Sono
trascorsi ben dieci anni dalla Sua scomparsa, è ci accingiamo la
prossima settimana a ricordarlo, sia come comunità civile che religiosa, ci riferiamo al compianto sacerdote Don Francesco Bianco, che è stato parroco per tanti anni della chiesa parrocchiale del SS. Salvatore in Piscinola.
Inutile sottolineare che "Padre Bianco" (così tutti lo chiamavano affettuosamente), ha lasciato un grande vuoto, non solo nella comunità ecclesiale di Piscinola,
ma anche in quella civile, perché elevate sono state le sue doti umane e
spirituali e soprattutto le opere lasciate per il bene collettivo.
Per le sue particolari caratteristiche di essere stato un sacerdote
moderno, anticipando di diversi decenni la cosiddetta modernità della Chiesa, è stato uno dei primi sacerdoti ad applicare con
gran efficacia i dettati del Concilio Vaticano Secondo, aprendo la
parrocchia di un quartiere periferico alla intera comunità civile, chiamando per la prima volta i
laici a impegnarsi assiduamente nella gestione delle strutture
parrocchiali e nei vari ministeri presbiterali, coltivando poi con assiduità i vari gruppi catecumenali, che egli organizzava invitando giovani e meno giovani del territorio. |
Anni giovanili, con l'abito dei Redentoristi di S. Alfonso
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Egli ha esercitato la
sua missione sacerdotale dedicandola interamente ai giovani, che amava
smisuratamente, al di sopra di ogni cosa. La sua vita e le sue forze le
ha dedicate per raccogliere, redimere e indirizzare sulla strada della
rettitudine centinaia di ragazzi e ragazze del quartiere, ma anche tanti adulti. Amore che è
stato ricambiato dai tantissimi che l'hanno conosciuto e frequentato, tanto da considerarlo come un padre, come un
fratello, chiamandolo affettuosamente e semplicemente "Padre Bianco"...
Per
illustrare brevemente la sua vita, riscriviamo la biografia essenziale del presule, già da noi pubblicata nel precedente post che gli dedicammo dieci anni or sono.
"Francesco Bianco nacque a Napoli, il 9 maggio 1937 (da una famiglia di contadini, abitanti in una masseria di Piscinola, situata al confine con il comune di Mugnano, chiamata "Masseria Grande").
Ha completato gli studi umanistici e teologici in preparazione al sacerdozio presso la Congregazione dei padri Redentoristi.
Ordinato sacerdote in data 14 marzo 1964.
Ha conseguito la specializzazione in Teologia presso la Facoltà Teologica di Napoli nel 1975.
Ha conseguito la laurea in Sociologia presso l'Istituto Universitario Orientale di Napoli il 4 maggio 1981.
Ha assunto
l'incarico di professore presso la scuola statale "V. Irolli" di Napoli
e, dal 1981, presso l'XI liceo scientifico di Napoli a Piscinola.
Dal 1969
ha ricoperto l'incarico di vice parroco presso la parrocchia di "Cristo
Re" di Secondigliano Napoli e, dal 1973, per oltre un quarantennio fino
alla morte avvenuta il 17 gennaio 2014, quello di vice parroco e parroco
della millenaria chiesa del Santissimo Salvatore in Napoli a Piscinola.
Profondendo
tutti i suoi personali guadagni e risparmi derivatigli
dall'insegnamento e dall'esercizio del sacerdozio e con l'aiuto
pecuniario e lavorativo di molti laici fortemente impegnati, ha
realizzato in questi anni e lasciate alla chiesa parrocchiale, per
l'intera comunità piscinolese, importanti e significative opere."
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S. Messa del Bicentenario dell'Arciconf. del SS. Sacramento, 1977
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Il compianto sacerdote don Francesco Bianco si spense, serenamente, nell'abitazione canonica della Chiesa del SS. Salvatore, il 17 gennaio del 2014.
Tra le opere realizzate da don Francesco ricordiamo:
-la casa di
accoglienza per ritiri spirituali presso il comune di Campoli (BN) alle
pendici del Monte Taburno, struttura complessa, su tre livelli, completa
di cappella, cucina comunitaria, salone, refettorio, molte stanze
singole e multiple.
- la
costruzione dell'oratorio parrocchiale, realizzato con l'acquisto della
"proprietà Chiarolanza". L'oratorio comprende: un campo di calcetto, un
campo di pallavolo/pallacanestro, un campo di bocce, un bar, i giardini,
un ampio teatro,
i locali per la Caritas Parrocchiale e, al piano superiore, una casa
canonica per sacerdoti ed ospiti e altri immobili adiacenti.
- la
ristrutturazione statica e decorativa dell'edificio parrocchiale e della
sacrestia, con l'acquisto di tutti gli arredi sacri in legno.
-
l'assistenza dei poveri e dei bisognosi del quartiere, realizzando, con
l'associazione "Banco Alimentare", la distribuzione continua e per molti
anni, di pacchi viveri.
-un
significativo sostegno economico alle opere missionarie per la realizzazione di un
centro di recupero della gioventù in Perù e presso il centro
missionario di Visciano. -moltissimi raduni ecclesiali "Dei gruppi Cursillos", raduni spirituali comunitari nella Casa del Taburno, a Rimini e in altri centri di accoglienza.
Appariva di carattere riservato,
schivo, e soprattutto fuggiva dall'apparire. Egli detestava il protagonismo, specie quando
c'era da raccogliere riconoscimenti; infatti, pur gioendo in cuor suo, preferiva seguire a distanza
l'efficacia delle sue opere!
Pochi mesi dopo la sua scomparsa, il 25 ottobre 2014, fu ricordato in un convegno tenutosi nella chiesa parrocchiale di Piscinola, dal titolo "Sulla personalità e le opere realizzate da Rev. Francesco P. Bianco", che registrò significativa partecipazione popolare, con numerosi interventi di coloro che vollero dare una testimonianza. Nella domenica seguente, dopo la celebrazione della messa in sua memoria, alla presenza del vescovo ausiliario di Napoli, S. E. mons. Lucio Lemmo, del Parroco, del Presidente della VIII Municipalità e dal rappresentante del Sindaco di Napoli, fu apposta la targa commemorativa in piazza B. Tafuri, sulla facciata dell'ex municipio di Piscinola; la targa fu realizzata a spese della VIII Municipalità (approvata con delibera n.9 del 20/6/2014), riportante questa iscrizione:
La comunità piscinolese, grata, ricorda il Rev. Sacerdote Don Francesco Bianco testimone di Cristo e pastore irreprensibile nell'arco di un quarantennio, per le sue preziose doti umane e le tante opere realizzate per la millenaria chiesa del Salvatore.
VIII Municipalità di Napoli, 26 ottobre 2014.
Al termine di questo breve ma doveroso post che pubblichiamo in ricordo del grande sacerdote piscinolese, riportiamo due suoi scritti tratti dal giornalino della Parrocchia del SS. Salvatore: "L'Amico", un'opera editoriale che è stata un'altra bella iniziativa voluta dallo stesso Padre Bianco, con pubblicazione ultraventennale.
Al margine dei due brani, riportiamo anche una delle tante testimonianze scritte poco dopo la morte del sacerdote, che abbiamo scelto perché ritenuta bella e commovente, soprattutto per l'eredità lasciato dal Padre Bianco, scritta da Alfonso Aspromonte e riportata nell'edizione straordinaria del giornalino "L'Amico", numero speciale, nel XXVII anno di pubblicazione.
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L’Amico n.135
ottobre 2004
"Carissimi,
la nostra comunità ha sempre dimostrato un amore particolare per le missioni e i missionari.
Chi non si ricorda i lebbrosi di P. Frascogna? Le tante cappelle fatte costruire dal defunto parroco in India?
A
tutt’oggi c’è ancora chi è in contatto con il P.I.M.E. e raccoglie
fondi per le missioni in India. Qualcuno è in contatto con dei
missionari in Brasile.
Adesso, sistemata la casa del Taburno,
bisognosa di continua manutenzione, che ci ha permessi di essere
missionari nel nostro quartiere con i ritiri spirituali, fatto
l’oratorio perché la nostra comunità trovi spazio per aggregarsi e
crescere insieme,
trovandoci sul punto di iniziare e chiudere i
lavori della Chiesa, penso sia giunto il momento, come comunità, di
riprendere un cammino missionario, sposando lo spirito e le iniziative
di un istituto missionario. A tale scopo ho invitato un missionario dei
S.P.T.M. (Servi dei Poveri del terzo Mondo).
Egli ci illustrerà le
finalità del suo istituto missionario e le opere missionarie a favore
dell’infanzia abbandonata nella città di Cuzco (Perù).
E’ già da
tempo che sto in contatto con questi missionari e mi risulta che stanno
operando molto bene con grande entusiasmo e chiedono collaborazione
sposando il loro spirito e le loro iniziative missionarie.
Il missionario che verrà alla fine di ottobre si chiama P. Vincenzo Miro e resterà con noi sabato 30 e domenica 31.
Il 24 sempre di questo mese ci sarà la giornata missionaria mondiale.
Rendo noto che si è formato un gruppo missionario che manterrà vivi lo spirito missionario nella nostra comunità.
A loro facciamo gli auguri di buon lavoro e di santità.
Chissà se un giorno non avremo la gioia di una vocazione missionaria nella nostra comunità.
P. Bianco"
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Foto del convegno celebrativo tenutosi nella chiesa del SS. Salvatore. Foto di Fabio Sasso
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L’Amico n.137
novembre 2004
"Carissimi,
la
fine di quest’anno liturgico è stato ricca di benedizioni da parte di
Dio, nei confronti della nostra comunità. Siamo perciò chiamati a
rendere grazie al Signore per tutto quanto ha fatto per noi.
Il
gruppo dei catechisti è cresciuto di numero e sta operando bene. Si è
formato il gruppetto missionario, che è chiamato a mantenere vivo lo
spirito missionario nella nostra comunità.
A conclusione del mese
missionario abbiamo conosciuto P. Vincenzo Miro dei S.P.T.M. che operano
a Cuzco a 3500 metri di altezza sulle Ande Peruviane. E’ stata una
bella esperienza, che ci ha fatto vivere la vita dei missionari tra i
bambini poveri. Ci siamo impegnati a sostenere la loro missione con la
preghiera e con le opere, nella speranza di condividere con la loro
ricompensa che il Signore ha promesso agli operai del Vangelo.
Si è
formato anche il gruppo animatore ACR. Hanno preso contatto con il
centro Diocesano e con grande entusiasmo, si stanno preparando per
animatori qualificati.
Un grazie e un incoraggiamento a tutti gli
altri gruppi che operano in comunità come responsabili dell’oratorio,
del bar, dell’ingresso, delle pulizie, della S. Vincenzo, e
dell’evangelizzazione. Infine ultimo dono che il Signore ci ha fatto è
stato l’inizio dei lavori in Chiesa.
Siamo certi che il Signore non
ci farà mancare il suo aiuto perché questi lavori possano essere portati
a termine. Nel chiedervi collaborazione e tanta preghiera, vi benedico e
vi ringrazio.
P. Bianco".
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Dall'edizione straordinaria de "L'Amico", pubblicato alla morte di don Francesco Bianco (Numero speciale an. XXVII):
"La vita di noi tutti è fatta anche e soprattutto di incontri più o meno fortuiti e casuali con persone che lasciano un segno, una traccia indelebile nei nostri ricordi, nel nostro vissuto.
Per me una di queste persone è stata sen'altro Padre Bianco.
Lo conobbi da bambino, quando arrivò nella nostra Parrocchia e subito noi "piccoli" fummo attratti ed affascinati dal suo modo di fare sbrigativo, dalla ventata di "modernità" che portava nella nostra comunità. Fu, per esempio, grazie a lui che i giovani iniziarono a partecipare attivamente all'animazione della liturgia eucaristica con canti nuovi e con l'utilizzo di vari strumenti musicali, cosa che gli fece guadagnare subito la simpatia dei tanti ragazzi che armeggiavano con chitarre, tastiere quant'altro.
Con passare del tempo capimmo sempre più che dietro il suo modo di fare a volte un po' burbero si nascondeva in realtà la solidità e la saggezza che gli derivavano dalla sua origine contadina... spesso egli stesso si vantava in maniera ironica di provenire dalla "Masseria dei Ciucciari", volendo con ciò sottolineare la sua concretezza, il suo stare con i piedi per terra e la sua ostinazione nel voler raggiungere lo scopo che si era prefissato, quello cioè di annunciare e predicare il Vangelo senza fronzoli, senza allettare nessuno con "pillole indorate", ma presentando il messaggio della salvezza di Cristo nella sua essenzialità. Tale approccio "missionario" aveva la sua radice negli anni trascorsi nella Congregazione dei Redentoristi, fondata da Sant'Alfonso Maria de' Liguori ed il fatto che io portassi il nome del grande santo nostro concittadino lo induceva ogni tanto ad apostrofarmi tra il serio e il faceto con la frase "Alfò, se tu avessi anche tu solo un decimo delle qualità di Sant'Alfonso!" Credo che questa sia la grande eredità che Padre Bianco lascia alla comunità di Piscinola ed in particolare a chi ne ha raccolto il testimone come guida e pastore: la concretezza al servizio dell'annuncio evangelico, il distacco dalle cose terrene, la dedizione totale alla cura spirituale e morale dei giovani. Sappiate amici della Parrocchia del SS. Salvatore che l'eco dell'opera di Padre Bianco è giunta anche nella Parrocchia di Cristo Re di Bologna dove porto avanti il mio piccolo impegno di catechista e presidente parrocchiale dell'Azione Cattolica, avendo raccontato con gratitudine ed affetto di un sacerdote che tanta parte ha avuto nella mia crescita e nella mia maturazione come uomo e come cristiano (scritto da Alfonso Aspromonte)".
Padre Bianco seppe trasformare
questi ideali e propositi in opere tangibili e concrete, che sono tutt'oggi sotto gli occhi di tutti!
Grazie Padre Bianco!
Salvatore Fioretto