 |
Via del Salvatore, facciata del palazza Grammatico |
Camminando
per il centro antico di Piscinola (ci riferiamo a quella parte sopravvissuta dopo gli
interventi del "dopoterremoto degli anni '80"), s'incontra l'austero ed elegante edificio che si erge in via del Salvatore, poco
discosto dalla chiesa parrocchiale, intitolato "Villa Vittoria", edificio che risulta essere, come vedremo nel seguito del racconto, molto importante nella storia di Piscinola. Pur portando il nome di uno degli ultimi proprietari, l'edificio è però conosciuto col toponimo di "Palazzo Grammatico". Possiamo sfidare chiunque, anche il più anziano piscinolese, ad indicarci l'etimologia che faccia risalire alle origini del nome di questo antico
palazzo, ma siamo sicuri che non troveremo nessuna risposta che chiarisca il dilemma... In effetti questo nome è tutt'oggi un mistero...! Sicuramente
l'edificio sarà stato in tempi antichi la residenza di qualche famiglia nobile
o di un personaggio notabile cittadino che, come avveniva nei secoli passati, qui da noi fissavano la propria residenza di vacanza,
per trascorrere i caldi periodi estivi. Lo possiamo affermare quasi con certezza, perché la
facciata dell'edificio, che appare in stile tardo cinquecentesco, è semplice e
austera, e presenta equilibrate e giuste proporzioni tra le dimensioni e gli spazi occupati
dalle finestre e dal portone dell'ingresso principale. E poi, come tutte le dimore
appartenute alle famiglie nobili del territorio, esso presentava un
ampio giardino annesso, di tipo fortificato, perché un tempo delimitato da
un'alta cortina di muro in tufo, chiamato "Giardino delle Delizie". In particolare, la presenza del dislivello
esistente tra il giardino della villa con via del Salvatore e
via Vittorio Emanuele (già via Risorgimento), ha comportato l'edificazione di una cortina di mura, alta ben oltre cinque metri (misurata dalle sedi stradali).  |
Stemma nobiliare un tempo esistente sul portale d'ingresso (disegno S. Fioretto) |
Ancora
oggi ammiriamo il bel portale esistente, arricchito da un elegante ed alto
cancello in ferro battuto, che porta inserito alla sommità le sigle iniziali "CM" (forse le iniziali della famiglia Cocle), mentre il battente a terra in ghisa porta inciso l'anno "1894". Il portale, realizzato ad arco a sesto ribassato, un tempo era contraddistinto dalla presenza, in corrispondenza della chiave di volta, di un bellissimo stemma in
marmo bianco, sormontato da una corona, sul quale erano rappresentati, in
bassorilievo, le figure di due cavalieri con armature, in atto di sfidarsi a duello, con le
lance impugnate. I cavalieri erano situati sopra a un piccolo ponte, sotto cui scorreva
un fiumiciattolo. In mancanza di foto antiche, che mostrassero oggi questa bella
testimonianza storica piscinolese, abbiamo provveduto a disegnare le
fattezze a matita, anche se in maniera grossolana, basandoci sui nostri ricordi. Purtroppo è tutto quello che ci resta per ricordare questo gioiello...! Lo stemma fu miseramente sottratto al palazzo, intorno all'anno 2003, proprio nel periodo in cui la facciata
dell'edificio era coperta da un alto ponteggio, eretto per i lavori di
ristrutturazione.
 |
Il cancello d'ingresso in ferro battuto, con le iniziali "C M" |
Ritornando
alle origini del toponimo del palazzo, non nascondiamo che il nostro
intuito ci ha portato a indirizzare la ricerca
verso la famosa famiglia di giureconsulti, chiamata "Grammatico":
famiglia originaria della città di Aversa, il cui massimo esponente fu
il grande Tommaso
Grammatico, riconosciuto autore di diversi trattati di diritto, poeta, scrittore e
apprezzato
giureconsulto presso il Regio Tribunale della Vicaria, nonché componente del Sacro Regio Consiglio.
Non è assurdo
infatti
ipotizzare che uno dei rampolli di questa famiglia, se non proprio
Tommaso,
abbia scelto la propria dimora nel Casale di Piscinola,
luogo all'epoca ameno,
prossimo alla città, per rendere agevoli i continui viaggi, necessari per
il raggiungimento della sede di lavoro al tribunale di Napoli o in altri uffici. Ma questa nostra
ipotesi, seppur affascinante e verosimile, non ha comportato finora alla scoperta
di
indizi e di prove testimoniali che ne potessero avvalorare la nostra ipotesi;
tuttavia abbiamo
sempre la speranza che prima o poi scopriremo la chiave di lettura di
quello
che cerchiamo...!
E... qualcuno scrisse sul muro: “Viva i garibaldini”…!
 |
L'esedra di accesso al giardino, vista dalla villa Mario Musella |
Una scritta anonima, tracciata con vernice rossa, richiamava la frase
patriottica di “VIVA I GARIBALDINI” e si poteva leggerla ancora chiaramente,
fino alla metà degli anni ’80, sull’imponente muro di tufo in via del
Salvatore. Una volta demolito il muro, intorno al 1988, la scritta è entrata a
far parte a pieno titolo tra i misteri e le leggende che accompagnano la storia
di Piscinola. Nessuno sa dire con certezza se essa sia stata scritta per mano
di qualche filo-garibaldino piscinolese che, nel lontano 1860, acclamò in
questo modo la venuta di Garibaldi a Napoli, oppure fu uno slogan elettorale
del partito “Fronte Democratico Popolare”, scritta forse durante le elezioni
politiche del 1948, quando questo partito presentò come suo emblema elettorale
il volto Garibaldi. Anche questo mistero resta…!
Il palazzo risulta ben evidente nelle mappe antiche ottocentesche, tuttavia erano
presenti solo i due corpi di fabbrica, distinti e separati, uno situato lungo via del
Salvatore e l'altro su via V. Emanuele, mentre il cortile interno si apriva alla piazza di Piscinola, che aveva per scenografia l'architettura di ingresso della
villa, con l'attuale esedra. Lo "zoccolo" che lega i due corpi di fabbrica (ci riferiamo alla parte che si erge su piazza B.
Tafuri), è stato realizzato nei primi anni del secolo scorso.
Questo lato del palazzo, più recente, è caratterizzato da una serie piccoli
balconi sottesi ad eleganti archi di volta. Mentre l'ampio loggiato sovrastante è
delimitato da una semplice ed elegante ringhiera in ferro, un tempo sorretta con pilastrini
sormontati da vasi con piante.
Il corpo di fabbrica che si affaccia sulla via Vittorio Emanuele presentava il tetto
a capriata, delimitato da una "coronazione" realizzata con una specie di
merlatura in piperno. Questo elmento architettonico, assieme al bugnato presente nella parte bassa dell'edificio, rappresentano altri indizi che
fanno risalire alle origine antiche e nobiliari dell'edificio descritto. Questi
particolari architettonici del palazzo sono ben evidenziati nelle prime foto cartoline di
Piscinola, intorno agli anni '20, nelle quali è raffigurata la piazza B. Tafuri, all'epoca denominata Piazza del Municipio, con ai lati i due edifici emergenti, che sono, appunto, il
Municipio e il Palazzo Grammatico.
L'interno del palazzo risulta discretamente conservato rispetto alla sua conformazione architettonica originaria, con qualche evidente trasformazione; il tutto sempre contraddistinto dalla semplicità dello stile e delle decorazioni. Sicuramente l'elemento più caratteristico è rappresentato
dall'esedra di accesso al "Giardino delle delizie" annesso al palazzo,
realizzata con una brevissima doppia rampa e un bel cancello in ferro
battuto, sostenuto da due pilastri in muratura posti ai due lati.
Altro elemento caratteristico è costituito dalla cosiddetta
"Colombaia", ovvero una struttura in muratura completamente suddivisa
con finestrelle ad arco acuto; le cui fattezze architettoniche e i fregi richiamano le forme di un tempietto cinese in miniatura.
 |
Colombaia, foto elaborata digitalmente (S. Fioretto) |
Il curioso manufatto era adibito all'allevamento dei colombi, un tempo utilizzati per lo scambio dei messaggi tra persone ed erano anche apprezzati in cucina, per la prelibatezza della loro carne, utilizzata per preparare
le pietanze destinate a bambini anemici e ai malati debilitati. Il tempietto un tempo era
sormontato da un tetto in lamiera argentata con le punte delle falde rivolte verso l'alto, che riproducevano proprio quelle presenti nei
templi cinesi. Purtroppo il tetto è andato perduto negli anni scorsi.
Il giardino era chiamato "delle delizie", perché in esso venivano coltivate varietà di frutta ricercate e prelibate, apprezzate soprattutto durante
il periodo estivo, quando i proprietari solevano trascorrere lunghi periodi di
vacanza. In esso si producevano principalmente agrumi, fichi, uva da tavola,
cachi, gelsi, pesche e prugne. Nel giardino era presente anche un'area adibita
ad orto, nella quale si seminavano ortaggi e cereali, destinati all'utilizzo
familiare.  |
La colombaia |
Nella parte centrale della villa si ergeva una
cappella che conteneva l'immagine in altorilievo di una natività, realizzata in
gesso. L'opera fu salvata e recuperata dalla distruzione durante la trasformazione del giardino, grazie
all'interessamento del compianto ex pugile Pasquale di Stazio e oggi si trova
protetta dall'intemperie, sotto a un arco situato a lato del cortile del
palazzo. Lo stile e le dimensioni della scultura richiamano quelle della Pietà, che si trova
incastonata sulla facciata della Arciconfraternita del SS. Sacramento in
Piscinola, è molto probabile che entrambe le sculture siano state realizzate dallo stesso artista.
Nel lato del palazzo prospiciente alla sacrestia della chiesa del SS.
Salvatore è stato posto un pilastrino di marmo di granito, a forma
cilindrica, le cui fattezze richiamerebbero alla sua antica provenienza.
L'elemento, che serviva a proteggere lo spigolo del palazzo dal logorio dei carri trainati da equini
(le carrette), p
otrebbe infatti trattarsi di un "elemento di spoglio", tratto da qualche architettura tardo
antica presente in zona...
Tra i proprietari del palazzo Grammatico troviamo anche la famosa
famiglia Cocle, il cui massimo esponente fu il cardinale Celestino Cocle, che fu
superiore redentorista, arcivescovo di Pratasso e confessore ufficiale del re
Ferdinando I e della famiglia reale borbonica.
L'edificio nel secolo scorso è stato anche sede dell’istruzione pubblica,
infatti alcuni locali furono adibiti ad accogliere la sezione maschile della scuola
elementare di Piscinola (la sede della sezione femminile ci risulta che sia stata realizzata in via del Plebiscito).
Questa scuola nel palazzo Grammatico era
intitolata a "Guglielmo Pepe".
 |
Foto ricordo di una classe della scuola elementare "Guglielmo Pepe" |
Bisognerà attendere l’anno 1929, ossia in pieno periodo fascista, per
vedere inaugurata l’imponente mole dell’edificio scolastico intitolato a
Torquato Tasso, edificata in un’area prospiciente l’antica Via Plebiscito. In un locale esistente al piano terra del palazzo fu allestita, verso la metà degli anni '50 del secolo scorso, la sala di
musica della banda musicale di Piscinola, che fu anche sede dell'associazione
che la gestiva. Sappiamo che la sede della banda di Piscinola subì nel
tempo diversi spostamenti, oltre il palazzo Grammatico, l'ultima sede fu il locale situato nel palazzo
“Chiarolanza”, oggi diventato il teatrino dell’oratorio della chiesa del SS.
Salvatore. Spesso, specie nei giornate di bel tempo, si solevano organizzare le
prove musicali all’aperto, nel cortile interno del palazzo “Grammatico”, in queste circostanze la banda di Piscinola era sempre attorniata da molti Piscinolesi, che
accorrevano ad ascoltare della “buona musica”!
 |
Cortile interno del palazzo (2010) |
I locali posti sul lato che guarda alla piazza B. Tafuri hanno ospitato i celebri negozi di Piscinola antica, tra i quali: il presidio di "Sali e Tabacchi" (che ebbe il primo
telefono pubblico installato a Piscinola), la "Cantina di don
Lorenzo" (poi diventata "Cantina Pippotto"), la sede del Partito
Comunista, il "Circolo dei Cacciatori" e altri negozi, i cui titolari
sono stati ricordati negli anni scorsi, in altri post pubblicati in questo
blog.
All'interno del palazzo Grammatico fu installato anche un laboratorio di analisi
cliniche, dal compianto dottore Giuseppe Lapenna, che qui ebbe anche il suo primo studio medico
e la sua abitazione.
 |
Piazza B. Tafuri, cantina e lato del palazzo grammatico, angolo via V. Emanuele, 1971 |
Con gli interventi di ristrutturazione urbanistica e la ricostruzione avvenuta dopo il
sisma del 1980, i giardini della Villa Vittoria furono requisiti per diventare una villa municipale.
L'alto muraglione, un tempo esistente, fu demolito e al suo posto fu realizzata una
recinzione in cemento armato, sormontata da un'alta cancellata in ferro. Sono stati poi
realizzati i tre ingressi pedonali: in via del Salvatore, in via V. Emanuele e in via
Gustavo Hermann (con accesso da Via Napoli). In corrispondenza dell'ingresso di via Hermann è stata realizzata anche
un'area di parcheggio per auto. Il giardino è stato riorganizzato con una interconnessione di vialetti, spazi e
aiuole.
L'area
posta a lato di via del Salvatore fu inizialmente piantumata con un folto palmeto (delle varietà Phoenix e Washingtonia), mentre quella prospiciente alla
via V. Emanuele, con alberi di Lecci, Cercis Siliquastrum (detti "Sangue di Giuda") e con
altre essenze botaniche ad alto fusto.  |
Facciata e portale del palazzo Grammatico (foto tratta da Google maps) |
Sul lato del vecchio ingresso del
palazzo Grammatico è ben conservato un poderoso e secolare albero di Eucalipto
(chiamato da qualcuno "Nonno Vecchio"), ed è un albero originario dell'antico
giardino delle delizie del palazzo, le cui cime svettano tutt'oggi sopra i corpi di
fabbrica e sono ammirabili da lontano, fin dalla via del Plebiscito... Altre
essenze sopravvissute dell'antica dimora sono alcuni alberi di agrumi e un altro antico e raro albero,
anch'esso secolare. Al centro della villa è stato realizzato un collegamento pedonale tra le due zone poste a diverse quote, costituito da un corpo di fabbrica a due livelli, alla cui sommità è presente un pergolato realizzato in struttura metallica. Il piano inferiore di questo piccolo edificio è
adibito ad accogliere gli uffici dei custodi, il
deposito attrezzi dei giardinieri, i servizi igienici e gli spogliatoi, mentre nel
livello
superiore è stato realizzato il camminamento pedonale. Ai lati di questa
zona è presente anche una piccola fontana e una scala in muratura.
Nell'area
meridionale della villa municipale sono presenti anche alcuni manufatti in
muratura e acciaio, dedicati agli svaghi ludici del bimbi, quali una
torretta di avvistamento, delle scalette a ponte, degli scivoli, ecc.
Purtroppo
l'epidemia botanica del "Punteruolo rosso", che ha imperversato negli scorsi anni,
ha distrutto quasi tutte le palme Phoenix, un tempo esistenti, soprattutto nelle aree
vicine alla via del Salvatore e a via Gustavo Hermann. Quest'ultima area è stata
pavimentata e attrezzata con altalene, scivoli e giostrine per bimbi.
La Villa municipale di Piscinola, dopo diversi anni dalla sua inaugurazione, nel 2002, è stata
intitolata al cantante piscinolese Mario Musella, che ebbe i natali in
un'abitazione adiacente proprio al palazzo Grammatico, nell'anno 1945. La
dedica marmorea si trova affissa ai lati dell'ingresso su via V. Emanuele.
Salvatore Fioretto
Ecco un breve video della visita guidata eseguita all'interno del palazzo Grammatico, realizzata nell'anno 2019.
Il palazzo Grammatico
 |
Villa Mario Musella, palmeto andato poi distrutto a causa del Punteruolo rosso, foto risalente all'anno 2003 |
Nessun commento:
Posta un commento