Dopo il primo viaggio, eseguito con successo nel Villaggio di
Piscinola, siamo alla seconda esplorazione, questa volta manderemo il nostro inviato "Vicus", alla volta di Marianella, nell'anno 1913...
Abbiamo scelto come
data, il giorno 27 settembre che, come è noto, coincide con un'importante ricorrenza comunitaria, vale a dire con la nascita di
Alfonso Maria dei Liguori, insigne santo della Chiesa, qui nato, quando Marianella
era ancora un Casale di Napoli.
Leggiamo ora il
rapporto del secondo viaggio esplorativo, ricordando che le note riportate tra
due parentesi tonde, precedute dall'acronimo "ndr", sono inserite dalla Redazione per
chiarire alcuni toponimi:
2° Rapporto di viaggio
Data: 27 settembre
1913 (martedì)
Inviato: Vicus
Ora inizio: 11:00
Luogo di Atterraggio: Piazza Umberto I, a
Marianella
Condizioni climatiche: Temp. 27°C, cielo
limpido e sereno, leggero vento di scirocco.
Viaggio di andata a
Marianella, con atterraggio regolare.
Mi trovo nell'anno
1913, al centro di una piazzetta che si chiama piazza Chiesa; infatti
predomina la bella chiesa parrocchiale del Villaggio, dedicata a San
Giovanni Battista.
La chiesa ha dei
semplici lineamenti architettonici, con un grande finestrone ad arcosolio e
lesene laterali; presenta un portale di accesso, quasi a livello della strada,
con un due soli gradini.
Sul lato sinistra si
erge l'alto campanile con un orologio. Sempre sul lato sinistro è presente un'Arciconfraternita del Settecento, dedicata alla Madonna della Pietà. La
pavimentazione della piazzetta, come la gran parte delle strade del
Villaggio, è interamente composta da pietre di basalto vesuviano, nere e ben
squadrate. Non sono presenti
altre emergenze architettoniche nei restanti edifici circostanti la piazzetta, che risultano quasi tutte a due piani, in semplice stile rurale; tipologie queste spesso ricorrenti negli
altri antichi Casali del circondario napoletano.
Mi incammino verso piazza
Umberto I, la piazza centrale del villaggio, percorrendo la strada che si chiama via Chiesa. Al civico
13, c'è un Salone (barbiere), mentre al civico 15, nel palazzo del sig. Di Maro
T., c'è la scuola municipale maschile.
Sulla via Indipendenza (una strada che collega via Marianella con via Ramaglia), al civico 1, c'è un esercizio di generi commestibili.
Sulla via Indipendenza (una strada che collega via Marianella con via Ramaglia), al civico 1, c'è un esercizio di generi commestibili.
Ritorno in piazza
Umberto. Questa piazza, di forma quadrangolare, è delimitata da alcuni alti palazzotti, tuttavia non
c'è nessun monumento nel suo punto centrale. I locali che incontro qui sono
i seguenti: al civico 1 c'è la farmacia del dott. D'Angelo Andrea,
nell'adiacente civico 2, trovo la società cattolica di Mutuo Soccorso,
mentre ai civici 10-11, si trova l'esercizio di un "Caffè e
Coloniali". Al civico 22, si affaccia un negozio di Sale e Tabacchi, il cui
titolare è il sig. De Felice Andrea. Al civico 23, c'è la sede dell'Associazione
Pia Unione del SS. Sacramento e Maria SS. del Carmine.
Dalla piazza
Umberto I percorro ora via Dei Liguori, fino alla via cupa
Ponte di Marianella. A destra della via, al civico 12, trovo la chiesetta della
casa natale di Sant'Alfonso Maria de Liguori. Attaccato alla chiesa, al numero
12a, c'è l'ingresso del convento dei Redentoristi, che allo stato attuale
risulta di proprietà del tedesco mons. Reuss, che lo ha rilevato dai privati.
Busso al portone del convento e mi
apre il rettore dei Redentoristi, certo mons. Vetulli, il quale
con generosa ospitalità mi accompagna a visitare la bella residenza dei Liguori o meglio di quello che si è riuscito a salvare dalla frammentazione
patrimoniale dei beni della casata.
E' palpabile in questo luogo un
fermento di gioia, specie tra i conventuali, perché oggi è la seconda festa annuale, quella
dedicata alla riscorrenza della nascita del loro Santo fondatore, Alfonso dei Liguori, che proprio qui vide la luce, il 27 settembre dell'anno 1696; tra poco nella
chiesetta sarà celebrata una Messa solenne in Suo onore. Al termine della visita al convento, saluto il
monsignore e riprendo il mio itinerario, lasciandomi alle spalle questo insigne monumento di
storia patria napoletana, la cui fama raggiunge ogni angolo del mondo, grazie alla divulgazione operata dagli adepti della Congregazione del Santissimo Redentore, nelle loro terre di missione.
Lungo la strada dei Liguori, al
civico 14, ci sono i locali delle RR. Poste e Telegrafi.
.... E pensare che stiamo nel XX secolo e gli abitanti di Piscinola devono ancora venire fin qui per spedire le loro cartoline postali o le raccomandate..., dato che a Piscinola non hanno ancora realizzato un analogo ufficio postale...! Penso che sia giunto il momento di allestirlo!
.... E pensare che stiamo nel XX secolo e gli abitanti di Piscinola devono ancora venire fin qui per spedire le loro cartoline postali o le raccomandate..., dato che a Piscinola non hanno ancora realizzato un analogo ufficio postale...! Penso che sia giunto il momento di allestirlo!
Continuando a
percorrere la via dei Liguori, al civico 16 c'è la villa Caputi, al
civico 5 c'è un esercizio di generi commestibili, poi, al civico 21, ci sono i
locali della scuola municipale femminile, al civico 23, trovo un
rivenditore di pane, infine, al civico 31, c'è la proprietà della sig.ra Ricci
Fiorina.
Da questa strada si
diramano due vicoli: il vico I e il vico II dei Liguori. Al vico I
dei Liguori, presso il civico 1, c'è la proprietà Bosco. Più avanti si dirama anche vico Torre, che è una stradina non
comunicante.
In fondo alla strada,
una volta terminata la schiera delle semplici abitazioni, ha inizio
una lussureggiante piana agricola, piantumata con alberi di ciliegi. Scorgo la
presenza di alcune masserie al suo interno: dapprima la masseria Jodice, il cui nome i popolani storpiano in "Case Durece"...
e, più avanti, la bella masseria del Carduino (ndr. detta anche
Cardovito).
Questo antico
tenimento del Carduino era un tempo di proprietà della famiglia dei Liguori;
in particolare esso fu una dote che Sant'Alfonso conservò per se', anche
quando rinunciò alla primogenitura della casata, in favore del fratello Ercole,
perché la rendita di questo fondo gli permetteva di assicurarsi la dote
richiesta dalla Curia, per iscriversi e frequentare il Seminario Diocesano.
Ritorno indietro e
percorro il corso principale del Villaggio, che si chiama via Napoli. La
strada parte da piazza Umberto I e termina al cosiddetto "Ponte
di Marianella", che trovo all'incrocio con la strada di Santa Maria a Cubito.
Al civico 5 della via c'è la proprietà Parisi, mentre al civico 9 trovo una
trattoria casareccia. Da questo locale provengono inebrianti profumi di carne
arrostita sulla brace e aromi di altre pietanze: sono odori molto accattivanti per il mio
olfatto e, considerando l'orario, anche per il mio stomaco...!
Continuando ancora per
via Napoli, al civico 25, c'è la villa Campanile e al civico 43 la
proprietà del sig. Migliaccio Michele. Più avanti, al civico 57, trovo la
proprietà del sig. Ruggiano Raffaele. Al civico 71, incontro la proprietà di
Luigi Pezza, celebre scultore, cesellatore di busti e di altre opere artistiche in
bronzo, il quale ideò anche una apprezzata fonderia a conduzione familiare; in essa trova abitazione anche l'ing. Federico Bosco. Al civico 6 c'è
un esercizio di Salone, mentre, al civico 10, la proprietà della famiglia
Scarpa Carlo.
Da via Chiesa
si dirama via Piscinola; strada che collega il Villaggio di Marianella
con quello di Piscinola. Da notare che curiosamente questa strada prende due nomi diversi:
il tratto che si sviluppa in terra di Piscinola, si chiama via Marianella, mentre
quella che attraversa Marianella, si chiama via Piscinola.
In via Ramaglia,
al civico 10, c'è la proprietà dell'avvocato Antonio Campanile, poi, al civico
13, c'è l'esercizio di un vinaio. La strada prosegue attraversando una
lussureggiante campagna, lungo la quale si incontra la masseria Croce e
poi, a seguire, nei pressi del confine con il Villaggio di Piscinola, la
masseria San Giovanni, chiamata così perché un tempo era un tenimento
della chiesa di San Giovanni a Carbonara di Napoli. Per la masseria San
Giovanni passa un viottolo sterrato di campagna, attraverso esso, da un lato si giunge al largo prospiciente al palazzo De Luna di Piscinola,
mentre, dall'altro lato meridionale, la masseria di Sant'Agostino; quest'ultima
era un antico possedimento della chiesa napoletana di Sant'Agostino alla
Zecca.
Dalla via Dei
Liguori posso immettermi nell'antica strada osco sannita e poi romana,
collegante i villaggi di Marianella e di Chiaiano, con il Comune di Mugnano. La
strada si chiama via Antica Chiaiano Mugnano. Anche questa è una
stradina sterrata, che si sviluppa sotto quota di campagna, a causa
dell'erosione esercitata nei secoli dallo scorrere dell'acqua meteorica; la stessa strada è ombreggiata,
ai due lati, da una fitta vegetazione di alberi di noci e di nocciole, e per
tale motivo viene chiamata dagli abitanti "Cupa". Un viandante che
incontro mi riferisce che tale stradina viene da loro chiamata Cupa Spinelli. La via
attraversa ampi e lussureggianti campi, dove predomina la coltivazione delle
ciliege e di altri alberi da frutta. Sulla strada, al termine di un viottolo, incontro l'antica e romantica
masseria Renza Vascio. Per alcune stradine collaterali si possono
raggiungere le altre masserie caratteristiche del luogo, come le
masserie: 'A Coppa, Conte di Lucina, Torricelli, ciononostante debbo
considerare che sono ormai giunto ai confini con il villaggio di Chiaiano e con
il Comune di Mugnano.
A metà percorso, trovo
un ampio sterrato (ndr. diventerà Via G. A. Campano) che collega anche
diversi fondi agricoli; mi riferisce un viandante che esso viene utilizzato
saltuariamente dagli abitanti per svolgere alcune corse di cavalli, specie in
coincidenza di ricorrenze festive, come la festa di Sant'Antonio Abate e
l'Ascensione (ndr.: forse in questa strada doveva disputarsi, intorno agli anni
'30, un importante torneo di trotto, intitolato "Premio
Piscinola", ma di questo evento, pur avendone accertata la sua storicità,
non abbiamo trovato ancora nessun indizio circa la localizzazione del campo di
gara).
La strada sterrata è
attraversata dallo scorrere di due ruscelletti che, durante le abbondanti piogge
delle stagioni autunnali e primaverili, si trasformano in torrenti impetuosi, e
per tale motivo vengono chiamati "canali" o "alvei". Il
primo incontrato si chiama Canale Vigna, mentre, il secondo, Alveo
dei Camaldoli; entrambi i corsi d'acqua si riversano nelle retrostanti campagne, tra Marianella, Chiaiano
e Mugnano. I letti di questi corsi, anche'essi delimitati da filari di pini, durante la stagione secca vengono
utilizzati dai contadini del posto come strade interpoderali.
Nel lato meridionale
di Marianella ho trovato diverse residenze nobili, in particolare l'antico tenimento di
proprietà del Principe di Belvedere, qui detta semplicemente
'"ncoppe 'o Principe"...
Trovandomi nelle
vicinanze, esploro anche le due località che oggi appartengono al Villaggio di
Piscinola, anche se un tempo erano sotto la giurisdizione del Casale di Marianella,
ovvero le località di Frullone e di San Rocco.
La località del Frullone viene attraversata dalla via Santa Maria a Cubito. Nel punto di intersezione di questa importante via di comunicazione con la strada Dei Canapi Miano Agnano, c'è la chiesetta del Sacro Cuore di Gesù.
La località del Frullone viene attraversata dalla via Santa Maria a Cubito. Nel punto di intersezione di questa importante via di comunicazione con la strada Dei Canapi Miano Agnano, c'è la chiesetta del Sacro Cuore di Gesù.
La località di San Rocco, invece, è attraversata da
via Boscariello e comprende l'antico ponte di San Rocco: opera strategica
che ha collegato e collega ancora oggi l'Area Nord di Napoli con il centro
cittadino. All'incrocio di questa strada con via Santa Maria a Cubito, c'è la seicentesca chiesetta di San Rocco, mentre, poco dopo, verso il ponte di San
Rocco nuovo, c'è la nuova chiesa ottocentesca dedicato al Santo di Montpellier. Più avanti,
sempre prima del ponte di San Rocco, a sinistra, si percorre via Cupa delle
Tozzole, dove si incontrano diversi corpi di fabbrica e, poi, la villa
settecentesca che fu dimora della nobile famiglia siciliana dei marchesi di Paternò.
Dopo il ponte nuovo
di San Rocco, si erge l'ampio deposito delle tramvie di
Capodimonte (ndr. chiamate anche "Tramvie del Nord"), detto Garittone, forse per la presenza di un posto di controllo, con garitta, del corpo della Guardia Nazionale.
Sulla destra della strada c'è l'altra villa settecentesca. Ma qui abbiamo già sconfinato nel villaggio di Capodimonte...
Per ritornare al
centro del Villaggio di Marianella, percorro via Boscariello, dove
incontro sulla destra la cappella della Madonna delle Grazie (ndr: è l'altra
chiesetta del territorio con questo titolo, situata nella località Frullone) e anche un'antica masseria,
chiamata masseria Sarnataro. La strada, fiancheggiata da sostenuti
terrapieni, è costeggiata di alti pini. Percorro un altro breve tratto di strada e incrocio ancora via Miano Agnano. Poco prima trovo un ponte stradale, chiamato Ponte Piscinola, che
consente di oltrepassare l'alveo del Boscariello (ndr: l'odierno
Vallone San Rocco).
Ripercorro via Madonna delle Grazie e, a seguire, via Ramaglia, per far ritorno, finalmente, a Marianella, in piazza Umberto.
Ripercorro via Madonna delle Grazie e, a seguire, via Ramaglia, per far ritorno, finalmente, a Marianella, in piazza Umberto.
Mi faccio ammaliare...
dal profumo di sfogliatelle provieniente dal Caffe coloniali che si
affaccia sulla centrale piazza. Mi fermo alcuni minuti per assaporare questa
squisitezza tipica della cucina partenopea. Sorseggio anche un prelibato limongello,
"alle quattro stagioni", fatto in maniera artigianale da sapienti mani
marianellesi, come da antica ricetta locale. Per la preparazione del liquore vergono utilizzate le essenze di quattro
diversi agrumi ancora verdi, provenienti dai giardini locali, tra cui le profumatissime
Limme (ndr. Lime). Non faccio in tempo a pagare il conto, quando il
cassiere mi informa che quanto da me consumato è stato offerto dal proprietario
dell'esercizio. Ringrazio commosso il "titolare" per la sua
generosità e, congedandomi, saluto tutti i presenti.
Mi appresto a
prepararmi per il viaggio di rientro alla base, che avviene regolarmente
secondo la tabella di volo, senza note di rilievo, con inizio alle ore 14:00.
Atterraggio in sede,
nell'anno 2018 e termine del viaggio.
Firmato Vicus.
ps.: il viaggio è
stato piacevole, per la dolcezza del clima autunnale e per la simpatica
accoglienza ricevuta dalla popolazione del posto...
Non nascondo che provo
un po' di nostalgia...
Salvatore
Fioretto
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