Caro Salvatore,
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Scorcio di Piscinola, con temporale in arrivo, foto di De Simone, 2013
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riprendo il filo del
nostro discorrere su Piscinola antica, parto dal post del "Capo 'a Chianca", recentemente pubblicato, per farti partecipe di alcuni ricordi della strada dove ho vissuto. Oltre ai
negozi e botteghe che tu hai citato nel post, dopo la salumeria Biancardi,
c'era Peppe d''e bombole.
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Cappella palazzo Fioretto, foto S. Fioretto
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Peppe per una vita ha portato bombole, prima
con il motom poi con la lambretta, lo si può ancora
incontrare presso il negozio del figlio (cellulari e altro) o presso Agostino 'o
cavuciajuolo (negozio di ferramenta al n. 21), quest'ultimo un altro
negozio storico, prima tenuto dal padre Vincenzo (stesso soprannome). Più
avanti ancora c'era un piccolo negozio di alimentari tenuto da una mia
zia, la cui attività rilevante, però, era fare il pane nel forno che c'era nel
nostro cortile (credo che era uno dei pochi ancora usati allo scopo), il marito
poi lo portava tutte le mattine in quasi tutte le masserie, anche lui con un motom
provvisto di un cassone.
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Edificio T. Tasso e via del Plebiscito, 1981, foto Enzo
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Pasqualino (detto della
Lavanderia) abita vicino alla famiglia Fioretto (ex abitanti
della Masseria Spendore) e alla signora Teresa vedova D'Avolio, una
volta abitante nell'altra masseria che si chiamava "masseria
Filanda", situata 200 mt dopo la "masseria Spendore", sulla via
Perillo e cupa del Cane. Il soprannome dei due fratelli che abitavano la
"masseria Filanda" con le rispettive famiglie , era "'e Lupicielli".
La cantina di Di Guida (Peppe 'o cantiniero) vendeva anche vino
"Mondragone", varietà di vino più pregiata e anche più caro del vino
nostrano.
All'interno del giardino aveva 2 o 3 piste da bocce molto praticate,
specie nella bella stagione, dove la sera ci si giocava da bere. Fuori sostava
il carrettino a mano di "Pascale ‘ra trippa" bello e pulito. Soleva
cuocere le frattaglie nell'ultimo cortile situato verso la via G. Antonio
Campano dove abitava. Andava per campagne a raccogliere rami di nocciolo,
foglie di fico e altro con cui fare il "letto verde", su cui esporre
la trippa e il pere 'e musso e per addobbare il carrettino.
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Consegna della posta in una masseria di Piscinola, foto De Stefano
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Durante
l'inverno faceva altri lavori, tra l'altro lo chiamavano per l'uccisione e
lavorazione del maiale (da ragazzo l'ho avuto qualche volta come maestro nella
preparazione dei salami e salatura di prosciutto e pancette).
Io ero cliente di Luciella d''e caramelle. Appena avevo 5 o 10
lire andavo da lei a comprarne alcune (le caramelle erano sfuse e
costavano una lira l'una).
L'Associazione "San
Vincenzo Ferreri" era un locale piccolo dove la sera alcuni tavolini
ospitavano molte persone che si giocavano a carte un bicchiere di vino, sotto
lo sguardo del santo.
Il vico Secondo del
Plebiscito comunicava, attraverso l'ultimo cortile, con un altro cortile ,
detto dei "Maricella" che dava su via Dietro la Vigna. Noi
ragazzini usavano quel passaggio nel giocare a nascondino. I "Maricella",
che erano anche loro coltivatori, avevano comprato delle macchine per "smallare"
le noci, cosicché nel periodo della raccolta delle noci, dal pomeriggio a sera
tardi c'era un via vai di carretti, Ape e altro, che in coda
aspettavano il loro turno per la pulitura delle noci. Tutt'intorno e per tutto
il periodo rimaneva il forte odore del mallo.
L'arco di tufo delle foto che immetteva nella strada poderale dove, passati i
binari della Piedimonte, iniziava la proprietà Del Forno e portava alla casa di
"Peppe 'o guardiano". Qualche volta sono andato a portagli
"ammasciate" di mio padre se poteva venire a fare una
giornata di lavoro da noi. Peppe oltre a essere guardiano del fondo e
coltivarne una parte, si offriva a fare giornate per i lavori di zappatura.
Qui termino con i miei
ricordi.
Però voglio porti alcune
domande: fermo restando il grande, lodevole e appassionato lavoro tuo di
ricerca e conservazione della memoria, mi sembra che manchino dei pezzi per
carenza delle fonti. Mi spiego. Tu stesso ammetti che non ci sono molte
informazioni e documenti (foto ecc.) per quanto riguarda le masserie del
Perillo.
Io stesso che ne ho frequentate alcune non ho altro che i ricordi
di cui ti ho detto, eppure in quelle masserie si sono svolti matrimoni, feste
ecc. che sono state oggetto di pur rare foto, che i contadini erano usi farsi
fare. Nelle tue ricerche hai provato a percorrere questa strada? Dico questo
perché a Vittuone, dove vivo e nel paese vicino, hanno creato due pagine in
Facebook, che si intitolano: "Vittuone... com'era" e "Sedriano,
arte cultura storia", che avvalendosi del contributo di singoli soci
iscritti, hanno raccolto non poco materiale del tipo che ti dicevo e a
ricostruire dei pezzi di memoria, sicuramente meno professionale, ma molto
sociale.
Il nostro trascorso di
ragazzi, a parte la scuola, si svolgeva nelle vie dove vivevamo e nelle
campagne frequentate. Giocoforza avevamo una visione parziale del tutto e anche
i nostri ricordi sono rimasti così. Sicuramente vale per chi poi è andato via,
ma sono certo che in parte è così per tutti.
Conosco bene "'o
Capa 'a Chianca" meno Abbascio Miano, poco "'O Vico
'a Pagliaro", un pò di più “'O Capo 'e Coppa” (perchè
frequentavo la casa di mio cugino nel cortile di "Guglielmo 'o vuttaro").
Quindi ognuno di noi è depositario di ricordi comuni ma ancor più di ricordi
particolari, da qui la necessità/possibilità di un racconto più allargato.
Quanti ricordano
(esistono foto?) che per anni nella zona tra via Dietro la Vigna e le prime
palazzine popolari di Marianella c'è stata una campagna disboscata diventata
territorio di partite a calcio e altri giochi. Un periodo alcuni giovani avevano
appassionato numerosi ragazzi al gioco del Baseball, che nessuno
allora conosceva. Quanti ricordano “'e Muntagnelle”, mi pare che nella
zona di via Napoli vi fosse un'area omonima interessata da una storia simile a
quella ricordata sopra.
Lo stesso vale per la
zona che dalla stazione della Piedimonte andava fino a Scampia. Sembra
che le foto dello scempio non esistono. Possibile che non si può raccontare
quella storia con immagini come quelle delle periferie romane?
Caro Salvatore l'ho fatta
lunga, mi accorgo che si è fatto tardi, spero di non avrerti tediato.
Ti auguro la buona notte.
Vincenzo Capuozzo
Innanzitutto,
ringrazio calorosamente il caro amico Vincenzo, per il bel messaggio
che mi ha trasmesso, e per il bel racconto contenuto. Ringrazio anche
per le belle parole di apprezzamento ricevute al lavoro svolto per
"Piscinolablog". In merito all'ultima parte dello scritto, ossia alle
domande poste, posso rispondere così: Per quanto riguarda la
ricerca/raccolta della documentazione fotografica, ho iniziato a cercare
da almeno 18 anni a questa parte, da quando organizzammo la prima
mostra-evento del "Museo del ricordo di Piscinola e Marianella",
all'interno della stazione della metropolitana di Piscinola (autunno
2003/2004). In quella circostanza, io stesso curai la parte grafica e
storica e ho accuratamente conservato le foto raccolte (scan), perchè in
quella circostanza, grazie al contributo di associazioni, uomini di
cultura, scrittori, artisti vari, amministratori politici e tantissimi
anziani e cittadini comuni, tutti si sentirono di contribuire, per
quanto potevano, con impegno e aggiungo con passione, alla raccolta del
materiale disperso. Fu veramente un bel evento.
Negli
anni che seguirono, avvertendo la necessità di ampliare il raggio di
raccolta, perché comunque il materiale non era tanto numeroso, e
sfruttando i nuovi "social", che intanto si andavano affermando, pensai
di fondare il gruppo Facebook di "Noi e Piscinola" (anno 2011), che,
nella fase iniziale, grazie al lodevole contributo di diversi amici e,
soprattutto, grazie a una vasta
platea di aderenti al gruppo, si ebbe un significativo apporto di
documentazione fotografica/storica su Piscinola e anche tante
testimonianze. Ma è stato un certo senso una meteora che si è subito
spenta, perché, dopo i primi anni di proficua attività, il gruppo FB ha
abbandonato una parte di quelli che erano i caratteri e gli scopi della
fondazione, anche perché cominciavano a non essere più frequenti gli
argomenti di discussione a tema (foto e ricordi storici). Negli anni
seguenti ho continuato, per conto mio, con le ricerche in biblioteche,
presso gli archivi fotografici, e presso altri luoghi e centri di
ricerca, anche se il risultato è stato pur sempre modesto, almeno per
quanto concerne le foto raccolte. Nella stessa pagina di facebook di
"Amici di Piscinolablog", da me successivamente fondata (anno 2014),
allo scopo di divulgare gli scritti del mio blog, ho fatto diversi e
numerosi appelli, affinchè le persone che fossero
in possesso di materiali di interesse storico e fotografico su
Piscinola, li mettessero a disposizione per eseguire copie e
scannerizzazioni da archiviare e conservare, ma il risultato, a
tutt'oggi, è stato un po' deludente.
Diciamo
che ci scontriamo anche di fronte a una mentalità un po' conservativa
delle persone, che hanno anche un pizzico di diffidenza e, poi, c'è il
discorso della privacy, perché molte foto che ritraggono scorci di
luoghi, edifici e larghi, comprendono spesso la presenza di persone, che
non condividono che vengano divulgate. Questa è un po' la cronistoria
di quanto ho potuto fare fino ad oggi. Non è moltissimo, ma nemmeno un
impegno trascurabile.
Per
quanto riguarda, invece, la domanda sulle "muntagnelle" di via Napoli,
segnalo che l'argomento è stato trattato anni fa dall'amico Massimo de
Stefano e si trova cercando in "Piscinolablog". Ecco il link:
... 'e Muntagnelle...! di Massimo de Stefano.
Ringrazio, ancora di cuore, l'amico Vincenzo, e lo invito a continuare con la sua preziosa collaborazione al blog.
Salvatore Fioretto