Marianella, patria natale di Alfonso Maria de Liguori, Santo e Dottore della Chiesa Cattolica Universale, è stata culla di tante vocazioni ispirate dal santo fondatore. Tempo fa parlammo del frate cappuccino, padre Tommaso da Marianella, al secolo Giovanni Francesco Saverio Giannini, che nacque proprio nella casa natale di Sant'Alfonso a Marianella. Tommaso visse e morì in odore di santità, nel convento di Sant'Agnello in terra di Sorrento; ma altri personaggi sono stati raggiunti da questa ventata di spiritualità, che la casa natale dell'ex avvocato ha saputo emanare nei secoli.
Anche don Enrico Saetta fu raggiunto dal messaggio alfonsiano e plasmò la sua vita ispirandosi a Sant'Alfonso.
Enrico nacque a Marianella il 3 novembre del 1874.
Dopo la formazione scolastica e il seminario emise la professione di fede nel 1897. Fu quindi ordinato sacerdote il 25 marzo 1900.
Ecco un brevissimo profilo biografico tratto dal periodico S. Gerardo, anno XLVIII del maggio 1948, pag. 80:
"Il P. Enrico Saetta, dopo aver prodigato le sue giovanili energie nel campo multiforme
dell’apostolato liguorino, sempre pronto alle chiamate e agli ordini dei
superiori, sempre gioviale e sorridente con tutti anche tra lavori pesanti e
assillanti, sempre animato da spirito di vera carità, fedelissimo
all’osservanza delle Regole in casa e fuori, veniva destinato a trascorrere gli
anni della sua età avanzata nel Collegio di Pagani.
Qui ha lavorato con dedizione e passione per il maggior decoro della Basilica che custodisce le Reliquie di Sant'Alfonso suo concittadino, non solo col ministero della predicazione e della confessione, ma specialmente colla sua singolare perizia nell’arte musicale, riuscendo a formare un’ottima «Schola Cantorum» che da molti anni contribuisce al maggiore splendore dei sacri riti.
Qui ha lavorato con dedizione e passione per il maggior decoro della Basilica che custodisce le Reliquie di Sant'Alfonso suo concittadino, non solo col ministero della predicazione e della confessione, ma specialmente colla sua singolare perizia nell’arte musicale, riuscendo a formare un’ottima «Schola Cantorum» che da molti anni contribuisce al maggiore splendore dei sacri riti.
Senza mai smentire la serenità del suo animo che si rifletteva
nella giovialità del suo aspetto, ha chiuso la sua lunga e laboriosa giornata
da autentico Operaio della Vigna del Signore, rimpianto e benedetto da tutti,
nello stesso Collegio di Pagani, il 22 marzo 1948".
Altro grande personaggio nell'Area Nord di Napoli, che ebbe l'ispirazione da Sant'Alfonso, è stato don Gaetano Errico, da pochi anni elevato alla gloria degli altari; Gaetano fu sacerdote e fondatore della Congregazione dei Sacri Cuori. Raccontammo già in un post la sua breve biografia, insieme a quella di Gennaro Maria Sarnelli, che qui ripetiamo.
Gaetano Errico nacque nel Casale di Secondigliano il 19 ottobre 1791, figlio di un umile maccaronaio, la madre era tessitrice di felpe.
Gaetano Errico nacque nel Casale di Secondigliano il 19 ottobre 1791, figlio di un umile maccaronaio, la madre era tessitrice di felpe.
Fin
da piccolo ebbe il forte desiderio di farsi sacerdote, ma le umili
origini della sua famiglia non gli permisero di frequentare subito il
seminario. Fortunatamente, grazie all'interessamento di un suo
benefattore, ricevette un vitalizio che gli permise di assicurare la
retta richiesta per la frequentazione al seminario arcivescovile di
Napoli, anche se dovette frequentarlo da esterno, e per tale motivo il
giovane Gaetano dovette percorrere ogni giorno a piedi gli 8 chilometri
che componevano l'allora impervio tragitto, tra Secondigliano e
Capodimonte. Sempre preciso nell'orario, quando la gente lo vedeva
passare, esclamava: "Sta passando don Errico...".
Durante la settimana si dedicava all'assistenza dei malati nell'ospedale degli Incurabili e ad insegnare il catechismo ai ragazzi di strada.
Durante la settimana si dedicava all'assistenza dei malati nell'ospedale degli Incurabili e ad insegnare il catechismo ai ragazzi di strada.
Divenuto presto sacerdote, fu assegnato come aiutante alla parrocchia di Santi Cosma e Damiano
di Secondigliano. Durante l'annuale pellegrinaggio e ritiro spirituale
che usava effettuare al convento di Pagani, davanti alla tomba di
Sant'Alfonso ebbe la visione del Santo che lo invitava a fondare un
nuovo ordine religioso missionario, operante nelle zone del mondo,
povere e depresse; fondò così la Congregazione dei Missionari dei Sacri Cuori.
Zelante sacerdote, instancabile confessore e apprezzato predicatore,
ebbe in visione la Vergine Addolorata che lo invitava a edificare un
Santuario in suo onore. Nonostante tantissime difficoltà e opposizioni,
da parte di personaggi influenti dell'epoca, riuscì finalmente a
completare, dopo 12 anni, il santuario dedicato alla Vergine Addolorata,
nel cuore popolare dell'antico Casale di Secondigliano. Nelle stanzette
attigue alla chiesa stabilì la sede della nascente Congregazione.
Per questo tempio e per il culto, volle fortemente far realizzare, dal celebre scultore Verzella,
la bella statua dell'Addolorata. Si narra che lo scultore riuscì a
realizzare l'opera dopo molti tentativi, perché don Gaetano pretendeva
che fosse uguale a quella a lui apparsa in visione. La statua è
diventata il simbolo della sua devozione mariana e la protettrice della
interna comunità di Secondigliano. Il Superiore, come lo
chiamavano i suoi compaesani, visse gli ultimi anni della sua vita nel
periodo buio, a cavallo tra il Risorgimento e dell'Unità d'Italia, morì a
Secondigliano, il 29 ottobre 1860.
Gaetano Enrico è stato elevato agli onori degli altari dal papa, Benedetto XVI, in un affollatissima piazza San Pietro, il 12 ottobre 2008.
Di Don Gaetano abbiamo rinvenuto una lettera scritta di suo pugno durante una Santa Missione Popolare, da lui condotta a Piscinola, ecco il testo:
Gaetano Enrico è stato elevato agli onori degli altari dal papa, Benedetto XVI, in un affollatissima piazza San Pietro, il 12 ottobre 2008.
Di Don Gaetano abbiamo rinvenuto una lettera scritta di suo pugno durante una Santa Missione Popolare, da lui condotta a Piscinola, ecco il testo:
"Voi, con la direzione del vostro confessore, potete presentarvi al
S. Padre, e nel modo e nella maniera che lui penserà, cosi voi eseguirete;
parlate col medesimo di quanto vi dice il confessore, come vi dice il
confessore e di quello che vi dice prima il confessore. Lodiamo Sua Divina
Maestà che vi ha mortificato con la malattia e ringraziamola che ve ne ha
liberato. Con ogni rispetto e con tutto l’ossequio, salutatemi Mons. Stella,
ditegli che noi serbiamo eterna memoria della sua degnissima persona.
Mille saluti alla Principessa (Wolkonsky) ditele che pregasse il
signore per me e per i miei. Dite a Mons. Lucchè che sono il più vile suo servo, che perciò
facesse memoria di me nel S. Sacrificio della messa.
Piscinola, luogo della Missione, 6 gennaio 1847”.
Il barone Gennaro Maria Sarnelli fu amico di Alfonso fin dagli studi di giurisprudenza; i Sarnelli avevano la loro tenuta a Chiaiano, quindi poco distante dalla residenza dei Liguori a Marianella.
Gennaro nacque a Napoli il 12 settembre 1702, era figlio del Barone Angelo, originario della cittadina di Ciorani. Divenne anche lui avvocato, ma rinunciò presto alla vita forense, divenendo sacerdote. Seguì il fondatore, Sant'Alfonso, aderendo alla sua nascente congregazione dei redentoristi, addirittura il padre Angelo donò a Sant'Alfonso un'ala del castello di Ciorani per stabilirvi una casa della congregazione. Fu chiamato dal cardinale Spinelli a sostituire Alfonso nella conduzione delle Sante Missioni, che si tenevano in tutta l'Archidiocesi di Napoli. Si ammalò gravemente per le privazione e i sacrifici patiti, minato anche nel fisico troppo esile, Gennaro Maria Sarnelli morirà poco dopo, a Napoli, a soli 41 anni, il 30 giugno 1744.
Piscinola, luogo della Missione, 6 gennaio 1847”.
Il barone Gennaro Maria Sarnelli fu amico di Alfonso fin dagli studi di giurisprudenza; i Sarnelli avevano la loro tenuta a Chiaiano, quindi poco distante dalla residenza dei Liguori a Marianella.
Gennaro nacque a Napoli il 12 settembre 1702, era figlio del Barone Angelo, originario della cittadina di Ciorani. Divenne anche lui avvocato, ma rinunciò presto alla vita forense, divenendo sacerdote. Seguì il fondatore, Sant'Alfonso, aderendo alla sua nascente congregazione dei redentoristi, addirittura il padre Angelo donò a Sant'Alfonso un'ala del castello di Ciorani per stabilirvi una casa della congregazione. Fu chiamato dal cardinale Spinelli a sostituire Alfonso nella conduzione delle Sante Missioni, che si tenevano in tutta l'Archidiocesi di Napoli. Si ammalò gravemente per le privazione e i sacrifici patiti, minato anche nel fisico troppo esile, Gennaro Maria Sarnelli morirà poco dopo, a Napoli, a soli 41 anni, il 30 giugno 1744.
E' stato anche lui un apprezzato scrittore di numerose opere spirituali, oltre 40, tra cui l'Opera Omnia.
Fu promotore di una vasta campagna moralizzatrice, che estese nella
Napoli popolare e nei suoi Casali, combattendo la prostituzione
dilagante e lo sfruttamento delle donne e lo stato indigente di molti
fanciulli. Condusse sulla retta via molte donne e uomini della sua
epoca.
E' stato dichiarato beato il 12 maggio 1996.
E' stato dichiarato beato il 12 maggio 1996.
Salvatore Fioretto
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