venerdì 12 giugno 2020

13 giugno...Viva Sant'Antonio!


Una delle ricorrenze del calendario più sentite nell'area a nord di Napoli e in particolare a Piscinola, a Miano, a Secondigliano e a Chiaiano, è stata la festività di Sant'Antonio di Padova, che cade, come è noto, nel giorno 13 giugno.
A Piscinola, l'intera contrada adiacente alla "via nova ‘e Piscinola", ovvero alla  strada nuova per Miano, poi denominata "via Vittorio Veneto" (inaugurata nel 1913), era stata affidata al "patronato" di Sant'Antonio di Padova, famoso Santo francescano, nato a Lisbona e morto a Padova. Proprio per questa devozione a Sant'Antonio, nel corso della prima metà del secolo scorso fu edificata a Piscinola, proprio in via Vittorio Veneto, una bella cappellina.
Ecco quanto scrive il caro amico Vittorio Selis a proposito della devozione dei piscinolesi per Sant'Antonio e sulla costruzione della cappellina a Lui dedicata, in via Vittorio Veneto: "Da quando mio nonno Gabriele, mio padre Albino e mia madre Giuseppina vollero la Cappella in via Vittorio Veneto votata al Santo, donata al Vaticano e quindi al Quartiere, un po’ tutti gli abitanti la sentirono propria. Tra questi c'era anche il giovane e vulcanico Mimmo che ebbe da subito un rapporto particolare con Sant'Antonio tanto da farsi guidare nelle sue scelte di vita più importanti. E quando inaugurò il Centro Sportivo Tennis Calcetto, a pochi metri dall'ex Cinema Teatro Selis, non poté fare a meno di intestarlo al Santo. E da tantissimi anni i Palladino, Mimmo prima, e poi suo figlio Nicola, stimato professore di diritto, hanno sempre onorato la tradizione del 13 giugno con i Selis, i Della Corte e gli abitanti di via Veneto. La cappella è piccolina, ma ha accolto quasi miracolosamente sempre tantissime persone.
Cappella di S. Antonio a Piscinola (V. Veneto)
"Ma come fa tanta gente a entrare in uno spazio così piccolo?" E' stato sempre il quesito senza risposta dei passanti. Nella Cappella oltre alla bella statua del Santo c'è una stupenda raffigurazione della Via Crucis, oltre allo stemma scolpito in legno della famiglia Selis, donato ad Albino Selis da un bravissimo artigiano locale.
Negli anni, come buon augurio ad affrontare con coraggio le numerose sfide della vita, si è sempre dispensato il pane prodotto da volontari. Si cercherà di farlo anche tra pochi giorni, pur rispettando le regole anti coronavirus.
Ma quando è nata la tradizione di distribuire il pane il giorno di Sant'Antonio?
Processione a S. Croce (Chiaiano) anni '80
"...Se otterrà la grazia da Sant'Antonio donerà ai poveri tanto pane quanto è il peso del bambino... "[...]
E’ stato di aiuto il cosiddetto miracolo del “pane dei poveri” operato da S. Antonio. Tommasino è un bimbo di 20 mesi: la madre lo lascia in casa da solo a giocare e lo ritrova poco dopo senza vita, affogato in un mastello d’acqua. Disperata invoca l’aiuto del Santo, e nella sua preghiera fa un voto: se otterrà la grazia donerà ai poveri tanto pane quanto è il peso del bambino. Il figlio torna miracolosamente in vita e nasce così la tradizione del pondus pueri, una preghiera con la quale i genitori in cambio di protezione per i propri figli promettevano a sant’Antonio tanto pane quanto fosse il loro peso. Questo prodigio diede origine a Padova, presso la Basilica dedicata al Santo, all’Opera del pane dei poveri, che la comunità parrocchiale ha in animo di costituire e che, attualmente, si concretizza attraverso l’impiego della Caritas parrocchiale a Padova e anche a Piscinola."
Processione a S. Croce, anni '80
Ma per la gioventù di Piscinola degli anni '60 la festa di Sant'Antonio era anche una delle poche occasioni dell'anno per stare insieme e festeggiare, organizzando il pellegrinaggio ad Afragola, dove c'era il Santuario dedicato al Santo; pellegrinaggio che si svolgeva ogni anno, rigorosamente a piedi, con partenza in piena notte, durante la vigilia della festa.
Ecco la testimonianza di un anziano piscinolese, di nome Antonio, raccolta nel 2017, durante un evento nella piazza di Piscinola.
"Alla mattina di S. Antonio 13 giugno si partiva alle ore una/due di notte da Piscinola. Si raccoglievano vari gruppi lungo il percorso. Si procedeva lentamente cantando, parlando e ridendo.
Si era negli anni ’60. Si faceva il percorso verso Secondigliano (davanti al cimitero), passando per Casavatore, poi per Casoria e si deviava, quindi, prendendo la strada che conduceva fino ad Afragola. A Casandrino sfottevamo sempre un merlo che si trovava in una gabbia appesa fuori a un balcone. A un semplice fischio, questo rispondeva facendo tutta la canzone del "Piave" di E. A. Mario...
Immagine di Sant'Antonio a S. Croce
Arrivavamo al Santuario verso le quattro del mattino, sentendoci la messa nella chiesa. La statua di S. Antonio a volte la trovavamo in chiesa e altre no. Poi chi voleva restare a pranzo in qualche trattoria del posto, restava. Ma la maggior parte di noi tornavano a casa per l’ora di pranzo. Per la circostanza a Piscinola diversi facevano il "forno di pane" di S. Antonio e poi si faceva la festa in via Vittorio Veneto, dove c’è la cappellina..."
Nella antica chiesa parrocchiale del SS. Salvatore di Piscinola è conservata, in un altare laterale, una bella statua settecentesca del Santo, realizzata in pesante legno massello. Purtroppo durante gli anni seguenti al Dopoterremoto del 1980, è stata sottratta la statuetta del Bambinello.
Un tempo a Piscinola, in via Vittorio Veneto, si organizzano solenni festeggiamenti in occasione della festa di Sant'Antonio, con allestimento di artistiche luminarie lungo la strada e con la rappresentazione di una "tragedia sacra", dedicata alla vita del Santo di Padova. Erano i devoti a recitare la trama della storia, secondo un copione tramandato di generazione in generazione.
Primitiva chiesa di S. Antonio sul corso di Secondigliano (poi riedificata e ampliata nel secolo scorso)

La festa di Sant'Antonio era particolarmente sentita anche a Miano, presso il convento dei frati francescani della Madonna dell'Arco, nel cui Santuario si venera, ancora oggi, una bella statua del Santo. Ogni anno si organizzava una solenne processione, a cui un tempo veniva chiamata a suonare la Banda Musicale di Piscinola. La processione ci risulta che si svolge ancora nei tempi recenti, e percorre tutto il quartiere di Miano e di Mianella, arrivando fino a Secondigliano.
Anche a Secondigliano, la chiesa parrocchiale che si erge sul corso principale del quartiere è dedicata a Sant'Antonio di Padova. 
"Pane" distribuito durante la festa dello scorso anno a Piscinola
La chiesa è stata ricostruita negli anni '50-'60 sulla pianta di una più piccola e antica costruzione.
Nell'antico borgo di Santa Croce, vicino Chiaiano, la festa di Sant'Antonio era invece celebrata nella prima domenica di settembre, forse per permettere di far partecipare liberamente anche ai contadini e ai lavoratori dei campi, altrimenti a giugno essi sarebbero stati impossibilitati, a causa della raccolta intensiva delle ciliege nelle campagne del territorio.
La tradizione di Santa Croce risale almeno fin all'anno 1909, quando un gruppo di volenterosi e di devoti del Santo decisero di unirsi e di fondare un "Unione Cattolica Operaia Sant'Antonio". Nella chiesa di Santa Croce è conservata una bella statua lignea del Santo che viene portata in processione dai fedeli per tutte le contrade del territorio. Fino a una trentina di anni fa (1983), si organizzavano due processioni nel corso dell'anno: la prima, il 13 di giugno e la seconda, nella prima domenica di settembre. Oggi ci risulta celebrata solo la ricorrenza di settembre.
S. Antonio portato in processione ad Afragola
Nella cittadina di Afragola, nella quale Sant'Antonio è il santo patrono, la festa e la processione durano diversi giorni "a cavallo" della data principale del 13 di giugno. Nel giorno della festa, la statua venerata del Santo viene portata in processione per le strade e per le contrade di Afragola, già in piena notte, abbondantemente prima dell'alba del giorno 13 giugno, per continuare nei giorni seguenti.
Un tempo, tante anziane di Piscinola avevano una particolare devozione per Sant'Antonio e tra queste anche mia nonna, Mariuccia 'a Rossa; anche lei, come tutte le altre devote, ogni anno soleva sfornare tante "pagnottelle" di pane di grano nero (integrale) e distribuirle, per devozione, ai poveri e ai devoti del quartiere e, poi, riservare un quantitativo da destinare al convento di Afragola, dedicato al Santo. Il trasporto del pane ad Afragola avveniva alle prime luci dell'alba del giorno della festa, mediante un carro
trainato da un cavallo. Spesso la devozione per Sant'Antonio scaturiva dall'ottenimento di una "grazia", chiesta per la guarigione di un proprio familiare.

Per ricordare gli antichi abitanti del territorio, ripercorriamo i sentieri delle loro passioni...!
Salvatore Fioretto

Ringrazio l'amico Vittorio Selis per aver pubblicato la bella testimonianza che è stata ripresa e inserita nel contesto di questo racconto, dedicato alla venerazione degli antichi abitanti del territorio per Sant'Antonio di Padova.
Statua di S.Antonio conservata nella chiesa del SS. Salvatore in Piscinola

Nessun commento:

Posta un commento