(segue dalla terza parte)
I dipinti sotto la volta della
navata
Sotto la volta della chiesa sono
dipinti, in quattro scomparti, gli evangelisti Marco, Giovanni, Matteo e Luca.
I santi sono raffigurati con i loro simboli iconografici, che sono: per Giovanni,
un’aquila; per Marco, un leone; per Matteo, un angelo e per Luca, un toro
alato. Come già è stato scritto, questi affreschi furono dipinti dal pittore Luigi Russo nel 1950. Probabilmente queste opere hanno coperto
altri affreschi sottostanti, più antichi.
Nei pinnacoli laterali, che si
alternano assieme ai finestroni, sono dipinte delle allegorie, che sono (partendo dal lato sinistro dell'ingresso della chiesa): l’arca di Noè, due angeli con corona, due pecore che si
abbeverano ad una fontana, due angeli che sorreggono dei festoni, l’allegoria di un libro
del Vangelo coperto da una stola di sacerdote e da un giglio bianco. Nel lato destro,
invece, troviamo: i pani e i pesci, due angeli che sollevano un calice e delle
spighe di grano, una pecora che abbraccia un vessillo simbolo della
resurrezione di Gesù, due angeli che sorreggono dei festoni, un’allegoria dell’Eucarestia
(calice, grappoli di uva e spighe di grano). Non conosciamo purtroppo l’autore
di questi dipinti, purtuttavia potrebbe essere lo stesso Luigi Russo.
Sulla volta sovrastante l’altare
maggiore è raffigurata la scena della Trasfigurazione, con l’"Eterno
Padre" circondato da una schiera di angeli e di putti; nella scena viene
mostrato un nastro, che contiene la scritta biblica: “Questo è il mio figliolo diletto, nel quale mi sono compiaciuto,
ascoltatelo”. Nella volta sovrastante alla cantoria, invece, è raffigurata la
scena di angeli in volo, intenti a suonare degli strumenti musicali.
L'intera superticie del soffitto della navata è ricca decorazioni, composte da stucchi dorati, con
frasche e fiori intrecciati, mentre nella parte centrale della navata fa bella mostra di se, una grossa
stella realizzata in stucco dorato, i cui molteplici raggi (creati in altorilievo), sono circondati
da una grande corona di foglie di alloro, sulla quale si alternano una serie di
frasche e grappoli d’uva, anch'essi dorati.
Il battistero rubato
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Gruppo scultoreo del "Battesimo di Gesù" simile a quello scomparso a Piscinola |
Il battistero (vasca
battesimale, risalente al XVII) secolo, era collocato nel lato sinistro dell’altare
maggiore ed era realizzato con una vasca in marmo bianco di Carrara, sorretta
da un piedistallo decorato dello stesso tipo di marmo. Sopra la vasca erano poste
delle lastre di marmo intarsiate, disposte a forma di tronco di piramide a
base esagonale. Due di esse erano conformate come delle portelle, che si
aprivano e consentivano di attingere l’acqua santa che era conservata all’interno
della vasca. Alla sommità del battistero era presente un piccolo gruppo
scultorio in terracotta dipinta, raffigurante la scena del battesimo, con San
Giovanni Battista e Gesù. Il battistero fu trafugato verso la metà degli anni
’80. Le portelle e le altre lastre di marmo furono però risparmiate dai ladri.
Esse furono successivamente utilizzate per decorare i paliotti dei quattro
altari laterali che erano stati privati dei paliotti di marmo intarsiati,
anch’essi trafugati dai ladri.
Il pulpito demolito
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| Il pulpito nella chiesa antica |
Il pulpito era addossato nel lato destro
della navata, a pochissima distanza dalla nicchia di Sant’Alfonso. Realizzato in legno con
decorazioni dorate, il pulpito era di fattura settecentesca. Non è assurdo
immaginare che sopra di esso abbiano predicato i vari santi che hanno
organizzato, nei secoli passati, le Sante Missioni popolari a Piscinola, come:
Sant’Alfonso Maria del Liguori, Beato Maria Sarnelli e San Gaetano Errico. Come
si è già detto il pulpito è stato miseramente demolito durante gli interventi
degli anni ’60.
Il tetto
Il tetto della chiesa è
realizzato con una capriata in legno, a due falde coperta con tegole del tipo “Marsigliese”.
Sotto di esso si trova una struttura in legno che sostiene, tramite tiranti, il
sottotetto realizzato in listelli di legno raccolti in mazzetti e rivestiti di
intonaco, con le decorazioni in stucco e gli affreschi. La capriata e la copertura del tetto
furono ristrutturati nei primi anni di questo secolo, quando era parroco don Francesco Bianco.
Il campanile
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| La capriata di legno sottostante il tetto della chiesa |
L’antico campanile della chiesa risalirebbe
al XVII-XVIII secolo e realizzato in due ordini di finestre e sovrasta per altezza tutto
l’abitato di Piscinola. Esso contiene tre campane, oltre alle due campane
dell’orologio. I rintocchi di queste ultime campane segnano il passaggio delle ore e dei quarti d'ora. Alla sommità della torre campanaria si accede con una scala a più rampe. Il
campanile è stato utilizzato in passato anche come torre civica, come
risulterebbe dalle attenzioni poste dai rappresentanti comunali sul suo stato di
conservazione, quando Piscinola era un Casale e anche dopo, quando divenne un Comune autonomo. Un
tempo alla sua base era posta una edicola con un grande crocifisso, alla cui base era collocata una lapide in marmo che ricordava la Santa
Missione Popolare tenuta nella chiesa dai padri missionari.
Questa edicola fu
rimossa quando fu eseguito l’allineamento della facciata al campanile. La facciata, la meridiana e
l’orologio
Come già si è detto la facciata è
stata realizzata tra il 1959 e il 1960 ed è in stile neoclassico. Essa presenta
un alto timpano centrale, con colonne, lesene e cornici, che simulano il marmo
travertino. L’ingresso alla chiesa è unico ed è delimitato da un portone in
legno massiccio. Domina la scena della parte centrale della facciata la statua
del SS. Salvatore, realizzata in marmo travertino, che benedice l’abitato di
Piscinola.
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Foto della chiesa e della piazza antistante durante la nevicata del 2018 |
Sul lato sinistro della facciata,
contrapposta in maniera simmetrica all’orologio, è collocata la Meridiana tonda, realizzata in
marmo bianco. I numeri della meridiana sono in carattere romano, evidenziati
con "nero di piombo". Purtroppo, lo gnomone, che era in bronzo, è caduto negli ultimi anni e forse è andato
perdurato, anche se confidiamo che esso possa esser caduto su una delle cornici della facciata.
L’orologio è stato realizzato dal
maestro Pasquale Flò ed è stato inaugurato nell’anno 1924, come si legge inciso
sul marmo. Il maestro Pasquale Flo’ è stato un noto maestro
orologiaio napoletano che realizzò diversi orologi da parete, molti dei quali
sono conservati nel Museo degli orologi da torre, di San Marco dei Cavoti.
L’orologio più antico, precedente a questo, risulterebbe essere stato di
proprietà del Comune di Piscinola, questa notizia è riportata nel libro, già
citato: “Chiesa e comunità nella diocesi di Napoli tra il cinque e settecento”,
dove è scritto che il Comune di Piscinola era chiamato continuamente a
provvedere alla sua manutenzione e ai controlli periodici. L’orologio è stato
ultimamente restaurato nell’anno 2007.
Le opere d’arte trafugate o
disperse
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| Libro dei nati e dei morti dal 1524 al 1613 (foto dell'anno 2004) |
La chiesa ha subito pensanti
sottrazioni nel corso degli ultimi decenni. Sono stati sottratti tutti i
paliotti e i marmi dei quattro altari laterali. Manca il bambinello che un
tempo componeva la statua di Sant’Antonio di Padova. Sono scomparsi gli angeli
e le decorazioni di legno dorato che un tempo abbellivano la parte frontale
della cassa dell’organo. È stato rubato il battistero in marmo bianco di
Carrara. Mancano i marmi intarsiati che coprivano la parte superiore della mensa appartenente all’altare maggiore, come pure le due volute in marmo che erano contrapposte
tra loro e poste ai lati dello stesso altare.
E' andata perduta una statua
dell’Immacolata Concezione, che un tempo era collocata nella quinta cappella a
destra della chiesa. La statua rispecchiava l’iconografia della immagine
apparsa a Lourdes, a Santa Bernadette. Sono scomparsi i reliquari della Santa
Croce, e di san Donato che risultano conservati in questa chiesa.
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| Il bambinello della statua di S. Antonio |
Come pure sono scomparse le tre
acquasantiere originarie in marmo: una grande attaccata alla parete destra, nell’atrio principale di ingresso alla chiesa; mentre le altre due erano poste ai
lati delle due porte piccole di accesso alla chiesa, dal lato della sacrestia.Sono state disperse le tele
dipinte risalenti tra il XVII e il XIX secolo, che un tempo erano presenti
sulla parete dell’altare maggiore e su quelle degli altari secondari, come pure
è stato disperso il primo libro dei nati e dei morti del 1524, un tempo
conservato nell’archivio parrocchiale. Manca, infine, la statuentta in bronzo di "San Pietro in cattedra", copia in miniatura dell'opera contenuta in Vaticano, che un tempo si trovava collocata sulla parete destra della porta secondaria.
Le spoliazioni e le modifiche
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| La facciata antica della chiesa con l'affresco del Salvatore |
Come già è stato riportato nel
testo, le modifiche principali furono eseguite durante gli interventi degli
anni ’50, quando era parroco Don Angelo Ferrillo. In tale circostanza furono
eliminati definitivamente: il pulpito in legno, la balaustra di marmo e il suo cancelletto di ottone dorato che
racchiudevano un tempo l’altare maggiore. Altre modifiche furono eseguite alla
facciata della chiesa seicentesca, come abbiamo già scritto, eliminando definitivamente l'affresco centrale con l'immagine del Salvatore.
Il restauro del 2005
Nell'anno 2005 la chiesa del Salvatore fu coinvolta in imponenti lavori di ristrutturazione e di restauri.
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| La tela della "Sacra Famiglia" sull'Altare maggiore, foto anni '30 |
Fu ristrutturata
la capriata del tetto. Fu ridipinta tutta la navata della chiesa e gli altari.
I candelabri e tutte le parti metalliche furono indorati. Le panche furono sostituite con altre nuove in legno massello di ottima qualità. È stato
aggiunto un confessionale a cabina, sempre in legno massello. Alla base della
scalinata d’ingresso alla chiesa è stata realizzata un‘imponente cancellata di
ferro massiccio.
L’impianto di illuminazione e quello fonico sono stati sostituiti.
Il secondo accesso laterale dalla chiesa dal lato della sacrestia è stato
abolito, mentre uno nuovo è stato realizzato sotto alla nicchia di
Sant’Alfonso. Nello spazio del vecchio accesso è stata realizzata una nuova
scala di acciaio per accedere ai locali dell’oratorio sovrastanti alla
sacrestia.
Il restauro del soffitto e dei
dipinti della navata del 2025
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| Gli interventi di restauro del 2025 |
Nel corso del 2025 è stato
eseguita la prima fase degli interventi di ripristino e di restauro del ciclo
pittorico e delle decorazioni situati sotto la volta della navata, che erano
stati danneggiati a causa del distacco e della caduta dell’intonaco, avvenuti
nell'anno 2014. I lavori sono stati promossi dall’attuale parroco di Piscinola, don
Angelo Guarino, grazie all’aiuto e al sostegno economico dei fedeli
piscinolesi.
La sacrestia
L’ambiente presenta una sala
rettangolare molto alta, a cui si accede attraverso un ingresso secondario che si apre sulla
pubblica via del Salvatore. L’opera che sovrasta la parete frontale della
sacrestia raffigura l’ultima cena di Gesù con gli apostoli; il grande dipinto è
stato realizzato dal prof. Antonio Quinterno, nei primi anni del XXI secolo e
donato alla parrocchia.
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| Sacrestia: dipinto dell'ultima cena, opera del prof. A. Quinterno |
Alle pareti della sacrestia sono
addossati gli armadi in legno massello, realizzati durante gli anni in cui fu
parroco don Francesco Bianco, e contengono gli abiti e altri oggetti liturgici. Ai lati della sacrestia sono presenti l’ufficio
parrocchiale e altri piccoli locali.
Dalla sacrestia si accede al
teatrino parrocchiale, ai locali dell’oratorio e alla scala che porta ai piani superiori
degli ambienti parrocchiali.
(segue nella quinta parte)
Salvatore Fioretto
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