domenica 7 dicembre 2025

Quinta parte - La “Ecclesie Domini et Salvatoris nostri Ihesus Christi de memorato loco Piscinule... la storia della chiesa del SS. Salvatore in Piscinola (quinta parte)

 (segue dalla quarta parte)

L’oratorio parrocchiale

L'oratorio parrocchiale comprende un teatro, un campo di basket, un campo di calcetto, il campo di bocce e lo spazio per il tavolo da ping pong. Il piazzale a contorno dei campi è curato con alberi, cespugli e aiuole con fiori. Sono inoltre presenti un locale bar/snack e i servizi igienici. In un lato è presente un piccolo e singolare ricovero antiaereo, costruito fuori terra, in cemento armato, e puo ospitare al massimo due persone. Esso fu fatto realizzare dai precedenti proprietari del terreno, nel corso della Seconda Guerra Mondiale. L’oratorio comprende diversi altri locali coperti, dislocati nei diversi piani dei vari corpi di fabbrica che si ergono attorno ad un ampio cortile carrabile, con accesso diretto da piazza B. Tafuri. 
L'acquisione degli immobili e la costruzione dell’oratorio parrocchiale furono resi possibili grazie all'operato del parroco don Francesco Bianco, al sostegno economico dell’Arciconfraternita del SS. Sacramento in Piscinola e alle donazioni dei fedeli.
Sempre riguardo agli spazi dell'oratorio, nel lato sinistro dell’ingresso principale della chiesa, si accede ai locali che un tempo furono sede dell’Associazione Cattolica”, gli ambienti ricavati durante gli interventi degli anni '60, sono composti da due sale sovrastanti e comunicanti tra loro, attraverso una scala di ferro. Il locale inferiore presenta un’apertura che si apre direttamente sulla piazza B. Tafuri. 

L’archivio storico parrocchiale ante tridentino

L’Archivio Storico Parrocchiale, conservato nella chiesa del SS. Salvatore, contiene una vasta raccolta di manoscritti, detti Tomi o Registri, di cui il più vecchio risultava redatto a partire dall’anno 1524. Questo libro rappresentava, quindi, il più antico registro dei nati e dei morti conservato nelle parrocchie dei Casali napoletani; infatti, fu istituito ben quaranta anni prima del Concilio di Trento. Fu il Concilio, infatti, a sancire l’obbligo di adottare questo tipo di scrittura nell’ambito della Chiesa Cattolica universale.
L’Archivio parrocchiale comprende ben sessantacinque Tomi o Registri e, oltre al registro ante-Tridentino, contiene (l'inventario è riferito all'anno 1989):

- n.25 registri dei Battesimi;

- n.25 registri dei Matrimoni;

- n.14 registri dei Defunti.

In questi documenti sono registrati, oltre ai battesimi, ai matrimoni e ai funerali, anche delle importanti disposizioni arcivescovili, insieme ad altre notizie secondarie. Si leggono, ad esempio, i pagamenti delle pigioni, le spese di manutenzione e di consumo, le elemosine fatte per la chiesa e per il Casale di Piscinola. Sono in essi contenute, poi, le descrizioni minuziose degli avvenimenti più importanti della comunità, come le epidemie, le eruzioni del Vesuvio, i terremoti, ma anche notizie di feste collettive e familiari, come i matrimoni e i battesimi.
In questi “registri” sono ricorrenti i nomi delle famiglie residenti, tra cui quelle considerate originarie del luogo, come: De Lisa, Danese, Sarnataro, Sica, Cuozzo, Fioretto, Palladino De Dominico... e a partire dal 1650: Della Corte, Bonaguro, Mele, Maiorano, Bocchetto, Giordano e Marono.
Purtroppo, il libro più antico, risalente al XVI secolo (1524-1613), considerato un unicum nel suo genere, perché redatto già da alcuni anni prima delle disposizioni obbligatorie dettate dal Concilio di Trento, è stato disperso alcuni anni fa.

Lasciti e donazioni fatti alla chiesa del SS. Salvatore

Il celebre pittore napoletano, Francesco De Mura, dispose nel suo testamento, redatto nel 1780 presso il notaio Valenzia (il notaio aveva la sede nel casale di Piscinola), un aiuto concreto per la riattazione della chiesa del Salvatore, intimando il suo erede, il Pio Monte della Misericordia, a provvedere secondo le necessità dell'edificio sacro, attraverso il suo regio sovrintendente: “Dippiù io suddetto D. Francesco, codicillando, voglio, ordino e comando che, occorrendo al detto avvocato Sig.r  D. Gio: Battista Gallotti, mio carissimo Amico e  Compadre, soccorso per provederealli bisogni della parocchiale chiesa del Casale di Piscinola, debba il detto Sacro Monte mio Erede somministrarcelo, secondo ne farà Le Istanze e richieste il detto Avvocato Sig.r D. Gio: Battista Gallotti, per lo quale soccorsomi le rimetto alla coscienza del medesimo…”.

Processione conclusiva della Santa Missione con il Crocefisso, 
organizzata dal gesuita padre Juè, anni '50
Il barone avvocato G. B. Gallotti è stato il Regio Sovrintendente della chiesa, a lui abbiamo dedicato un post alcuni anni fa.

Il barone G.B. Gallotti, soprintendente della Chiesa del SS. Salvatore

La baronessa Chiara Ciampitelli lasciò alla parrocchia di Piscinola, a mezzo di istrumento rogato nell’anno 1880, una rendita annua di 722,50 lire.
Nell’anno 1923, Aniello Capasso donò alla parrocchia “due vani terranei e due stanze superiori situate a Piscinola" (Decreto regio di autor. del 16 maggio 1923); questi dovrebbero essere i locali parrocchiali che un tempo costituivano l’oratorio parrocchiale situato in via V. Emanuele a Piscinola.
Nell’anno 1937 la parrocchia ricevette (nelle mani del reggente parrocchiale, tale don Francesco de Simone), la somma di 49.100 lire nominali, in titoli di rendita pubblica, dall’avv. Giovanni Casilli.

Le cerimonie e gli eventi sontuosi e solenni celebrati in questa chiesa

Nella chiesa del Salvatore sono stati celebrati nei secoli scorsi diversi eventi sontuosi e solenni legati alla vita privata delle famiglie nobili che avevano nei secoli passati la loro residenza a Piscinola, come i matrimoni e i battesimi tenuti dai membri delle casate, tra i quali: i de Luna di Aragona, i Liguori e i conti di Trivento e altri.  Tra questi ricordiamo le fastose nozze del cavaliere Ercole de Liguori (figlio di Antonio), con Donna Maria Gusmana Sambiase, dei principi di Campana, avvenuto il 27 maggio 1668. Ercole Liguori era un trisavolo di Sant'Alfonso M. de Liguori, infatti era nato nel 1630. 
Alcuni matrimoni furono così imponenti e partecipati dalla comunità, tanto che nei diari dei matrimoni della Chiesa vennero registrati dal parroco sottolineando la partecipazione "dell'intera Università"..., come avvenne il 6 agosto del 1578, festa del Salvatore, quando furono celebrate le nozze di Pietro Angelo di Palma e di Pordemia di Domenico. Lo stesso capitò il 24 gennaio del 1580, al matrimonio di Mimico (Domenico) de Lisa e Rosa Danese, quando i testimoni furono don Giovanni Luigi de Luna e il sig. Giulio Mandano. 
Per quanto concerne i battesimi dei discendenti delle famiglie nobili dimoranti a Piscinola, ricordiamo quello di Giovanni Francesco, figlio di Don Marco d'Afflitto, conte di Trivento e di donna Beatrice Carafa, celebrato nella chiesa di Piscinola, il 17 settembre del 1574. 
Un'altra notizia interessante (che risulta riportata, assieme alle altre citate in questo paragrafo degli eventi solenni, nel libro: "Viaggio nella mia terra" di F. B. Sica, tratte dal registro purtroppo disperso, del 1524), è la dichiarazione resa al parroco di Piscinola, il giorno 27 agosto 1611, con la quale don Cesare Carmignano dichiara di sapere che Michele Sarnetaro è figlio di Sabbatino e di Aurelia Rossella di Piscinola. Tale notizia viene confermata anche dal nobile don Antonio de Luna, figlio di Geronimo. La cosa interessante è quella che don Cesare Carmignano dovrebbe essere il capostipite della nobile famiglia dei Carmignano, divenuto celebre nella storia di Napoli per essere stato il costruttore dell'Acquedotto napoletano del XVII secolo (detto appunto "Acquedotto del Carmignano"), che progettò e realizzò a proprie spese e poi donò alla città di Napoli. La sua presenza a Piscinola diventerà un futuro campo di ricerca...

Le leggende…

Il “Cippo” sotto al campanile

Fino agli anni Sessanta, quando fu avanzato il corpo della facciata della chiesa, alla base del campanile che era conformata con una alta volta a sesto intero, era conservata una grossa pietra di marmo bianco, che ha alimentato diverse leggende e cunti tra gli abitanti di Piscinola. Molti anziani riferiscono che essa sia stata un avanzo di un grosso capitello, forse di epoca romana o di un altare paleocristiano, mentre altri asseriscono che sia stata solo una grossa pietra scalfita e logorata dal tempo, senza particolari forme. 
Tra le leggende più raccontate legate a questo misterioso reperto, c’è quella detta del “cippo sotto al campanaro, ovvero una grossa e antica pietra che conteneva un prezioso tesoro (di monete di “Merenghi“ d’oro) che fu rubato dai ladri insieme a una pisside d’oro. Questa pietra risulterebbe stata inglobata nel corpo di fabbrica, durante gli interventi alla facciata degli anni ’60. L'intero racconto è contenuto in un post che abbiamo pubblicato diversi anni fa.

"La leggenda del cippo sotto al campanaro" 

Il furto della statua d’argento del Salvatore… una leggenda o storia vera?

Si racconta che molto tempo fa, nella chiesa di Piscinola esisteva una statua d’argento del SS. Salvatore. Una notte vennero i ladri e la portarono via su un carro, trainato da cavalli molto veloci. A metà strada, però, i cavalli si fermarono e non volevano più proseguire la corsa, forse per il peso del carico aumentato miracolosamente a dismisura…. Uno dei ladri, dopo varie insistenze, non riuscendo a riprendere la corsa, si rivolse verso la statua ed esclamò: “Ma sì Santo ‘o sì diavule…?” (Sei un Santo oppure sei un demonio?), al ché i cavalli subito ripresero velocemente la fuga, raggiungendo la meta prefissata dai ladri. Si dice che poco tempo dopo il bandito blasfemo morì dannato, dopo aver molto patito…!
Questo racconto, pervenuto attraverso i racconti degli anziani (che appresero a loro volta dai loro avi), ha il sapore di leggenda; tuttavia, potrebbe essere un fatto realmente accaduto, perché come si è detto tra i beni posseduti dalla chiesa, catalogati nella “Santa Visita” del cardinale Pignatelli, sono annoverate due “statue dorate” del SS. Salvatore. Inoltre, c'è da considerare che la maggior parte delle parrocchie che si trovano confinanti con Piscinola conservano, ancora oggi, nelle rispettive chiese, una statua d’argento del loro santo protettore, come Miano, Secondigliano e Chiaiano ed è quindi lecito pensare che anche Piscinola conservasse nei secoli passati una statua d’argento del Suo Protettore, poi scomparsa in circostanze ignote oppure sottratta dai ladri. È anche lecito pensare che essa possa essere stata requisita durante il Decennio Francese, oppure durante la Restaurazione Borbonica, come avvenne in altre realtà cittadine. Purtroppo, mancano testimonianze certe a tal riguardo.

La leggenda del furto della statua d'argento del Salvatore 

Conclusioni e ringraziamenti

Siamo giunti così alla conclusione di questo primo documento sull'antica chiesa del SS. Salvatore, scritto per tracciare un primo compendio storico interamente dedicato all'antica ecclesia piscinolese. Come è stato scritto nella premessa, esso vuole rappresentare una "prima pietra" posata per un futuro saggio ancora più approfondito. Volutamente non sono state riportate le fonti storiche dalle quali abbiamo attinte molte notizie utilizzate in questo lavoro, a causa del ridotto spazio disponibile nel blog. 

Si ringraziano tutte le persone che hanno contribuito negli anni a fornire foto, aneddoti e informazioni sulla chiesa. Si ringrazia lo storico dott. Franco B. Sica, autore del saggio "Viaggio nella mia terra", dal quale abbiamo tratto, come riportato, diverse notizie. Si ringraziano, infine, il sig. Antonio Manna e il parroco della chiesa del SS. Salvatore, don Angelo Guarino, per la disponibilità e l'aiuto da essi fornito. 

Salvatore Fioretto