sabato 13 ottobre 2018

Villaggio di Piscinola, Sezione San Carlo All'Arena, anno 1913: Rapporto di viaggio!

Premessa: L'idea di utilizzare un "inviato immaginario" per sondare determinati periodi storici, eventi remoti, ma anche ambienti piccolissimi, come le arterie o gli organi del corpo umano e farli narrare come un resoconto di un viaggio compiuto, non è nuova e riserva un fascino non indifferente, anche per l'effetto suggestivo che compie sulla nostra immaginazione. Questa tecnica l'abbiamo vista spesso utilizzare anche in televisione, nei documentari scientifici e ultimamente anche dal "duo Angela", Pietro e Alberto, nelle loro trasmissioni di "Quark", dove l'utilizzano assieme alla moderna tecnologia digitale. Angoli di città, scene di vita ambientate in case romane, panorami preistorici, eruzioni del Vesuvio, ma anche parte di organi interni del corpo umano, tutto viene utilizzato come modello divulgativo, scientifico o storico.
Dopo il rinvenimento di alcuni annali d'epoca, che descrivono, con minuzia certosina, lo stato di strade e di piazze dei quartieri di Napoli e dei suoi Villaggi (in particolare l'Annario Detken di "Detken&Rocholl", degli anni 1913-1914), abbiamo deciso di applicare questa tecnica anche al nostro settore di ricerca, ossia nella narrazione della storia locale, ovviamente lo faremo solo attraverso la forma narrativa. 
Ci siamo chiesti: "Perché dunque non mandare un "inviato", dentro una speciale navicella del tempo, che ritorni indietro nei decenni passati, fino all'anno 1913, e ripercorra le strade dei tre quartieri, per i quali più è concentrato l'interesse di Piscinolablog? Ed ecco fatto!
Il nostro "inviato" ha anche un nome, si chiama "Vicus", ed è ben felice di intraprendere questo viaggio esplorativo per noi. Inutile dire che attendiamo con ansia l'esito delle sue osservazioni e scoperte...  che, alla ricezione, qui pubblicheremo...
Inizieremo con il "Villaggio di Piscinola", in omaggio alla sede che ci ospita e all'intestazione data al blog di "Piscinolablog".
Prima del racconto c'è da fare una premessa storica, per capire il contesto storico e la situazione che troveremo. Abbiamo scelto l'anno 1913, e precisamente 5 aprile (sabato), non a caso. Primo, perchè l'anno 1913 segna l'inaugurazione della ferrovia "Napoli Piedimonte d'Alife" (30 marzo), possiamo dire l'avvento del progresso anche qui da noi e, secondo, perchè il periodo coincide con la primavera, ovvero, la massima espressione paesaggistica mostrata dal nostro territorio. Sì ricorda il lettore, che all'epoca dei fatti via Antonio Campano, Via Nuova dietro la Vigna e l'edificio della Scuola "Torquato Tasso", non esistevano ancora e l'arrivo del Tram navetta: "Piscinola-Miano" era ancora un miraggio. L'odierna "Piazza G. Bernardino Tafuri" era chiamata "Piazza Municipio". Quella che sarà via Vittorio Veneto, era ancora un cantiere in fase di completamento e Piscinola conservava in gran parte il suo impianto urbanistico, rimasto invariato da diversi secoli. 
Durante la narrazione, alcuni nostri commenti saranno ineriti in parentesi preceduti dall'acronimo "ndr". Si precisa che sono state omesse per questione di spazio, le zone esterne del villaggio, ossia: Scampia, Frullone e San Rocco.
Infine, è palpabile lo stato emotivo della popolazione... fumi di guerra sono all'orizzonte e presto le case di Piscinola saranno svuotate di molti ragazzi e poi di uomini, che partiranno per il fronte di guerra...! Una guerra che porterà tante sofferenze e distruzioni morali e materiali anche qui da noi.

Rapporto di viaggio
Data:   5 aprile 1913 (Sabato)
Inviato: Vicus
Ora inizio: 10:00
Luogo di Atterraggio: Piazza Municipio a Piscinola
Condizioni climatiche: Temp. 18°C, cielo limpido e sereno, assenza di vento.

Atterraggio avvenuto regolarmente senza problemi.  
Mi trovo in una piazzetta contornata da storici edifici. Di fronte a me, al civico "6", c'è una chiesa, che è intitolata al protettore del Villaggio, il Santissimo Salvatore, la cui immagine è raffigurata in un bel affresco colorato, disegnato sulla facciata. L'aspetto antico della chiesa fanno datare la sua edificazione almeno al Seicento. Il campanile, con un grosso arco alla base, si trova alquanto avanzato rispetto al portale d'ingresso del tempio. Alla chiesa si accede attraverso due scalinate e un ballatoio intermedio, delimitato da una cancellata in ghisa. Il tetto è composto da una capriata di legno con tegolato.
Al lato destro, al civico "14", c'è un edificio comunale, a due piani, con fattezze molto semplici, è stato la sede dell'ex Municipio. Ha ospitato, fino a 48 anni fa, il sindaco e il Comune di Piscinola. 
Oggi Piscinola non è più Comune autonomo, ma è diventato un Villaggio del quartiere di San Carlo All'Arena. Nelle stanze del palazzo civico hanno sede gli uffici dell'anagrafe, e la scuola comunale (ndr. promiscua). Dietro al Municipio, come un solo corpo di fabbrica, c'è un'altra chiesa, mi dicono che è una Congrega settecentesca dedicata al SS. Sacramento.
Nel lato opposto al Municipio c'è un grosso edificio che ha le sembianze di un palazzo nobiliare del Cinquecento, mi dicono gli abitanti che è soprannominato "Grammatico" (ndr. nome che ricorda la celebre famiglia di giureconsulti, originaria di Aversa...). Al piano terra del palazzo che si affaccia alla piazza ci sono dei negozi. Al civico "10" c'è un Salone (Barbiere), al numero "11" una Beccheria, e al "12" un Caffè (Bar), poi una cantina. Più lontano da me, al civico "1", scorgo l'insegna della farmacia del Dott. Nardi Vincenzo. A fianco, al civico "2", sicuramente è una trattoria. Qui la pavimentazione stradale è tutta realizzata in pietrame di basalto vesuviano, ben squadrato, anche i pochi marciapiedi lo sono. Ci sono un sufficiente numero di fontanine pubbliche, mentre l'illuminazione stradale è stata da poco tempo resa elettrica, pur utilizzando le stesse mensole di ghisa dei vecchi lampioni a gas. Per strada incontro solo carri trainati da asini o da muli e alcuni calessini trainati da cavalli. C'è anche un servizio di vetture pubbliche che collegano il Villaggio al centro di Napoli.
Dirigendomi verso il fronte sinistro del palazzo Grammatico, a lato della sacrestia della chiesa, imbocco la stradina che si chiama "via del Salvatore". Al civico "8" c'è un altro Salone, al "12", la bottega di Cascella Donato (impianti), al civico "40" la proprietà di Santolo Tomo, mentre al civico "45" troviamo la "villa Cocle", (ndr.  ipotizziamo un possibile collegamento con il celebre cardinale Cocle, confessore di re Ferdinando I). Sul lato destro della strada insiste un terrapieno, contenuto da un alto muro in tufo che delimita il "giardino delle delizie" del palazzo Grammatico. 
Lungo la strada si notano "venelle" (ndr. in uso locale per indicare i vicoli) e case "a corte", edificate in maniera confusa, in un dedalo di viuzze. Incontro anche dei piccoli negozietti di genere alimentari e varie mercerie.
Ambientazione della Piazza di Piscinola all'anno 1913 (comp. S. Fioretto)
Proseguo e raggiungo via Napoli, una strada che è circondata da ampi orti e appezzamenti agricoli, ma si trova anch'essa sotto quota di campagna ed è interamente delimitata sui due lati da una cortina di alti e folti alberi di Platano. A sinistra, scorgo sulla stradina un caratteristico "passetto" di muratura (ndr. piccolo ponte), che collega un'abitazione con il proprio giardino prospiciente. A destra, verso meridione, c'è un piccolo strapiombo circolare che doveva essere una vecchia cava di estrazione della pozzolana e dei lapilli. Nella parte iniziale della strada c'è un enorme cantiere edile. Mi riferiscono gli operai del cantiere che stanno completando un nuovo asse stradale per Miano, che sarà inaugurato tra qualche mese. La strada consentirà, una volta completata, di collegare Piscinola alla "strada dei Canapi" che da Miano conduce ad Agnano; opera che renderà più agevole la vita ai contadini che portano la Canapa a macerare nel lago di Agnano.
Alla fine di via Napoli, sul lato sinistro, c'è una piccola edicola, stradale contenente un quadro antico della Madonna delle Grazie. Mi riferisce un abitante del luogo che qui esisteva, già nel Seicento, una piccola chiesa dedicata alla Madonna delle Grazie, della quale si sono perse le tracce nel corso dei secoli. Dopo l'edicola sacra, la strada prende il nome di Via Madonna delle Grazie, inutile dire che tutta la zona è una lussureggiante campagna. Lungo la strada, al numero "11", c'è la residenza della famiglia Campolongo: il dott. Almerindo e il barone Giovanni. 
Il ramo di strada che volge a meridione, è l'antica strada che un tempo, prima della costruzione di via Santa Maria a Cubito e via Miano, collegava i Villaggi di Piscinola e di Marianella, con il centro cittadino, attraversando il vecchio ponte di San Rocco. Sul lato sinistro c'è un'antica masseria, più avanti a destra, in una diramazione che conduce al Villaggio di Marianella, c'è la masseria "San Giovanni".
Proseguendo per via Marianella, trovo l'incrocio con via Vittorio Emanuele. Mi spiega un altro abitante che fino a pochi anni fa la strada era intitolata "via Risorgimento". 
Ad angolo della strada, sul lato sinistro, si erge un bel palazzo del Seicento, con una cappella privata: sono le proprietà del conte Piscicelli, ma un tempo erano i beni dei principi De Luna d'Aragona. Il palazzo ha il suo "giardino delle delizie", anch'esso delimitato con alte mura. L'accesso si trova sulla strada, per mezzo di un cancello con due pilastri sormontati da due specie di sfingi, che gli abitanti chiamano in maniera dispregiativa: "'e mamozi". Tra i civici "26" e "42" si apre la piccola piazza Vittorio Emanuele, con al centro il palazzo Don Carlos, sempre risalente al Seicento. Nell'edificio trova ospitalità anche un piccolo convento di suore. Nessuno mi ha saputo spiegare chi era questo "don Carlos" a cui è dedicato il palazzo...
Proseguo per via Vittorio Emanuele, strada anch'essa delimitata da un alto muro di contenimento del giardino Grammatico. E' la parte più popolare e più densamente abitata del villaggio. Anche qui un misto di "venelle" e case "a corte", edificate in maniera confusa con la presenza sulla strada di piccoli negozietti di generi alimentari e varie mercerie. Predominano nell'architettura le strutture murarie ad arco, i terrazzi a pergolato con tegole e le scale di muratura esterne, poggianti su ampi archi rampanti. Si incontrano, lungo la via, due vichi (ndr. qui detti "venelle"), denominati: Vico I e Vico II Risorgimento. Il primo vico non è comunicante.
Una scolaresca della vecchia scuola comunale di Piscinola (foto di V. Tomo)
Nel Vico II Risorgimento: nello stabile di proprietà di Della Corte Gennaro, al civico "28", c'è l'abitazione della signora Maiorano Teresa, levatrice condotta del Villaggio.
Riferisco sulle cose notabili incontrate lungo la strada: ai civici "40-41" (vico I Risorgimento), trovo la proprietà del principe Ferdinando Piscicelli, al civico "68" c'è il locale della "Società Cattolica del SS. Sacramento", e una bella edicola sacra raffigurante il "Cristo risorto", ai civici "70", "80" e "93" ben tre negozi di "Salone" (barbieri), al civico "81", si trova l'abitazione del prof. Cimaduomo Raffaele, insegnante della scuola locale, nonché la proprietà del sig. Orazio Cuozzo.  Al civico "92", c'è la sede della "Società Maria SS. Addolorata". Infine, al civico "95", si incontra un esercizio di "Sale e tabacchi", del titolare Miniero Emilio.
Arrivati in Piazza Municipio, al civico "2" c'è un calzolaio, mentre al civico "3" il locale della "Pia Unione del SS. Salvatore e S. Giuseppe". Dimenticavo di dire che chiedendo ad alcuni abitanti il nome della strada, mi hanno stranamente risposto: "Cape 'e coppe"! Considerando la quota di giacenza della strada, nel tratto iniziale da me percorso, leggermente più alta rispetto al contesto del Villaggio, si capisce chiaramente il motivo.
Mi porto ora in via del Plebiscito, la strada che porta fuori dal Villaggio, in direzione dei comuni di Mugnano e di Melito. Via Plebiscito è intersecata da diverse stradine e da "venelle". La prima strada a destra, dopo una chiesetta intitolata alla Madonna della Pietà, si chiama via Cupa Acquarola: è una stradina di campagna che si sviluppa per diversi chilometri, in leggero declivio, fino a raggiungere il Comune e la barriera doganale di Melito.  Anche qui domina una sterminata campagna, piena di alberi da frutta e costellata di pagliai: il luogo viene chiamato "'o Scampagnato" o semplicemente "Scampia". La strada è delimitata per l'intero suo sviluppo da alti alberi di noce. All'inizio della cupa incontro un ponte di mattoni rossi, con l'arco alquanto basso, è il ponte di attraversamento della ferrovia "Napoli Piedimonte d'Alife": la ferrovia è stata inaugurata la scorsa domenica!
Ritorno in via Plebiscito. A destra, al civico "26", c'è un importante palazzotto, che è la sede della scuola comunale femminile. Poco prima un altro interessante palazzo del Seicento. Continuando: al civico "8" c'è il negozio di un calzolaio, al civico "11", un esercizio di generi commestibili, al civico "12", un Salone (Vico II Plebiscito) e, al civico "25", la proprietà "Del Forno". Alla proprietà "Del Forno" si accede attraverso un curioso portale d'ingresso, a due ordini di archi. All'interno trovano ubicazione una masseria e un ampio fondo agricolo. Il fondo è famoso per il suo cultivar e per la selezione di varietà pregiate di pesche, conosciute a livello nazionale. Infine, al civico "27", c'è l'esercizio di un vinaio.
Nel vico I Plebiscito trovano sede alcuni locali, di proprietà del signor Marano Pasquale, che sono adibiti alla lavorazione della Canapa. Alcuni abitanti intervistati mi riferiscono che la strada viene da loro indicata con il nome di "Cape 'a Chianca", ma nessuno mi ha saputo spiegare bene l'origine del termine. Forse è stata la presenza perenne di una bottega di macellaio a caratterizzare il nome di questo posto, fin dal periodo dell'antico Casale; "Chianca", infatti, è il termine con cui i popolani indicano il negozio di vendita delle carni, ma questo non lo posso confermare con certezza...
Pervade per la strada, e qui in modo particolarmente forte, il profumo inebriante del pane, che è in cottura nei tanti forni dei cortili e, in maniera sparsa, anche l'odore fragrante di tortani, pastiere, pizze ripiene, pizze al pomodoro e taralli alla sugna.... Una goduria dell'olfatto! 
Altra strada che si dirama da via del Plebiscito è via Vigna a Piscinola; strada, anch'essa di campagna, che collega il Villaggio di Piscinola al Villaggio di Marianella, congiungendosi anche con vico II Risorgimento.
Percorro interamente via del Plebiscito e incontro un altro ponte della ferrovia, questa volta leggermente più alto rispetto al precedente. La strada cambia nome e si chiama via Cupa della Filanda. Giunti davanti alla masseria "Splendore", la strada percorsa si biforca in due vie: la prima, a destra, raggiunge Melito e la sua barriera doganale, passando davanti a un rudere in opus reticolatum, che deve essere sicuramente un residuato romano; la seconda via, a sinistra, dopo la masseria Filanda, si biforca ancora in due strade. La prima strada, a destra, raggiunge Mugnano e la sua barriera doganale, attraversando almeno tre masserie, mentre, la seconda, a sinistra, raggiunge il fondo "Nicolino" e porta anch'essa al comune di Mugnano, lambendo il territorio del Villaggio di Marianella. Anche qui ho visto diverse masserie, con stalle piene di bestiame.
Ritornando in piazza Municipio, esploro ora il lato est del Villaggio, quello che si affaccia al Villaggio di Miano.
Via Miano inizia nel punto dove si trova la farmacia del dott. Nardi, a lato del grande palazzo di proprietà Chiarolanza. Al civico "14" c'è la bottega del calzolaio Carluccio Gennaro, segue, al civico "18", la proprietà del sig. Gravino Gabriele, mentre al civico "25", c'è la proprietà del sig. Vincenzo Di Febbraro. 
Proseguendo verso il Villaggio di Miano, la strada cambia nome e diventa via Miano Piscinola. Dopo aver costeggiato la proprietà Montelungo, contraddistinta anch'essa da un alto e continuo muro di tufo, incontro, al civico "6", la villa Gentile, dove abita il dott. Algesiro Gentile. Anche in questa strada incontro molti caseggiati "a corte" e diverse antiche masserie, con i loro fondi agricoli. Le masserie sono tutte munite di stalle, cantine, forni, ampie aie, depositi per le derrate e capienti cisterne, che qui tutti chiamano "piscine". Forse c'è un collegamento storico tra il nome del Villaggio e la presenza qui particolarmente diffusa di queste "piscine"...
La strada è stata da me percorsa per intero, fino ai confini con Miano. A un certo punto essa si biforca: un lato, a destra, si impenna, passando davanti a una masseria (ndr: gli abitanti chiamano il luogo "ncoppa 'a massaria"), mentre il lato sinistro conduce verso due ponti, quello della Piedimonte e quello che sottopassa la via Miano e porta al cimitero comunale. Anche queste strade sono delimitate da una cortina di noci.
Per tornare indietro, salgo sul ponte della nuova ferrovia, prestando attenzione al treno che potrebbe sopraggiungere da un momento all'altro. Mi colpisce subito il colore bianchissimo delle brecce della massicciata e l'armamento dei binari e dei tralicci, tutti nuovi di zecca! I poderi attraversati dalla linea ferrata non sono recintati, e ogni tanto si incontra qualche attraversamento pedonale, contraddistinti da quattro blocchi di pietra calcarea bianca e da catene. Sto per giungere in stazione, quando sento il fischio del treno che sopraggiunge alle mie spalle, che mi invita a posizionarmi di lato ai binari, per lasciare libera la via. Non lo faccio ripetere due volte... 
Ed ecco che passa davanti a me, sferragliando, il convoglio del treno composto da una motrice e da due rimorchiate piene di viaggiatori. Alcuni adulti, ma anche bimbi, che sono affacciati ai finestrini, mi salutano con allegria. Il treno è in livrea verde scuro ed ha le casse dei vagoni in legno. E' nuovissimo, e luccicante... ed ha ancora sul frontale le bandierine tricolori messe per l'ìnaugurazione di domenica scorsa...!
Continuo il mio percorso a piedi, calcando brecce e traversine; intanto ammiro i campi seminati a grano, in fase di germoglio e le sterminate piantagioni di pesche, prugne e ciliege, che ora sono tutte in fiore. E' come osservare un dipinto della natura! Sono stupito dal contrasto che si crea tra i colori bianco e rosa dei fiori, l'azzurro terso del cielo e il nero scuro della terra e, in alcuni punti, anche con il giallo e il verde delle rape in fiore. Qualche contadino che incontro mi saluta con molto garbo e anche sorridente. 
Giungo in stazione. Fa subito bella mostra di sé l'elegante e semplice stazioncina della ferrovia, dipinta color giallo ocra, con il tetto in tegole marsigliesi rosse e la scritta di porcellana, blu lapislazzulo: "Piscinola", mentre sul lato dell'ingresso si legge: "Ferrovia Napoli Piedimonte d'Alife".
Incontro qualche viaggiatore, ansimante per la corsa, che impreca la sorte per la perdita del treno; adesso dovrà attendere almeno un'ora per prendere la prossima corsa... Altre persone, in attesa del treno, sono dedite a chiacchierare sulla banchina della stazione, un signore distinto chiede al capostazione alcune notizie di esercizio. Qualche bimbo corre e saltella sui binari, inseguito dalle impazienti loro mamme...
Ritorno finalmente in piazza Municipio, attraversando la stradina che costeggia il profumato giardino della stazione, pieno di rose e di fiori. Mi dicono che viene curato nei minimi dettagli dalla famiglia del capostazione; e si vede...!  
Prima di prepararmi per il viaggio di rientro, faccio tappa, alcuni minuti, al Caffè della piazzetta, per gustare un rosolio e una fragrante fettina di pastiera. Sono due prelibatezze preparate dal proprietario dell'esercizio. Presentandomi, la signora alla cassa mi ha invitato a ritornare per la prossima festa patronale del SS. Salvatore che, a suo dire, come ogni anno, farà parlare di sé tutto il circondario, per le belle luminarie artistiche e per i caratteristici fuochi pirotecnici, non senza assaggiare la succulente "zuppa di cozze", come loro sanno sapientemente preparare.... Ringrazio con riconoscenza la signora e saluto tutti.
Ore 13, termine della missione.
Viaggio di rientro in sede, nell'anno 2018, eseguito regolarmente, senza note particolari.
p.s.: Non aggiungo commenti di confronto con l'attualità, ma quel contesto bucolico l'ho apprezzato tanto...!
Firmato:  "Inviato Vicus" .
Salvatore Fioretto

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sabato 6 ottobre 2018

Il brig. Antimo Graziano: Vittima del Dovere...


In questo post intendiamo ricordare un servitore dello Stato, abitante del quartiere di Piscinola che, per il suo sacrificio, è stato riconosciuto "Vittima del Dovere": il brigadiere Antimo Graziano, caduto per mano della criminalità, a Piscinola, nell'anno 1982.
Antimo Graziano nacque a Bellona (CE), il 4 giugno del 1937. Si arruolò nel Corpo degli Agenti di Custodia (oggi Polizia Penitenziaria), e dopo un corso di formazione professionale fu assegnato con il grado di Brigadiere al servizio amministrativo - Ufficio Matricola - del Carcere di Poggioreale di Napoli. Fu lavoratore, padre e marito esemplare. Dal suo matrimonio ebbe due figlie. Fu ucciso in un attentato criminale, da parte di sconosciuti, il 14 settembre 1982, sotto casa, in via del Salvatore a Piscinola, mentre rientrava dal servizio in auto. Nel corso delle indagini emerse il chiaro stampo malavitoso dell'omicidio. 
Per descrivere la dinamica dell'accaduto, riportiamo quanto scritto dallo scrittore Raffaele Sardo nel suo libro, dal titolo: "Al di là della notte. Storie di vittime innocenti della criminalità" Edizione Tullio Pironti: 
"[...] 29 anni fa veniva ucciso Antimo Graziano Brigadiere Agenti di Custodia. Era martedì 14 settembre 1982, quando il Brigadiere degli Agenti di Custodia Antimo Graziano fu ucciso sotto casa a Piscinola, un quartiere alla periferia di Napoli nord.
Da sei anni dirigeva l'ufficio matricola nel carcere di Poggioreale.
Un ufficio importante dove erano decisi i trasferimenti, i permessi e la destinazione di ogni singolo detenuto quindi particolarmente sotto le attenzioni della malavita. Graziano una persona per bene, ligio al proprio dovere, era già stato minacciato. 
Gli arrivavano molti "consigli" interessati, ma lui non ha mai ceduto alle pressioni ed alle minacce. Il clima nel carcere era diventato pesante ed egli aveva deciso di ritirarsi in pensione. Non voleva rischiare la vita, come era accaduto ad altri suoi colleghi. Quel giorno il Sottufficiale terminò il turno di lavoro alle quattordici. Il tempo di riordinare l'ufficio, dare le consegne al suo collega e via, verso casa. 
Ma non sapeva che, proprio sotto casa, in via del Salvatore, nel popoloso quartiere di Piscinola, un sicario lo aspettava. Antimo arrivò una quarantina di minuti dopo aver ultimato il turno di lavoro. Il "killer" lo aspettò in un punto strategico in modo che la visuale fosse sempre la migliore. Il quartiere di Piscinola, circondato dagli affollatissimi quartieri di Scampia, Miano e Marianella, è un dedalo di vicoli. Quando il Brigadiere Graziano esce dal carcere di Poggioreale non ci sono molte auto per strada poiché il traffico è ridotto. Le staffette avvisano di averlo visto partire dal carcere a bordo della sua berlina, una FIAT 127. 
Imboccata via del Salvatore una strada in discesa che conduceva alla piazza principale di Piscinola, il Brigadiere Graziano, percorre qualche decina di metri e poi rallenta per svoltare nel portone della propria abitazione. Un sicario, a volto scoperto, si avvicina all'automobile, non gli dà il tempo di scendere. Spara ripetutamente contro Antimo Graziano con una pistola a tamburo. Il Sottufficiale colpito al viso, al collo ed al braccio si accascia sul volante. L'automobile, ormai senza guida, continua la marcia sulla strada in discesa finendo contro il muro di una chiesa. L'assassino si allontana velocemente, a piedi, lungo via del Salvatore, raggiungendo la piazza, dov'era ad attenderlo il complice. Subito dopo fuggono. Antimo Graziano, quarantacinque anni, in meno di un minuto muore davanti casa sua…".
Il Brigadiere Antimo Graziano è stato riconosciuto dal Ministero dell'Interno: "Vittima del Dovere", ai sensi della Legge 466 del 13-08-1980. Il Comune di Bellona gli ha intitolato una strada comunale.
Nel corridoio della Casa Circondariale di Poggioreale è affissa una lapide di marmo in memoria dei caduti dell'arma, sotto la quale si legge il suo nome nell'elenco di tutti i componenti delle guardie penitenziarie che sono morti per adempiere al proprio dovere:

  “Ai Caduti
della casa circondariale di Poggioreale
che, offrendo in olocausto la propria vita
al servizio della legge e contro la violenza,
sopravvivono nel nostro perenne ricordo
come fulgido esempio di coraggio
e dedizione al dovere.
Napoli 20.10.1986".

Un'altra lapide di dedica è stata apposta all'ingresso del carcere di Avellino.
La vicenda di Antimo Graziano è riportata anche nel "Dizionario Enciclopedico delle Mafie in Italia" edito da Castelvecchi, nel 2013.
Purtroppo l'episodio di Antimo Graziano è stato presto dimenticato nel nostro quartiere
A distanza di 36 anni dall'omicidio del brig. Graziano, all'inizio di quest'anno, un altro lavoratore, addetto alla sorveglianza e alla sicurezza della stazione della metropolitana di "Piscinola Scampia", la guardia giurata Francesco Della Corte, è caduto anche lui per adempiere al proprio dovere, vittima della microcriminalità minorile, fuori al piazzale della stazione.
Salvatore Fioretto 

sabato 29 settembre 2018

Echi di cronaca... dalla Storia!

Come da una cronaca senza tempo, ecco alcune notizie e curiosità riguardanti i casali di Piscinola, Miano, Marianella e altre località dei dintorni, catturate nel corso dello spulcio di notizie e testimonianze scritte in "diurnali" e nelle varie narrazioni storiche del Regno di diversi secoli fa. Ne abbiamo prese, a caso, alcune rappresentative, a partire dall'anno 1616. Singolare è la testimonianza del tumulto popolare degli abitanti di Piscinola e Melito, a causa delle nuove tasse (anno 1866)...

Dalla raccolta "Narrazioni e documenti sulla storia del Regno di Napoli dall'anno 1522 al 1667", libro edito nell'anno 1846, relativamente alle cronache degli anni 1616-17, si legge:
(Settembre Anno 1616) "Mercoldi mattino, fu preso un bandito nel casale di Piscinola, vicino Napoli, chiamato Antonio Mazza; il quale aveva ammazzato un giovane sbarbato (creato di Fabrizio Acciapaccia, uno delli cavalieri di buon tempo, e della prima classe delli sindacatori delli fatti altrui, nel gran cortile di Federigo Tomacello, ove il giorno si fa la numerosa raccolta. A questo Antonio, perchè si aveva lasciato intendere di voler uccidere anco il detto Fabrizio, egli l'aveva posta una taglia di cento scudi: il quale denaro è stato cagione che fosse preso."
Gli "Acciapaccia" erano una famosa famiglia nobile napoletana, ascritta al Sedile di Portanova; in precedenza erano stati detentori di un sedile tutto proprio, appunto quello degli "Acciapaccia".

(Anno 1617) "Questa settimana si sono presi molti tagliatori di monete, delli quali questa città è piena; e con essi alcune donne, ed un prete dentro la chiesa dell'Arcivescovado; il quale era parrocchiano del Casale di Miano; e di questi due donne e due uomini erano fuggiti da Roma, dove i compagni furono per il medesimo delitto impiccati.

(Anno 1617) Sabato 26. "Essendo venuti i sindaci di Giugliano a querelarsi con S. E. perché Don Carlo Carafa con la sua compagnia di cavalli, che jeri era alloggiata, l'aveva con un capestro alla gola strascinata per terra. S. E. se lo fe' chiamare, e con una severa reprensione li disse, se andasse a governare le galline, perché non sapeva governare soldati; e lo sospese dalla compagnia.

(Anno 1866). Dal giornale "Il Veridico" - volumi 5-6, pagina 24: "Nel di 29 dell'ora scorso mese in Melito e Piscinola, paese poco lungi da Napoli, il popolo si mise a tumulto a cagion delle tasse, non poca fatica ci volle per calmare il furore, massime nel primo del citato paese. L'ordine rientrò solo quando quei cittadini furono assicurati dal Sindaco e dal Ricevitore, che non gli avrebbero fatto pagare le tasse".


(Anno 1882). Dagli "Atti del Regio Istituto d'Incoraggiamento di Napoli" - Vol. 34-36 pagina 3 -
[...] "Questo morbo, affatto esotico e non conosciuto nel nostro paese, è di grave pericolo, portando ordinariamente la morte dell'individuo, che si ciba della carne che n'è infetta.[...]
SEZIONI - A ciascun veterinario è assegnato, mese per mese, un servizio quotidiano di una o più sezioni, per visitare le grotte, le beccherie, i mercati, i luoghi di deposito, e di vendita all'ingrosso e al minuto, di tutti i generi commestibili del regno animale, per sequestrare e distruggere quelli che si trovassero alterati, corrotti e in istato  di incipiente putrefazione, a norma dell'art. 29 della legge sulla Sanità Pubblica.
VILLAGGI - Un veterinario è incaricato di prestare un simile servizio nei villaggi Vomero -- Fuorigrotta - Posillipo - Miano -- Piscinola e Marianella, e di rapportare immediatamente su tutto ciò che vi si verifica giornalmente in questo ramo di servizio." (La notizia si riferisce a un'epidemia ancora non identificata).

(Anno 1897). Dal periodico "Notizia Internazionale d'Igiene" Pagina 296-297
[...] "Intanto, il Sindaco mentre teneva informato con nota il Prefetto
della Provincia, acciò la razzia dei cani vaganti si facesse contemporaneamente nel resto della Provincia, resultando che i primi casi di morsicatura e di vera idrofobia si erano avverati nei villaggi del Vomero e di Piscinola - ordinava a tutti i proprietari di cani di munirli di musoliera, volendoli tenere nei cortili o per via, e di avvertire l'autorità di ogni caso di cane od altro animale domestico che presentassero (dei sintomi) [...].
(La notizia si riferisce a casi di Rabbia canina).  

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Il dott. R. Serafino del nostro ufficio d'Igiene (Statistica medica) a sua volta mi riferiva che sopra 7 persone morte di rabbia in Napoli dal giugno a tutto settembre 1892, 3 provenivano da Afragola, Portici e Marigliano, 1 da Santa Maria di Capua, 1 fu morsicata in città e 2 nel villaggio di Piscinola. Il Dott. Zagari ebbe notizia di 2 altri morti di rabbia nella provincia di Napoli. [...]".
Salvatore Fioretto