Questo articolo
narra un episodio accaduto a Piscinola, nell'anno 1900 e riguarda un anziano
insegnante della scuola municipale di Piscinola, che si chiamava Giuseppe
Tansella.
Il Tansella è stato tra i primi militanti a Napoli del nascente partito Socialista e, per le sue idee e per le sue frequentazioni politiche, fu aspramente osteggiato e, si può dire, perseguitato, dall'allora amministrazione scolastica e anche comunale.
Il Tansella è stato tra i primi militanti a Napoli del nascente partito Socialista e, per le sue idee e per le sue frequentazioni politiche, fu aspramente osteggiato e, si può dire, perseguitato, dall'allora amministrazione scolastica e anche comunale.
Scolaresca dell'antica scuola municipale di Piscinola, foto di Vincenzo Tomo |
A quei tempi
i maestri scolastici (secondo il Regio D. Leg. n. 3725 del 13 nov. 1859 - promulgato dal Regno di Sardegna - noto come Legge Casati), erano designati dalle amministrazioni comunali (ovvero dai Municipi), a cui appartenevano le scuole. Restavano di ruolo per la durata di un triennio, al cui
scadere potevano essere licenziati o rinnovati per un altro triennio o a vita
(art. 333); ovviamente questa norma, che rappresentava una
prerogativa insindacabile dell'amministrazione locale, comportava l'avverarsi
di frequenti casi di ingiustizie e anche di soprusi, per finalità sia ideologiche che
politiche, come stipendi non elargiti o pagati in ritardo e addirittura di
licenziamenti di sana pianta.
Piazza Municipio a Piscinola (attuale piazza B. Tafuri), anni '30 ca. |
Un manipolo
di uomini, napoletani di nascita o di fuori provincia, fondarono a Napoli, nel 1899, lo storico giornale, chiamato «La Propaganda», che fu rivista prima e quotidiano
poi, espressione del pensiero socialista, il quale giocò un ruolo importante
nello smuovere la città di Napoli dal torpore in cui versava alla fine dell''800, attanagliata com'era da diffuse forme di connivenze e di malaffare.
Il caso che stiamo per narrare fu ampiamente pubblicizzato sulle pagine di
questa testata (ovviamente a scopo di propaganda politica), ma tanto da destare l'indignazione pubblica generale e tante
manifestazioni di solidarietà da parte del mondo scolastico.
Già nel 1867,
Giuseppe Tansella era persona alquanto conosciuta nel mondo scolastico dell'epoca,
infatti era stato autore di un Sillabario, utilizzato per le scuole pubbliche e private.
Nel 1871 partecipò al
progetto della Scuola Internazionale.
Ecco quanto è riportato a tal proposito nel libro "Errico Malatesta, da Mazzini a Bakunin: la sua formazione giovanile....", di Misato Toda:
Frontespizio del giornale "La Propaganda", del 1904 |
Ecco quanto è riportato a tal proposito nel libro "Errico Malatesta, da Mazzini a Bakunin: la sua formazione giovanile....", di Misato Toda:
[...] "Essi
erano convocati per turno, ed a piccole frazioni nelle ore antipomeridiane la
domenica nel locale di San Severino a Pendino, ed ivi è pure istituita una
scuola per insegnare ai figli degli operai dell'Internazionale, i maestri si
chiamerebbero "Fratelli operai del pensiero" e tra costoro si annovera lo
stesso Carmelo Palladino, Errico Malatesta e Tansella Giuseppe". [...]
La scuola della Internazionale cominciò dal 24 luglio e durò fino al 18 agosto 1871, allorché fu chiusa con decreto ministeriale. Parteciparono alla scuola circa 45 allievi, tra cui due ragazze; le lezioni si svolgevano di sera, e avevano frequenza giornaliera, escluso il sabato, la domenica e alcuni giorni festivi dell'anno.
La scuola della Internazionale cominciò dal 24 luglio e durò fino al 18 agosto 1871, allorché fu chiusa con decreto ministeriale. Parteciparono alla scuola circa 45 allievi, tra cui due ragazze; le lezioni si svolgevano di sera, e avevano frequenza giornaliera, escluso il sabato, la domenica e alcuni giorni festivi dell'anno.
Il caso
narrato si verificò quando il maestro Giuseppe Tansella fu denunciato al Provveditore
degli studi di Napoli per aver partecipato a
un congresso socialista a Benevento, assieme al maestro Zanzi di Coppano
(Ferrara), licenziato a sua volta per le idee socialiste.
Dopo
quest'azione, la "Sezione maestri e maestre" della Camera del
Lavoro di Milano approvò, come si apprende dall'articolo
pubblicato dal giornale "La lotta" del 3-4 marzo1900:
"...un ordine del giorno di solidarietà col maestro Tansella di
Piscinola (Napoli) denunciato al Provveditore...". Vi aderirono un gran numero di maestri e maestre d'Italia.
Piazza Municipio a Piscinola (particolare cartolina), anni '30 ca. |
Ecco il fatto apparso sulla cronaca del giornale "La Propaganda", i cui dirigenti,
ovviamente, approfittarono del caso, per giunta di parte, per fare propaganda politica e attaccare, con
sarcasmo, la tanto discussa amministrazione comunale dell'epoca:
"II casa
Tansella
I nostri lettori ricorderanno la questione:
il Tansella:
un vecchio nostro compagno maestro municipale a Piscinola, fu invitato con
lettera d'ufficio dal nostro Sindaco a discolparsi presso il Provveditore
dell'aver preso parte al nostro recente Congresso Campano Sannitico.
Il Tansella,
dichiarandosi pronto a dare solamente spiegazioni che riguardassero il suo
ufficio, vi si rifiutò e la lettera di rifiuto - che noi pubblicammo - ha dato
luogo a una interrogazione in Consiglio comunale del consigliere di parte
moderata, Sanfelice di Bagnoli.
Il Sanfelice
discutendo la questione di fatto e quella di massima, si domandò come mai si
poteva conciliare la minaccia di reato di pensiero inflitta al Tansella con la
precedente dichiarazione del Sindaco riconoscente in tanti impiegati municipali
la più ampia libertà di riunione e primo di organizzazione. Quella libertà ,
che voi concedete a quanti per fini più o meno giustificati pontellano la
vostra morbosa amministrazione, perché si vuole negare al povero maestro di
Piscinola? E Summonte rispose: disse che egli confermava la sua precedente dichiarazione,
che l'invito fatto al Tansella era stato premurato dal Provveditore, che egli,
se avesse voluto, avrebbe potuto traslocare il Tansella in altro paese, ma che
ciò non ostante - e qui prese con tutte e due mani il suo molto coraggio -, avrebbe fatto un'inchiesta, avrebbe conosciuto se la propaganda si
proiettava nella scuola, avrebbe preso occorrendo le disposizioni del
caso, avrebbe infine fatto quello che egli, sindaco e massone, credeva
opportuno di fare!
Corbelleria più, corbelleria meno, Summonte se la sbrigò, approvato in ispecial modo dal radicaloide Antonio Mirabelli, ma una nota ancor più stonata e forcaiuolissima non poteva mancare. Fu quella del verboso Auriemma, che a nome dei clericali vecchio stampo, sacramentò che egli, sindaco, non avrebbe mai permesso ad un maestro di professare opinioni socialiste. Ed i vostri preti, signor consigliere, non insegnano nelle scuole del Comune? Il biondo repubblicano-collettivista - rara la ... prudenza! - taceva."
Corbelleria più, corbelleria meno, Summonte se la sbrigò, approvato in ispecial modo dal radicaloide Antonio Mirabelli, ma una nota ancor più stonata e forcaiuolissima non poteva mancare. Fu quella del verboso Auriemma, che a nome dei clericali vecchio stampo, sacramentò che egli, sindaco, non avrebbe mai permesso ad un maestro di professare opinioni socialiste. Ed i vostri preti, signor consigliere, non insegnano nelle scuole del Comune? Il biondo repubblicano-collettivista - rara la ... prudenza! - taceva."
L'accanimento
contro il povero e vecchio maestro non terminò con questa avventura, infatti, col perpetuarsi dei
soprusi a danno della sua persona e del suo ruolo di insegnante, il poveretto scrisse un'altra lettera di protesta al giornale "La
propaganda" (pubblicata nell'edizione del 3 dicembre 1900), con tono
alquanto acceso, che così recitava:
"Nella
scuola di Piscinola
Cara
"Propaganda"
Come prima,
nei villaggi si dispotizza ancora: si fa
ciò che si
vuole, non ciò che si deve. Oggi, giorno 16,
mi sono recato
a scuola al solito, dieci minuti prima. Si
può credere?
Non mi è stato permesso mettere piede,
perché non
era ora. Chi è con la legge scolastica è sov-
versivo. Dove
siamo? In qual regno? Di chi la colpa?
La risposta
l'aspettiamo dal sig. regio delegato.
Piscinola, 16 novembre 1900.
L'insegnante
Tansella
Giuseppe".
La storia che abbiamo riassunto appartiene, come le tante altre che abbiamo fin qui narrato, a un piccolissimo borgo di periferia, posto a nord della metropoli che, nonostante la sua piccolissima entità, è stato più volte al centro della storia della città di Napoli e della Regione, varcando spesso i confini regionali.
Un luogo di passioni, di iniziative, di dibattiti e di discussioni, anche politiche. Un Borgo vivo, che in ogni tempo è stato sempre al centro della vita comunitaria cittadina.
Salvatore Fioretto
Salvatore Fioretto
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