Il numero dei Casali
Nel corso dei secoli, la funzione politica
amministrativa esercitata dai Casali ha acquistato maggiore o minore importanza
a seconda delle varie dominazione e delle vicissitudini socio-economiche
presenti. Per tali limitazioni gli abitanti hanno goduto di volta in volta di
maggiori o minori diritti, benefici e riconoscimenti. In ogni caso, il loro
precipuo dovere era quello di rifornire di derrate e di prodotti freschi le
truppe di occupazione e gli abitanti di Napoli, oltre a quello di versare gli
esosi tributi.
I Casali sorsero nei secoli lungo tre
direttrici:
- lungo la costa
litorale, fino a Torre Annunziata e alle falde del Vesuvio;
- lungo la Via
Capuana, fino ad Atella, S. Antimo ed il territorio della “Liburia”;
- lungo la Via
Cumana, fino all’area puteolana.
Un primo elenco delle terre demaniali di
Napoli fu fornito alla fine dell’’800, dallo storico napoletano Bartolomeo
Capasso, il quale nel suo trattato storico sulla Napoli ducale, intitolato “Monumenta ad Neapoltani Ducatus Historiam
Pertimentia…”, numera ben cinquanta Casali. Numero forse leggermente
sottostimato a causa delle lacune documentarie, dipendenti dall’ampio periodo
storico considerato. Infatti esso abbraccia un arco temporale, che parte dall’VIII
sec. e arriva fino all’avvento dei Normanni (1137).
Nel periodo Svevo, negli atti di un ricorso
degli abitanti dei Casali al “Tribunale della Magna Curia” di Napoli, contro i “Revocati”, si elencano tutti i Casali all’epoca
esistenti. Dalla sentenza, emessa dal Tribunale Regio di Napoli nel 1268, si
ricava che i Casali erano trentatré.
Mappa "Napoli e i suoi trentatrè casali, di Luigi Marchese, 1802 |
Nel “Cedolare Angioino” si elencano ben
quarantasei Casali, che sono: Turris
Octava (Torre del Greco), Resina,
Portici, Sanctus Anellus de Cambrano, Sanctus Georgius, “Sanctus Joannes ad
Tuduczulum, Casavaleria, Sirinum (Barra),
Sanctus Ciprianus, Ponticellum Magnum et Parvum, Tertium, Porclanum, Sanctus
Petrus a Paternum, Porzanum, Casoria, Cantarellum, Afragola, Arcus Pinctua,
Casandrinum, Grummum, Arzanum, Casavatore, Lanzasinum, Secundillyanum, Sanctus
Severinus, Myanella, Myana, Pollanella, Piscinula,
Marianella, Pulbica (Polvica), Playanum
(Chiaiano), Vallisanum, Turris
Marani, Maranum, Carpignanum, Panicoculum, Malitellum, Caloianum (Qualiano), Planura, Posilipus, Succavus, Fracta Major,
Calbiczanum (Calvizzano), Mugnanum e,
infine, Malitum.
Di alcuni Casali esistenti nella zona
compresa tra Mugnano, Marano, Melito e Piscinola, si hanno solo alcune tracce
storiche documentali, come Carpignanum (Carpignano,
sito tra Melito e Mugnano), Granianum
Pictulum (Gragnanello, sito tra Marano e Calvizzano), Baselica (sito tra Calvizzano e Mugnano), Balusanum o Vallisanum
(Vallesana, tra Marano e Chiaiano), Turris
Marani (contrada di Marano), Malitellum
(Melito Piccolo o Melitello, alle “porte” dell’attuale Melito) e Casolla Valenzana, di ubicazione incerta.
In epoca angioina e aragonese, il numero
dei Casali rimase praticamente immutato.
Scipione Mazzella, nella sua opera “Descrittione del Regno di Napoli”,
scritta nel 1601, elenca ancora, a distanza di quattro secoli, 43 Casali, tra i quali quello
di “Piscinella”.
Col trascorrere dei decenni molti Casali
furono assorbiti da quelli vicini, alcuni di nuova formazione si aggiunsero,
mentre altri entrarono presto a far parte del territorio cittadino e altri
ancora furono addirittura alienati e venduti. Infatti, nel 1646, anno
precedente la rivolta di Masaniello contro il malgoverno Vicereale spagnolo, i Casali
si ridussero a trentacinque.
Lo storico napoletano, Giovanni Antonio Summonte,
nella sua opera “Historia della Città e
Regno di Napoli”, ci informa ampiamente circa il numero dei Casali di
Napoli esistenti nell’anno 1675. Così vi leggiamo: “[…]E circa i suoi Casali, che latinamente Vichi o Paghi son detti, che
sono di numero di 37, i quali fanno un corpo con la Città godendo anch’essi
l’immunità, privilegi, e prerogative di lei, havendo anco luogo in essi Casali
la consuetudine Napolitane compilate per ordine di Carlo II. Di questi Casali
ve ne sono molti di grandezza, e numero di habitatori a guisa di compilate
Città, e sono situati in 4 Regioni, 9 ne sono quasi nel lito del mare, 10
dentro terra, 10 nella montagna da Capo di Chino a Capo di Monte, e 8 nelle
pertinentie del monte di
Mappa di Napoli, di A. R. Zannoni, 1797, acquarellata graficamente |
Posillipo, e sono questi: Torre del Greco, la quale si
bene vien compresa con il territorio di Napoli, non è altrimenti Casale, ma
Castello ben monito, et habitato di persone civili, Torre dell’Annunziata,
Resina, Portici, S. Sebastiano, S. Giorgio a Cremano, Ponticello, Varra di
Serino e S. Giovanni a Teduccio. Fraola, Casalnuovo, Casoria, Si Pietro a
Patierno, Fratta maggiore, Arzano, Casavatore, Grummo, Casandrino e Melito.
Marano, Mongano, Panecuocolo, Secondigliano, Chiaiano, Calvizzano, Polveca, Pescinola, Marianella e Miano.
Antignano, Arenella, Vommaro, Torricchio, Chianura, S. Strato, Ancarano e Villa
di Posillipo”.
Il Galanti nel 1794 distingueva sul
territorio di Napoli venti Casali Demaniali e dieci Baronali “[...] restarono soggetti alla servitù
feudale[...]”.
Piscinola rientrava tra i venti Casali Demaniali.
Il topografo Luigi Marchese fornisce una preziosa
testimonianza sui Casali di Napoli in essere al 1802, attraverso la realizzazione
di una mappa, dal titolo: “Descrizione del territorio della città di Napoli e
dei suoi trentatré Casali”.
Gli ultimi Casali nati in ordine di tempo
sono stati: “Casalnuovo”, nel 1488 (sorto sul Casale di Arcora) e “Torre Annunziata”, dichiarato ufficialmente tale nel
1544. (segue nella terza parte)
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