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"All’inizio dell’estate, quando il tempo era
bello e afoso e soprattutto quando in campagna non c’era molto da lavorare, i
giovani piscinolesi organizzavano, insieme ad amici e conoscenti, una gita in
bicicletta al santuario di Montevergine.
Questo santuario, dopo quello di Pompei,
rappresentava la meta più ambita a quei tempi dalla gioventù piscinolese. Vi si
poteva trascorrere qualche giorno spensierato, dopo le fatiche di un intero
anno trascorso nei campi. Il viaggio era organizzato rigorosamente in
bicicletta!
Giovani dell'Associazione catt. "Madonna di Loreto" in vico Operai a Piscinola, anni '50 |
Si partiva il pomeriggio di un giorno infrasettimanale,
quasi sempre il venerdì e si percorreva la strada Statale “Nola–Avellino”. Gli
anziani di oggi ricordano ancora con “timore” la fatica che si doveva sostenere
allora per superare la salita di Monteforte, considerando anche la qualità
scadente delle bici di cui si disponeva.
La sera si giungeva in un ostello o anche “affittacamere”
di Ospedaletto, località posta in vicinanza della cittadina di Mercogliano.
Inutile dire che essi vi giungevano molto stanchi e sudati. Dopo una cena
frugale, si andava a dormire presto.
All’alba, verso le ore quattro, i giovani
pellegrini riprendevano il viaggio, affrontando i ripidi e tortuosi sentieri
della montagna del Partenio. Verso mezzogiorno si giungeva al Santuario della
Madonna e si partecipava alla celebrazione eucaristica.
Dopo aver fatto delle offerte al Santuario,
portando anche tutte le preghiere e le offerte affidate dai parenti e dai
conoscenti, si provvedeva a fare la “provvista” di castagne secche (castagne d’ ’o monaco), di torrone e di
nocciole. Non mancavano le altre leccornie, che venivano anche regalate come “souvenier”
alle anziane mamme, alle fidanzate e ai nipotini. Non dovevano mancare
naturalmente i ricordi del Santuario, che riportavano l’immagine miracolosa
della Madonna di Montevergine.
Nella stessa serata si faceva ritorno a casa,
naturalmente sempre molto stanchi, ma accolti tra il giubilo dei familiari,
rimasti ad attenderli con trepidazione ed ansia.
Spesso si organizzavano anche gite
collettive per Montevergine, a cui partecipavano intere famiglie. Si
noleggiavano, nei primi tempi carri e solo, più recentemente, automobili
capienti e decappottabili, che per l’occasione erano addobbate a festa, con
fiori e mostrini colorati. Alla partenza si ricevevano gli applausi dai
viandanti e dalle persone affacciate ai balconi. A volte si facevano esplodere
dei mortaretti per augurare loro buon viaggio! "
Salvatore Fioretto
Nella foto degli anni '50 si riconoscono tanti giovani di Piscinola, tra i quali il pugile Agostino Cossia |
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