Il passaggio a livello con il vecchio tracciato della ferrovia Piedimonte |
La località del
"Torricello" a Mugnano conserva ancora oggi estesi impianti agricoli dedicati alla coltivazione dei ciliegi; questi impianti conferiscono al territorio le sembianze di uno stupendo e caratteristico scenario naturale. C'è da dire che colture di questo tipo erano un tempo diffuse nella nostra zona: come a Chiaiano, a Marianella e a Marano, ma la cementificazione spropositata di questi ultimi decenni e i cambiamenti praticati alle tipologie di colture, hanno comportato un loro notevole ridimensionamento. Possiamo quindi affermare che il sito del "Torricello" è uno scrigno di bellezza, forse unico nel suo genere, in quanto si è riuscito
miracolosamente a conservare praticamente indenne fino ai giorni nostri, assieme alla bella e caratteristica masseria di origine seicentesca, chiamata Masseria "del Torricello", che è ubicata al suo interno. La masseria e il suo tenimento agricolo oggi appartengono alla Curia di Napoli ma, un tempo non lontano, furono un feudo
della nobilissima famiglia napoletana dei Caracciolo.
Il termine "Torricello" (o "Torricelli") deriva quasi sicuramente dalla presenza di un “ciaurro” a forma di torre cilindrica, che risulta essere inglobato nella masseria: in pratica di tratta di un mausoleo cinerario romano risalente al I secolo d.C., che fu edificato in questo sito, all'epoca isolato, posto a margine dell'antica strada di comunicazione di origine Osca, che oggi si chiama via Antica di Chiaiano.
Con i trascorrere dei secoli, attorno a questo monumento si stanziò una comunità di contadini, realizzando presto un caseggiato e, poi, una masseria fortificata, un po' come avvenuto per altre strutture del genere, nella vasta area a nord di Napoli. Tale comunità ben presto crebbe, aumentando di numero, soprattutto durante i periodi di pace, sotto le varie dominazioni straniere. A testimonianza di questa crescita, poco distante dalla masseria, sono ancora presenti le vestigia di una piccola chiesetta in stile gotico, intitolata: Santa Maria di Campo d'Isola. Nel Seicento la masseria era attiva e autonoma e, come anzidetto, fu presto acquisita dalla nobile famiglia Caracciolo. Probabilmente, a seguito di vari passaggi di proprietà, succedutisi nei secoli, essa fu donata alla Chiesa di Napoli e affidata a massari e coloni del posto. Tale stato si è conservato fino ai nostri giorni.
Fino ad alcuni anni fa, arrivarci in questo posto era uno spettacolo unico, perché si accedeva attraverso una stradina isolata, sterrata e folta di vegetazione, che si diramava dalla località chiamata Bivio di Mugnano (via Napoli). Appena si varcava il bel portone della masseria (inserito nel portale ad arco), si veniva accolti dallo starnazzare di galline e tacchini, che venivano allevati allo stato brado (a essi era permesso di razzolare nell'ampio cortile, chiamato aire), mentre il muggito di diverse mucche, provenienti dalle due ampie stalle, facevano come da contraltare a tale accoglienza...! Queste stalle erano ben attrezzate e, negli anni d’oro del loro esercizio (anni '60-'70), hanno accolto decine e decine di capi di bestiame.
Dopo aver attraversato la masseria del Torricello, si poteva percorrere (come avviene anche oggi) il camminamento pedonale che metteva in comunicazione i vari poderi agricoli, attraversando il passaggio a livello della Ferrovia Napoli Piedimonte d'Alife. In detto punto, dove c'era la massicciata con i binari, c'erano quattro bassi pilastrini in pietra (un tempo "reggi catene"), tutti bianchissimi, oltre a un segnale, con la classica "Croce di Sant’Andrea".
Questa località era straordinaria per la fitta presenza di alberi di ciliegi. Tutto questo oggi si è conservato pressocchè intatto, come se il trascorrere del tempo avesse "congelato" il paesaggio antico, consentendo solo alla vegetazione di renderlo vivo e splendente! Sono soprattutto gli impianti di ciliegi a renderlo affascinante. Molti di questi alberi sono antichi, alcuni hanno una chioma molto grande e un tronco molto spesso, tanto che per abbracciarli ci vorrebbero almeno due persone...!
Lo spettacolo più bello che si può godere in questo luogo, al cospetto dei cimeli della vecchia linea ferroviaria, si verifica ogni anno nel periodo della Primavera, quando i rami degli alberi di ciliegi e quelli di pruni si riempiono fittamente di fiori bianchissimi, come un enorme "velo di sposa", mentre il contrasto del bianco con il cielo turchino e la terra nera napoletana rendono questo luogo molto romantico, come se fosse investito da una spettacolare nevicata artificiale...!
Sono delle immagini uniche, che fanno veramente incantare...!
Non nascondo che questo posto mi è molto familiare, perché la masseria fu abitata dai miei nonni materni ed in essa mia madre visse tutta la sua giovinezza, fino al momento del matrimonio. Ricordo, non senza commozione, anche alcuni episodi della mia infanzia legati a questi luoghi, perché alcune volte mia madre mi portava a far visita ai nonni.
Negli anni della maturità mi è capitato più volte di far ritorno nella masseria e in questa campagna, spesso a primavera, soprattutto per rinverdire alcuni nostalgici ricordi della mia infanzia. Al viaggio spesso mi hanno accompagnato alcuni amici appassionati della "Piedimonte". Era bello percorrere, assieme a essi, il tracciato dove un tempo erano presenti i binari della ferrovia e immaginare lo scenario che si avrebbe visto stando sul treno in movimento, seduti nello scompartimento e osservando il paesaggio attraverso i finestrini...!
Il termine "Torricello" (o "Torricelli") deriva quasi sicuramente dalla presenza di un “ciaurro” a forma di torre cilindrica, che risulta essere inglobato nella masseria: in pratica di tratta di un mausoleo cinerario romano risalente al I secolo d.C., che fu edificato in questo sito, all'epoca isolato, posto a margine dell'antica strada di comunicazione di origine Osca, che oggi si chiama via Antica di Chiaiano.
Il portale d'ingresso della masseria" del Torricello" |
Con i trascorrere dei secoli, attorno a questo monumento si stanziò una comunità di contadini, realizzando presto un caseggiato e, poi, una masseria fortificata, un po' come avvenuto per altre strutture del genere, nella vasta area a nord di Napoli. Tale comunità ben presto crebbe, aumentando di numero, soprattutto durante i periodi di pace, sotto le varie dominazioni straniere. A testimonianza di questa crescita, poco distante dalla masseria, sono ancora presenti le vestigia di una piccola chiesetta in stile gotico, intitolata: Santa Maria di Campo d'Isola. Nel Seicento la masseria era attiva e autonoma e, come anzidetto, fu presto acquisita dalla nobile famiglia Caracciolo. Probabilmente, a seguito di vari passaggi di proprietà, succedutisi nei secoli, essa fu donata alla Chiesa di Napoli e affidata a massari e coloni del posto. Tale stato si è conservato fino ai nostri giorni.
la chiesetta in stile gotico di Santa Maria di Campo d'Isola |
Fino ad alcuni anni fa, arrivarci in questo posto era uno spettacolo unico, perché si accedeva attraverso una stradina isolata, sterrata e folta di vegetazione, che si diramava dalla località chiamata Bivio di Mugnano (via Napoli). Appena si varcava il bel portone della masseria (inserito nel portale ad arco), si veniva accolti dallo starnazzare di galline e tacchini, che venivano allevati allo stato brado (a essi era permesso di razzolare nell'ampio cortile, chiamato aire), mentre il muggito di diverse mucche, provenienti dalle due ampie stalle, facevano come da contraltare a tale accoglienza...! Queste stalle erano ben attrezzate e, negli anni d’oro del loro esercizio (anni '60-'70), hanno accolto decine e decine di capi di bestiame.
Dopo aver attraversato la masseria del Torricello, si poteva percorrere (come avviene anche oggi) il camminamento pedonale che metteva in comunicazione i vari poderi agricoli, attraversando il passaggio a livello della Ferrovia Napoli Piedimonte d'Alife. In detto punto, dove c'era la massicciata con i binari, c'erano quattro bassi pilastrini in pietra (un tempo "reggi catene"), tutti bianchissimi, oltre a un segnale, con la classica "Croce di Sant’Andrea".
Questa località era straordinaria per la fitta presenza di alberi di ciliegi. Tutto questo oggi si è conservato pressocchè intatto, come se il trascorrere del tempo avesse "congelato" il paesaggio antico, consentendo solo alla vegetazione di renderlo vivo e splendente! Sono soprattutto gli impianti di ciliegi a renderlo affascinante. Molti di questi alberi sono antichi, alcuni hanno una chioma molto grande e un tronco molto spesso, tanto che per abbracciarli ci vorrebbero almeno due persone...!
Lo spettacolo più bello che si può godere in questo luogo, al cospetto dei cimeli della vecchia linea ferroviaria, si verifica ogni anno nel periodo della Primavera, quando i rami degli alberi di ciliegi e quelli di pruni si riempiono fittamente di fiori bianchissimi, come un enorme "velo di sposa", mentre il contrasto del bianco con il cielo turchino e la terra nera napoletana rendono questo luogo molto romantico, come se fosse investito da una spettacolare nevicata artificiale...!
Sono delle immagini uniche, che fanno veramente incantare...!
Il mausoleo romano del "Torricello", inglobato ai lati della Masseria |
Non nascondo che questo posto mi è molto familiare, perché la masseria fu abitata dai miei nonni materni ed in essa mia madre visse tutta la sua giovinezza, fino al momento del matrimonio. Ricordo, non senza commozione, anche alcuni episodi della mia infanzia legati a questi luoghi, perché alcune volte mia madre mi portava a far visita ai nonni.
Negli anni della maturità mi è capitato più volte di far ritorno nella masseria e in questa campagna, spesso a primavera, soprattutto per rinverdire alcuni nostalgici ricordi della mia infanzia. Al viaggio spesso mi hanno accompagnato alcuni amici appassionati della "Piedimonte". Era bello percorrere, assieme a essi, il tracciato dove un tempo erano presenti i binari della ferrovia e immaginare lo scenario che si avrebbe visto stando sul treno in movimento, seduti nello scompartimento e osservando il paesaggio attraverso i finestrini...!
I primi ospiti di questo "viaggio virtuale" furono due medici della cittadina di Piedimonte Matese, miei amici: Giovanni e Sandro: insieme percorremmo il sentiero reso accessibile ai margini dei binari, sia sul lato destro e che quello sinistro della masseria "del Torricello", fino a raggiungere l'altra masseria, distante dalla prima quasi 300 metri.
I due medici restarono stupefatti per questo insolito spettacolo naturale, tanto che Giovanni ebbe il guizzo di intitolare quel nostro primo evento amichevole "I Binari Fioriti” e già pensavamo di inserirlo in qualche kermesse storica a tema ferroviario, che si organizzava in quel periodo in tante località d'Italia, riguardanti le "ferrovie abbandonate". Ci piaceva soprattutto l'idea di ripetere assieme ogni anno questo bel viaggio spensierato nella natura e nella storia della ferrovia "Piedimonte"...
Già pensavamo, infatti, di inserirla nell’evento nazionale di “Binari dimenticati”...
Seguirono, poi, le visite con altri amici appassionati della "Piedimonte", in particolare con: Biagio, Sabatino e Pasquale. Con loro ebbi modo di fare altre scoperte alifane, come il traliccio della linea aerea caduto e occultato tra i rovi e il ponte che attraversava la strada comunale. Quest'ultimo, poi, fu miserevolmente abbattuto qualche anno dopo, per consentire l'ampliamento della citata strada.
I binari della "Piedimonte" solo in alcuni punti sono visibili, mentre gran parte del loro tracciato è stato ricoperto nel tempo dal terreno e in alcuni punti si semina addirittura ai margini... Infatti, proprio in corrispondenza dell’attraversamento interpoderale, vicino alla masseria "del Torricello", le rotaie emergono dal suolo in maniera prorompente, come se volessero protestare per quel indegno trattamento ricevuto, come se pretendessero un riscatto storico…!
La strada Osca di accesso alla masseria da via Napoli a Mugnano |
Questo racconto, che è il resoconto di più ispezioni compiute nel luogo del "Torricello", risale alla situazione esistente nel periodo compreso tra gli anni 2012 e 2014. Ci siamo ritornati io e Biagio l'anno scorso (2022), nel lunedì di Pasquetta e lo scenario trovato era sempre bello e incantato, anche se, purtroppo, abbiamo potuto osservare che nelle vicinanze della masseria la vegetazione degli alberi di ciliegi non era più folta come quella osservata durante le nostre prime escursioni. Abbiamo poi appreso che una forma di epidemia botanica starebbe ultimamente attaccando questi alberi, uccidendoli in progressione!
Una grande tristezza!
Spero che gli interventi fitosanitari che sicuramente i contadini staranno mettendo in campo, riescano a salvare gli altri alberi e si metta presto mano a un'intensa opera di ripopolamento della zona.
Escursione al "Torricello" di Mugnano, primavera 2012 |
Al termine del racconto consigliamo il lettore di visionare il video registrato sul tracciato della ferrovia Napoli Piedimonte d'Alife, durante una delle escursioni descritte nel racconto pubblicato: ecco il link di collegamento a Youtube (pigiare sopra il titolo a destra, con il tasto sx del mouse) ----->> Binari fioriti della Piedimonte <<------
Salvatore Fioretto
Poesia di Paola De Piccoli, tratta dal Libro: "Piedimonte, una poesia per l'arte" |
Tutte le foto finali del post si riferiscono all'escursione svolta nel mese di aprile 2023 |
Nessun commento:
Posta un commento