sabato 21 maggio 2022

"55..., la musica di Piscinola"!: Gli aneddoti e i ricordi di un'allegra comitiva. Parte I^

Dopo aver descritto i caratteri storici e i componenti della banda musicale di Piscinola, ecco ora alcuni aneddoti legati ai musicisti del nostro complesso musicale, che sono stati raccolti negli anni dalle testimonianze degli anziani. Alcuni sono episodi stuzzichevoli e simpatici, altri un po' grotteschi ed esilaranti, ma tutti realmente accaduti. Essi dimostrano che il gruppo dei musicisti della Banda di Piscinola, che erano in gran parte giovanissimi, fosse composto da persone entusiaste, allegre e spensierate. Ogni musicista si considerava parte di una grande famiglia! Ovviamente, come in ogni famiglia non mancavano anche qualche intemperanza o incomprensione...
Racconteremo gli episodi riportando solo il nome dei personaggi.

Francesco, detto Ciccio, nel corso di una esibizione della banda musicale, durante i festeggiamenti di San Gaetano a Miano, litigò con Vincenzo, detto "Sarchiapone” (il soprannome derivava dal suo ruolo nella Cantata dei Pastori). Lo scontro fu forte, non ci furono alzate di mano, però Vincenzo, per la sua grande ira, fece un gesto clamoroso, diremmo autolesionistico: perché scaraventò, con tutto lo sdegno, il suo tamburo a terra e poi lo sfondò con i suoi piedi...! Giorni dopo, poi, calmatosi, si recò presso un negozio specializzato in via San Sebastiano a Napoli e lo fece rimpellare a sue spese, ritornando a occupare il suo posto nella banda, ovviamente dopo l'avvenuta rappacificazione con Francesco
Non si conoscono i motivi del perché i due litigassero. Fu detto da qualcuno che fu per gelosia...: pare che i due giovani musicisti da tempo rivaleggiassero artisticamente tra loro, in particolare, ognuno volesse convincere all'altro che fosse il più bravo suonatore di tamburo, perché entrambi suonavano lo stesso strumento nella banda. Vincenzo, però, dopo il gesto d'ira si allontanò dal posto, abbandonando la banda, senza avvertire il maestro. Il comportamento non passò inosservato e tra gli schiamazzi degli amici musicisti, seguì ovviamente il rimprovero formale del direttore e l'avvenuta riconciliazione.
Pasquale, suonava il Basso in mi bemolle. Si racconta che un giorno, mentre suonava durante le prove, il maestro esclamò ad alta voce nella sala: "Pasquale, tu quando suoni pare che dai i calci al portone", ovviamente tutti i musicisti della sala a ridere...!
Un altro giorno, mentre Pasquale puliva il suo strumento, stando affacciato alla finestra di casa sua che dal primo piano dava su una stradina di Piscinola, forse per una distrazione o per una sua disattenzione, l'appoggiò sul davanzale mentre era intento ad aprire il barattolo dell'unguento per lucidare. Ma, ahimè, un improvvisa e violenta raffica di vento si abbattè nella zona in quel momento, e causò la caduta rovinosa dello strumento sul selciato della strada, che era in duro vasolato; ovviamente il povero strumento riportò danni notevoli, presentandosi gravemente "ammaccato" (... tutti ridevano, osservando che l'oggetto "si era fatto 'na pizza"). Qualcuno ringraziò il cielo che in quel momento per la strada non passassero viandanti o mezzi, altrimenti sarebbero stati ben altri i danni...! 
Pasquale, non si perse d'animo e condusse lo strumento in un negozio che stava in via San Sebastiano a Napoli, per farlo aggiustare. I bravi artigiani di via San Sebastiano ci misero una "pezza", riparandolo al meglio come potevano, ma lo strumento non suonò più come in origine. Diciamo che era stato un po' "maltrattato"....!
Una volta, durante le prove, il maestro perse la pazienza per alcune lacune musicali di Pasquale..., allorché lo chiamò in disparte e poi prese una scopa che era appoggiata a una parete e iniziò a batterla sul pavimento, sempre nella stesso modo... Pasquale, meravigliato e anche un po' preoccupato del comportamento del maestro, subito gli chiese: “Maestro, ma che state facendo?” E lui rispose: “Tu senti che è sempre lo stesso il suono della scopa? Lui rispose: "Si", e il maestro continuò: "Così suoni tu il basso, sempre con la stessa nota…!”.
Pietro, suonava il flicornino: il maestro alcune volte, quando era agli inizi della sua formazione, lo rimproverò bonariamente, esclamando: "Pietro, tu quando suoni sembra che scacci le mosche...!" Si riferiva alla scarsa intonazione che egli dava al suono che emetteva, quando soffiava nello strumento. E giù, altre risate dei musicisti nella sala...
In trasferta...: Un anno la banda di Piscinola fu chiamata a suonare in paesino del basso Lazio, durante la ricorrente festa patronale. Alcuni musicisti, percorrendo una strada isolata del paese, notarono che in un giardino prospiciente c'erano diverse piante di Fichi d'India, che presentavano degli invitanti e colorati frutti; ovviamente, come si può immaginare, il gran caldo e l'arsura di quel momento tentarono i musicisti.... Così, senza pensarci su, il gruppetto entrò nel fondo incustodito che non era nemmeno recintato, per raccogliere alcuni frutti... Purtroppo furono alquanto sprovveduti e diciamo incoscienti del duplice pericolo che era in agguato... Non badarono molto alla presenza degli aculei sui frutti e sulle parti della pianta... Appena raccolti i frutti, se li posero nella tasche, che erano a contatto con la pelle... Approfittarono di una breve pausa, iniziarono a mangiarli con molta avidità e imprudenza le succolenti figurine... Dopo l'inconsueto pasto, ripresero quindi il loro posto nella banda, per iniziare il percorso per le strade del paese. Durante la processione il maestro, notando lo strano comportamento dei musicisti, presi a grattarsi con forza e insistenza le braccia e il dorso, esclamò: ma che ci avete le pulci?! Ovviamente ancora risate a volontà, da tutti...! Ma l'episodio non terminò e ci fu un seguito... Dopo poco, intervenne il proprietario del terreno, che aveva scoperto l'ammanco di frutta (siamo dell'idea che qualcuno glielo abbia riferito), e che chiedeva di essere risarcito dal maestro della banda! Il maestro non si scompose più di tanto e a voce alta replicò: "Ma non ho capito bene, voi per due figurine (Fichi d'India) avete il coraggio di venirmi a chiedere dei soldi!?". E per fortuna la cosa finì lì..., sempre tra e risate generali dei giovani musicisti presenti...
Durante le trasferte nelle località distanti da Piscinola, i musicisti della Banda dovevano pernottare almeno una notte, spesso in alloggi di fortuna... Una volta capitò, mentre tutti dormivano, che Francesco legò con uno spago i piedi di Giuseppe e con rapidi movimenti della mano, tirava a scatti la cordicella, facendolo sobbalzare dal sonno... Giuseppe, ancora tutto stonato per il colpo ricevuto nel sonno, cercava di capire chi fosse stato a fargli il brutto scherzo, ma Francesco, che fu più lesto di lui, ritornò nel suo letto, fingendo di dormire... La cosa fu ripetuta per un paio di volte, finché Giuseppe si accorse chi fosse l'autore dello scherzo e, tutto infuriato si scaraventò contro il furbo collega, cercando di acciuffarlo, ma Francesco fu lesto a scappare e, quindi, non si fece raggiungere... Ovviamente la scena avvenne tra le solite risate della comitiva...
(Segue nella seconda parte)
Salvatore Fioretto 
 
Si ringraziano tutte le persone che hanno contribuito alla raccolta di questi ricordi. Un caloroso rigraziamento a Pasquale di Fenzo per i preziosi consigli forniti. 

(Tutti i diritti per la pubblicazione dei testi del blog sono riservati all'autore, ai sensi della legislazione vigente sui diritti d'autore).

mercoledì 18 maggio 2022

Torna il "Caffè Letterario di Scampia", ospite "Mamma Draga", di Salvatore Tofano

Sabato 14 maggio 2022 al Centro Hurtado di Scampia si è tenuto il primo Caffè Letterario post Covid, dopo la lunga sospensione dovuta alle restrizioni antipandemia. Il Centro Hurtado per me è un luogo dell’anima, come lo è la sede del Gridas.

In queste due realtà ho conosciuto tante persone, che poi sono diventate mie amiche. Cosa non facile, quando si ha una certa età. In genere, le amicizie con l’iniziale maiuscola nascono durante la preadolescenza. A Scampia invece accade, non è un’eccezione.
La conformazione del territorio, l’assenza di luoghi di aggregazione e/o di passeggio, la voglia di fare qualcosa per migliorare questo quartiere, che percepisci come abbandonato dalle istituzioni, fanno sì che lo stare insieme diventi una relazione pregna di valori affettivi e coinvolgenti.

Creatore, inventore e conduttore del caffè letterario è Franco Maiello, oggi anziano professore in pensione dall’aspetto aristocratico e cordiale, coadiuvato da qualche tempo dal dott. Giuseppe Finaldi.
Si presentava “MAMMA DRAGA”, il mio ultimo libro, edito dalla LFA Publisher.

All’ora convenuta si è aperta la sala e il pubblico, una ventina e più di persone ha preso posto.
Grande emozione vedere tra i presenti Mirella La Magna, cofondatrice con Felice Pignataro e Franco Vicario del Gridas, un vero Mito, la cui immagine per me è strettamente legata al gigantesco tamburo che trascina allegramente alla testa del corteo del tradizionale carnevale di Scampia. Come grande emozione mi ha dato la presenza di Salvatore Fioretto, il noto storico e attento osservatore di quanto di buono accade sul territorio.
Non mi dilungo sull’elenco delle persone intervenute, alle quali sono legato da lungo affetto e da tante iniziative per contrastare lo stigma, che anche se molto meno ancora ferisce questo martoriato quartiere. Penso ad esempio ad Aldo Bifulco e Gennaro Sanges, a Franca Nicolò venuta appositamente dal Vomero dove ora abita, ad Angela Vittorio e Luisa Fedele.
Il conduttore ha fatto sedere accanto a sé le due lettrici: Annamaria Lido e Silvana Casertano e con loro la relatrice Elena De Rosa; l’autore, ovvero il sottoscritto, si è seduto tra il pubblico come da tradizione.
Carmine Salzano, un giovanissimo e assai bravo musicista, si è posizionato al pianoforte.
L’evento è iniziato con l’esecuzione di un brano di musica classica, premiato da una marea di applausi. È seguita la lettura di stralci di brani tratti dal testo. Le due reader si sono alternate l’un l’altra con grande bravura, interrotte di tanto in tanto dal prof. Maiello per permettere l’ascolto di altri momenti musicali. La scelta degli stralci operata con sagacia dal conduttore ha permesso agli astanti di entrare nel vivo della storia narrata, di percepirne le atmosfere e assaporare la psicologia dei personaggi principali.
Ascoltare quelle parole, che avevo scritto io e che ben conoscevo, da voci che non erano la mia, me le ha restituite come nuove: le ho riconosciute sì, ma nello stesso tempo mi sono tornate come se le avesse scritte un altro, come se quella storia che avevo creato non fosse stata elaborata da me.
È stato una piacevole sensazione di sdoppiamento e insieme di accoglimento, che mi faceva sentire come dilatato, come se io e le due lettrici fossimo improvvisamente e per la durata dell’evento diventati un tutt’uno.

Alla fine della lettura le due reader sono tornate al loro posto tra il pubblico e il Maiello mi ha fatto accomodato alla sua destra.
“Devo confessare – mi ha detto – che il finale per me è stato una sorpresa. Non me lo aspettavo. Una vera e propria evoluzione della vecchia strega.”

Ho pensato, convenendo, che quindi il libro poteva anche essere letto come un giallo, di quelli classici con il finale che ti spiazza. Stupendo! E’ proprio vero che una storia la scrivi tu, ma poi diventa di chi la legge.
La dottoressa De Rosa, psicologa e dirigente della ASL Napoli 1, ha sottolineato che l’autore aveva saputo scavare con acume nella psicologia della protagonista. Cosa non facile, considerando che lui era maschio e la protagonista donna. Ha detto che si era molto divertita nel seguire il plot, chiedendosi da dove avessi tratto tanta fantasia. Poi si è dilungata su alcuni particolari, che le avevano suscitato riflessioni sul momento attuale che stiamo vivendo; ad esempio, lo straniamento che ci ha accompagnato e ci accompagna dopo il lungo “lockdown”. Il pubblico è intervenuto con alcune domande e qualche riflessione sulle tematiche del libro.
Qualcuno, incuriosito, ha chiesto della casa editrice. All’uscita dalla sala sorpresa: caffè e dolcetti per tutti.
Salvatore Tofano
 
Ringrazio lo scrittore e amico Salvatore Tofano, per questa bella recensione scritta per ricordare il piacevole pomeriggio, trascorso sabato presso lo storico "Caffè Letterario" del Centro Hurtado di Scampia, condotto dal bravissimo e insuperabile prof. Maiello. Complimenti per il suo bel libro; oltre all'augurio personale di un successo, porgo l'auspicio che sia il continuo di nuovi suoi impegni letterari!
Grazie per avermi citato nell'articolo.
S. Fioretto

venerdì 13 maggio 2022

55... La musica di Piscinola! Storia di una bella esperienza musicale di periferia... (2^ parte)

Musicista Gerardo Zazzaro, foto concessa dalla figlia

Dopo la descrizione storica della rinascita e dell'evoluzione del complesso musicale di Piscinola, passiamo ora a descrivere la sua principale ricchezza, di umanità e di bellezza, che furono tutti i suoi musicisti componenti. Ci riferiremo innanzitutto al periodo d'oro della Banda musicale; periodo che possiamo considerare compreso nell'intero decennio degli anni '50 del secolo scorso. Iniziamo ad elencare i nomi dei musicisti che conosciamo, con indicazione del tipo di strumento che suonavano e di eventuali rapporti di parentela. Indicheremo la provenienza solo per coloro che non risultano nati a Piscinola.

Elenco dei musicisti di ruolo nella banda musicale di Piscinola (del periodo d'oro, anni '50):

-Pietro Adamo (flicorno contralto-flicornino);
-Luigi Avitabile (clarinetto e piatti);
-Francesco Avolio (tromba solista) - capobanda;
-Pasquale Avolio
(basso mi b),
-Domenico Baiano (sassofono);
-Gerardo Barone
(clarinetto);
-Antonio Cascella
(ottavino e flicorno contralto);
-Nicola Cascella
(grancassa);
-Salvatore Cascella
(basso);                
-Gaetano Ciccarelli
(I^ tromba) - di Marianella - fratello di Natale - Si trasferì a Milano;
-Natale Ciccarelli
(I° clarinetto) - di Marianella - capobanda;
-D'Angiò (grancassa),  proveniva dalla banda di Gioia del Colle (era soprannom. Gioia del Colle);
-Felice De Chiara
(I° clarinetto e amministratore) - capobanda;
-Salvatore De Rosa
(flauto), figlio di Luigi;
-Luigi De Rosa (
I° clarinetto mib) - capobanda;
-Francesco Della Corte (trombone);
-Mario Della Corte
(flicorno contralto)
-Pasquale Della Corte
(piatti), padre di Francesco e Mario;
-Francesco Di Chiara (trombone);
-Vincenzo Di Maio
(clarinetto);
-Antonio Faro
(corno - tromba);
-Luigi Fioretto
(sax baritono);

-Francesco Iovine (clarinetto), emigrò in Germania;
-Salvatore Ippolito
(clarinetto);

-Vincenzo Lamberti (tamburo),  di Miano, (soprann. "Sarchiapone", per il suo ruolo nella Cantata dei Pastori);
Antonio Riccio, durante la leva
-Giuseppe Licciardi (clarinetto);
-Liccardo
(o Liccardi) (I° clarinetto banda del maestro Piccolo);
-Felice Marfella (flicorno baritono - bombardino); 
-Francesco Napolitano, detto Ciccio (flicorno soprano - solista)
-Salvatore Palladino (basso);
-Giuseppe Cristofaro (tromba);
-Vincenzo Palladino
(tromba), fratello di Salvatore;
-Lorenzo Piccolo (sax tenore), nipote del maestro Piccolo, emigrò negli USA;
-Raffaele Porcellana (clarinetto); 
-Antonio Riccio
(clarinetto), vedi foto;
-Orazio Russo
(I° sassofono tenore);
-Ciro Salzano
(grancassa e tamburello);
-Francesco Salzano
(detto Ciccio) (tamburo);   
-Belisario Sarnelli (clarinetto);
-Donato Zazzaro 
(trombone), figlio di Salvatore;
-Gennaro Zazzaro (detto Gennarino) (clarinetto), figlio di Salvatore;
-Gerardo Zazzaro (flicorno contralto);
-Salvatore Zazzaro (bombardino), fratello di Gerardo; 
-Giuseppe Varriale
(clarinetto - ottavino), (soprann:"Don Peppino 'o sacrestano", per il suo impiego nella parrocchia);
-Giuseppe Verde
(sax tenore);
-
Luigi Russo (flicorno baritono Sib - I° bombardino), suonò anche in diversi complessi musicali pugliesi.

Musicisti della banda per breve periodo:

-Pietro Fioretto (sassofono contralto), nella banda per pochi anni, fratello di Luigi
-Aniello Di Vaio (corno), 2 anni
-Nicola Mormone (corno), 1 anno.


Bidelli (si conoscono solo i nomi):
-Francesco
-Domenico
-Don Peppino 

 

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La banda di Piscinola... gli aneddoti sulla storica rivalità...

Iniziamo con due ricordi, che ci furono raccontanti dal compianto mons. Salvatore Nappa, durante un evento pubblico a Piscinola, dedicato alla storia del quartiere, nella primavera del 2004. Eccoli:

Il primo aneddoto risale ai festeggiamenti del SS. Salvatore svolti nell’immediato dopoguerra. In quella occasione si accese una tenzone tra le due bande, che fu ufficializzata attraverso una disputa pubblica da effettuare in occasione del concertino, dopo la processione della festa. Doveva essere quella l’occasione per stabilire, una volta e per tutte, quale delle due bande era la migliore.
La disputa ebbe luogo, ma al termine dell’esibizione nessuno ebbe il coraggio di incoronare la banda vincitrice, perché entrambe diedero il meglio del proprio repertorio, così tutto finì, come si dice oggi, con un pareggio…!
Il secondo aneddoto è sempre di quel periodo. Sempre durante le feste patronali di Piscinola e Marianella, qualcuno degli organizzatori dei festeggiamenti, per placare gli animi turbolenti e un po’ di nascente presunzione dovuta alla bravura di entrambe le bande, ebbe la brillante idea di scambiare le bande dei rispettivi paesi; così, alla festa del SS. Salvatore partecipò la banda di Marianella e ai festeggiamenti di Marianella, la banda di Piscinola.
Per fortuna, in quegli anni genuini e semplici queste rivalità finivano sempre, come si dice, “‘A taralluccio ‘e vvino…”, senza odi o rancori. Eppoi, non c’era tempo per le schermaglie si doveva ricostruire un paese distrutto dalla guerra...

Il sacrificio di alcuni musicisti e degli addetti...
Luigi Fioretto. Mio padre fu un bravo sassofonista, ha suonato nella banda il sax baritono, fin dal 1946. Iniziò la scuola musicale con il maestro Santoro, quando non aveva compiuto ancora sedici anni. Dai suoi ricordi ho raccolto gran parte degli aneddoti riguardanti la Banda, che ho provveduto a trascrivere e a conservare. Appena entrato a far parte della scuola, il maestro Santoro lo accompagnò a via San Sebastiano e gli fece comprare il sax baritono, trovandolo solo tra gli strumenti usati. Poi, sempre grazie al maestro, che lo assisteva sempre in tutti i passaggi, dalla scelta della divisa, fino allo studio del solfeggio, provvide a farlo “ricromare” e a revisionare presso una ditta specializzata di Napoli.
Tra i tanti ricordi, papà mi raccontava spesso, con non poca nostalgia, del periodo nel quale suonava stabilmente nella Banda e di tutte le feste patronali a cui partecipava. Quando aveva ormai acquisito buona pratica e tecnica musicale, un anno fu contattato da alcuni rappresentanti della banda musicale di Squinzano (Lecce). Questi, venuti a Napoli in cerca di validi e giovani musicisti da selezionare, lo videro suonare con una buona tecnica; forse fu anche sponsorizzato dal maestro Santoro.  Gli manifestarono, quindi, le loro intenzioni di assumerlo come musicista professionista nella storica banda pugliese. Purtroppo, pur restando entusiasta della prestigiosa proposta di assunzione ricevuta, papà non poté accettare l'offerta di lavoro perché non ebbe il consenso da suo padre, cioè dal nonno Salvatore. Le motivazioni furono che papà era indispensabile per sostenere la numerosa famiglia e quindi doveva dare il suo contributo, in forza di braccia, per le attività che la famiglia conduceva nella estesa campagna a Piscinola. Purtroppo gli stessi problemi si ripresentarono ancora negli anni seguenti, a causa dell'aumento del carico dei lavori registrato nei campi e della conseguente sua scarsa resa giornaliera, specie quando faceva tardi la notte, come capitava quando le prove e i concerti perduravano fino a tarda ora.

A un certo punto il nonno Salvatore decise di non autorizzare più papà a partecipare alle prove serali della Banda, che all'epoca si tenevano presso la sede del palazzo Grammatico. Ovviamente mio padre obbedì, pur sempre a malincuore, perché allora così si usava fare nelle famiglie dell'epoca..., specie quando non si aveva raggiunto la maggiore età (21 anni).
Un giorno, notando l'assenza continuata del musicista alle prove, il capobanda Luigi De Rosa e il musicista veterano, Pasquale della Corte, decisero di recarsi presso la masseria, dove abitava la famiglia di papà, per parlare con il nonno Salvatore, cercando di convincerlo ad autorizzare papà a partecipare alle prove. Gli dissero, senza esitazioni, che papà era ritenuto da tutti un bravo sassofonista e di quanto la banda avesse bisogno di lui. Così il nonno, che nonostante tutto era un appassionato della banda, acconsentì, a patto che papà attendesse con profitto di giorno ai lavori nei campi e agli altri compiti affidatogli; la sera, poi, poteva partecipare alle prove e ai concerti.
E così, quando c'erano le prove, terminata la giornata di duro lavoro, mio padre si lavava, si vestiva velocemente e correva per raggiungere la sala di musica, per partecipare al raduno. Insomma fu necessario un diplomatico compromesso tra padre, figlio e banda.., per salvare, come si dice, le capre e i cavoli...! Ma la passione per la banda musicale in questi giovani dell'epoca, tra cui mio padre, fu enorme, e tale da superare, con sacrificio, ogni ostacolo che si presentava nel corso della non facile vita di allora!! Purtroppo, a causa di un grave incidente che gli capitò nell'anno 1960, con diversi giorni di prognosi riservata, papà non riuscì più a riprendere il ritmo pregresso, di partecipare alle attività della banda di Piscinola. Ma l'amore per la banda è rimasto immutato nel suo cuore per tutta la vita, fino alla fine...!
Il ricordo più bello e commuovente di questa storia, un po' familiare, è quello che, quando il nonno Salvatore morì (ottobre 1956), la banda di Piscinola, partecipando al momento di lutto di papà e dei suoi familiari, rese il suo commosso tributo, suonando la marcia funebre in testa al funerale, per tutto il percorso, che si svolse lungo le strade di Piscinola (Come si può osservare nella foto pubblicata).

Don Peppino, il Bidello. Uno dei custodi della banda, che in gergo era chiamato "Bidello",  è stato per diversi anni "don Peppino". Don Peppino era un uomo, non più giovane che, per il ruolo svolto, oltre a sistemare le partiture sui leggii dei musicisti e a tenere aggiornato il cartellone ai piedi del palco, con il nome dell'opera esibita dalla banda, doveva attendere anche agli altri aspetti organizzativi. Nei giorni in cui erano fissati i raduni dei componenti della banda per le prove (considerato che nessuno disponeva di un telefono a casa), don Peppino si recava a piedi, presso le abitazioni dei vari musicisti, che erano poste anche molto distanti dal centro di Piscinola, per avvisare a tutti che quella sera si sarebbero tenute le prove nella Sala di Musica. Spesso doveva assolvere a questo curioso compito di "banditore", anche in giornate con freddo, vento e pioggia...!

Quei ragazzi musicisti che ci lasciarono prematuramente...
Come in tutte le famiglie, ci furono negli anni anche incidenti e perdite premature tra i musicisti della banda:
Nicola Cascella, morì purtroppo in un incidente stradale, nel periodo in cui suonava ancora nella banda. Una mattina, mentre si recava lavorare con la sua bicicletta, fu investito mortalmente da un motorino che sopraggiungeva nella zona del Frullone.

Altra grave perdita per la banda di Piscinola fu la scomparsa prematura di Luigi De Rosa, che era il suo capobanda. Luigi, che suonava il clarinetto, lavorava come tramviere nell'azienda di trasporti comunale di Napoli, purtroppo morì nell'anno 1959, a soli 54 anni, a causa di un infarto. Al suo funerale furono in tantissimi i piscinolesi a rendergli omaggio, perché Luigi si faceva voler bene da tutti e in tanti lo stimavano. La banda di Piscinola, al completo, accompagnò il corteo funebre del suo musicista, per tutto il tempo, e gli suonò le marce funebri.
Orazio Russo, che suonava abilmente il sax tenore, era infatti il primo sax della banda, fu notato e subito ingaggiato dai responsabili della Radio Televisione Italiana dell'epoca, a suonare nella formazione maggiore dell'orchestra stabile dell'Ente. Purtroppo Russo non fece in tempo a raccogliere il successo professionale meritato,  perché a causa di una fulminante leucemia, morì pochi anni dopo, ancora in giovane età. Orazio, oltre il sax tenore, suonava con profitto anche in clarinetto e il sax sopranino.
Tromba in sib appartenuta a Francesco Avolio
Ricordiamo anche Salvatore Montesano, musicista della Banda durante la direzione del maestro Piccolo e suonava il Basso; perse la vita nel 28 marzo 1943, in occasione dell'esplosione della nave Caterina Costa; fu colpito dalle schegge mentre stava attraversando a piedi la centrale Piazza Garibaldi.

I musicisti emigrati all'estero...
Francesco Iovine era un bravo clarinettista della banda, a un certo punto della sua vita, come avvenne per tanti ragazzi dell'epoca, per trovare un lavoro dovette  emigrare in Germania, dove, poi, a distanza di anni, morì intorno all'anno 1979.
Abbiamo saputo che anche lui, come tutti i musicisti della banda, ha conservato per tutta la sua vita un ricordo indelebile della sua passione per la banda; conservava infatti con cura il suo clarinetto, anche una volta trasferito in Germania, in ricordo del suo paese e di quando suonava nella banda musicale di Piscinola. Francesco aveva un carattere molto aperto e giocherellone ed era solito organizzare degli scherzi ingenui ai compagni musicisti, ma tutti gli volevano un gran bene!
Giuseppe Verde, sassofonista, si trasferì in America, dove partecipò con successo alla formazione di alcuni gruppi musicali jazz, diventando conosciuto professionista del genere.
Anche Lorenzo, il nipote del maestro Piccolo, lasciò la banda di Piscinola, per trasferirsi in America. 
 

I viaggi a bordo della Piedimonte!
Quando a metà degli anni '50, il direttore musicale del complesso di Piscinola divenne il maestro Gaetano Azan, che era originario di Frignano Maggiore, la nostra banda iniziò ad assumere i connotati di "Banda di giro": ossia veniva chiamata a suonare in diversi paesi e città al di fuori del suo Circondario. Tra questi centri non poteva ovviamente mancare la cittadina di Frignano Maggiore, città d'origine del Maestro Azan, nella quale il maestro certamente non voleva sfigurare...
Oltre a Frignano, si organizzarono concerti anche nelle cittadine di Casaluce e di Dugenta.
Per raggiungere questi paesi serviti dalla ferrovia,  i musicisti utilizzarono come mezzo di trasporto il treno della Napoli-Piedimonte; viaggiarono tutti insieme in terza classe, con gli strumenti al seguito e tutti indossando la divisa della banda. I costi dei biglietti del viaggio li dovettero sostenere i musicisti di tasca propria...
Per affrontare queste trasferte musicali, dopo il viaggio e una prima esibizione serale nel corso della festa patronale, si doveva poi pernottare una notte in alloggi di fortuna; mentre il secondo giorno, dopo l'ennesima esibizione durante la processione delle festa, si faceva ritorno a casa.
Immaginare oggi questo viaggio, con i due convogli del treno pieno di musicisti: tutti con le stesse divise e tutti con gli strumenti luccicanti portati a mano, doveva essere stato all'epoca qualcosa di meraviglioso...!  Ci piace immaginare che i musicisti, approfittando del tempo morto, che si creava durante il viaggio, ripetevano qualche passaggio musicale con i loro strumenti oppure organizzavano tra loro qualche mini concerto musicale…!
Il treno della Piedimonte viaggiava per delle c
ampagne che in quegli anni apparivano verdi e sterminate, ma con un andamento alquanto lento, e per percorrere il tragitto che distanziava Piscinola dai citati paesi, occorrevano non meno di quarantacinque minuti di orologio...
Sembra di rivedere quel treno, con a bordo tanti giovani allegri e entusiasti, e sentire quelle note musicali che, partendo dagli strumenti, uscivano dai finestrini aperti e si diffondevano per le verdi campagne, per i passaggi a livello e per le stazioni attraversate... Oggi appare un sogno! Dovrà essere stato sicuramente qualcosa di magico...!

(Segue nella terza parte)

Questa seconda parte del Post della storia della Banda di Piscinola è dedicata alla memoria di tutti i musicisti che hanno fatto parte della banda di Piscinola, in ogni formazione e in ogni tempo. E' dedicata anche a tutti i direttori musicali, ai capobanda, ai solisti, e a tutti coloro che organizzavano e gestivano le sue attività. 

Salvatore Fioretto 

Si ringraziano pe la preziosa collaborazione: Salvatore Santoro (figlio del maestro), Francesco e Mario della Corte (musicisti), Maria Rosaria Zazzaro (figlia del musicista), Antonio Cascella (musicista), Gerardo Ciccarelli (figlio del maestro), Giuseppe De Rosa (figlio del capobanda), Vincenzo Capuozzo, Gennaro Silvestri (musicista), Nicola Mormone (musicista).

Nota: E' probabile che siano stati commessi alcuni errori nel riportare i nomi dei musicisti della banda, specialmente di quelli più anziani o di quelli che hanno partecipato per breve tempo. A tal proposito chiediamo gentilmente ai gentili lettori si informarci, senza esitazioni, di tali possibili incongruenze o mancanze, al fine di consentici di eseguire le immediate correzioni. Come pure, saremmo grati a quei lettori che fossero depositari di altre informazioni storiche sulla Banda di Piscinola, come: foto, nomi di musicisti e aneddoti, di fornirceli in copia o trascriverli, così da poter arricchire questo bagaglio storico, a futura memoria. Grazie! 

(Tutti i diritti per la pubblicazione dei testi del blog sono riservati all'autore, ai sensi della legislazione vigente sui diritti d'autore).

Ricostruzione storica della divisa e del berretto della banda musicale di Piscinola, a cura di Salvatore Fioretto, anno 2018.