sabato 6 dicembre 2025

Quarta Parte - La “Ecclesie Domini et Salvatoris nostri Ihesus Christi de memorato loco Piscinule... la storia della chiesa del SS. Salvatore in Piscinola (quarta parte)

  (segue dalla terza parte)

I dipinti sotto la volta della navata

Sotto la volta della chiesa sono dipinti, in quattro scomparti, gli evangelisti Marco, Giovanni, Matteo e Luca. I santi sono raffigurati con i loro simboli iconografici, che sono: per Giovanni, un’aquila; per Marco, un leone; per Matteo, un angelo e per Luca, un toro alato. Come già è stato scritto, questi affreschi furono dipinti dal pittore Luigi Russo nel 1950. Probabilmente queste opere hanno coperto altri affreschi sottostanti, più antichi.
Nei pinnacoli laterali, che si alternano assieme ai finestroni, sono dipinte delle allegorie, che sono (partendo dal lato sinistro dell'ingresso della chiesa): l’arca di Noè, due angeli con corona, due pecore che si abbeverano ad una fontana, due angeli che sorreggono dei festoni, l’allegoria di un libro del Vangelo coperto da una stola di sacerdote e da un giglio bianco. Nel lato destro, invece, troviamo: i pani e i pesci, due angeli che sollevano un calice e delle spighe di grano, una pecora che abbraccia un vessillo simbolo della resurrezione di Gesù, due angeli che sorreggono dei festoni, un’allegoria dell’Eucarestia (calice, grappoli di uva e spighe di grano). Non conosciamo purtroppo l’autore di questi dipinti, purtuttavia potrebbe essere lo stesso Luigi Russo.
Sulla volta sovrastante l’altare maggiore è raffigurata la scena della Trasfigurazione, con l’"Eterno Padre" circondato da una schiera di angeli e di putti; nella scena viene mostrato un nastro, che contiene la scritta biblica: “Questo è il mio figliolo diletto, nel quale mi sono compiaciuto, ascoltatelo”. Nella volta sovrastante alla cantoria, invece, è raffigurata la scena di angeli in volo, intenti a suonare degli strumenti musicali.

L'intera superticie del soffitto della navata è ricca decorazioni, composte da stucchi dorati, con frasche e fiori intrecciati, mentre nella parte centrale della navata fa bella mostra di se, una grossa stella realizzata in stucco dorato, i cui molteplici raggi (creati in altorilievo), sono circondati da una grande corona di foglie di alloro, sulla quale si alternano una serie di frasche e grappoli d’uva, anch'essi dorati.

Il battistero rubato

Gruppo scultoreo del "Battesimo di Gesù" 
simile a quello scomparso a Piscinola 

Il battistero (vasca battesimale, risalente al XVII) secolo, era collocato nel lato sinistro dell’altare maggiore ed era realizzato con una vasca in marmo bianco di Carrara, sorretta da un piedistallo decorato dello stesso tipo di marmo. Sopra la vasca erano poste delle lastre di marmo intarsiate, disposte a forma di tronco di piramide a base esagonale. Due di esse erano conformate come delle portelle, che si aprivano e consentivano di attingere l’acqua santa che era conservata all’interno della vasca. Alla sommità del battistero era presente un piccolo gruppo scultorio in terracotta dipinta, raffigurante la scena del battesimo, con San Giovanni Battista e Gesù. Il battistero fu trafugato verso la metà degli anni ’80. Le portelle e le altre lastre di marmo furono però risparmiate dai ladri. Esse furono successivamente utilizzate per decorare i paliotti dei quattro altari laterali che erano stati privati dei paliotti di marmo intarsiati, anch’essi trafugati dai ladri.

Il pulpito demolito

Il pulpito nella chiesa antica
Il pulpito era addossato nel lato destro della navata, a pochissima distanza dalla nicchia di Sant’Alfonso. Realizzato in legno con decorazioni dorate, il pulpito era di fattura settecentesca. Non è assurdo immaginare che sopra di esso abbiano predicato i vari santi che hanno organizzato, 
nei secoli passati, le Sante Missioni popolari a Piscinola, come: Sant’Alfonso Maria del Liguori, Beato Maria Sarnelli e San Gaetano Errico. Come si è già detto il pulpito è stato miseramente demolito durante gli interventi degli anni ’60.


Il tetto

Il tetto della chiesa è realizzato con una capriata in legno, a due falde coperta con tegole del tipo “Marsigliese”. Sotto di esso si trova una struttura in legno che sostiene, tramite tiranti, il sottotetto realizzato in listelli di legno raccolti in mazzetti e rivestiti di intonaco, con le decorazioni in stucco e gli affreschi. La capriata e la copertura del tetto furono ristrutturati nei primi anni di questo secolo, quando era parroco don Francesco Bianco. 

Il campanile

La capriata di legno sottostante il tetto della chiesa
L’antico campanile della chiesa risalirebbe al XVII-XVIII secolo e realizzato in due ordini di finestre e sovrasta per altezza tutto l’abitato di Piscinola. Esso contiene tre campane, oltre alle due campane dell’orologioI rintocchi di queste ultime campane segnano il passaggio delle ore e dei quarti d'ora. Alla sommità della torre campanaria si accede con una scala a più rampe. Il campanile è stato utilizzato in passato anche come torre civica, come risulterebbe dalle attenzioni poste dai rappresentanti comunali sul suo stato di conservazione, quando Piscinola era un Casale e anche dopo, quando divenne un Comune autonomo. Un tempo alla sua base era posta una edicola con un grande crocifisso, alla cui base era collocata una lapide in marmo che ricordava la Santa Missione Popolare tenuta nella chiesa dai padri missionari. 
Questa edicola fu rimossa quando fu eseguito l’allineamento della facciata al campanile. 

La facciata, la meridiana e l’orologio
Come già si è detto la facciata è stata realizzata tra il 1959 e il 1960 ed è in stile neoclassico. Essa presenta un alto timpano centrale, con colonne, lesene e cornici, che simulano il marmo travertino. L’ingresso alla chiesa è unico ed è delimitato da un portone in legno massiccio. Domina la scena della parte centrale della facciata la statua del SS. Salvatore, realizzata in marmo travertino, che benedice l’abitato di Piscinola.


Foto della chiesa e della piazza antistante
 durante la nevicata del 2018
Sul lato sinistro della facciata, contrapposta in maniera simmetrica all’orologio, è collocata la Meridiana tonda, realizzata in marmo bianco. I numeri della meridiana sono in carattere romano, evidenziati con "nero di piombo". Purtroppo, lo gnomone, che era in bronzo, è caduto negli ultimi anni e forse è andato perdurato, anche se confidiamo che esso possa esser caduto su una delle cornici della facciata.
L’orologio è stato realizzato dal maestro Pasquale Flò ed è stato inaugurato nell’anno 1924, come si legge inciso sul marmo. Il maestro Pasquale Flo’ è stato un noto maestro orologiaio napoletano che realizzò diversi orologi da parete, molti dei quali sono conservati nel Museo degli orologi da torre, di San Marco dei Cavoti. L’orologio più antico, precedente a questo, risulterebbe essere stato di proprietà del Comune di Piscinola, questa notizia è riportata nel libro, già citato: “Chiesa e comunità nella diocesi di Napoli tra il cinque e settecento”, dove è scritto che il Comune di Piscinola era chiamato continuamente a provvedere alla sua manutenzione e ai controlli periodici. L’orologio è stato ultimamente restaurato nell’anno 2007.

Le opere d’arte trafugate o disperse

Libro dei nati e dei morti dal 1524 al 1613 (foto dell'anno 2004)
La chiesa ha subito pensanti sottrazioni nel corso degli ultimi decenni. Sono stati sottratti tutti i paliotti e i marmi dei quattro altari laterali. Manca il bambinello che un tempo componeva la statua di Sant’Antonio di Padova. Sono scomparsi gli angeli e le decorazioni di legno dorato che un tempo abbellivano la parte frontale della cassa dell’organo. È stato rubato il battistero in marmo bianco di Carrara. Mancano i marmi intarsiati che coprivano la parte superiore della mensa appartenente all’altare maggiore, come pure le due volute in marmo che erano contrapposte tra loro e poste ai lati dello stesso altare.
E' andata perduta una statua dell’Immacolata Concezione, che un tempo era collocata nella quinta cappella a destra della chiesa. La statua rispecchiava l’iconografia della immagine apparsa a Lourdes, a Santa Bernadette. Sono scomparsi i reliquari della Santa Croce, e di san Donato che risultano conservati in questa chiesa. 
Il bambinello della statua di S. Antonio
Come pure sono scomparse le tre acquasantiere originarie in marmo: una grande attaccata alla parete destra, nell’atrio principale di ingresso alla chiesa; mentre le altre due erano poste ai lati delle due porte piccole di accesso alla chiesa, dal lato della sacrestia.
Sono state disperse le tele dipinte risalenti tra il XVII e il XIX secolo, che un tempo erano presenti sulla parete dell’altare maggiore e su quelle degli altari secondari, come pure è stato disperso il primo libro dei nati e dei morti del 1524, un tempo conservato nell’archivio parrocchiale. Manca, infine, la statuentta in bronzo di "San Pietro in cattedra", copia in miniatura dell'opera contenuta in Vaticano, che un tempo si trovava collocata sulla parete destra della porta secondaria.

Le spoliazioni e le modifiche

La facciata antica della chiesa con l'affresco del Salvatore
Come già è stato riportato nel testo, le modifiche principali furono eseguite durante gli interventi degli anni ’50, quando era parroco Don Angelo Ferrillo. In tale circostanza furono eliminati definitivamente: il pulpito in legno, la balaustra di marmo e il suo cancelletto di ottone dorato che racchiudevano un tempo l’altare maggiore. Altre modifiche furono eseguite alla facciata della chiesa seicentesca, come abbiamo già scritto, eliminando definitivamente l'affresco centrale con l'immagine del Salvatore.

Il restauro del 2005

Nell'anno 2005 la chiesa del Salvatore fu coinvolta in imponenti lavori di ristrutturazione e di restauri.

La tela della "Sacra Famiglia" sull'Altare maggiore, foto anni '30
Fu ristrutturata la capriata del tetto. Fu ridipinta tutta la navata della chiesa e gli altari. I candelabri e tutte le parti metalliche furono indorati. Le panche furono sostituite con altre nuove in legno massello di ottima qualità. È stato aggiunto un confessionale a cabina, sempre in legno massello. Alla base della scalinata d’ingresso alla chiesa è stata realizzata un‘imponente cancellata di ferro massiccio. 
L’impianto di illuminazione e quello fonico sono stati sostituiti. Il secondo accesso laterale dalla chiesa dal lato della sacrestia è stato abolito, mentre uno nuovo è stato realizzato sotto alla nicchia di Sant’Alfonso. Nello spazio del vecchio accesso è stata realizzata una nuova scala di acciaio per accedere ai locali dell’oratorio sovrastanti alla sacrestia.

Il restauro del soffitto e dei dipinti della navata del 2025

Gli interventi di restauro del 2025
Nel corso del 2025 è stato eseguita la prima fase degli interventi di ripristino e di restauro del ciclo pittorico e delle decorazioni situati sotto la volta della navata, che erano stati danneggiati a causa del distacco e della caduta dell’intonaco, avvenuti nell'anno 2014. I lavori sono stati promossi dall’attuale parroco di Piscinola, don Angelo Guarino, grazie all’aiuto e al sostegno economico dei fedeli piscinolesi.

La sacrestia


L’ambiente presenta una sala rettangolare molto alta, a cui si accede attraverso un ingresso secondario che si apre sulla pubblica via del Salvatore. L’opera che sovrasta la parete frontale della sacrestia raffigura l’ultima cena di Gesù con gli apostoli; il grande dipinto è stato realizzato dal prof. Antonio Quinterno, nei primi anni del XXI secolo e donato alla parrocchia.

Sacrestia: dipinto dell'ultima cena, opera del prof. A. Quinterno
Alle pareti della sacrestia sono addossati gli armadi in legno massello, realizzati durante gli anni in cui fu parroco don Francesco Bianco, e contengono gli abiti e altri oggetti liturgici. Ai lati della sacrestia sono presenti l’ufficio parrocchiale e altri piccoli locali. 
Dalla sacrestia si accede al teatrino parrocchiale, ai  locali dell’oratorio e alla scala che porta ai piani superiori degli ambienti parrocchiali.            

(segue nella quinta parte)

Salvatore Fioretto 

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