Masseria "La Scampia", in una foto (fine anni '60 o inizi '70), tratta dal libro "Secondigliano" op. cit. |
Non molti lo sanno, ma questa struttura è stata celebrata in passato come emergenza architettonica rilevante nel contesto del territorio, tanto da essere riportata in tutte le mappe del '700 e dell''800, accompagnata dalla dicitura "La Scampia" (o "Lo Scampia"), perchè è stata uno dei primissimi aggregati abitati che ha poi generato, con trascorrere del tempo, la presenza di alcune taverne e del primitivo "Borgo di Scampia" (XVIII - XIX secolo).
Essa fu una tenuta agricola, con annessa una masseria, ma probabilmente fu prima di tutto una residenza estiva della famiglia nobile che la possedeva.
Vescovo di Nardò, Hieronimo de Franchiis, nato a Capua |
Nella seconda parte del post, invece, svilupperemo un insolito anagramma, analizzando e cercando di interpretare il significato del messaggio simbolico che l'autore ha inteso trasmettere, attraverso una curiosa effigie in stucco, fatta imprimere sulla facciata...
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Essa si trovava sotto la giurisdizione ecclesiastica della Chiesa "Parrocchiale dei Santi Cosma e Damiano", sita in Secondigliano; a conferma di questo status, diversi atti di nascita e di matrimonio che si celebrarono nell'annessa cappella padronale, dedicata a S. Antonio di Padova, furono registrati nella citata parrocchia di Secondigliano. La struttura era confinante con il territorio del Casale di Piscinola, che delimitava l'altra vicina e antica Masseria, chiamata "Masseria di Donna Romita". Non si hanno notizie certe sulla data della sua fondazione, indubbiamente essa è anteriore al 1793, in quanto risulta riportata nella mappa, coeva, redatta dal topografo Antonio Rizzi Zannoni ("Carta del Littorale di Napoli dei luoghi più rimarchevoli di quei contorni..."). Sicuramente la sua posizione isolata e di rilievo sull'importante arteria di comunicazione, che in periodo antico era denominata "La via che mena alla Scampia", ma che poi fu ampliata dai monarchi borbonici e ridenominata "Strada Regia" e "Via Roma verso lo Scampia", ne ha conferito importanti caratteri di riferimento, sia antropologico che urbanistico.
Particolare della Carta del Littorale di Napoli, di A. R. Zannoni, 1793 |
Da una testimonianza scritta (riportata nel seguito del post), apprendiamo che la cappella, che si trova nel suo corpo di fabbrica, è stata edificata nell'anno 1647, e quindi la Masseria potrebbe essere coeva oppure essere stata costruita in un periodo antecedente.
Nel celebre libro "I Casali di Napoli", scritto da Cesare De Seta, ed. Laterza (a pag. 153, nel capitolo dedicato a Secondigliano), così l'autore descrive questa costruzione antica: "La Masseria Scampia, o La Scampia, è sulla strada per Aversa; fu realizzata in posizione strategica rispetto alla masseria di Capodichino. Prende nome da "Campo" ed è indicata nella mappa di Rizzi Zannoni (1793), Vi fu annessa la cappella di S. Antonio, "Cappella pubblica a fronte della strada Regia". Nel 1784 nella camera adiacente alla cappella risiedeva ancora un eremita. Dalla masseria prende nome la borgata Scampia che occupa tutto l'ultimo tratto, a nord di Secondigliano."
"Questa cappella di diritto patronato e grancia della parrocchia dei SS. Cosma e Damiano, eretta nel 1647, come si rileva dagli atti, ebbe la sorte di vedere tra le sue mura uomini illustri, che si unirono in matrimonio". - (Seguono quattro Testimonianze della cappella, tratte dalle Sante Visite dei Cardinali di Napoli n.d.r.) -
"Est Ecclesia S. Antonii, in qua celebratur missa, ubi dicitur la Scampia”. “Nella chiesa de Ill.mo Marchese Tacciano de iure patronatus dove si dice Scampia, sotto il titolo di S. Antonio di Padova ci è necessario due corporali, al messale ci è necessario tutto il canone vi è necessario li candelieri e giarre, il panno avanti a l’altare è d’oro pella, vi sono due pianete una negra e una altra di colore misto e due camisi buoni il calice stà bene indorato” (dalla visita del Card. Innico Caracciolo del 23/1/1675).
Il beneficiato in questa chiesa per la q.m. (fu) D. Isabella de Falconibus fondatrice di detto beneficio, come dal di lei testamento rogato per mano del Notaio Francesco de Colellis a 20 nov. 1647; è tenuto il beneficiato, che è al presente il P. Domenico Pinelli Teatino. E vedo che le suddette due messe si celebrano in questa cappella per comodo di quei filiani, che ivi dimorano, per cui il Card. Spinelli lasciò nella detta cappella il calice d’argento con patena nel piede del quale vi è la sua impresa. Ma o per lite insorta sulla nomina del beneficio tra il Duca di Tocco ed il Principe di Milipano, o per altro motivo, da lungo tempo le due messe non si celebrano in detta cappella; motivo, talché se il parroco mandasse dalla sua parrocchia il sacerdote ogni dì festivo a celebrare ivi la Messa, quei poveri filiani non saprebbero come fare, particolarmente, i vecchi, e quei che tengono officio soggetto, onde reca meraviglia come mai una cappella così pubblica a fronte di Strada Regia con un beneficio così pingue non abbia alcuna dotazione;
Carta geografica della provincia di Napoli, primi decenni del '900 |
Il Romito di oggi giorno è Fra Luca d’Ambrosio di anni 45 circa, di buoni costumi, il quale abita in una cameretta attaccata alla cappella, anche tutta aperta e ruinata (dalla visita del Card. G. Zurlo del 1784)".
Partic.della Carta del Littorale di Napoli, di A. R. Zannoni, 1793 |
La cappella, come si vede dalle foto odierne, si trova in uno stato di apparente abbandono e non è possibile visionarla all'interno, anche perchè risulta perennemente chiusa.
Osservando con attenzione le sue linee architettoniche si ha la conferma che essa sia stata una dimora gentilizia estiva della famiglia nobiliare proprietaria. La masseria risultava avere un annesso tenimento agricolo, con diversi depositi ed aree attrezzate, adibite alle lavorazioni agricole, in parte ancor oggi esistenti. La stessa organizzazione degli spazi li possiamo osservare anche in altre masserie del territorio, come, ad esempio, nella "Masseria Vulpes", a Mugnano.
Il tetto del corpo principale di fabbrica è realizzato con un'elegante capriata di legno a due falde e coperto con un bel tegolato; l'intercapedine del tetto, all'interno della capriata, è areato attraverso delle apposite finestrelle, che sono sempre aperte sui due lati, disposte in asse con le finestre del sottostante piano abitabile.
I locali del piano terra hanno tutti l'apertura terminante con un arco ribassato (eccetto l'ultimo a destra, a piattabanda) e crediamo che forse in passato siano stati adibiti ad abitazioni per i lavoratori agricoli e degli inservienti, oppure a depositi di derrate.
Il portale d'ingresso dell'edificio presenta un architrave semplice, con una sottile decorazione di cornici multiple di stucco, mentre risulta allegoricamente sorretto ai lati da due lesene in stucco, di "ordine toscano". La sua parte superiore risulta poi sormontata dalla finestra centrale del primo piano.
Non è più presente il portone di legno, che è stato sostituito con un cancello di ferro, mentre la luce d'ingresso è stata ridotta da una recente muratura di rinforzo.
Il varco principale dell'edificio, che è anche l'ingresso carrabile, presenta un bell'arco a sesto leggermente ribassato, ma privo dello stemma nobiliare, anche se non si esclude che in passato ci possa essere stato. Completano il disegno del portale e del varco d'ingresso, la presenza di due blocchi cilindrici ornamentali in piperno, posti alla base (a ciascun lato), che fungevano anche da "pietre paracarro", come in uso in gran parte degli edifici antichi. Purtroppo quello un tempo esistente nel lato sinistro è andato perduto.
Salvatore Fioretto
P.S. La
fonte storica da cui è stato tratto il testo per la scrittura di questo post sono stati i libri: "Secondigliano",
di Salvatore Loffredo, ed. Aldo Fiore - Napoli, 1972 e "I Casali di Napoli", di Cesare De Seta, ed. Laterza, 1984. Le foto
pubblicate sono state tratte dal web, da alcuni siti dedicati oppure
appartengono a collezioni o raccolte. A tal proposito si dichiara che
essi (testo del racconto e foto) sono stati inseriti in questo blog senza fini di lucro, ma con il
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Facciata Cappella di S. Antonio a Scampia (anno 2023) |
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