Locomotiva a vapore Breda, denominata "Tifata", foto anni '50 |
La società costruttrice e gerente della ferrovia è una compagnia
francese, appositamente costituita a Parigi, denominata: “Chemins de Fer du Midi et Italie” (CFMI).
La ferrovia viene suddivisa fin dalle sue origini in due tratte per
ragioni costruttive e di esercizio: la tratta cosiddetta “Tratta Bassa”, a
scartamento ridotto italiano (950
mm) a trazione elettrica (11000 V e 25 Hz), con partenza
da Napoli centro (Piazza Carlo III) e terminale a Capua, passando per i centri
popolosi di Secondigliano, Piscinola, Marano, Mugnano, Giugliano, Aversa e
Santa Maria Capua Vetere (in quest'ultima con 4 stazioni); mentre, la “Tratta Alta”, anch’essa a scartamento
ridotto, ma con trazione a vapore, con partenza da Santa Maria Capua Vetere
(Stazione di Biforcazione) e terminale a Piedimonte d’Alife, attraversando i
centri rinomati dal punto di vista paesaggistico e culturale, come: S. Angelo
in Formis, Caiazzo, Pontelatone, Piana e Alife.
Nell'anno 1923 la ferrovia “passa” sotto la “Gestione Commissariale
Governativa, con il titolo di FNP
(Ferrovia Napoli-Piedimonte) e costituisce, fino alla seconda guerra
mondiale, un volano di sviluppo socio-economico che favorirà l’accrescimento
economico della popolazione e gli scambi commerciali tra i centri
manifatturieri di Piedimonte e Capua con la provincia napoletana, allora piana
fertilissima, con abbondante produzione di frutta prelibata e colture d’ogni
genere.
La "Piedimonte" in un dipinto dal maestro L. Russo |
La seconda guerra mondiale determinerà ingenti danni alla “tratta
alta”, tanto che la ferrovia sarà sospesa all’esercizio per quasi venti anni.
Solo a partire dal 1963 la “Tratta Alta” viene ricostruita su un nuovo
tracciato a scartamento ordinario e collegata alla rete delle Ferrovie dello
Stato, nella stazione di Santa Maria Capua Vetere.
La nuova ferrovia viene
esercita con automotrici diesel di costruzione OM (Aln 880, Aln 668, Aln 773).
Copertina del nuovo libro "Comm'era bella 'a Piedimonte!" |
Nel frattempo (anni '70), la cittadina di Piedimonte ha mutata la sua denominazione in "Piedimonte Matese". La “Tratta Bassa” sarà esercita notevolmente ridotta nel percorso
originario, fino al mese di febbraio 1976, quando per mancanza di manutenzione e per
l’accresciuto fabbisogno di utenza dei centri napoletani, che iniziarono a
espandersi in maniera vertiginosa, verrà chiusa all’esercizio in attesa della
sua riqualificazione generale.
Elettromotrice da manovra, AEG - Thomson Houston |
Oggi la ferrovia si chiama "Metrocampania NordEst" e viene cogestita interamente da una società partecipata, insieme alla ferrovia: "Napoli - Benevento - Cancello".
Salvatore Fioretto
(Tutti i diritti per la pubblicazione dei testi del blog sono riservati all'autore, ai sensi della legislazione vigente)
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A sinistra la tratta bassa e a destra quella alta, tratte da www.lestrade ferrate.it di Rosario Serafino |
Stazione di Piscinola della nuova ferrovia MetroCampania NordEst |
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