giovedì 19 ottobre 2023

Uno scrittore e una pittrice famosi preferiscono la quiete di Chiaiano alla città: Onorato Fava e Giulia Masucci

Ecco altri due personaggi che sono vissuti nel nostro territorio e che hanno dato onore e lustro alla nostra terra, ci riferiamo al celebre scrittore Onorato Fava e alla consorte, la pittrice Giulia Masucci. Il territorio interessato è il quartiere di Chiaiano, dove i due coniugi elessero la loro residenza durante la seconda metà della loro vita e dove, come ci risulta, si spensero. Molto interessante è scoprire la fama raggiunta da Onorato Fava, soprattutto come scrittore di racconti per ragazzi. Chissà quanti personaggi, scorci di luoghi ed episodi, descritti nelle sue opere, sono stati ispirati o tratti dall'osservazione diretta condotta durante il periodo di residenza a Chiaiano o girovagando nel territorio circostante, della cosiddetta "Area Nord" di Napoli! Lo scopriremo leggendo le sue opere...

 

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Lo scrittore Fava Onorato nacque in un piccolo paesino della provincia di Vercelli, chiamato Collobiano, il 7 luglio del 1859; i suoi genitori furono: Eusebio Onorato (anche lui insegnante e scrittore di testi scolastici) e Gioacchina Fighetti. Nel 1865 il padre dovette trasferire la sua famiglia a Napoli, per ricoprire un ambito incarico di direttore scolastico.
Fava, dopo aver frequentato il Regio Istituto Tecnico, si scrisse alla facoltà di lettere dell’Università di Napoli, dove conseguì la laurea; tra i suoi insegnanti compaiono Francesco de Sanctis e Luigi Settembrini.
Una volta laureatosi, dopo una breve esperienza lavorativa presso il Banco di Napoli, ricoprì il ruolo di insegnante di lettere presso le scuole medie statali della città di Napoli; professione che esercitò con abnegazione e passione per trentasei anni. Fu amico di Roberto Bracco e Armando Diaz, fin dai banchi dell’istituto tecnico. Ebbe scambi epistolari e di collaborazione con gran parte degli esponenti del mondo culturale del suo tempo, sia napoletani che italiani, tra i quali Matilde Serao, Giovanni Verga, Roberto Bracco, Benedetto Croce, Gabriele D'Annunzio, Giosuè Carducci, Ferdinando Russo, Salvatore Di Giacono e tanti altri ancora.
Già da studente, non ancora ventenne, Fava iniziò a interessarsi di cose letterarie, dirigendo il giornale dell’Istituto, intitolato “Lo Studente”, nel mentre, nel 1877, fu corrispondente della rivista francese, pubblicata a Parigi, chiamata “La Muse”.
Onorato Fava partecipò anche alla società dei “Nove Musi” (divenuta poi "Dieci Musi"), fondata dallo storico Benedetto Croce, che si riuniva presso la trattoria “Pallino” al Vomero, e poi anche presso la libreria "Pierro", a Port’Alba. Fu proprio il libraio Pierro a pubblicare le prime opere di Fava.
Fu assiduo frequentatori di vari salotti letterari che in quel periodo erano molto in voga a Napoli, come quello del Procuratore di Cassazione, Giovanni Masucci (anche lui dilettante poeta e letterato, oltre che insigne giurista). Tra i frequentatori più assidui del salotto Masucci, ricordiamo: Benedetto Croce, Luigi Conforti, Francesco Saverio Nitti, Vincenzo Pica, Ferdinando Russo, e altri. Presto Masucci divenne suo suocero, perché impalmò a nozze, nel 1891, la figlia Giulia, apprezzata pittrice della scuola napoletana di fine Ottocento e di inizio Novecento. Il testimone di nozze fu il celebre giurista Emanuele Gianturco, mentre l’amico giornalista, Vincenzo Pica, gli dedicherà un’opera letteraria ispirata a una leggenda giapponese.
Fava scrisse la sua prima novella nel 1879, intitolata “Art. 588 Codice civile”. Nel 1880 pubblicò “Provvidenza”, che gli permise di vincere il primo premio indetto dal giornale il “Corriere del Mattino”, come migliore novella.
Fu collaboratore di moltissimi giornali, periodici e quotidiani, cittadini e nazionali, sui quali pubblicava a episodi le sue opere letterarie. Tra quelli campani ricordiamo: il “Corriere di Napoli”, “La Tavola rotonda”, “Corriere del mattino”, “Cronaca napoletana”,  “Cronaca partenopea”, “La Rivista nuova”, e tanti altri. Fece anche parte del consiglio direttivo del “Circolo Filologico Napoletano”.
Oltre alla sua passione letteraria di scrittore, Onorato tentò timidamente anche altre esperienze artistiche, come la fotografia e la poesia.
Scrisse molti romanzi, novelle e opere letterarie: tra i romanzi ricordiamo: "Vita napoletana", “Rinascimento”, "La rinuncia", “Acquarelli”, “La discesa di Annibale“, “Contro i più”, “Ali chiuse”, "Provvidenza" e altre.
Tra le novelle: "
Art. 588 Codice Civile,Per le vie”, “Cose che avvengono”, "Serate invernali", Maestrina; “Serenità”, “Storie di ogni giorno”, “Sonatine, "Il bicchiere di Kirschwein", “Torna la primavera” e altre.
Tra i lavori teatrali ricordiamo “Teatro color di rosa”, pubblicato nel 1925.
Onorato Fava si cimentò e con estro, anche a scrivere opere destinate ai fanciulli; impegno che gli portò la fama di scrittore apprezzato, anche oltre i confini nazionali, iniziando dal famoso libro: “Granellin di pepe” (Treves, Milano 1885, più volte premiato) e continuando con: “L'isola del silenzio”, “Serate invernali”, "Il libro delle piccole cose", "Il piccolo re di un piccolo mondo", “Il mio birichino”, “Buonsoldato”, I racconti dell'anno”, “Tesoruccio - Mimì e il Topolino”, "Le pantofole del re", "Trezzadoro", “Francolino”, "La pecorella", "Gennariello", “La principessa Luccioletta”, Al paese dei giocattoli”, "Il diavoletto di Marechiaro", “Al paese delle stelle”, “Le avventure di Bottaccino”, "Gli zoccoletti rossi", “Bliz e Friz”, "Il bambino degli incontri", “Cip cip e Glu glu” "La bambina dei perchè" e altri ancora...
Suo è anche il saggio, “Il fanciullo nella letteratura", scritto nel 1932.
Tantissime furono le riedizioni che ebbero le sue opere e i suoi scritti, e tanti furono tradotti in diverse lingue. Tra i premi ricevuti, da segnalare la medaglia d'oro all’esposizione di Edimburgon, nel 1890 e la medaglia argento all’esposizione di Parigi, nel 1891, entrambi ricevuti per la pubblicazione del romanzo “Granellin di pepe”.
Tra i riconoscimenti ufficiali: il Ministero della Pubblica Istruzione conferì a Fava,
nel 1892, la medaglia d’argento dei “Benemeriti dell’Istruzione Popolare”, mentre, nel 1919, venne nominato Commenda del Regno d’Italia.
Umberto Fava aveva l’abitazione napoletana presso il popolare quartiere Stella, ma negli ultimi decenni della sua vita si ritirò a vivere a tempo pieno nella quiete della sua residenza di campagna, situata nel territorio della frazione di Chiaiano, nella quale morì il 23 settembre del 1941. In questa residenza era morto lo stesso genitore, Eusebio, nell’anno 1911. Non siamo riusciti ancora a identificare la casa di Chiaiano che fu residenza della famiglia Fava, ma lo scopriremo nel corso delle nostre future ricerche.

Ritratto di donna, di G. Masucci

Per quanto concerne la pittrice Giulia Masucci, moglie di Fava, nacque a Serino, il 29 dicembre 1855, frequentò l’Accademia di Belle Arti di Napoli, dove fu allieva di Enrico Rossi e di Vincenzo Volpe. Per i soggetti delle sue tele preferì prevalentemente i ritratti di personaggi, ma non disdegnò i paesaggi. Espose i suoi quadri, nelle rassegne “Promotrice di Napoli” e di Brera, dove fu sempre apprezzata. Nel 1886 partecipò alla “XII Esposizione della Permanente di Napoli”.

Tra le sue tante opere, ricordiamo: “Nel tugurio”, “Per la sposa” (acquistato alla promotrice di Napoli dal Cav. Morelli), “Una Bambina con fiori” (venduto alla Provincia di Napoli), “Una letterina” (esposto a Napoli e a Brera e qui venduto). Da ricordare anche un dipinto che la pittrice aveva intitolato: “Vedute di Chiaiano e di Serino”.
Salvatore Fioretto




































Una puntata del primo romanzo di Fava "Articolo 588 Codice Civile", pubblicato da "Gazzetta Letteraria", nell'anno 1879.


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