Come da una cronaca senza tempo, ecco alcune notizie e curiosità riguardanti i casali di Piscinola, Miano, Marianella e altre località dei dintorni, catturate nel corso dello spulcio di notizie e testimonianze scritte in "diurnali" e nelle varie narrazioni storiche del Regno di diversi secoli fa. Ne abbiamo prese, a caso, alcune rappresentative, a partire dall'anno 1616. Singolare è la testimonianza del tumulto popolare degli abitanti di Piscinola e Melito, a causa delle nuove tasse (anno 1866)...
Dalla raccolta "Narrazioni e documenti sulla storia del Regno di Napoli dall'anno 1522 al 1667", libro edito nell'anno 1846, relativamente alle cronache degli anni 1616-17, si legge:
Dalla raccolta "Narrazioni e documenti sulla storia del Regno di Napoli dall'anno 1522 al 1667", libro edito nell'anno 1846, relativamente alle cronache degli anni 1616-17, si legge:
(Settembre Anno 1616) "Mercoldi mattino, fu preso un bandito nel casale di Piscinola, vicino Napoli, chiamato Antonio Mazza; il quale aveva ammazzato un giovane sbarbato ( creato
di Fabrizio Acciapaccia, uno delli cavalieri di buon tempo, e della
prima classe delli sindacatori delli fatti altrui, nel gran cortile di
Federigo Tomacello, ove il giorno si fa la numerosa raccolta. A questo
Antonio, perchè si aveva lasciato intendere di voler uccidere anco il
detto Fabrizio, egli l'aveva posta una taglia di cento scudi: il quale denaro è stato cagione che fosse preso."
Gli "Acciapaccia" erano una famosa famiglia nobile napoletana, ascritta al Sedile di Portanova; in precedenza erano stati detentori di un sedile tutto proprio, appunto quello degli "Acciapaccia".
(Anno 1617) "Questa settimana si sono presi molti tagliatori di monete, delli quali questa città è piena; e con essi alcune donne, ed un prete dentro la chiesa dell'Arcivescovado; il quale era parrocchiano del Casale di Miano; e di questi due donne e due uomini erano fuggiti da Roma, dove i compagni furono per il medesimo delitto impiccati.
(Anno 1617) Sabato 26. "Essendo venuti i sindaci di Giugliano a querelarsi con S. E. perché Don Carlo Carafa con la sua compagnia di cavalli, che jeri era alloggiata, l'aveva con un capestro alla gola strascinata per terra. S. E. se lo fe' chiamare, e con una severa reprensione li disse, se andasse a governare le galline, perché non sapeva governare soldati; e lo sospese dalla compagnia.
(Anno 1866). Dal giornale "Il Veridico" - volumi 5-6, pagina 24: "Nel di 29 dell'ora scorso mese in Melito e Piscinola, paese poco lungi da Napoli, il popolo si mise a tumulto a cagion delle tasse, non poca fatica ci volle per calmare il furore, massime nel primo del citato paese. L'ordine rientrò solo quando quei cittadini furono assicurati dal Sindaco e dal Ricevitore, che non gli avrebbero fatto pagare le tasse".
(Anno 1882). Dagli "Atti del Regio Istituto d'Incoraggiamento di Napoli" - Vol. 34-36 pagina 3 -
[...] "Questo morbo, affatto esotico e non conosciuto nel nostro paese, è di grave pericolo, portando ordinariamente la morte dell'individuo, che si ciba della carne che n'è infetta.[...]
SEZIONI - A ciascun veterinario è assegnato, mese per mese, un servizio quotidiano di una o più sezioni, per visitare le grotte, le beccherie, i mercati, i luoghi di deposito, e di vendita all'ingrosso e al minuto, di tutti i generi commestibili del regno animale, per sequestrare e distruggere quelli che si trovassero alterati, corrotti e in istato di incipiente putrefazione, a norma dell'art. 29 della legge sulla Sanità Pubblica.
VILLAGGI - Un veterinario è incaricato di prestare un simile servizio nei villaggi Vomero -- Fuorigrotta - Posillipo - Miano -- Piscinola e Marianella, e di rapportare immediatamente su tutto ciò che vi si verifica giornalmente in questo ramo di servizio." (La notizia si riferisce a un'epidemia ancora non identificata).
[...] "Intanto, il Sindaco mentre teneva informato con nota il Prefetto
della Provincia, acciò la razzia dei cani vaganti si facesse contemporaneamente nel resto della Provincia, resultando che i primi casi di morsicatura e di vera idrofobia si erano avverati nei villaggi del Vomero e di Piscinola - ordinava a tutti i proprietari di cani di munirli di musoliera, volendoli tenere nei cortili o per via, e di avvertire l'autorità di ogni caso di cane od altro animale domestico che presentassero (dei sintomi) [...]. (La notizia si riferisce a casi di Rabbia canina).
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Il dott. R. Serafino del nostro ufficio d'Igiene (Statistica medica) a sua volta mi riferiva che sopra 7 persone morte di rabbia in Napoli dal giugno a tutto settembre 1892, 3 provenivano da Afragola, Portici e Marigliano, 1 da Santa Maria di Capua, 1 fu morsicata in città e 2 nel villaggio di Piscinola. Il Dott. Zagari ebbe notizia di 2 altri morti di rabbia nella provincia di Napoli. [...]".Salvatore Fioretto
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