In questo post pubblichiamo tre aneddoti curiosi di vita comune realmente accaduti nel territorio di Piscinola, in tre periodi diversi tra loro: il primo intorno agli anni '20, il secondo prima della seconda guerra mondiale e il terzo negli anni '50. I tre racconti sono tratti dal libro "Piscinola, la terra del Salvatore", "Aneddoti popolari"... di S. Fioretto, edizione The Boopen, anno 2010.
Un
incontro reale: la regina Elena di Savoia e due contadinelle di Piscinola!!
Campanile chiesa del SS. Salvatore da villa Musella, 2010 |
Si racconta che la Regina un giorno si recò
per una passeggiata nella parte della Reggia di Capodimonte, che era chiamata
il “Boschetto” e, lungo il tragitto, incontrò due contadinelle di Piscinola,
che erano prese a estirpare l’erba in una radura.
Pensò di sperimentare con queste donne il livello
di acquisizione del “suo” dialetto; si fermò e chiese loro: “Che facitè…?” Esse levarono il capo da
terra e una le rispose: “Signò, scippamme
l’éverà” (“Signora, stiamo estirpando l’erba”). Lei continuò chiedendo: “A che
ora site venute?” (Da quanto tempo siete qui?) e queste risposero: “Da quanno fa juorno” (Dall’alba) e poi ancora: “Quando ve ne andrete?” e loro:
“Quanne fa notte” (A notte).
Elena chiese ancora quanto guadagnassero per
un lavoro così lungo e pesante e le ragazze risposero che guadagnavano soltanto
dodici soldi al giorno…
“E’ poco, è poco, poverette!” esclamò Elena. Ella poi aggiunse: “Torno subito”.
“E’ poco, è poco, poverette!” esclamò Elena. Ella poi aggiunse: “Torno subito”.
La regina Elena rimase affascinata dalla
semplicità di quell’incontro. Rincasò nella Reggia e poco dopo fece ritorno nello
stesso luogo, portando con sé un sacchettino di confetti, che distribuì alle due
donne.
Riflettendo ad Elena parve curioso elargire
soltanto dei confetti e così aggiunse anche del denaro, che le ragazze
accettarono volentieri.
Continuò, quindi, a conversare piacevolmente,
stando seduta tra le ragazze. Dopo poco queste compresero, molto stupite, che
stavano parlando a tu per tu con la regina d’Italia in persona!
“Aspetta, ca dimane t’
’o ddico …!”
Si racconta che un vecchio
piscinolese non sposato (zito), che
viveva con la madre anziana, una sera fu coinvolto casualmente in una rissa,
che si accese in un locale da gioco di Piscinola. Costui, mentre cercava di far
da paciere, fu selvaggiamente pugnalato. Tornato a casa, la madre si accorse
del suo stato e iniziò a supplicarlo di dire chi era stato a pugnalarlo. Egli,
incurante della gravità della ferita, che intanto sanguinava abbondantemente,
disse impassibile alla madre, di non preoccuparsi e che le avrebbe raccontato
tutto con calma il giorno seguente. Pare che esclamò, dicendo: “Aspetta, ca dimane ‘a matina t’ ’o ddico…!
L’uomo, purtroppo, morì nella notte. Da
allora è rimasto il detto: “Faje comm’ ’a
chillo ca dicette: aspetta ca dimane ‘a matina t’ ’o ddico…!".
Uno sciopero al rovescio…!
Questo episodio, alquanto atipico, è accaduto al principio degli anni cinquanta in Via Madonna delle Grazie.
Uno sciopero al rovescio…!
Questo episodio, alquanto atipico, è accaduto al principio degli anni cinquanta in Via Madonna delle Grazie.
Masseria in via Vecchia Miano (Abbascio Miano) prima della distruzione, 2002 |
Se si adottasse anche oggi questa brillante
iniziativa per protestare, oltre a non avere i soliti blocchi stradali, di cui
siamo purtroppo anche vittime, ci troveremmo di fronte a manifestazioni
pacifiche e utili alla collettività. Ma forse a quei tempi la vita si svolgeva
secondo altri canoni e con altre concezioni sul significato di rispetto civico...
Salvatore Fioretto
Le foto e i racconti pubblicati in questo blog sono proprietà letteraria riservata, pertanto non è consentito il loro utilizzo, senza l'autorizzazione scritta degli autori.
Masseria in via Vecchia Miano (Abbascio Miano) prima della distruzione, anno 2002 |
Nessun commento:
Posta un commento