Un tempo, quando era l'unico napoletano certo ad essere stato acclamato santo, si usava per indicarlo proferire il detto: "Il più santo tra i napoletani e il più napoletano tra i santi", ebbene Sant'Alfonso ha un altro primato imbattuto, è stato il santo ad essere nominato compatrono della città di Napoli in tempo rapidissimo, avvenne infatti l'anno seguente alla sua canonizzazione, nel 1840.
Potrebbe apparire una notizia inverosimile, ma chi promosse e incoraggiò questo riconoscimento fu proprio il Comune di Napoli, nella persona del sindaco dell'epoca, il duca Nazario Sanfelice, il quale, oltre a fornire un cospicuo contributo per le spese occorrenti al processo canonico, a canonizzazione avvenuta, si fece carico, come capo dell'amministrazione comunale, di realizzare una pesante statua d'argento con l'immagine del santo, cesellata e abbellita con gemme, per essere depositata nella Cappella del Tesoro di San Gennaro, secondo l'antichissima tradizione napoletana.
Tradizione antica questa, che dal lontano XVI secolo ha visto aumentare fino ad oggi in maniera rilevante il numero dei santi compatroni della città, scelte spesso scaturite dalla crescente richiesta di protezione contro le numerose calamità e necessità materiali che affliggevano il popolo, ma anche per una sorta di prestigio tra le famiglie nobili o tra le confraternite e gli ordini monastici a cui un dato santo era legato. Nessuna città al mondo ha quindi un così alto numero di santi protettori: ad oggi i santi compatroni della città assommano a ben cinquantatré, con le rispettive statue d'argento conservate nella splendida Cappella interna al Duomo e portate in processione nel mese di maggio (dal conto sono esclusi San Gennaro e l'Immacolata); l'ultima ad essere ammessa è stata santa Giovanna Antida Thouret, alcuni anni fa.
La statua di Sant'Alfonso fu fusa e cesellata dal famoso argentiere napoletano Gennaro Russo, maestro attivo tra il 1832 e il 1860, che fu autore di molte opere d'arte in argento, oltre ai busti di santi anche di artistici ostensori e di altri oggetti sacri, conservati in tutta la Regione, da Salerno all'isola d'Ischia. C'è da precisare che il panneggio della statua di Sant'Alfonso è in lamina d'argento incisa a sbalzo, mentre la testa e le mani sono ottenute per fusione, da stampo.
Il mensile "S. Alfonso" |
La statua di Sant'Alfonso fu fusa e cesellata dal famoso argentiere napoletano Gennaro Russo, maestro attivo tra il 1832 e il 1860, che fu autore di molte opere d'arte in argento, oltre ai busti di santi anche di artistici ostensori e di altri oggetti sacri, conservati in tutta la Regione, da Salerno all'isola d'Ischia. C'è da precisare che il panneggio della statua di Sant'Alfonso è in lamina d'argento incisa a sbalzo, mentre la testa e le mani sono ottenute per fusione, da stampo.
Ecco una sintesi della storia dell'evento, raccolta da un articolo pubblicato nel periodico mensile: "Sant'Alfonso", dal titolo "Sant'Alfonso compatrono di Napoli", scritto da Oreste Gregorio:
Statua d'argento di Sant'Alfonso nella Real Cappella del Tesoro di S. Gennaro |
Il 2 luglio in un'adunanza municipale il Sindaco Nazario Sanfelice, Duca di Bagnoli, presentò la mozione «Se sant'Alfonso de Liguori appartener debba o no alla classe de' santi Patroni».
La discussione
civica fu brevissima: nessuno sollevò opposizione.
Immagine di Sant'Alfonso nel convento di Marianella |
I Decurioni stimando un onore grande per Napoli la santifìcazione di un sì illustre concittadino, deliberarono «dichiararsi sant'Alfonso de Liguori Padrone della città» con l'offerta di 60 ducati annui nella consegna della sua statua alla real cappella di san Gennaro.
Il 23 marzo del 1840
il predetto Sindaco per sollecitare la pratica avviata notificava alla
Deputazione del Tesoro di San Gennaro il regio rescritto ricevuto
dall'Intendente della Provincia di Napoli: «Sulle premure di Mons. Arcivescovo di Patrasso che a nome della Congregazione del SS. Redentore chiedeva che sant'Alfonso de
Liguori fondatore dell'anzidetta Congregazione fosse annoverato fra i santi
Patroni di questa città, Sua Maestà nel consiglio ordinario di Stato de'
2 correnti si è degnato impartirvi la sua approvazione. Nel real nome glielo
partecipo per l'uso di risulta. Napoli 4 marzo 1840. N. Santangelo».
La piazza di Marianella e il convento con la casa Natale di Sant'Alfonso |
Previa una deliberazione del 19 luglio, il Sindaco Sanfelice si recava con i componenti del Decurionato al palazzo arcivescovile per concordare le formalità consuete e coronare col rito religioso l'attesa della cittadinanza.Il 8 agosto l'Em.mo Caracciolo comunicava al Presidente della Cappella del tesoro di san Gennaro: «Dovendo aver luogo nel dì 24 del corrente mese la processione dei glorioso sant'Alfonso M. de Liguoro già dichiarato Protettore di questa città giusto il rescritto pontificio del 18 maggio corrente anno ho l'onore riferirle in riscontro al suo foglio del 13 dell'andante che in quanto al trasferimento della statua dalla propria chiesa nella cappella di san Gennaro io approvo, e do il mio consenso a quanto si desidera disporre da cotesta real Deputazione; serbandosi però lo stesso metodo che fu praticato negli anni scorsi per gl'ultimi Santi eletti a Padroni, senza veruna menoma alterazione. La prevengo intervenire anch'io in detto accompagnamento fin dentro al tesoro.
Sant'Alfonso in età giovanile, dipinto celebrativo |
Attraversate le principali strade, assiepate di popolo festante, raggiunse la cattedrale. I cerimonieri metropolitani registrarono la data della ratifica dell'istrumento avvenuta il 24 agosto 1840: «Sant'Alfonso M. de Liguori dichiarato Compatrono di Napoli. Solenne processione con la partecipazione della nobiltà, delle autorità militari e di molto popolo. Sua Eminenza in duomo: firma l'istrumento alla presenza dell'Ecc.mo corpo di città. La statua entra nella cappella di san Gennaro».
Per tal via il
24 agosto 1840 sant'Alfonso nel suo busto argenteo entrò nel consesso dei
Patroni raccolti nella prodigiosa Cappella di San Gennaro, meta tuttora dei
pellegrini di ogni nazione.
[...]
[...]
Nella settimana nazionale di aggiornamento pastorale
svolta a Pompei nel 1959 l'Em.mo Card. Castaldo, fragrante di amore per
sant'Alfonso, lo propose all'assemblea quale Patrono del centro di
orientamento: i congressisti vi aderirono con cordiali applausi, sapendo con
quale intensa azione il Liguori visse le sue 4700 giornate episcopali e fece
della piccola circoscrizione ecclesiastica di Sant'Agata dei Goti una
diocesi pilota.
Né sfuggì ai napoletani il bicentenario della promozione di sant'Alfonso
a vescovo (1762-1962): gli dedicarono una campana del tempio mariano di
Capodimonte e una settimana liturgica nella parrocchia dei Vergini, dov'era stato battezzato.
La statua d'argento portata in processione a Santa Chiara |
[...]
[...]
Scena della predizione della santità di Alfonso, da parte di San Francesco Geronimo (Dipinto conservato nella cappella del convento di Marianella) |
Conclusione:
Il Card. Alfonso
Capecelatro, uno dei biografi più celebrati del Santo, il 19 giugno 1896
scriveva ai giovani di un circolo romano: «Io credo che voi, studiando
profondamente, come solete fare, le storie del reame di Napoli nel secolo
XVIII, ci troverete dentro, benché gli scrittori non lo nominino, assai spesso
Alfonso de Liguori, e l'efficacia grande della sua pietà, della sua dottrina, de'
suoi libri e del suo apostolato non solo religioso, ma altresì civile.
Soprattutto troverete il Liguori, fiammeggiante d'amore fraterno, sempre a lato
del popolo minuto, che lo consola, lo istruisce, lo mansuefà, lo rende migliore, lo eleva a
pensieri e desideri nobilissimi. Nelle strette
attinenze tra il Liguori e il popolo napoletano noi potremmo leggere
chiaramente la natura particolare di questo popolo tanto immaginoso,
scioperatamente lieto, acuto nel giudicare, e ricco di fede, di cuore e di
bonomia. Il popolo napoletano tenne sempre sant'Alfonso come un amico suo
dilettissimo, e quasi come un altro popolano» .
[...]
[...]
Salvatore Fioretto
In occasione della ricorrenza del giorno natale in terra di Sant'Alfonso M. de Liguori, che avvenne a Marianella, il 27 settembre 1696, la redazione di Piscinolablog porge gli auguri a tutta Marianella e all'intero territorio dell'Area Nord di Napoli.
(Tutti i diritti per la pubblicazione dei testi del blog sono riservati agli autori, ai sensi della legislazione vigente).
N.B.: Le foto riportate in questo post sono state liberamente ricavate da alcuni siti web, ove erano pubblicate. Esse sono state inserite in questa pagina di storia della città, unicamente per la libera divulgazione della cultura, senza alcun secondo fine o scopo di lucro.
In occasione della ricorrenza del giorno natale in terra di Sant'Alfonso M. de Liguori, che avvenne a Marianella, il 27 settembre 1696, la redazione di Piscinolablog porge gli auguri a tutta Marianella e all'intero territorio dell'Area Nord di Napoli.
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