Napoli, centro antico, statua del dio Nilo (Corpo di Napoli) |
La descrizione storica che proponiamo è estratta dall’opera scritta dal duca Michele Vargas Maciucca, nell’Anno di Grazia 1774: essa è una esatta narrazione della Città di Napoli, all'epoca capitale di un vasto Regno, considerata tra le più floride e popolose del Continente. La Città viene descritta interamente, fino ai limiti dei suoi confini giurisdizionali.
Sorprendono l’orgoglio e l’entusiasmo che traspaiono dal componimento allegorico, quasi che lo scrittore abbia voluto descrivere la Città alla stregua di un corpo
vivente, le cui membra, che sono i Casali, i Borghi e i Sobborghi, sono la creazione più bella che possa mostrarsi
a ogni visitatore e lettore del mondo...!
A. Rizzi Zannoni, Mappa del Littorale di Napoli..., anno 1794 |
Ecco l’opera:
TERRITORIO
NAPOLETANO ANTICO E NUOVO - OPERICCIUOLA
DEL DUCA MICHELE VARGAS MACIUCCA - DEDICATA
AGLI ECCELLENTISSIMI ELETTI, CHE FORMANO IL CORPO.
In Napoli
MDCCLXXIV. (1774)
Presso i
Regi Impressori Fratelli Flauto
Con Regio Permesso.
Con Regio Permesso.
"Per dare all’EE.VV.
(Eccellenze Vostre) un esatto conto del Territorio Napoletano, il quale
procurano sotto il Dominio di Aurato Giglio farlo vedere, qual Cielo maestoso e
bello, sparso di aurate stelle, all’universo Mondo; per non porgere una secca
idea di quello, ma capricciosa, l’ho simboleggiato in una graziosa Statua: e
per cominciare la descrizione, dirò prima delle pietre, che ne compongono la
vada Torre, di cui è coverta la Testa della suddetta Statua. […]
Descritta la Torre,
che incorona la bella Statua di Partenope o sia primo pezzo di Territorio
Napoletano, da doversi gelosemente custodire per ricovero de’ nostri Principi,
e nostri Cittadino, in caso si irruzione; vengo a descrivere la vaga Testa di
Partenope, la quale è composta di quanto si vede nelle mura dell’ultima
ampliazione fin dove correva la cartella.
Veduta del Largo Corpo di Napoli (anonimo) |
La sua Chioma inanellata
è delle seguenti pietre, del Casale detto Santo Strato, che ha nome da una
Chiesa dedicata a tal Santo; della Villa di Posilipo tanto celebre per gran
Sannazaro, e per la Sepoltura di Virgilio secondo crede taluno, perché non era
ivi come altra opera dimostrerò; delle pietre di Pianura così detto Monte;
delle pietre del Casale di Angarano; di quelle di Turrichio, così detto da una
piccola torricciula, che vi era; delle pietre del Casale di Antignano, così
detto, perché, tiene a fronte il lago di Agnano; delle pietre del Vomero, così
detto, perché ini anticamente si faceva il giuoco di tirare il Vomero un solco
di chi meglio il portava dritto; delle pietre dell’Arenella, cosi detto questo
Casale dalla quantità dell’arena, che vi cade da’ Monti convicini quando sono
alluvioni.
Passando al Braccio
destro della Statua è composto di pietre del Burgo di S. Lucia a Mare, burgo di
Chiaja; subburgo Mergoglino; Fuori grotta; Bagnoli; Burgo delle Mortelle,
subburgo Petraro.
Nel braccio sinistro
si simboleggia il Burgo delli Vergini: subburghi Pazzigno: Villa; Pietrabianca,
oggi Case in Demanio, ove staziò nel dì 25 fino a dì 28 Novembre 1538
l’Imperatore Carlo V dopo la conquista di Tunesi, e abitò nel Palagio di
Bernardino Martinaro uno de’ soliti gran cervelli Cosentini, chiamadola Pietra
d’Oro per sua vaghezza, come appare dalla Pianta Rilevata da Bernardino
Giuliano della riviera del Vesuvio prima de 1631., posseduto poi detto Palazzo
dalli Principi di Caserta, ed oggi dall’Illustre Principe di Torella; il Burgo
di S. Antonio, oggi detto di S. Antuono.
Il Collo è composto
delle pietre de’ Burghi della Montagnola di S. Maria della Stella, della
Sanità, de’ Cappuccini di S. Efremo Nuovo, della Cesarea.
Il Petto si figura
colle pietre del Burgo dello Spirito Santo, e di Porta Medina.
Particolare del disegno soprariportato |
Lo Stomaco è formato
delle pietre della rinomata Fragola, trovandosi notato, esse Territorio
Napoletano nel Registro di Carlo I, del 1269, forse così detto questo Casale
per gli campi che vi erano delle fragole; delle pietre del Casale detto Casal
Nuovo; forse di fresco abitato tal luogo; delle Pietre di Casoria, forse
Caseria, poi Casoria; delle pietre di S. Pietro a Paterno, cosi detto dalla
chiesa dedicata al Santo; perché eretto nella maggior fratta di questa Città,
per esservi Fratta piccola non Casale di Napoli; delle pietre di Cardito; delle
pietre di Arzano; di quelle di Casavatore; di quelle di Grumo, forse così detto
perché aggrumulate le Case, il quale Casale è il più antico, e se ne fa memoria
fin dall’anno 881 nella traslazione del Corpo di S. Attanasio nostro Napoletano
Vescovo, e nel Registro di Carlo II del 1265, e 1306 si dice appartenere a
Napoli; delle pietre di Casandrino, di Melito, e finalmente di Arpino.
Luigi Marchese, Napoli e i trentatré Casali, 1804 |
Si vengono a
descrivere le pietre, che formano le Cosce, che son formate di quelle di S.
Sebastiano, di S. Giorgio a Cremano, di Varra di Serino di Ponticello.
Benedetto Marzolla, la Provincia di Napoli, anno 1854 ca. |
Il masso, ove poggia
l’Idria del Sebeto, è di pietre del Casale della Torre dell’Annunziata, e del
Casale di Bosco, così detto perché eretto, ove prima vi era gran luogo boscoso.
Questo Casale però deve essere sotto Casale della suddetta Torre.
Il vaghissimo Giglio
d’oro, che he nelle mani, e stringe al petto, è dono fatto a Partenope dalla
Sovrana Famiglia de’ Borboni, per farcelo perpetuamente godere, e con la
tutela, e gli auspicj di detta Real Monarchica Famiglia farla vivere in pace e
dolce calma.
Tutte le altre
notizie, che si appartengono alla Città, suoi Burghi, Subburghi, Casali ed
Isole di sopra accennate, si possono ritrovare presso gli autori, che si descriveranno
di sotto; solo mancava un esatta numerazione de’ Membri, che formavano il
nostro Napoletano Territorio, colla dovuta distinzione. Si noti, che se farà
impressione, che Arpino sia Casale di Napoli, vi è documento, che la Città di
Napoli negli scorsi anni vi affittava il jus
panizandi, ed il Regio Giustinziere lo visitava come tutti gli altri
Casali.
Dichiaro, che questa fatica non si fa per erudizione; ma solamente per fare una vera notizia a’ Posteri, e non poco giovevole a tutti quegli Abitanti in detti luoghi, in dove si estendono le Consuetudini Napoletane, fatte compilare dalla sempre gloriosa memoria di Carlo II per agevolare la via a molti, che di ciò hanno bisogno per loro interessi e per godere li Privilegj, che gode Partenope, per essere membri di quella.
Dichiaro, che questa fatica non si fa per erudizione; ma solamente per fare una vera notizia a’ Posteri, e non poco giovevole a tutti quegli Abitanti in detti luoghi, in dove si estendono le Consuetudini Napoletane, fatte compilare dalla sempre gloriosa memoria di Carlo II per agevolare la via a molti, che di ciò hanno bisogno per loro interessi e per godere li Privilegj, che gode Partenope, per essere membri di quella.
Pianta della Citta di Napoli, metà '800 |
Mormile nella di lui
opera del Territorio di Napoli scrisse nel 1625. Berardino Rota scrisse nel
1500. Il Forestiere del Capaccio, Monsignor Sarnelli, Guida del Forestiere,
Costa, Summonte, Collenuzio, Tomaso Costa, e Francesco Capecelatro, Chiarito, e
Gianbernardino Giuliano, e altri. [...]".
I Casali, i Borghi e i Sobborghi sono stati considerati nei secoli le membra vive della città di Napoli; tra questi, i Casali, in particolare, sono stati delle realtà importantissime per il sostegno e il sostentamento della sua popolazione, ma anche il primo avamposto di difesa contro gli invasori e i conquistatori; uno scrigno di bellezza, di natura e di cultura... Non lontano nel tempo, ma nel prossimo futuro, descriveremo i caratteri morfologici e storici dei nobilissimi e antichi Casali della Città di Napoli, sui quali la città, che fu metropoli e capitale nei secoli, si basò per la sua sussistenza e per la sua stessa sopravvivenza: sia civica, che amministrativa, che militare.
Salvatore Fioretto
Le foto e le mappe, che sono state liberamente tratte nei siti web dove erano pubblicate, concorrono in questo post alla libera diffusione della cultura, senza fini di lucro o altri scopi.
I Casali, i Borghi e i Sobborghi sono stati considerati nei secoli le membra vive della città di Napoli; tra questi, i Casali, in particolare, sono stati delle realtà importantissime per il sostegno e il sostentamento della sua popolazione, ma anche il primo avamposto di difesa contro gli invasori e i conquistatori; uno scrigno di bellezza, di natura e di cultura... Non lontano nel tempo, ma nel prossimo futuro, descriveremo i caratteri morfologici e storici dei nobilissimi e antichi Casali della Città di Napoli, sui quali la città, che fu metropoli e capitale nei secoli, si basò per la sua sussistenza e per la sua stessa sopravvivenza: sia civica, che amministrativa, che militare.
Salvatore Fioretto
Le foto e le mappe, che sono state liberamente tratte nei siti web dove erano pubblicate, concorrono in questo post alla libera diffusione della cultura, senza fini di lucro o altri scopi.
Veduta della città di Napoli e delle colline, da Ponente (Anonimo) |
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