Introduciamo nei prossimi post di
Piscinolablog due racconti autobiografici, che descrivono episodi di vita
quotidiana legati al rapporto con la ferrovia Napoli Piedimonte d'Alife a
Piscinola, risalenti entrambi ai primi anni '70. Il primo, già inserito in un precedente post, riguarda la
scoperta di un animale alquanto singolare, in prossimità della linea
ferroviaria. Il secondo, un episodio di resistenza dei contadini per
l'occupazione delle campagne piscinolesi.
I due racconti sono stati tratti dal libro "Piscinola, la terra del
Salvatore. Una terra, la sua gente, le sue tradizioni" di S. Fioretto,
anno 2010, ed. The Boopen. Buona lettura!
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Ecco un altro racconto di vita agreste,
un avvenimento realmente accaduto, nel quale i protagonisti sono il treno della
“Piedimonte” ed una piccola tartaruga…!
Era l’anno 1972, credo che si era in luglio ed era un caldissimo e assolato
pomeriggio d’estate, senza un alito di vento. Io ero in campagna con i miei
amici di infanzia e i miei genitori... si...! Proprio quella campagna che
costeggiava la linea della ferrovia “Napoli-Piedimonte D’Alife”. Mio padre era
impegnato a raccogliere le patate. Con un movimento brusco nel terreno faceva
uscire i tuberi dal solco e noi poi lo seguivamo a raccoglierli ed a riporli in
casse di legno.
La “Piedimonte” ogni tanto percorreva la linea costeggiante il nostro poderino,
facendo sentire il suo inconfondibile rumore metallico...
Ad un tratto, ecco che dal terreno, in una zona vicina alla ferrovia, fuoriuscì
un oggetto strano, a forma di mezza sfera... portava una scacchiera regolare a
due colori: nero e giallo...
La cosa non passò inosservata, mio padre… incuriosito, subito prese tra le mani
quest’oggetto, un po’ strano, pensando a una calotta di palla di gomma...
ricordate? Quelle con cui un tempo si facevano giocare i bambini nei cortili ed
aveva la stessa forma.
Stava quasi per gettarla lontano dal confine, quando ad un tratto dalla calotta
fuoriuscirono quattro zampette e la testa di una povera tartaruga che si
muovevano, come per avvertirci della sua presenza! Apparteneva ad una specie di
quelle esotiche… credo!
Non vi dico la sorpresa di noi bambini! Ci mettemmo tutti subito a fare festa
attorno alla tartaruga trovata per caso.
Con molta probabilità essa fu lanciata da qualche viaggiatore dai
finestrini durante una corsa della “Piedimonte” o caduta dalle mani di qualche
bambino affacciato ai finestrini medesimi; altrimenti, mai e poi mai sarebbe
sopraggiunta in quel luogo.
La mia campagna era allora distaccata dalle strade e completamente isolata dal
resto della città: si trovava in mezzo ad ettari di verde ed era costeggiata
solo dalla ferrovia su di un solo lato.
Non vi nascondo che quella tartaruga divenne per diversi anni una compagna
di giochi.
Si cibava solo di lattuga. In inverno andava sempre in letargo e scompariva dal
cortile, ma in primavera, ai primi raggi di sole tiepido, me la ritrovavo
all’improvviso tra i piedi alla ricerca di cibo.
Poi, intorno al 1975, la tartaruga scomparve del tutto e non la rividi più. Mi
sa che me la rubarono mentre si trovava nel cortile, oppure morì nel suo
letargo. Credo più alla prima ipotesi, perché il mio cortile allora era frequentato
da altri ragazzi.
Ci rimasi molto male, era diventata come una persona di famiglia!
Purtroppo, le cose belle finiscono sempre presto, come la “Piedimonte”
d’altronde...!
Oggi, a distanza di decenni, considero quella tartaruga, in un certo senso, come “donata” dalla “Piedimonte”!
Grazie per tutto, cara e vecchia “Piedimonte”...!
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