Tornei Ippici al Campo di Marte, disegni da riviste |
Con l'avvento delle prime esplorazioni in mongolfiera, a partire dalla metà dell'ottocento, divenne il campo dove avvenivano le cerimonie di partenza dei temerari piloti, che usavano questi mezzi considerati avveneristici per quell'epoca; addirittura si esibì anche una donna pilota di origini parigine, tale Marie Madaleine Blanchard. Ma su Campo di Marte ritorneremo presto con un altro racconto...
Qualche decennio dopo, siamo nel 1910-14, fu la volta degli aeroplani, anche se ancora nella fase sperimentale... Qui fu realizzato il primo aeroscalo militare cittadino, organizzato dall'Aviazione dell'Esercito, ovviamente avente dimensioni molto contenute rispetto alla struttura odierna che, come è noto, è stato intitolato a Ugo Niutta, pilota sottotenente napoletano, caduto in missione nel 1916 e insignito della medaglia d'oro.
Facciata e ingresso principale dell'Accademia di Capodichino |
Foto di gruppo di pionieri del volo, anni '10 |
Anni dopo, a Capodichino, furono realizzati anche degli apposti hangar per ricoverare alcuni dirigibili dell'aviazione.
Nel 1925, con la fondazione della Regia Aeronautica Militare, il vecchio Campo di Marte fu interamente destinato a essere l'aeroscalo militare napoletano, che fu organizzato secondo tecniche e con strutture avveneristiche per l'epoca.
Le autorità visitano i nuovi hangar di Capodichino |
Intanto si iniziò a parlare della necessità di realizzare una nuova e prestigiosa sede per l'Accademia Aeronautica, per formare ufficiali e sottoufficiali. La decisione finale destinò Napoli a esserne la novella sede, con l'ubicazione stabilita su un'area a lato all'aeroporto di Capodichino.
La prima pietra dell'edificio dell'Accademia fu posata il 28 giugno del 1925; a rappresentare il governo italiano fu il sottosegretario all'areonautica gen. Borzani. Si registrò per l'occasione la presenza delle più importanti autorità del tempo; la cerimonia ebbe la benedizione del vescovo D'Alessio.
Foto della cerimonia di posa della prima pietra, anno 1925 |
I numeri della struttura progettata erano notevoli... per descrivere l'edificio prenderò in prestito l'articolo pubblicato su "Il Mezzogiorno" del 26-27 giugno 1925:
I vari fabbricati della R. Accademia Aeronautica sorgeranno su una zona di terreno di circa 300 x 350 m di superficie e saranno:
a) Accademia propriamente detta,
b) Una palazzina per l'alloggio del Comandante della R. Accademia,
c) Una palazzina per l'alloggio degli ufficiali istruttori
d) L'infermeria con annesso padiglione per isolamento
e) Una casermetta per gli avieri comandati in servizio presso l'Accademia
f) Scuderia e garage
g) Servizio di guardia
h) Alloggio per il guardiano
Detta zona di terreno trovasi nella strada comunale Capodichino-Poggioreale che confina con il campo d'aviazione di Capodichino e con il deposito della Società delle tramvie provinciali Napoli Aversa [...]
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-150 allievi (accademia - 3 corsi)
-100 aspiranti (integrazione - 2 corsi)
-25 ufficiali (scuola di perfezionamento - 1 corso).
Inoltre lo stesso edificio sarebbe stato in grado di ospitare almeno 120 ufficiali partecipanti ai "corsi superiori" di un anno, che non prevedevano l'alloggio per gli allievi, ma solo l'utilizzo delle aule didattiche e della mensa.
Inoltre lo stesso edificio sarebbe stato in grado di ospitare almeno 120 ufficiali partecipanti ai "corsi superiori" di un anno, che non prevedevano l'alloggio per gli allievi, ma solo l'utilizzo delle aule didattiche e della mensa.
Ingresso su piazza Capodichino (ancora esistente) |
La distribuzione degli ambienti, così come pensata, doveva essere pressappoco questa:
Piano terra rialzato: sala d'aspetto, parlatorio per gli allievi, sala convegni,, mensa biblioteca e sala scrittura per gli ufficiali, la cappella, due locali per la visita medica, quattro sale per la ricreazione, reparto alloggi sottoufficiali, un refettorio per allievi, sala per la radiotelegrafia, radiotelefonia e segnalazioni; l'armeria, il museo, gli uffici del comando e altri ambienti.
Scalone centrale dell'Accademia di Capodichino |
Piano secondo: aule di studio, magazzini, le camere da letto degli ufficiali e sottoufficiali di sorveglianza, i dormitori di 150 allievi, gli alloggi degli ufficiali addetti all'Accademia e altri locali.
Piano seminterrato: celle di punizione, cucina per gli allievi, officina e sala motori, palestra, scherma, stireria e deposito biancheria pulita.
Esercitazioni militari nel cortile interno all'Accademia |
La costruzione del bel edificio, con la facciata in stile neoclassico, andò per le lunghe e superò le più rosee aspettative, perdurando fino al 1929. L'edificio di Capodichino fu progettato da Armando Brasini, nato a Roma nel 1880, che ebbe a sviluppare in Italia altri importanti progetti di caserme.
Sulla facciata si aprivano tre portoni di ingresso, dai quali si poteva accedere a un vasto androne.
Durante il perdurare della costruzione dell'edificio di Capodichino, i corsi di ufficiali e sottoufficiali si tenevano ancora nella sede dell'Accademia di Livorno, dove la situazione iniziò a diventare insostenibile, perché negli stessi locali dell'Accademia livornese erano tenuti sia i corsi per allievi ufficiali della Marina e sia per quelli dell'Aeronautica.
Nell'anno accademico 1927-28 la sede dei corsi per ufficiali e sottufficiali della Regia Areonautica, fu spostata a Caserta: si disse provvisoriamente... (sic!), per consentire il completamento di Capodichino.
Foto di gruppo di avieri sottoufficiali, anno 1935 |
Napoli e Capodichino ebbero quindi la magra consolazione, a partire dal 1929, di ospitare la scuola di radioelettricisti. Dal 1930 l'insediamento assunse poi la denominazione di "Distaccamento della Scuola Specialisti Arma Aeronautica di Capua".
La struttura di Capodichino iniziò di lì in poi ad ospitare i corsi di allievi specialisti dell'Aeronautica, garantendo la capienza fino a 275 allievi, per ciascun anno accademico.
Parata militare di avieri davanti all'ingresso principale dell'Accademia |
Quello che si vede oggi, osservando il lato d'ingresso dell'aeroporto militare, sul corso gen. Umberto Maddalena, rappresenta la parte centrale della antica facciata e quindi della struttura che si è riuscita a recuperare, mentre sulle parti demolite, altri edifici sono stati costruiti nel tempo, senza rispettare però i caratteri architettonici originari.
Salvatore Fioretto
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Foto dell'Aviere Sottotenente U. Niutta, medaglia d'oro |
Dipinto di F. P. Diodato, "Il campo di Marte" nel 1895 |
N.B.: Le foto riportate in questo post sono state liberamente ricavate da alcuni siti web, ove erano pubblicate. Esse sono state inserite in questa pagina di storia della città, unicamente per la libera divulgazione della cultura, senza alcun secondo fine o scopo di lucro.