Visualizzazione dei post in ordine di data per la query caLAMITà. Ordina per pertinenza Mostra tutti i post
Visualizzazione dei post in ordine di data per la query caLAMITà. Ordina per pertinenza Mostra tutti i post

venerdì 2 maggio 2025

Non uno, ma ben 54 santi compatroni da affiancare a San Gennaro per la difesa della città di Napoli!

San Francesco d'Assisi, patrono d'Italia
e compatrono di Napoli

La città di Napoli, che vanta una storia tre volte millenaria, con tante bellezze monumentali, artistiche e paesaggistiche, ha anche tanti primati che la rendono unica al mondo, tra questi annovera forse quello più curioso e unico nel suo genere, ovvero di aver scelto nel corso dei secoli una schiera di santi definiti "Compatroni" da affiancare al protettore principale della città, San Gennaro, realizzando una specie di corte d'onore... Questi santi, che superano i cinquanta, sono stati scelti per far fronte alle diverse criticità del momento, che affliggevano la città, come i problemi socio-economici (carestie, rivoluzioni), le calamità naturali (eruzioni, terremoti, siccità e inondazioni), oppure le epidemie (peste, colera, tifo) o le guerre. Spesso erano anche i conventi, le arciconfraternite oppure le famiglie nobili che avevano a cuore un "proprio" santo da fare eleggere a "compatrono di Napoli", specie se appartenente all'ordine monastico oppure se un discendente familiare della propria linea genealogica aristocratica; a tal fine bastava far realizzare a proprie spese una statua

Santa Chiara
cesellata d'argento, che raffigurasse il santo e di donarla, poi, in custodia perpetua al "Tesoro" della Real Cappella di San Gennaro; ovviamente il tutto contrattualizzato, con il beneplacito della Real Deputazione della Cappella di San Gennaro.
In origine, fino alla metà del XVII secolo, le reliquie di San Gennaro, ossia la teca con il sangue del Santo e l'Imbusto reliquario angioino che contiene i resti del capo, erano custoditi nel cosiddetto "Tesoro Vecchio": un ambiente individuabile nell'oratorio-cappella che si trovava ad una quota elevata, in corrispondenza del torrione sinistro della Cattedrale, a cui si accedeva attraverso una tortuosa scala a chiocciola. Nel "Tesoro vecchio" furono custoditi da tempo immemorabile anche le statue in legno e in argento dei primi sei santi compatroni della città, che furono anche i primi vescovi di Napoli, ossia i santi: Severo, Attanasio (o Atanasio), Efebo (o Eufebio), Agnello, Aspreno e Agrippino. Le statue erano a mezzo busto, scolpite in legno, con il capo e le mani d'argento. Essi costituirono il primo nucleo del cosiddetto "Tesoro di San Gennaro".
Santa Maria Maddalena

Nell'anno 1646 fu inaugurata la nuova Cappella del Tesoro di San Gennaro (13 dicembre), che fu chiamata appunto "Tesoro Nuovo", per distinguerla dalla precedente, con l'accesso diretto, in linea con la Cattedrale; e qui furono trasferiti tutti i reliquari e le statue contenute nel precedente sito.
Nell'anno 1672 la Deputazione di San Gennaro affidò all'argentiere Aniello Treglia l'incarico di cesellare il "corpo" in argento delle sei statue preesistenti, sostituendo le parti antiche di legno.
Dopo i sei compatroni preesistenti nel "Tesoro Vecchio", la prima statua a essere realizzata interamente in argento fu quella di San Tommaso d'Aquino, dichiarato compatrono di Napoli nel 1605.
Nei secoli seguenti il numero dei compatroni aumentò in maniera considerevole, si passò all'aggiunta di trenta santi del XVII secolo, ai sei del XVIII secolo, ai dodici del XIX secolo, ai quattro del XX secolo e a uno soltanto nel primo quarto del XXI secolo.
Molto bella e suggestiva era la cerimonia che si svolgeva per accogliere un "nuovo santo" eletto compatrono di Napoli. Si allestiva per l'occasione un sontuoso catafalco nella piazza principale del Sedile dove si trovava la chiesa o il monastero proponente il compatrono, con sopra esposta la nuova statua del santo in argento. Poi si svolgeva una solenne processione, a cui partecipavano tutte le statue d'argento dei santi compatroni, con le reliquie di San Gennaro (Imbusto e reliquario del sangue), accompagnate dall'arcivescovo e dal vicerè di Napoli in carica.
Santa Patrizia
All'arrivo del corteo la nuova, statua veniva scoperta e mostrata alla venerazione e all'ammirazione delle autorità e del popolo. Dopo la funzione religiosa e la benedizione solenne, il corteo faceva ritorno in Cattedrale, accompagnando il nuovo santo compatrono, tra le acclamazioni dei popolani che gremivano le strade cittadine attraversate. Il tutto veniva poi sancito nei "Diari dei cerimonieri della Cattedrale" o nei "Diari della Cappella del Tesoro di San Gennaro", sotto forma di un contratto sottoscritto tra le parti, davanti a un notaio. Altro aspetto degno di nota, che contraddistingue queste opere d'arte, è quello che esse svolgono anche una funzione sacra, perché sono a tutti gli effetti dei reliquari, in quanto quasi tutte le statue contengono, in bella vista, uno scrigno con vetro, dove è contenuta una reliquia certificata del santo che raffigurano.
Per descrivere l'elenco delle statue d'argento dei Santi Compatroni, abbiamo preso in prestito la trattazione contenuta nel libro: "GUIDA STORICO-ARTISTICA DELLA R. CAPPELLA MONUMENTALE DEL TESORO DI S. GENNARO", compilata dal Cav. Luigi Stabile, Professore onorario dell'Istituto di Belle Arti di Napoli, dell'anno 1877. Il libro, oltre a contenere le date di realizzazione delle statue e, in alcuni casi, il nome dell'argentiere cesellante l'opera, sono riportate anche il peso in libbre e una valutazione estimativa nei Ducati del tempo, per ciascuna statua.

Medaglia celebrativa coniata in occasione dell'elezione di S. Maria Francesca delle Cinque Piaghe (1901)


.............................................  o  O  o   .............................................

"STATUE DI ARGENTO DELLA CAPPELLA DEL TESORO DI SAN GENNARO.

Sant'Andrea Avellino

La Statua di S. Tommaso di Aquino fu eseguita nell'anno 1605: il suo peso è di libbre 93; ed il valore si stima ducati 1400.
La statua di S. Biagio, fatta nel 1690 venne rubata, mentre trovavasi nella sua Chiesa nel 1810. Nel 1816 fu sostituita di legno e nel 1856 nel morire il Giudice Sig. Francesco Sorrentino, lasciò un legato di ducati 2000 per eseguirsi in argento , quindi col modello dello scultore Francesco Citarella si eseguì, e costò ducati 2140.
La statua di S. Andrea d'Avellino, lavoro eseguito nel 1625, peso libbre 62 più once 7, ed il suo costo è di ducati 1000.
Idem di S. Patrizia, opera di Leonardo Carpentiero, realizzata nel 1625, di peso libbre 67, costo ducati 1000.

Santa Rita da Cascia
La statua di S. Francesco di Paola, venne eseguita nel 1625 ed essendo piccola di dimensione, fu rifatta di nuovo nel 1848, sul modello dello scultore Gaetano la Rocca: il suo valore è di ducati 3000.
La statua di S. Domenico, eseguita nel 1641 (secondo alcuni su disegno del Sammartino): il peso è di libbre 85 e trappesi 15, e costò ducati 1360 .
Idem di S. Giacomo della Marca, di peso libbre 56 di valore ducati 848 .
Idem di S. Antonio di Padova, fatta nel 1650; di libbre 66 ed once 7; stima ducati 922 .
La statua di S. Teresa, eseguita nel 1664 con disegno di G. Giacomo Vaccaro eseguita dagli argentieri Fratelli Blasio; il peso è di libbre 101 più once 11 il costo ducati 2000.

Sant'Anna

Idem di S. Francesco Saverio, (eseguita da Giandomenico Vinaccia, tra il 1663 e il 1692), peso libbre 63 ed once 11 valore ducati 900.
Idem di S. Filippo Neri, peso libbre 76 ed once 4, costo ducati 1200.

Idem di S. Gaetano, peso libbre 82 once 5 e trappesi 15 valore ducati 1360.
La statua di S. Agnello, il peso libbre 72 costo ducati 1200.
Idem di S. Attanasio (o Atanasio), eseguita nel 1673, il peso è di libbre 52 più once 6, il valore ducati 800.
Idem di S. Aspreno, fatta nel 1673 , il peso libbre 57 ed once 5 costa ducati 909.
Idem di S. Agrippino, eseguita nel 1673, il peso è di libbre 71 : più once 4; il valore ducati 1200 .
Idem di S. Eufebio , fatta nel 1673, il peso libbre 54 once 11 ; stima ducati 800.
Idem di S. Severo, lavoro del 1673, peso libbre 61 once 10 trappesi 15: costo ducati 950.

Sant'Antonio Abate

Idem di S. Nicola di Bari, eseguita nel 1675, peso libbre 75 più once 9 valore ducati 1230.
La statua di S. Gregorio Armeno, lavoro del 1676, peso libbre 104 ed once 6: stima ducati 1500 .

Idem di S. Chiara, fatta nel 1689 (da Lorenzo Vaccaro), peso libbre 57 once 6 e trappesi 15: costo ducati 790.
Idem di S. Giuseppe, fatta nel 1690 (da Giandomenico Vinaccia), peso libbre 95,
once 11 trappesi 7½ valore ducati 1460 .
Idem di S. Pietro Martire, eseguito nel 1690, peso libbre 48 once 6 trappesi 15 costo ducati 780 .
Idem di S. Francesco di Assisi , eseguita
(da Giandomenico Vinaccia) nel 1691 peso libbre 75 ed once 2 valuta ducati 1230.
Idem dî S. Michele Arcangelo; fatta nel 1691 il peso è di libbre 101 e trappeso 1 stima ducati 1465.
Idem di S. Maria Maddalena dei Pazzi, é seguita nel 1692 , prezzo ducati 850.

Santa Geltrude

Idem di S. Giovanni Battista, eseguita nel 1695, (da Lorenzo Vaccaro), peso libbre 83 ed once 7, costo ducati 1400.
Idem di S. Francesco Borgia, fatta nel 1695 peso libbre 67 once 5 trappesi 15, valore ducati 960.
Idem di S. Maria Egiziaca, eseguita nel 1699
(da Lorenzo Vaccaro), peso libbre 77 ed once 9 costo ducati 1250.
Idem di S. Candida juniore, fatta nel 1699 peso libbre 75 più once 10; valore ducati 1651.
Idem di S. Antonio Abate, eseguita nel 1707 peso libbre 71 ed once 3 , costo ducati 1230.
Idem di S. Ignazio, fatta nel 1754 peso libbre 100 ed once 9 stima ducati 1560.
La statua di S.ª Maria Maddalena penitente, eseguita nel 1757 peso libbre 77 ed once 9. Il suo valore si stima di ducati 1250.

Santa Lucia

La statua di S. Irene, fatta nel 1760, peso libbre 103 e trappesi 15, valutata ducati 1468 .
Idem di S. Emiddio, eseguita nel 1760, peso libbre 91 ed once 4, costo ducati 1360.

Idem di S. Raffaele Arcangelo, fatta nel 1797, peso libbre 188 ed oncia 1, valore ducati 2850.
Idem di S. Luigi Gonzaga, eseguita nel 1835, costo ducati 1800.
Idem di S. Agostino fatta nel 1836, valore duc. 2000.
Idem di S. Vincenzo Ferreri, fatta nel 1838 dall'Artefice Luigi Capozzi con disegno del Cav. Camillo Guerra , valore ducati 3000 .
Idem di S. Alfonso de Liguori, eseguita nel 1840, il suo costo fu di ducati 1610.
Idem di S. Anna fatta nel 1842 con modello del professore Francesco Citarella: valore ducati 3000.
Idem di S. Francesco Caracciolo, eseguita nel 1843 con modello dello scultore Francesco Citarella, costo ducati 2300.
Idem di S. Pasquale, eseguita nel 1845, lavorata dall'argentiero Vincenzo Caruso, stima ducati 3000.
La statua di S. Giovan Giuseppe della Croce, fu fatta nel 1845 lavorata da Raffaele Capozzi, valore ducati 3000.
Idem di S. Rocco, eseguita nel 1856 in Argento da
Mariano Florio; valore ducati 1765.
Idem di S. Francesco di Geronimo, fatta nel 1840, costo ducati 1121.

Volendo ora dare una cifra totale di tutte le somme di stima delle Statue di Argento, esistenti nel tesoro di S. Gennaro; diremo che ascendano a ducati 73.118.

A questa somma però bisogna aggiungere la statua della Immacolata Concezione, di proprietà esclusiva della Cappella, fatta realizzare nell'anno 1659 (dalla Città di Napoli - Capitolo Metropolitano): il suo peso è di libbre 171 ed oncia 1. di argento, ed il suo costo è di ducati 3600.
La quale somma aggiunta alla precedente, si ha il totale di ducati 76.718".

.............................................  o  O  o   .............................................

San Giovanni Battista

Le statue dei "Santi Compatroni" descritte nel libro di Luigi Stabile sono in totale "47", mentre quelle che oggi compongono il cosiddetto "Tesoro di San Gennaro" sono in tutto "53", infatti nell'elenco redatto nel 1877 mancano "6" statue aggiunte negli anni seguenti, ossia:

-San Gioacchino, 1895   

-Santa Maria Francesca delle cinque piaghe, 1901

-Santa Geltrude, 1927

-Santa Rita da Cascia, 1928

-Santa Lucia, 1903

-Santa Giovanna Antida Thouret, 2009.

Sant'Emiddio

Risulterebbe, inoltre, che per San Gerardo Majella, pur comparendo nell'elenco dei santi compatroni di Napoli, non è stato completato l'iter previsto, con la realizzazione della statua d'argento da depositare nel "Tesoro di San Gennaro".
Nei secoli passati le statue argentee dei Compatroni erano portate tutte in processione, accompagnando l'imbusto di San Gennaro e il tabernacolo con la reliquia del sangue; per tale usanza occorrevano almeno 200 portatori, senza contare gli ausiliari pronti a dare il cambio e che trasportavano anche le quattro forcelle di sostegno provvisorie in legno, tuttavia nei tempi moderni il numero delle statue che sfilano in processione è andato a diminuire sensibilmente, anche se negli ultimi anni
alla "processione di maggio" (che è fissata secondo la tradizione nel sabato che antecede la prima domenica di maggio), vengono fatti sfilare solitamente una ventina di santi, portati come sempre a spalla, per le strade di Napoli antica, dalla Cattedrale, fino alla basilica di Santa Chiara. Singolari sono stati un paio di episodi capitati nei primi anni '80 del secolo scorso, quando per il trasporto di tutte le 52 statue dell'epoca, in mancanza di portatori, furono impiegati dei Taxi cittadini..., diciamo che la fantasia dei napoletani non conosce mai limiti...!

San Severo

Oggi pomeriggio, già a partire dalle ore 16:30, si rinnova questa tradizione napoletana, in ricordo delle varie traslazioni delle reliquie di San Gennaro, ricorrenza che già era festeggiata nell'VIII-IX secolo, e che nel Rinascimento ebbe il suo massimo splendore, quando era chiamata "Processione degli Inghigliardati", perchè i sacerdoti, i diaconi e i canonici che partecipavano alla processione usavano ornarsi di frasche, fiori e cingendosi il capo con ghirlande. Le rose d'argento, che ancora oggi ornano il reliquario che trasporta la teca del sangue, sono un retaggio di questa antica tradizione napoletana. Alla processione parteciperanno le statue d'argento del santi compatroni che, come si è visto, da oltre quattrocento anni danno onore e lustro al patrono San Gennaro e protezione alla città di Napoli. Buona festa a tutti!

Salvatore Fioretto 

Santa Giovanna Antida Thoudret


San Rocco

Immacolata Concezione (Patrona di Napoli)
San Francesco Caracciolo


Le foto riportate in questo post sono state eseguite dall'autore nel maggio 2023, in esse sono riprese inevitavilmente alcune persone che partecipavano all'evento pubblico della processione. Qualora le persone riprese non autorizzano la pubblicazione della foto che le riprende, si prega di inviare un messaggio nei commenti del blog di "Piscinolablog" e provvederemo immediatamente a eliminare la foto o le foto contestate.

sabato 15 marzo 2025

Giugno 2014... e quella insolita troupe che girava per le strade di Piscinola...!


La storia che sto qui per raccontare è accaduta nel quartiere di Piscinola, esattamente nel mese di giugno e nei mesi seguenti, dell'anno 2013. Un vecchio amico un giorno mi rivelò che un suo conoscente, il sig. E. Andreoli, disponeva di due brevi filmati, girati in "Super 8", durante i festeggiamenti del SS. Salvatore degli anni '70 e '80 e che era un suo desiderio far realizzare un documentario, per ricordare la nostra bella festa dei decenni passati e divulgarlo, quindi, in visione a tutti i cittadini del Quartiere.
Questi due video, che erano prodotti a colori, pur essendo brevissimi, erano davvero una rarità, basta pensare che fino ad oggi si dispone solo di poche foto in bianco e nero dei festeggiamenti del SS. Salvatore dei tempi d'oro, ci riferiamo a quelli degli anni '50 e '60...
Lo stesso amico mi indirizzò a un ragazzo, suo conoscente, che aveva la passione per l'arte delle riprese cinematografiche, che si chiama Dario De Simone. Questo ragazzo aveva già fondato, con alcuni amici, un'associazione e una produzione cine; l'associazione si chiamava "Associazione Marianella New Track".
Contattato da me, Dario subito si mostrò entusiasta del progetto e iniziò a lavorarci con molta passione. Per prima cosa iniziò a trasferire i due video su dei supporti digitali. I video duravano in tutto poco meno di 6 minuti... Davvero pochi per fare un documentario  degno di questo nome. Ma non ci scoraggiammo, insieme convenimmo che occorreva creare una storia trainante... che facesse diventare, i video messi insieme, un documentario apprezzabile e completo.
Pensammo di arricchire il lavoro con le foto antiche a tema che avevo recuperato nel corso delle mie ricerche e che già avevo utilizzato per comporre il mio libro: "Piscinola, la terra del Salvatore".
Pensammo ancora di raccontare i momenti della festa del Salvatore di un tempo, arricchendoli con aneddoti e testimonianze, meglio ancora se narrati direttamente dagli anziani del quartiere, che così avrebbero ricordato i bei momenti della loro gioventù vissuti nel Quartiere. Scegliemmo insieme un giorno settimanale per iniziare le riprese e grazie alle mie conoscenze, riuscimmo a invitare un sufficiente numero di anziani da intervistare.
Ricordo quel mattino di inizio estate, eravamo intorno alla metà del mese di giugno, quando io, Dario e altri due giovani volenterosi e pieni di aspettative (Vincenzo Cimmino e Ugo de Matteo),
muniti di due telecamere digitali e di microfoni, formammo un'insolita troupe  che "girava" per la piazza e per le strade di Piscinola, tra la meraviglia e la curiosità dei viandanti e dei commercianti, che assistevano a questo spettacolo alquanto insolito per loro.
Come primo sketch, eseguii l'introduzione del documentario, posizionandomi davanti alla Chiesa del Salvatore, mostrando tra le mani una copia del mio libro. Raccontai l'origine antica della chiesa parrocchiale di Piscinola, utilizzata dagli abitati sia come luogo di devozione e di culto e sia come luogo comunitario, perchè sul sagrato antistante alla chiesa solevano adunarsi nei momenti di calamità e di crisi politico-sociali, i popolani richiamati col suono a distesa delle campane, per decidere i loro destini; e, poi, di come il culto del Santissimo Salvatore fosse antico, dedicandogli nel corso dei secoli dei sontuosi festeggiamenti annuali. Concludevo che seppur la festa mancava da decenni, il culto del Patrono era ancora vivo e sentito tra i piscinolesi.
Passammo poi a raccogliere le testimonianze degli anziani. Ricordo che ci sedemmo ai tavolini del bar che si affacciava sulla piazza, davanti alla ex scuola Tasso. Tra un caffè e una granita, iniziai a intervistarli, facendo domande e chiedendo alcuni approfondimenti. Tra gli intervistati ricordo alcuni anziani che ci hanno lasciati in questi ultimi anni, che furono i sigg. Vincenzo Maffeo e Salvatore Guarino. C'erano poi gli amici Pasquale di Fenzo e Luigi Sica scrittore. Queste persone raccontarono con dovizia di particolari e in modo chiaro i fasti dei festeggiamenti del SS. Salvatore: di "lummate" (Luminarie), di fuochi pirotecnici, di "zuppe di cozze" e di "cuncertini" (Concerti canori)..., di come un tempo sia stato sentito e partecipato quell'evento e di come le cinque associazioni cattoliche operaie presenti a Piscinola facessero a gara ogni anno per organizzarla.
Spostammo poi la scena delle riprese presso la cantina/trattoria in piazza B. Tafuri, ossia il celebre locale che fu di "Pippotto", ma in quel periodo era condotto dalla signora Michelina Capuozzo, vedova di "Pippotto", anche lei purtroppo non è più oggi tra noi.
Nonostante che non avessimo avvisato e nemmeno effettuate delle prove, tutte le riprese si svolsero con ordine e precisione. La signora Michelina, anche se con un po' di timidezza, fu molto gentile e descrisse con passione e con un pizzico di nostalgia i momenti belli della festa del passato. Raccontò delle "zuppe di cozze" preparate dalla sua cantina e di come era sentita la festa a Piscinola, riuscendo ad attirare visitatori e avventori, sia dalla città che dalla provincia.
Passammo a girare nella villa "Mario Musella", dove a far da scenario al nostro documentario c'era la lussuosa vegetazione, ancora presente in quegli anni, prima che il "punteruolo rosso" distruggesse tutte le belle palme esistenti. In questo ambiente, quasi disincantato e distaccato dai rumori della città, raccogliemmo le testimonianze di due veterani del quartiere, quelle dello scrittore Luigi Sica e di Pasquale di Fenzo. Entrambi, con dovizia di particolari, descrissero con precisione e chiarezza i momenti clou dei festeggiamenti, di come la Festa fosse attesa tutto l'anno da ogni persona, sia dai grandi che dai piccoli. Lo scrittore Sica raccontò, poi, come le metamorfosi avvenute nel Quartiere, con l'esproprio delle campagna dello Scampia e con la "ricostruzione del dopo terremoto", avessero distrutto gran parte dei legami comunitari e con essi anche la bella festa del Salvatore.
Continuammo con le interviste e a raccogliere le testimonianze, spesso anche dalle persone che incontravamo per caso durante il nostro tragitto: dalla Piazza, attraverso via Del Salvatore, fino a via Napoli. Ricordo le due signore anziane affacciate a un balconcino che dava proprio sulla stradina, le quali si lasciarono intervistare senza preclusioni. Una di essa raccontò, con gli occhi lucidi, i momenti del concertino e di come fosse bella quell'atmosfera di festa, con un forte senso di comunità provato.
Dopo questa intervista entrammo nei locali dell'associazione della Madonna delle Grazie, ci sedemmo tra i soci che stavano giocando a carte. Questi ci raccontarono come il loro sodalizio partecipasse all'organizzazione della festa, che era momento clou dell'anno.
Devo dire che la parte più bella di questo lavoro capitò proprio nel negozio del compianto barbiere Ferdinando Annicelli. Entrammo nel negozio senza avvisarlo e io lo intervistai mentre era intento a radere la barba al suo cliente, il sig. Bianco, altro veterano di Piscinola, proveniente dalla masseria detta "Ciucciaro", un tempo inglobata nell'antico Villaggio di Piscinola; anche il sig. Bianco partecipò all'intervista. La loro testimonianza fu bellissima. Ferdinando fu bravissimo nell'esposizione, con il racconto di aneddoti e di particolari della festa, resi particolarmente attraenti dal suo modo simpatico di discorrere e di gesticolare. Anche il signor Bianco fu bravo a raccontare i suoi ricordi, facendo come da "contrappunto" a Ferdinando, intercalando le sue frasi, come in un duetto... Fu veramente una bellissima testimonianza, ed io mi divertii tantissimo a sentirmi un po' come un intervistatore provetto...!
Dopo aver terminato le riprese, Dario si mise subito all'opera e iniziò il montaggio del filmato. L'intento era quello di farlo diventare un "documfest", ossia un documentario di riscoperta, con testimonianze e interviste, da presentare nel corso di un "evento" importante del quartiere e di caricarlo poi su "YouTube", per mostrarlo ai giovani e soprattutto ai tanti "lettori mediatici" che non conoscevano la storia di Piscinola.
Inizialmente pensai di farlo presentare nell'oratorio della Parrocchia, in occasione dell'imminente festa del Salvatore di quell'anno, e devo dire che Dario si impegnò non poco per terminare
in tempo il lavoro. Ne uscì un documentario ben fatto, dove ogni parte era ben curata e si integrava magnificamente, in ogni particolare, realizzando un tutt'uno: il video storico, le foto antiche e le interviste.
Come base sonora furono scelti i brani pubblicati dal maestro Pino Ciccarelli, nella sua opera "Processione d'Ammore", che furono ben inseriti tra le riprese, creando in alcuni punti anche una sorta di "ritmo integrato" tra immagini e suoni.
Purtroppo per alcuni problemi non fu possibile presentare "la prima" del documfest durante la ricorrenza di quel 6 agosto. Ma non mi arresi!
Nel dicembre successivo, tra gli eventi messi in cantiere dall'associazione "Noi e Piscinola", organizzammo uno spettacolo presso la chiesetta della Madonna delle Grazie, per festeggiare la conclusione della prima fase dei lavori di ristrutturazione del tempietto. Lo spettacolo fu intitolato "Ricordando una festa". Presentarono la serata gli amici Giulia Biancardi e Maurizio Di Gennaro.  Per l'occasione "girammo" anche un altro "corto", che mostrava le metamorfosi avvenute negli ultimi decenni dal nostro caro "Capo 'e Coppa"; anche quello fu un apprezzato e bel lavoro, realizzato insieme a Dario e ai ragazzi.
Ricordo ancora quella indimenticabile serata alla Madonna delle Grazie, che si svolse in manera ineccepibile. I lettori che assieme a me contribuirono a rendere piacevole lo spettacolo, con le letture delle testimonianze storiche e degli aneddoti legati alla Festa, furono: Loredana Basso, Giulia Biancardi, Anna Cascella e Salvatore Palladino.

La Banda Musicale di Piscinola, il bimbo è Geppino De Rosa, figlio del capobanda Luigi

Bella e sentita fu la partecipazione del maestro Pino Ciccarelli con la sua band, che esibì alcune marce tipiche suonate dalle bande musicali nel corso della festa patronale. Il maestro Pino fu encomiabile a raccontare i ricordi della sua infanzia e dei suoi primi impegni di musicista nella banda diretta dal suo caro papà, il maestro Natale Ciccarelli.
Alla fine dello spettacolo proiettammo finalmente il documfest: "Piscinola e il "Suo" Salvatore"!
Gli spettatori che accorsero numerosi, nonostante il periodo invernale e l'ambiente alquanto freddo della chiesetta, applaudirono con entusiasmo il lavoro svolto da questi bravi ragazzi. Ricordo che per l'occasione Dario volle donare a tutti i presenti un "fermalibro"
ricordo dell'evento, con sopra riportata l'effigie del SS. Salvatore, fatto stampare a sue spese...
Il video fu poi presentato in piazza Bernardino Tafuri, durante i festeggiamenti del 6 agosto 2017: i primi
del "terzo millennio", che si svolsero in piazzetta, dopo i lunghi anni di assenza!
Collaborai all'organizzazione di quella "rudimentale" Festa del SS. Salvatore, con Natale Cuozzo, Salvatore Avolio e Stefano Di Vaio. Furono sistemate un centinaio di sedie nello spazio antistante all'ex Municipio, mentre di fronte alla facciata dell'edificio fu issato un telo bianco per rendere visibili le immagini. Fu così che in quella magnifica serata molti anziani e anche tanti giovani potettero finalmente rivedere le immagini delle passate feste, le foto, le interviste e i due video; in tanti furono coloro che non riuscirono a trattenere la loro commozione e soprattutto la nostalgia provata!
Il video fu poi inserito su "YouTube" e da allora ha registrato oltre 4200 visitatori...!

Ho voluto oggi ricordare uno dei momenti più belli vissuti nella mia vita, quando unendo i frutti delle mie ricerche, con l'energia e l'entusiasmo dei giovani del territorio, principalmente del bravo Dario De Simone, che ha curato la regia del documfest, insieme siamo riusciti a realizzare un bel lavoro, che rimarrà negli anni e sicuramente ha contribuito a far riaccendere tra i piscinolesi il desiderio di riprendere quella che era il fiore all'occhiello del nostro quartiere: la bella Festa del SS. Salvatore!

Salvatore Fioretto 

Ecco il  video prodotto "Piscinola e il "Suo" Salvatore":

Documest: "Piscinola e il Suo Salvatore", regia di Dario De Simone 

------------------------------------

Questo è il documentario che fu preparato per l'evendo del 2013:

Piscinola, 1978 - 2013


-------------------------------

Seguono le riprese dell'evento: "Ricordando una festa",  tenuto presso la Chiesetta della Madonna delle Grazie, nel dicembre 2013.

Ricordando una festa, 2013 - Introduzione

Ricordando una festa, 2013 - Prima parte 

Ricordando una festa, 2013 - Seconda parte 

Ricordando una festa, 2013 - Terza parte 



giovedì 14 settembre 2023

Le testimonianze storiche più antiche sul sangue di San Gennaro e sul prodigio della sua Liquefazione...

S. Gennaro in abiti pontificali, mosaico di Lello da Orvieto, 1322 (part.)

Sappiamo che la notizia più antica, fino ad oggi mostrata ufficialmente dagli studiosi della vita di San Gennaro e di "cose sangennariane", è la cronaca contenuta in un  diario anonimo (perché non si conosce il nome dello scrittore), scritto nella fine del XIV secolo, ovvero quello che viene denominato come: "Chronicon Siculum". Questo "Chronicon" è un diario che raccoglie testimonianze di eventi avvenuti nel Regno tra il 1340 e il 1395. Per quanto ci riguarda, in corrispondenza dei fatti avvenuti nell'anno 1389 e in particolare nel giorno 17 agosto, si legge: "Sequenti die XVII augusti (anno 1389) facta fuit maxima processio propter miraculum quod ostendidit Dominus noster Jesus Christus de sanguine beati Januarii, quod erat in pulla et tune erat liquefactum tampuam si eo die exisset de corpore beati Januarii..." (la traduzione letterale è la seguente: "Nel giorno seguente 17 agosto (1389) fu fatta grandissima processione per il miracolo che mostrò nostro Signore Gesù Cristo nel sangue del beato Gennaro, che era in un'ampolla, e che allora fu visto liquefatto come se in quel giorno fosse uscito dal corpo del beato Gennaro...").

Arcosolio affrescato nelle Catacombe di S. Gennaro, con l'immagine del Santo (V sec.)

Gli autorevoli storici, studiosi della vita e del culto di San Gennaro: il professore "G. B. Alfano" e il Dott. Antonio Amitrano, così commentano questa prima testimonianza, nella loro opera monumentale: "Il Miracolo di San Gennaro in Napoli", ed. 1950: "Questo antico documento è importantissimo. Innanzi tutto ci conferma la testimonianza storica e tradizionale dell'autenticità del sangue di S. Gennaro.
Inoltre, occorre notare che la processione fu fatta propter miraculum, a cagione del miracolo che avvenne. Il cronista ne parla con molto entusiasmo da far quasi supporre che questo sia stato il primo miracolo osservato nella reliquia del sangue. Avvenuto il miracolo si credette esprimere la gioia e la gratitudine con una solenne processione (maxima processio). Forse erano state esposte le reliquie del capo e del sangue perchè si ottenne un po' di pace a Napoli dopo molti anni di guerra  e perché arrivò del grano dopo molti mesi di carestia. Esposte le reliquie, inaspettatamente avvenne il miracolo".
Si noterà che i due studiosi utilizzano sempre il termine di "Miracolo" e mai quello di "Prodigio"...!

Particolare dell'immagine più antica di S. Gennaro, risalente al V secolo


Questa notizia viene quindi ritenuta la notizia storica più antica nella quale si fa cenno alla liquefazione del sangue, anche se avvenuta durante una data straordinaria, ovvero al di fuori delle esposizioni tradizionali nel corso dell'anno. Si ricorda che nel XIV secolo la Chiesa napoletana già celebrava la memoria di San Gennaro in due ricorrenze: ovvero il 19 settembre, che ricorda il Dies Natalis del Martire Patrono (la data del martirio di San Gennaro) e la data della prima traslazione delle sue reliquie, da Marcianum (antica località esistente presso Fuorigrotta) alle Catacombe di Capodimonte (denominate poi Catacombe di San Gennaro), compiuta nel giorno 13 aprile di un anno compreso tra il 413 e il 431.  Concordiamo con quanto sostenuto dagli Studiosi, che è proprio questo "segno" straordinario della liquefazione, avvenuta in una data non ordinaria, nel pieno di una grande calamità pubblica (guerra e carestia), a suscitare lo stupore e l'enfasi nella descrizione da parte del cronista, e ci lascia immaginare che esso non sia stato il primo prodigio... Tuttavia, possiamo sostenere che poca importanza è stata riservata dagli studiosi della materia e dai ricercatori storici, ad almeno altre tre antiche testimonianze scritte, che descriverebbero la presenza della reliquia del sangue e la fenomenologia della sua liquefazione, documenti che risalirebbero al VII e al XII secolo, che sono stati scritti dai cronisti di nome: Fabio Giordano, Lupo de Speis e il monaco Maraldo.

Nel seguito descriviamo il contenuto di ciascuno di questi documenti:

Vestibolo Basilica di S. Gennaro Extra Moenia,
affresco con San Gennaro che benedice il Vesuvio, di A. Tesauro XVI sec.

1) Fabio Giordano, in un suo lavoro intitolato "De Vesuvio monte..." riporterebbe la seguente frase: "Adeoque (Vesuvius) pernicibus  ignium caucta adussit, ut nonnisi , solemni pompa sacerdotum. Beati Januarii caput er durum sanguinem profetarum accurrente sisti, avvertique posturit...". Tale testo si riferisce all'eruzione vesuviana dell'anno 685, durante la quale si sarebbe sperimentata la protezione di San Gennaro. La specificazione di "durum", dimostrerebbe che altre volte il sangue sia stato trovato liquefatto... Tuttavia alcuni storici hanno mostrato alcune riserve sulla veridicità di tale documento, come per'altro gli stessi autori del testo "Il miracolo di San Gennaro". Occorrerebbe a nostro avviso risalire alla fonte del manoscritto ed esaminarlo nel dettaglio. Comunque la testimonianza di Fabio Giordano fornisce alcuni elementi per condurre un'indagine storica in un periodo molto lontano rispetto alla primitiva testimonianza, per ora certa, che è risalente al 1389...
2) La seconda testimonianza storica che dimostrerebbe l'esistenza del sangue di S. Gennaro e il fenomeno della liquefazione risale al 1120, intitolata "Vita S. Peregrini" ed è stata scritta da Lupo de Speis. Nel testo, che racconta episodi della vita e della morte di San Pellegrino avvenuta a Napoli, si dice, tra l'altro: "Venit (S. Peregrinus) Neapolim, quam veteres Parthenopen appelarunt, ad S. Januarii Martyris quotidianum er insigne miraculum; ubi geminae phiale vitreae purvulae habent intra se ipsius martyris durum sanguinem sicut saxum; quae  cun ad caput eiusdem Martyris appropinquantur, subito liquscit sanguis in illis, cum aliqua spumanti ebullitione. Qui Martyr a mille annis citra jam migravit ad Dominum et phialae intactae persistunt...".
Questa testimonianza presenterebbe un solo dubbio, ovvero che è stata scritta nell'anno 1468, cioè in un'epoca molto lontana dal 1120, ma dopo pochi decenni dalla testimonianza del 1389. Alcuni storici  ritengono che il racconto scritto dal cronista sia stato condizionato da quello che egli vedesse ai suoi tempi, in relazione al prodigio del sangue.
Tuttavia, a nostro parere, questa considerazione, con la quale si dichiara inattendibile il documento, non è esaustiva, perchè potrebbe essere capitato che lo scrittore abbia trovato una fonte testimoniale, oggi perduta, che invece avvalorerebbe questa prima notizia sul "miracolo".
3) La terza testimonianza antica è data da un "Chronicon", risalente all'anno 1140 che sarebbe stata scritta dal "monaco cartusiano" di nome "Maraldo" e s'intitola: "Breve Chronicon monasterii S. Stephani de nemore..."; nel suo contenuto si legge: "Hoc annuo (1140) Rogerius  rex, post coronationem suam Neapolim venit , et cives obviam illi occurrerunt contra portam Capuanam, et Archiepiscopus urbis Neapolitanae processionaliter cum recepit, una cum Sancto rum reliquiis et sanguine S. Januarii, quas reverenter adoravit; quae postmodum ad ecclesiam rediere... Rogerius citius  venit ut adoraret istum sanguinem redivum". Questo testo è stato ritenuto apocrifo da alcuni studiosi autorevoli, perchè la notizia dell'ingresso trionfale a Napoli di re Ruggiero non viene riportata nelle altre "cronache" dell'epoca. Tuttavia anche per essa occorrerebbe ritornare alla ricerca delle fonti del testo, sempre se è ancora possibile, oppure sperare nella scoperta di altre testimonianze dell'evento narrato.

Le fiere si accovacciano ai piedi di S. Gennaro, nell'anfiteatro di Pozzuoli,
dipinto di Artemisia Gentileschi 1636-37, Duomo di Pozzuoli

Dopo il Chronicon Siculum del 1389, la prima testimonianza storica che ci è giunta del sangue di San Gennaro risale al 1452 ed è stata scritta da Luigi De Rosa: questa risulta essere a nostro parere molto bella e poetica e ci piace riportarne qui il testo: "Et più ve dico che ave Napole la più bella reliquia che sia per tutto lo mundo: ave la testa del Santo Gennaro, che fu arcepiscopo de Napole (sic!, Gennaro fu vescovo di Benevento) et ave una carafella de lo sango suo, et sta come una preta, et come vede la testa se fa liquido, come se fosse isciuto de la testa, er fa et ave fatte più miracole. Ora che ve ne pare delle cose stupende de Napole?".
La testimonianza di Luigi De Rosa, a parte il linguaggio colorito e passionale, fornisce due importantissime notizie: la prima è quella che nell'anno anno 1452 già avveniva con frequenza nella reliquia il passaggio di stato del sangue, da solido a liquido e viceversa, ovvero che la "liquefazione" era un evento atteso e invocato ogni anno; la seconda notizia è quella che la liquefazione avveniva solo nel corso dell'incontro della reliquia del sangue con l'altra reliquia della testa del Santo. Questa deduzione ha fatto poi scaturire, nel periodo Barocco, tutta una ritualità e con essa un allestimento scenografico all'aperto, da seguire per la ricorrenza del 13 aprile (trasferita poi al "sabato precedente la prima domenica di maggio") che simulava, con due processioni distinte, l'incontro della testa del Santo con il suo sangue, per poter constatare l'avvenuta liquefazione. Si riteneva, infatti, che solo in tal modo potesse ripetersi il prodigio, perchè così era avvenuto la prima volta sulla collina di Antignano...

Imbusto reliquiario di S. Gennaro in oro e argento, opera di argentieri francesi (XIV sec.)

Resta ancora irrisolto il mistero legato alla sistemazione e alla conservazione delle ampolline contenenti il sangue di San Gennaro, dalla data del martirio alle date delle prime testimonianze storiche (certe o da verificare), escludendo i fatti leggendari. Diverse ipotesi sono state avanzate in questi anni, ma nessuna risulta ancora suffragata da riscontri archeologici o con testimonianze scritte. L'ultima ipotesi avanzata è quella della conservazione (inamovibile) nell'altare della antica cattedrale di Napoli, chiamata Stefania (situata in corrispondenza del transetto dell'attuale Duomo di Napoli), dove si sa per certo che furono conservate anche le ossa del capo del Santo, quando già il resto del suo corpo era stato trafugato per mano degli invasori longobardi, capeggiati da Sicone I e trasportati a Benevento (anno 831). D'altronde la secolare disputa tra i napoletani e i beneventani sull'attribuzione dei resti del Vescovo Gennaro poteva esporre le reliquie conservate a Napoli ad altre dolorose effrazioni, specialmente come un prezioso bottino durante scorribande belliche... e i napoletani avranno a quei tempi preso sicuramente delle opportune precauzioni... Ma questo è un argomento che merita un approfondimento in questo blog nel prossimo futuro, assieme alla scoperta della vera Patria di San Gennaro...

La Madonna del Principio con S. Gennaro in abiti pontificali e santa Restituta -
Mosaico di Lello da Orvieto, 1322 (Basilica di S. Restituta nel Duomo di Napoli)

In occasione della solennità civile e liturgica di San Gennaro, vescovo e martire, patrono principale dell'Archidiocesi di Napoli e della "Regione Conciliare Campana", esprimiamo i nostri più affettuosi auguri a tutti i lettori che si chiamano "Gennaro", a tutti i cittadini di Napoli e della Campania e a tutti i napoletani e campani che si trovano fuori Napoli, sparsi per il Mondo. Evviva San Gennaro!

Salvatore Fioretto 

La fonte utilizzata per la scrittura di questo post è l'opera monumentale scritta dal prof. GiovanBattista Alfano e dal Dott. Antonio Amitrano (con la nutrita bibliografia curata dal prof. Antonio Bellucci), dal titolo "Il Miracolo di San Gennaro in Napoli". Seconda Edizione, notevolmente ampliata. Ed. Arti Grafiche Vincenzo Scarpati.  Napoli - Anno 1950. 

Dipinto olio su tela di Francesco Solimena, San Gennaro benedicente - Museo del Tesoro di San Gennaro, 1702