E' questa che pubblichiamo una bella descrizione paesaggistica di inizio Ottocento, riguardante le due colline che coronano a settentrione la nobilissima città di Napoli: Capodimonte e Capodichino. Il racconto è tratto dal libro: "Rapporto generale sulla situazione delle strade sulle bonificazioni e sugli edifizj pubblici dei reali dominj al di quà del faro diretto a S. E. il ministro delle Finanze dalla Direzione Generale di ponti e strade e delle acque e foreste e della caccia". Napoli 1827. Edito dalla Tipografia Zambraja (pag 16-18, 116-117).
Auguriamo ai cari lettori una buona lettura.
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"La
deliziosa collina di Capodimonte sulla cui vetta grandeggia un magnifico Real
Palazzo, è separata da quella di Mater Dei per una profonda valle, nella quale
conveniva discendere per montare per vie difficili ed a stento rotabili sull'alto della collina.
Formatosi
il progetto di congiugnere le due colline con una magnifica comunicazione,
dall'edifizio dei Regj Studj fu aperta a traverso delle antiche abitazioni una larga
strada che con discreti pendii si distende al ciglio superiore della valle.
Cavalcatasi quest' ultima con un elevato e grandioso ponte, in prolungamento del
medesimo un ampio stradone conduce appiè della collina, ove s'incontra un
giardino di delizie di figura ellittica, che la strada contorna dividendosi in due
rami.
Oltrepassato il giardino, la strada si sviluppa a mezza costa su i
fianchi della collina, e con pendenze sempre da trotto rade il cancello del
Real Palazzo. Procedendo innanzi comincia a discendere e dispiegandosi per le
falde della collina più dolcemente inclinate conduce ai Ponti Rossi, donde con breve
tratto rettilineo va a congiugnersi nel sobborgo di Ottocalli con la strada
vecchia di Capodichino.
Dai Ponti Rossi volgendosi a sinistra si va con breve
cammino appiè della collina di S. Maria dei Monti, sulla quale si sale con
alcune rampe. Dalla sommità con uno stradone si perviene al real bosco di
Capodimonte. Poche centinaja di palmi prima di giugnere all'anzidetto cancello
del Palazzo Reale si dirama a sinistra una traversa che conduce al real bosco,
e passando innanzi, per Miano va a sboccare sulla strada di Capua in vicinanza
di Secondigliano. Innanzi al cancello dell'anzidetto real bosco di Capodimonte
si distacca a sinistra una traversa, che passando per l'abitato di Capodimonte
presso del cancello del Duca di Gallo si divide in due rami, dei quali uno mena
a Marano, a Calvizzano, a Mugnano, a Giugliano e ad altri luoghi circonvicini;
l'altro per lo Scudillo conduce al Vomero.
Giacinto Gigante, veduta di Napoli dallo Scudillo |
La vecchia strada di Capodichino in continuazione della strada di Forio passa innanzi il real Albergo de' poveri, prolungasi nel sobborgo di Ottocalli e quindi seguendo l'andamento di una valle con forti pendii conduce sull'alto della collina. In tutto questo tratto non offresi alcun'amena veduta, nè discopresi da alcun punto la città verso la quale si discende venendo da fuori.
La nuova strada partendo dalla piazza che si è formata sulla vetta della collina di Capodichino, in mezzo alla quale si è eretto un elegante edifizio per la dogana, in una linea retta percorre il giogo della collina, e nel seguito cominciando a discendere ne contorna a mezza costa le falde. Nell' avvicinarsi poi all'abitato con un elevato riempimento si è agguagliata la valle dell'Arenaccio.
In tutto il tratto dalla sommità della collina fino all'abitato si attraversano ridenti campagne, e dacchè comincia la discesa a mezza costa si presentano di rincontro in anfiteatro la città di Napoli e le amene colline che la signoreggiano; alquanto sulla sinistra si discopre tutto il golfo, e più verso la sinistra si veggono il Vesuvio, le sue falde rivolte al mare e la valle tra la collina di Capodichino ed il monte di Somma.
Tutta questa strada è della più grande magnificenza per la sua larghezza e per la diligenza di costruzione.
Ove si sviluppa a mezza costa sulla sponda esterna ha una banchina di pietre d'intaglio guarnita di colonnette.
Collina di Capodichino vista dal cimitero di Poggioreale |
Dall'anzidetta piazza di Capodichino si dirama anche la strada detta del Cassano che per Arzano e Grumo va ad incontrare la traversa del Gaudello che mette in comunicazione le strade di Puglia, di Benevento di Caserta e di Capua." [...]
[...] "Nel
corso dell'anno si sono eseguiti ulteriori perfezionamenti nella strada di
Capodimonte la cui magnificenza corrisponde al decoro della capitale ed alla
bellezza del sito. Si è compiuto il lastricato di pietre squadrate di basalto dal
quadrivio Materdei fino al ponte, e si sono rendute rotabili le comunicazioni
col quartiere di Fonseca e coll'Imbrecciata della Sanità.
Si è migliorata la
strada che menando al regio bosco di Capodimonte conduce a Miano. Si è del pari
intrapreso il miglioramento della strada che per lo Scudillo va ad incontrare
quella del Vomero. Si è perfezionata ed ingrandita quella che dal regio
palazzo di Capodimonte si prolunga ai Ponti Rossi.
Si è inoltre ridotta a
regolare costruzione quella che dai Ponti Rossi mena a S. Maria de' Monti, e se
ne sono restaurate le rampe.
In tutte le anzidette strade si sono supplite le
mancanti piantagioni di alberi, e di nuove piante si è abbellito il giardino
ellittico appiè della collina di Capodimonte. La
nuova strada di Capodichino che per la sua magnificenza e per l'esattezza di
esecuzione è divenuta il più nobile accesso della capitale, ha ricevuto gli
ultimi perfezionamenti ed è stata consegnata a regolare mantenimento. Anche in
questa strada si sono rimpiazzate nuove piantagioni di alberi."
Salvatore Fioretto