurie che lui, doveva portare non so dove.
Ai bambini, era conosciuto per la limonata che vendeva in estate.
Lui però, aveva un attività per ogni stagione.... Come le "quattro" di Vivaldi.
In estate, c' era dunque la limonata, poi le spighe di mais bollite, poi le castagne, anch'esse bollite e d' inverno, faceva delle pizze fritte e crocchè di patate.
Sempre "ambulante".... 
Marianella vista dall'alto
Certo, non pagava le tasse e non era a norma con i criteri igienici, in quegli anni però , era un "vivere e lasciar vivere" e i vigili urbani, spesso chiudevano un occhio o anche due.
Di carattere, mio padre era una persona semplice ed umile ed è rimasto cosi, fino alla fine dei suoi giorni.
Mi sorprende e mi onora il fatto che il mio babbo, abbia lasciato un segno cosi indelebile, nella storia di Marianella e di Piscinola.
Tra le altre cose che mi ha insegnato e trasmesso, ricordo che era del parere che, quello che rimane di una persona post vita, è la sua " fama" " a' nnommina"... positiva o negativa che essa sia...

E sembra proprio che il buon "Tatunniello", aveva ragione!
Buona vita a tutti!!"

Il sig. Ludovico D'Angelo ha provveduto a registrare una ricostruzione fonica del rullo del tamburo, come era allora eseguito dal papà Tatunniello...
Suono del tamburo di Tatunniello

A Tatunniello, il famoso gelataio cu 'o tamburiello, mio ricordo d'infanzia, ho dedicato anche una mia poesia, che riporto qui:

‘O tamburiello… Abbascio Miano!
Dint’’a ll’afa d''a staggione
e 'na quarantina d’anne fa,
tutti quanti 'e guagliune
se mettevane a pazzià…

Chi curreve e chi alluccave,
dint’a n'arie 'e giardeniello,
ma ‘o penziero loro stave
già aspettanne ‘o tamburiello…

Vers’‘e cinche d’’a cuntrora,
se senteva già 'a luntano
‘o rummore ‘e nu tamburo
che s’avvicinava chianu chiano…

Era chella na carrettella piccerella,
tirata ‘a nu povero ciucciariello,
e ncoppa a essa, n’omme anziane,
ca s’era ‘mprovvisato gelataie!

Accussì tutt’e guagliune
nun capevene cchiù niente,
e currevane comm’arille,
jenne ‘ncontro ‘o "tamburiello"!

Tanta gente da ‘e barcune
s’affacciave cu ‘e criature:
quanti strille…, che scenata…!
pe’ s'accattà na limunata!!

Mentre se gudevane 'a frescura,
'e sta delizia d’’a natura,
cchiù cuntento ‘o vicchiariello
faceva nata sunata 'e tamburiello!

Tantu tiempo già è passate,
e sti sapure mo se so’ scurdate…,
oggie tamburiello, granita 'e limone
so’ divintate sultanto ricordi... chin''e passione!

Salvatore Fioretto

Si ringrazia il sig. Ludovico D'Angelo per aver consentito alla pubblicazione della sua testimonianza.

Si ringrazia Gino La Bruna per la sua testimonianza fotografica, sopra inserita, della ormai simbolica foto della targa "Villaggio di Piscinola", da lui ripresa nel 2011, origine di tanti momenti aggregativi e di sana riscoperta delle tradizioni piscinolesi. La redazione di Piscinola blog, intende rendergli qui il giusto tributo che merita.
Si ringrazia, infine, Noemi Caira per la sua bella foto qui inserita.
Piscinola, foto di Noemi Caira, anno 2014




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