Il nostro caro amico e assiduo lettore di Piscinolablog, Donato Marano, ha voluto generosamente fornirci una copia di un giornalino parrocchiale, edito a Piscinola nel lontano, 1971, dal quale abbiamo tratto questa bella testimonianza sportiva dell'epoca, scritta da un giovanissimo cronista, Carmine Montesano. Il giornalino in parola è intitolato: “La Fiaccola”, (Anno V. Numero 7, ed. del 4
novembre 1971). La Direzione e redazione della "testata" era stata assunta dal compianto e poliedrico, Don Domenico Severino che ne fu anche fondatore (sede redazionale Piazza B. Tafuri, 65\A). Le foto sono state gentilmente messe a disposizione dalla Famiglia Cossia.
Dalla rubrica: “Fatti e figure di casa nostra”, articolo scritto da Carmine Montesano:
"Quella che scrivo è
una storia già nota alla maggior parte dei Piscinolesi. La sua collocazione
temporale è negli anni ruggenti non solo per il cha-cha-cha, il boogie-boogie
ed altri ritmi, portati tra noi dal vento della guerra, ma soprattutto perché
difficili e amari perfino nel ricordo. In quegli anni, 1948 e seguenti, nella
complicata situazione socio-politico-economica italiana, veniva crescendo una
generazione che proveniva da un’adolescenza che, in verità, non era stata quale
oggi si concepisce. Era la generazione dei “figli della guerra”. I figli d’una
esperienza atroce, della quale non portavano colpa, ma che avevano immiserito i
loro anni più belli e costruttivi. La guerra ha partorito una generazione
caparbia, forte, abituata al sacrificio, alla lotta.
Un esempio, a
noi molto vicino e degno d’essere ricordato, è la storia, seppur solo sportiva,
d’un nostro compaesano, d’un esponente di detta generazione: AGOSTINO COSSIA.
=LA MANO DEL DESTINO=
Frontespizio del giornalino "La Fiaccola", anno 1971 |
E’ nato nel 1930 e
nel 1948, alla svolta decisiva, ha appena diciotto anni. Soliti trascorsi
sportivi in Azione Cattolica, a livello molto dilettantistico. Allora si
giocava a basket con pallone di cuoio; si correva per i prato a piedi nudi; si
giocava al calcio dopo aver provveduto a fare più pieghe al pantalone. A
diciotto anni quindi, al termine di una delle tante passeggiate con amici,
passeggiate che abitualmente portavano a Marianella e a Miano, la mano del
destino afferra il nostro AGOSTINO. Lo afferra in modo molto brusco, facendolo
fare a cazzotti con un comunista che l’aveva invitato a battersi. Forse, se non
fosse stato un comunista, neppure per scherzo ci sarebbe stata la tenzone e la
passeggiata sarebbe finita tra i sospiri e le speranze dei diciottenni. Ma il
1948 era l’anno chiave della politica italiana. Agostino era democristiano
purosangue ed una bella batosta ad un
comunista, anche se per gioco, era felice di farla. E la vittoria, foriera di
felici eventi, arrivò immancabile e con essa anche l’interessamento del
perditore che riconobbe la supremazia del vincitore.
=PRIMI PASSI=
Dopo tre giorni, alla palestra ROJO, dove l’aveva indirizzato un pompiere di nome Malvone, primo incontro tra i novizi con VERNUTO, finito con un pareggio. Il salto psicologico dalle battaglie della vita a quella del ring è notevole, ma il nostro è combattente di razza e lo supera disinvoltamente. Dopo otto giorni, all’ILVA di Bagnoli, la prima vittoria con due sonanti knock dove dopo quindici giorni i Campionati Italiani a Roma. Perde solo in finale con un romano tale DI FRANCESCO, ma il fatto d’aver combattuto e perso con un romano è già molto. AGOSTINO parte come peso gallo, è mancino in guardia normale, con una certa potenza ed una buona dose di coraggio, doti che non l’abbandoneranno durante la carriera, ma si affineranno col passare degli anni.
=CAPOLINO SULLA
SCENA NAZIONALE=
La sua partenza
bruciante mette in apprensione la famiglia, che fino allora aveva considerato
quell’attività come un semplice hobby. Ora è diverso: Agostino promette bene,
ma la famiglia non vuole. Un buon allenamento per il Nostro che così di abitua a
combattere fino alla vittoria. Negli anni 1952-52 si succedono vittorie in campo
regionale ed interregionale, fino al passaggio (1952) tra i dilettanti, con
passaggio di categoria (piuma). Poi il servizio militare a Vigna di Valle. Al
ritorno, nell’organico della Palestra “OLIMPIA” e prima chiamata in nazionale
per l’incontro ITALIA-TURCHIA a Rimini, sotto la direzione di Steve Claus.
Nel 1955 arriva la
prima affermazione nazionale: COSSIA batte MAINARDI ai punti dopo averlo messo
K.O. alla seconda ripresa. A Varese si organizza la squadra per gli Europei:
COSSIA nelle selezioni batte sonoramente SINACORI e conquista il posto in
squadra. Ma SINACORI viene preferito con la scusa che il passaporto di Agostino
non è pronto. Invece l’istituto della raccomandazione aveva dato i suoi frutti.
Il disgusti e la delusione non intaccano però la volontà di riscossa di COSSIA,
che nel ’56 a Parma batte NOBILI e conquista, per la seconda volta il titolo
italiano.
=ALLE OLIMPIADI DI
MELBOURNE=
E immancabile, a
questo punto, la chiamata in nazionale, e, dopo numerose selezioni, che mettono
sempre in maggior risalto il valore del pugile nostrano, il sogno delle
OLIMPIADI di Melbourne diventa realtà. E’ il primo pugile napoletano a
partecipare alle Olimpiadi, seguito dieci anni dopo da COTENA a Città del
Messico.
A Melbourne la sfortuna lo mette subito di fronte al futuro vincitore delle stesse: il russo SOFRANOV, autentica forza della natura. Agostino perde ai punti, dopo un match la cui decisione richiede ben tre quarti d'ora d'attesa e risulterà poi l'unico avversario di SOFRANOV a non conoscere il tappeto.
Al ritorno in
Italia, passaggio al professionismo con un bilancio molto lusinghiero. Quindici
incontri: Quattordici vittorie ed un pareggio. Poi nel ’57 l’ultimo incontro a Napoli COSSIA batte CIANGARELLI ed appende
i guantoni al chiodo. Perché? Perché Napoli è avara con lui, mentre ROMA lo
ricompensa con le più belle vittorie. Nemo profeta in patria.
Ora COSSIA AGOSTINO
è un attempato maestro di boxe a Caserta; ha messo un po’ di pancetta e passa
la maggior parte del tempo libero con la sua famiglia. La sua semplice storia
vale a dimostrarci che con due soldi di coraggio e tanta, tanta buona volontà
si può diventare veramente campioni."
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