Via Vecchia Miano, antica palma e pale eoliche, anno 2000 |
...Come era piacevole per me trascorrere il tempo libero, soprattutto in estate, standomene seduto sulla rampa di accesso alla mia cara Masseria e osservare questa vivacità dei suoi personaggi, che erano tutti esempi di vita, per l'arte del saper vivere e dell'arrangiarsi, ma soprattutto perchè era gente positiva, sorridente, sempre ottimista della vita, seppur non possedendo tantissimo, ma a cui piaceva tanto stare insieme agli altri, dialogare, confrontarsi, scherzare, volersi bene, aiutarsi e stimarsi.
Via Vecchia Miano (Abbascio Miano), sullo sfondo la Masseria Torre Gualtieri, anno 1976 |
Stazione di Piscinola della ferrovia Piedimonte d'Alife e la bella campagna di un tempo, anno 1974 c.a. |
Vico Operai, associazione Mdonna di Loreto, foto anni '50 |
Nel palazzo di fronte al primo, c'era l'abitazione e il cellaio (locale per conservare il vino) di Mastu Giuvanne 'e Piscitiello, che si chiamava Giovanni E., il quale era stato uno dei tanti imprenditori edili di Piscinola, e che negli anni della pensione arrotondava il bilancio di famiglia, vendendo un po' di vino e delle bibite al dettaglio.
Nello stesso palazzo abitava anche zii Monaco (si raccontava che era un frate che aveva lasciato il saio e ritornato alla vita normale), ma c'era pure don Olimpio, che faceva anche lui l'imprenditore edile, il quale, per la sua attività, aveva allestito, presso la masseria di 'Abbascio Miano, un piccolo deposito di lamiere, all'interno del quale aveva ammassato murali di legno, scanni metallici piastrelle, e altro materiale del suo mestiere edile: ironia della sorte, fu mestamente demolito assieme alla Masseria per farne il giardinetto che oggi vediamo...
Scorcio di Abbascio Miano e ruderi dela masseria, anno 2000 |
Una bella signora dai capelli rossi, che pure vi abitava, era soprannominata 'A Smaldona; aveva creato un circolo politico che simpatizzava il ritorno alla politica di Achille Lauro, dopo il successo degli anni '50 e, pertanto, aveva allestito una sezione di partito, proprio in un appartamento che si trovava al primo piano dello stabile. Dal balcone che si affacciava sulla strada, mostrava un grosso tabellone in legno con il simbolo del partito e, durante le campagne elettorali, riempiva le ringhiere e le pareti dello stabile con manifesti dei candidati del partito. Una volta il circolo accolse la visita di Lauro in persona.
Vista aerea del centro storico di Piscinola, anno 1943 |
Le pesche gialle erano vendute dai venditori ambulanti su carrettini improvvisati oppure dai primi tricicli ambulanti della Piaggio, muniti di trombe audioamplificate che, con una voce "gracchiante", pubblicizzava le saporite pesche: "So' spaccarelle.... we we!". Erano pesche gialle chiamate così perché si spaccavano a metà, estraendo l'osso; tanto che erano buone, che si racconta che i ragazzi, "scugnizzi" piscinolesi, le andavano a rubare nella campagna dei Grammatico, scavalcando l'altissimo muro di tufo che delimitava il contorno. Questa campagna si trovava dove oggi si trovano le palazzine del rione IACP di Piscinola. Vicienzo 'a Sgargiata era il marito della proprietaria.
Il venditore di bibite che aveva la bottega vicino alla Fiurella (cappellina con l'affresco dell'Addolorata, posta in alto, sul palazzo all'incrocio di via Napoli), si chiamava Giuacchino, detto 'o Gassusaro, il padre si chiamava Vincienzo 'e Miezjuorno.
La famiglia dei Colonna (soprannome della famiglia B.), che pure avevano una masseria in via Napoli, coltivavano un'ampio appezzamento di terreno stituato giù allo Scampagnato (ovvero presso la Scampia di oggi)...
Pascale, detto "Chill' 'e ll'aglio", conduceva una estesa campagna (oltre quella vicino alla stazione della Piedimonte), nei pressi della masseria della Filanda, nel lato verso Marianella.
Antonio, detto 'Ntonio 'e Cepolla, abitava nella Via Nova (ovvero in via Vittorio Veneto), vicino alla rivendita del tabaccaio, dove abitava anche la famiglia chiamata Chillo 'e Rosa: un'altra famiglia di imprenditori edili.
Carlucciello 'a Guagliona risiedeva in via Vecchia Miano ('Abbascio Miano), nell'antica masseria, detta Torre Gualtieri (detta anche Marchesa di Rovigliano).
Incrocio con via Napoli, detto 'a Fiurella, anno 2010 |
Tore 'a Mpricciata era anche lui un contadino piscinolese e conduceva in affitto l'appezzamento di terra dei Grammatico, già descritto sopra.
Si racconta che le palazzine IACP di Piscinola furono realizzate dietro la spinta e l'interessamento dell'on. prof. Raffaele Chiarolanza, negli anni 1957-59 e sopperirono alla mancanza di alloggi per i giovani sposi, lamentati da diverse famiglie del centro storico piscinolese, e consentì anche a tante famiglie che non erano originarie di Piscinola, di integrarsi nella comunità, senza problemi di adattamento.
Ruderi della Masseria Torre Gualtieri in via Vecchia Miano, anno 2000 |
Celestino 'o Pichiuco, insieme al cugino, avevano la bottega di mangimi e farina; vendevano il granoturco e l'avena per il bestiame, il concime, i semi di legumi e le patate per la semina e altri generi di utilità per i campi e per l'allevamento del bestiame... Fino a pochi decenni fa, un fratello aveva ancora il negozietto annesso alla sua abitazione, in via Vittorio Veneto (nel lato di Miano, chiamato "'ncoppa 'a Masseria"). Quando dava la "voce di richiamo", diceva: "'Ohee!, aggio purtato 'a vrenna, viene tante....!" (la vrenna è l'Avena, allora usata per alimentare il bestiame).
Più a lato, dietro a queste particelle di terreno, c'erano le altrettanto belle campagne coltivate da Domenico B., detto "Rusulino" e dalla famiglia Chille 'e ll'aglio.
Campagna adiacente a via Vecchia Miano, pochi anni prima della distruzione, anno 2002 |
Piscinola di oggi |