Via Vecchia Miano, antica palma e pale eoliche, anno 2000 |
Questo
post raccoglie gran parte delle testimonianze raccontate dal mio caro papà, Luigi, qualche anno prima che ci lasciasse. Non nascondo che sentirle raccontare da lui, con quelle espressioni e quelle tonalità di voce, piene di nostalgia e di
orgoglio che lo legavano a Piscinola, era qualcosa di unico e di speciale e che conservo impresse nei ricordi più belli della mia vita!
Il
racconto rimembra molti luoghi antichi della Piscinola popolare,
quella umana e viva di un tempo... e con essi, molti abitanti ricordati con i loro soprannomi. Una particolare attenzione, come è ovvio che sia, è riservata al sobborgo di nascita e di vita di papà, chiamato 'Abbascio Miano, luogo che anch'io ho amato tanto, perché mi ha visto crescere e trascorrere gli anni più belli della mia adolescenza e gioventù. Questo luogo, come d'altronde Piscinola antica, sono stati per me una fucina di vita, di apprendimento, soprattutto per quelle doti di umanità, uniche, possedute dai suoi abitanti.
...Come era piacevole per me trascorrere il tempo libero, soprattutto in estate, standomene seduto sulla rampa di accesso alla mia cara Masseria e osservare questa vivacità dei suoi personaggi, che erano tutti esempi di vita, per l'arte del saper vivere e dell'arrangiarsi, ma soprattutto perchè era gente positiva, sorridente, sempre ottimista della vita, seppur non possedendo tantissimo, ma a cui piaceva tanto stare insieme agli altri, dialogare, confrontarsi, scherzare, volersi bene, aiutarsi e stimarsi.
...Come era piacevole per me trascorrere il tempo libero, soprattutto in estate, standomene seduto sulla rampa di accesso alla mia cara Masseria e osservare questa vivacità dei suoi personaggi, che erano tutti esempi di vita, per l'arte del saper vivere e dell'arrangiarsi, ma soprattutto perchè era gente positiva, sorridente, sempre ottimista della vita, seppur non possedendo tantissimo, ma a cui piaceva tanto stare insieme agli altri, dialogare, confrontarsi, scherzare, volersi bene, aiutarsi e stimarsi.
Già in passato ho scritto un post dedicato a questi cari luoghi, oggi riprendo l'argomento, raccontando alcuni aneddoti e soprattutto i nomi delle tante care persone che ci hanno lasciato anni fa...
Fino a pochi giorni fa ero in dubbio se pubblicare l'articolo, ma ho considerato prevalente la fondata motivazione di raccontare ai cari lettori più giovani questa traccia di vera e autentica umanità e di conservare alle future generazioni una testimonianza scritta, semprechè vorranno un giorno conoscere qualche aneddoto sui loro antenati predecessori.
Via Vecchia Miano (Abbascio Miano), sullo sfondo la Masseria Torre Gualtieri, anno 1976 |
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Nel sobborgo di Piscinola, chiamato 'Abbascio Miano, c'era la masseria di Vincenzo, soprannominato Vicienzo 'a Rossa, dove abitava anche Pasquale, detto 'e Pallino, la moglie, che si chiamava Gisella, era figlia di don Silvestri, che era originario di Avellino. Il mentovato don Silvesti abitava nel palazzetto poco distante dal primo, vicino alla cappellina dedicata a Sant'Anna, posta all'angolo della stradina che menava verso le case popolari dell'IACP.
Stazione di Piscinola della ferrovia Piedimonte d'Alife e la bella campagna di un tempo, anno 1974 c.a. |
Nella masseria di Vicienzo 'a Rossa abitava anche Orlando, soprannominato 'e Scazzarella, il quale, oltre tenere una stalla, con un cavallo, una capra e un cane mastino, aveva anche delle mucche e vendeva il latte al dettaglio. La stalla con le mucche l'aveva anche la famiglia dei Marotta, situata nella masseria accanto. Era piacevole osservare, nelle ore del mattino e della sera, il continuo via vai di mamme e anche di ragazzetti, recarsi da questi a comprare il latte caldo appena munto, portando in mano secchielli di alluminio, delle più svariate forme e dimensioni...
Nel palazzo di fronte al primo, c'era l'abitazione e il cellaio (locale per conservare il vino) di Mastu Giuvanne 'e Piscitiello, che si chiamava Giovanni E., il quale era stato uno dei tanti imprenditori edili di Piscinola, e che negli anni della pensione arrotondava il bilancio di famiglia, vendendo un po' di vino e delle bibite al dettaglio.
Nello stesso palazzo abitava anche zii Monaco (si raccontava che era un frate che aveva lasciato il saio e ritornato alla vita normale), ma c'era pure don Olimpio, che faceva anche lui l'imprenditore edile, il quale, per la sua attività, aveva allestito, presso la masseria di 'Abbascio Miano, un piccolo deposito di lamiere, all'interno del quale aveva ammassato murali di legno, scanni metallici piastrelle, e altro materiale del suo mestiere edile: ironia della sorte, fu mestamente demolito assieme alla Masseria per farne il giardinetto che oggi vediamo...
Una bella signora dai capelli rossi, che pure vi abitava, era soprannominata 'A Smaldona; aveva creato un circolo politico che simpatizzava il ritorno alla politica di Achille Lauro, dopo il successo degli anni '50 e, pertanto, aveva allestito una sezione di partito, proprio in un appartamento che si trovava al primo piano dello stabile. Dal balcone che si affacciava sulla strada, mostrava un grosso tabellone in legno con il simbolo del partito e, durante le campagne elettorali, riempiva le ringhiere e le pareti dello stabile con manifesti dei candidati del partito. Una volta il circolo accolse la visita di Lauro in persona.
Spostandosi un po' più sopra, nel caseggiato di via Napoli, vicino al vico Operai, abitava Sabbatino 'o Lattaro, al palazzetto si accedeva attraverso un ampio arco di tufo, con portone di legno, direttamente da via Napoli, e stava di fronte alla masseria dei Colonna; Sabbatino aveva anche lui una stalla con mucche. A fianco a Sabbatino c'era un negozietto che vendeva concime, condotto da un commerciante, che era soprannominato Fuicachiova...
Le pesche gialle erano vendute dai venditori ambulanti su carrettini improvvisati oppure dai primi tricicli ambulanti della Piaggio, muniti di trombe audioamplificate che, con una voce "gracchiante", pubblicizzava le saporite pesche: "So' spaccarelle.... we we!". Erano pesche gialle chiamate così perché si spaccavano a metà, estraendo l'osso; tanto che erano buone, che si racconta che i ragazzi, "scugnizzi" piscinolesi, le andavano a rubare nella campagna dei Grammatico, scavalcando l'altissimo muro di tufo che delimitava il contorno. Questa campagna si trovava dove oggi si trovano le palazzine del rione IACP di Piscinola. Vicienzo 'a Sgargiata era il marito della proprietaria.
Il venditore di bibite che aveva la bottega vicino alla Fiurella (cappellina con l'affresco dell'Addolorata, posta in alto, sul palazzo all'incrocio di via Napoli), si chiamava Giuacchino, detto 'o Gassusaro, il padre si chiamava Vincienzo 'e Miezjuorno.
La famiglia dei Colonna (soprannome della famiglia B.), che pure avevano una masseria in via Napoli, coltivavano un'ampio appezzamento di terreno stituato giù allo Scampagnato (ovvero presso la Scampia di oggi)...
Pascale, detto "Chill' 'e ll'aglio", conduceva una estesa campagna (oltre quella vicino alla stazione della Piedimonte), nei pressi della masseria della Filanda, nel lato verso Marianella.
Antonio, detto 'Ntonio 'e Cepolla, abitava nella Via Nova (ovvero in via Vittorio Veneto), vicino alla rivendita del tabaccaio, dove abitava anche la famiglia chiamata Chillo 'e Rosa: un'altra famiglia di imprenditori edili.
Carlucciello 'a Guagliona risiedeva in via Vecchia Miano ('Abbascio Miano), nell'antica masseria, detta Torre Gualtieri (detta anche Marchesa di Rovigliano).
Mastu Peppe 'e Cascella, soprannominato 'Mbacchiatore, era un altro imprenditore edile piscinolese (conosciuto anche col soprannome di Tore 'e Anna) e abitava in vico degli Operai. Era stato Appaltatore anche il padre, che si chiamava Marcuccio.
Tore 'a Mpricciata era anche lui un contadino piscinolese e conduceva in affitto l'appezzamento di terra dei Grammatico, già descritto sopra.
Si racconta che le palazzine IACP di Piscinola furono realizzate dietro la spinta e l'interessamento dell'on. prof. Raffaele Chiarolanza, negli anni 1957-59 e sopperirono alla mancanza di alloggi per i giovani sposi, lamentati da diverse famiglie del centro storico piscinolese, e consentì anche a tante famiglie che non erano originarie di Piscinola, di integrarsi nella comunità, senza problemi di adattamento.
Carmeniello 'a Miciona coltivava una campagna confinante con la scuola Torquato Tasso, ma abitava in vico degli Operai. Lì c'era anche la terra di Luciella 'a Sgargiata. Mentre, adiacente alla stazione della Piedimonte, dove oggi esiste il piazzale d'accesso inferiore della stazione della metropolitana (lato Scampia), c'era la bella campagna coltivata dallo zio materno di papà, chiamato Alesio 'a Canella: contadino preciso ed esperto, un uomo d'altri tempi...! E più giù, proseguendo verso Scampia, dove adesso è situata la fondazione Ruggiero-Schiuti, c'era la bella campagna coltivata dalla famiglia soprannominata 'e Maricella, famosi per aver selezionato la pregiata qualità di perzeca (pesca) chiamata Torca Maricella, meglio conosciuta con il termine di 'Ntonio 'o Riccio!
Celestino 'o Pichiuco, insieme al cugino, avevano la bottega di mangimi e farina; vendevano il granoturco e l'avena per il bestiame, il concime, i semi di legumi e le patate per la semina e altri generi di utilità per i campi e per l'allevamento del bestiame... Fino a pochi decenni fa, un fratello aveva ancora il negozietto annesso alla sua abitazione, in via Vittorio Veneto (nel lato di Miano, chiamato "'ncoppa 'a Masseria"). Quando dava la "voce di richiamo", diceva: "'Ohee!, aggio purtato 'a vrenna, viene tante....!" (la vrenna è l'Avena, allora usata per alimentare il bestiame).
Vico Operai, associazione Mdonna di Loreto, foto anni '50 |
Nel palazzo di fronte al primo, c'era l'abitazione e il cellaio (locale per conservare il vino) di Mastu Giuvanne 'e Piscitiello, che si chiamava Giovanni E., il quale era stato uno dei tanti imprenditori edili di Piscinola, e che negli anni della pensione arrotondava il bilancio di famiglia, vendendo un po' di vino e delle bibite al dettaglio.
Nello stesso palazzo abitava anche zii Monaco (si raccontava che era un frate che aveva lasciato il saio e ritornato alla vita normale), ma c'era pure don Olimpio, che faceva anche lui l'imprenditore edile, il quale, per la sua attività, aveva allestito, presso la masseria di 'Abbascio Miano, un piccolo deposito di lamiere, all'interno del quale aveva ammassato murali di legno, scanni metallici piastrelle, e altro materiale del suo mestiere edile: ironia della sorte, fu mestamente demolito assieme alla Masseria per farne il giardinetto che oggi vediamo...
Scorcio di Abbascio Miano e ruderi dela masseria, anno 2000 |
Una bella signora dai capelli rossi, che pure vi abitava, era soprannominata 'A Smaldona; aveva creato un circolo politico che simpatizzava il ritorno alla politica di Achille Lauro, dopo il successo degli anni '50 e, pertanto, aveva allestito una sezione di partito, proprio in un appartamento che si trovava al primo piano dello stabile. Dal balcone che si affacciava sulla strada, mostrava un grosso tabellone in legno con il simbolo del partito e, durante le campagne elettorali, riempiva le ringhiere e le pareti dello stabile con manifesti dei candidati del partito. Una volta il circolo accolse la visita di Lauro in persona.
Vista aerea del centro storico di Piscinola, anno 1943 |
Le pesche gialle erano vendute dai venditori ambulanti su carrettini improvvisati oppure dai primi tricicli ambulanti della Piaggio, muniti di trombe audioamplificate che, con una voce "gracchiante", pubblicizzava le saporite pesche: "So' spaccarelle.... we we!". Erano pesche gialle chiamate così perché si spaccavano a metà, estraendo l'osso; tanto che erano buone, che si racconta che i ragazzi, "scugnizzi" piscinolesi, le andavano a rubare nella campagna dei Grammatico, scavalcando l'altissimo muro di tufo che delimitava il contorno. Questa campagna si trovava dove oggi si trovano le palazzine del rione IACP di Piscinola. Vicienzo 'a Sgargiata era il marito della proprietaria.
Il venditore di bibite che aveva la bottega vicino alla Fiurella (cappellina con l'affresco dell'Addolorata, posta in alto, sul palazzo all'incrocio di via Napoli), si chiamava Giuacchino, detto 'o Gassusaro, il padre si chiamava Vincienzo 'e Miezjuorno.
La famiglia dei Colonna (soprannome della famiglia B.), che pure avevano una masseria in via Napoli, coltivavano un'ampio appezzamento di terreno stituato giù allo Scampagnato (ovvero presso la Scampia di oggi)...
Pascale, detto "Chill' 'e ll'aglio", conduceva una estesa campagna (oltre quella vicino alla stazione della Piedimonte), nei pressi della masseria della Filanda, nel lato verso Marianella.
Antonio, detto 'Ntonio 'e Cepolla, abitava nella Via Nova (ovvero in via Vittorio Veneto), vicino alla rivendita del tabaccaio, dove abitava anche la famiglia chiamata Chillo 'e Rosa: un'altra famiglia di imprenditori edili.
Carlucciello 'a Guagliona risiedeva in via Vecchia Miano ('Abbascio Miano), nell'antica masseria, detta Torre Gualtieri (detta anche Marchesa di Rovigliano).
Incrocio con via Napoli, detto 'a Fiurella, anno 2010 |
Tore 'a Mpricciata era anche lui un contadino piscinolese e conduceva in affitto l'appezzamento di terra dei Grammatico, già descritto sopra.
Si racconta che le palazzine IACP di Piscinola furono realizzate dietro la spinta e l'interessamento dell'on. prof. Raffaele Chiarolanza, negli anni 1957-59 e sopperirono alla mancanza di alloggi per i giovani sposi, lamentati da diverse famiglie del centro storico piscinolese, e consentì anche a tante famiglie che non erano originarie di Piscinola, di integrarsi nella comunità, senza problemi di adattamento.
Ruderi della Masseria Torre Gualtieri in via Vecchia Miano, anno 2000 |
Celestino 'o Pichiuco, insieme al cugino, avevano la bottega di mangimi e farina; vendevano il granoturco e l'avena per il bestiame, il concime, i semi di legumi e le patate per la semina e altri generi di utilità per i campi e per l'allevamento del bestiame... Fino a pochi decenni fa, un fratello aveva ancora il negozietto annesso alla sua abitazione, in via Vittorio Veneto (nel lato di Miano, chiamato "'ncoppa 'a Masseria"). Quando dava la "voce di richiamo", diceva: "'Ohee!, aggio purtato 'a vrenna, viene tante....!" (la vrenna è l'Avena, allora usata per alimentare il bestiame).
La bellissima campagna che si ammirava a ridosso di Abbascio Miano, folta come una distesa di "mare verde", costeggiante i binari della ferrovia "Napoli Piedimonte" (vedi foto della la stazione di Piscinola), aveva una suddivisione regolare e squadrata, che, procedendo dalla stazione di Piscinola, verso Miano, aveva questi conduttori: Grammatico/Tore 'a Mpricciata, 'E Carichefierro, Vicienzo 'a Rossa - Peppe 'o Picciuttiello - Aniello 'o Fasciste - 'E Marotta (famiglia Fioretto) - famiglia Di M. e V.
Più a lato, dietro a queste particelle di terreno, c'erano le altrettanto belle campagne coltivate da Domenico B., detto "Rusulino" e dalla famiglia Chille 'e ll'aglio.
Più a lato, dietro a queste particelle di terreno, c'erano le altrettanto belle campagne coltivate da Domenico B., detto "Rusulino" e dalla famiglia Chille 'e ll'aglio.
Campagna adiacente a via Vecchia Miano, pochi anni prima della distruzione, anno 2002 |
In questo post ho raccontato uno spaccato della vita popolare di Piscinola...; oggi sembra un dipinto d'altri tempi, tanto sono state veloci le metamorfosi subite dal territorio e che, seppur con l'immaginazione più spinta, noi oggi stentiamo a riportarci in quelle dimensioni, in rapporto alla nostra mentalità e alle nostre abitudini odierne. Tuttavia dalla lettura del racconto appare evidente e stupisce il modo così particolare di chiamarsi, diremo così familiare e unico, che lascia trasparire un forte senso comunitario e d'appartenenza, come di una "famiglia allargata", tanto erano stretti i legami tra gli abitanti di Piscinola di un tempo, perché storicamente uniti da un rapporto di convivenza e di vicinato secolare, che era stato tramandato di generazione in generazione.
Non discuto sui miglioramenti sociali conquistati col progresso negli ultimi 50 anni, in ogni ambito della nostra società e della nostra vita quotidiana, i quali indiscutibilmente, con l'aiuto delle scoperte tecnologiche, della medicina, dei mezzi di comunicazione, ecc., hanno portato un'ondata di benessere e di emancipazione sociale rispetto ai tempi andati, ma credo che abbiamo perso un po' tutti di vista i concetti preziosi di "umanità", di "solidarietà" e di saper essere una "comunità coesa".
Questo post, che descrive un "Luogo del cuore", tratto dai ricordi di famiglia, è dedicato alla memoria di mio padre, Luigi, musicista della banda musicale di Piscinola: piscinolese di antica discendenza, amante del territorio e delle sue tradizioni.
Salvatore Fioretto
Per il rispetto della privacy, abbiamo riportato solo i nomi e i soprannomi delle persone citate, sperando di aver fatto cosa gradita ad amici e familiari, per averli ricordati; qualora questi non volessero che fossero menzionati, potranno chiederci di eliminare la citazione che li riguarda. Le foto sono di proprietà privata e sono coperte da copyright, si chiede di non diffonderle per usi non consentiti o per fini di lucro.
Piscinola di oggi |
Bellissima descrizione dei bei tempi passati. Complimenti da un piscinolese purtroppo andato per altri lidi, ma sempre legato alla mia piscinola
RispondiEliminaGrazie caro lettore e concittadino!
RispondiEliminaBuongiorno bella descrizione ma mancano ancora tanti nomi ricordo di mia nonna la la signorina uccelli mio nonno marano Giuseppe la famiglia biancardi storica salumeria ,la famiglia sica il fioraio grande uomo marittuccia la fruttivendola ,pascalino la merceria ,
RispondiEliminaLa macelleria vicino alla chiesa di San Salvatore ,la famiglia fioretti la famiglia di guida e tanti ancora bravissima gente 💪❤️
Buongiorno, grazie caro lettore per l'apprezzamento al posto. Immaginerà che non è semplice raccogliere in uno scritto di poche pagine i nomi di tutti gli abitanti di un tempo, anche solo quelli più conosciuti..., lo stiamo facendo di volta in volta, nei vari post che si pubblicano in questo blog su questo argomento. In passato abbiamo tracciato un rilievo preciso di tutti i soprannomi piscinolesi, al momento siamo arrivati a oltre 530 nomi! Poi sono stati pubblicati diversi post, alcuni miei e altri di altri amici scrittori, che descrivono i vari sobborghi di Piscinola, con abitanti e commercianti, come quello di Montesano, per 'o Cape 'e Coppa, di Sica, per 'o Capo 'a Chianca, il mio ancora prima per Abbascio Miano e 'a Carrara. Sicuramente in un prossimo futuro ne scriveremo altri. Intanto invitiamo a leggere questi menzionati. Saluti e seguici sempre.
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