Antico stemma della municipalità di Napoli |
A
volte sorprende scoprire, nel corso delle nostre ricerche, tante notizie
storiche riguardanti l'antico Casale di Piscinola. Sorprende soprattutto il fatto che un centro civico periferico, alquanto limitato,
sia per estensione superficiale che per numero di abitati, abbia prodotto tanta
eccellenza e sia stato nel corso dei secoli il luogo di appartenenza di tanti
personaggi notabili della storia di Napoli; abbiamo, infatti, narrato su queste
pagine del blog tante storie di personaggi: dai patrioti agli illuministi,
dagli scrittori agli scienziati, dai musicisti ai letterati, dai condottieri ai
giureconsulti. E non si finisce mai di scoprire...! Continuiamo a trovare nuove
notizie, sempre più importanti e preziose, che riguardano questa terra: un piccolo scrigno della cultura! Un luogo antico, seppur piccolo, ma con una storia di
degno di rispetto!! E possiamo dirlo, senza riserve: il quartiere di Piscinola
non è secondo a nessun quartiere di Napoli per importanza storica! Sono le
notizie pubblicate fino ad oggi a darci conferma di quanto sostenuto!
Questa
considerazione la possiamo estendere ugualmente anche agli altri antichi Casali
del territorio a nord di Napoli, Marianella, Miano, Chiaiano, Polvica, Secondigliano, ecc.
Questa
volta descriveremo un pezzo di storia del quartiere, che è forse ancora inedita, vale
a dire di quando Piscinola, tra i secoli XVIII e XIX, fu una delle sedi
notarili del Regno di Napoli.
Iniziamo
con la testimonianza più antica, risalente alla seconda metà del '700.
Dalla
storia del pittore napoletano Francesco De Mura ricaviamo la testimonianza che
narra dell'esistenza e dell'operato del regio notaio Nicola Valenzia,
con sede nel casale di Piscinola. Valenzia fu notaio di fiducia e soprattutto
amico del famoso pittore De Mura, appartenente come è noto alla scuola napoletana di
pittura del tardo barocco. Non sappiamo quasi niente della vita di questo
notaio, ovvero se a Piscinola avesse solo l'ufficio o anche la sua abitazione.
Forse era attaccato a questo territorio per origini familiari e forse per
nascita, ma al momento, in base alle informazioni che abbiamo, non possiamo
affermarlo con certezza. Altre ricerche occorreranno...
Autoritratto di De Mura (Galleria degli Uffizi) |
L’11
ottobre 1780 per mano del notaio Michele Valenzia di Piscinola, il pittore
Francesco De Mura dettò il suo testamento, attraverso il quale, al Pio Monte di
Misericordia di Napoli lasciava gran parte delle sue sostanze. Gli lasciò tutto
quanto contenesse la sua casa: un capitale che raggiungeva l'impressionante
cifra (in danaro contante) di 55.454 ducati, oltre i suoi 187 quadri, gli
argenti, il mobilio, le carrozze, nonché altre numerose fedi di credito...!
Nell'atto
scritto a Piscinola, a conclusione delle disposizioni di De Mura, si legge:“Io
Francesco de Mura di questa Città ritrovandomi infermo di corpo, sano però per
la Dio grazia di mente, e d’intelletto, e del mio retto parlare e memoria parimente
esistente, dichiaro, che sotto il dì undici Ottobre dell’anno 17ottanta feci il
mio inscriptis chiuso, e suggellato Testamento, che diedi a conservare al regio
Notar D. Michele Valenzia di Napoli. Indi il 26 Febbraio dell’Anno
17ottantuno feci un Codicillo chiuso che consegnai parimenti…”.
Mappa dei luoghi a nord di Napoli, anno 1836 ca. |
Allo
studio notarile di Piscinola, De Mura tornò altre volte per aggiungere
codicilli al suo testamento, fino al febbraio del 1781.
In
uno di questi codicilli, per dimostrare la sua stima e riconoscenza per
l'amicizia, si legge anche un dono offerto al notaio Michele Valenzia:
[...]“Item
lascio juri Legati al suddetto Regio Notar Don Michele Valenzia, mio
carissimo amico, docati cento per una sola volta, per un fiore per le tante
fatighe per me fatte…”.
Nell'atto si legge, ancora: "E voglio che gli esecutori del presente mio Codicillo siano quelli stessi da me stabiliti nel citato testamento inscriptis, con le medesime facoltà, e non altrimenti. E finalmente dichiaro, che con il suddetto mio testamento, ordinai di corrispondersi al mag.co Notar Don Michele Valenzia, annui docati venticinque sua vita durante, colle leggi e condizioni indetto Testamento…”.
Nell'atto si legge, ancora: "E voglio che gli esecutori del presente mio Codicillo siano quelli stessi da me stabiliti nel citato testamento inscriptis, con le medesime facoltà, e non altrimenti. E finalmente dichiaro, che con il suddetto mio testamento, ordinai di corrispondersi al mag.co Notar Don Michele Valenzia, annui docati venticinque sua vita durante, colle leggi e condizioni indetto Testamento…”.
Sotto al documento si legge chiaramente il luogo
della stipula notarile: Piscinola Lì undici Ottobre millesettecento
ottanta - Io Francesco di Mura ho disposto come sopra.
(notizie
tratte da "Napoli Nobilissima", vol. 9, ed. Arte Tipografica, 2008).
Nella Prammatica di Ferdinando IV del 10 luglio 1803, si apprende che il notaio
di stanza a Piscinola era un certo D. Giosuè Piccirillo.
Antico stemma della municipalità di Napoli |
L’atto
in parola recita così:
(N.874)
"Decreto contenente il sovrano beneplacito accordato alla congregazione
de’ PP. Missionari sotto il titolo de’ SS. Cuori di Gesù e Maria in
Secondigliano nella provincia di Napoli per accettare le pie disposizioni in
pro di essa fatte: 1 dal sacerdote D. Giovanni Riccardi con pubblico testamento
del primo di settembre 1845 per notajo in Ponticelli Raffaele Benigno; 2 dal
sacerdote D. Pasquale Occhicone per atto tra vivi de’ 25 di agosto 1840 pel
notajo in Andretta Giambatista Luongo; 3 Da Maria Gaetana Russo con
testamento pubblico de’ 26 di maggio 1832 pel notajo in Piscinola Filippo
Barbati; 4 da Caterina Altamura per atto tra vivi de’ 23 di luglio 1828 pel
notajo Michele Casolla; 5 da Orsola Alfiero con testamento pubblico de’ 12 di
luglio 1837 per notajo Cosmo Miranda; 6 dal sacerdote D. Cosmo Andretta con
testamento mistico de’ 5 aprile 1838 presso il riferito notajo Miranda; 7 e
finalmente da Berardino Cardone con pubblico testamento de’ 17 di febbraio 1842
pel notajo Filippo Barbati; dovendo però restar salvi i diritti de’
terzi, ed eseguirsi tutte le condizioni e clausole accennate da’ suddetti pii
disponenti ne’ loro atti rispettivi, de’ quali dovrà pure prendersi nota nella
platea della congregazione. (Napoli, 16 maggio 1849)." (da
"Collezione delle leggi e de' decreti reali del Regno delle Due
Sicilie" , pp. 130-131).
1692, Campagna Felice, Bulifon-de Silva |
Il terzo regio notaio di Piscinola, qui narrato in ordine di tempo, è stato
D. Domenico Liccardi. Ecco
i documenti che testimoniano sulla sua esistenza e sul suo operato:
(N.
9985) Decreto che autorizza la chiesa parrocchiale di S. Biase di Mugnano in
provincia di Napoli ad accettare il legato rimasole dal sacerdote D. Sabatino
Chianese con testamento pubblico de’ 9 aprile 1844 per lo notajo in
Piscinola Domenico Liccardi; salvo i diritti de’ terzi, e dovendo eseguirsi
i pesi imposti, e notarsi nella platea della chiesa (Napoli, 14 febbrajo 1846).
Stemmi dei Sedili di Napoli |
Sempre
riferendoci a documenti che menzionano il notaio Domenico Liccardi,
interessante, a parer nostro, è questo decreto che abbiamo trovato e che
riportiamo per intero: esso descrive una controversia sorta per problemi di
eredità. La cosa interessante è quella che esso ci consente di leggere, a distanza
di oltre 170 anni, un documento ufficiale del tempo, quando Napoli era capitale
di un Regno e quando gli atti ufficiali riportavano, oltre le disposizioni del
re regnante, con tanto firma e di sigillo reale, anche la sottoscrizione di una
serie di ministri in carica.
(N.
11274) Decreto autorizzante la chiesa parrocchiale di S. Biase in Mugnano ad
accettare la disposizione fatta in suo favore da D. Sebastiano Tafuri.
Napoli,
11 Gennajo 1848.
FERDINANDO
II. PER GRAZIA DI DIO RE DEL REGNO DELLE DUE SICILIE, DI GERUSALEMME EC. DUCA
DI PARMA, PIACENZA, CASTRO EC. EC. GRAN PRINCIPE EREDITARIO DI TOSCANA EC. EC.
EC.
Veduto
il testamento per atto pubblico de’ 6 di ottobre 1845 per lo notajo in
Piscinola Domenico Liccardi, col quale D. Sebastiano Tafuri, tolti due legati
di ducati cento l’uno, chiamava a se erede della proprietà de’ suoi beni la
chiesa parrocchiale di S. Biase in Mugnano, e nell’usufrutto D.a
Cristina Liccardi e D.a Benedetta e D.a Teresa Tafuri,
madre e sorelle di lui rispettivamente, col peso dell’istituzione di una
cappellania e della elemosina di annui ducati cinquanta a’ poveri di Mugnano;
Veduta
la domanda della chiesa anzidetta, chiedente il nostro beneplacito per
l’accettazione della enunciata disposizione;
Veduti
i reclami da parte di D. Cristina Liccardi, e delle sorelle Tafuri, pe’ quali
si attaccava il testamento per nullità, e per lesione di legittima della madre
del testatore, e della proprietà delle sorelle;
Veduto
l’articolo 826 della prima parte del Codice per lo Regno delle Due Sicilie;
Sulla
proposizione del nostro Ministro Segretario di Stato di grazia e giustizia;
Abbiamo
risoluto di decretare e decretiamo quanto segue.
Art.1
Accordiamo il nostro beneplacito perché la chiesa parrocchiale di S. Biase in
Mugnano, provincia di Napoli, possa accettare con beneficio dell’inventario la
disposizione come sopra in favor suo da D. Sebastiano Tafuri, ne’ termini però
dell’istrumento di transazione de’ 14 di agosto 1847, che rimane approvata,
salvo rimanendo i diritti di terzi.
2.
Di tale disposizione e de’ pesi annessivi, che dovranno esattamente eseguirsi,
sarà presa nota nella platea della chiesa medesima.
3.
I nostri Ministri Segretarii di Stato di grazia e giustizia, degli affari
ecclesiastici, e dell’interno, ciascuno per la parte che lo riguarda, sono
incaricati della esecuzione del presente decreto.
Firmato FERDINANDO.
di
grazia e giustizia
Firmato,
Nicola Parisio
Il
Consigliere Ministro di Stato
Presidente
internino del Consiglio de’ Ministri
Firmato,
Marchese di Pietracatella.
Altre indagini e ricerche ci attendono, per cercare i dettagli della storia e della vita dei personaggi qui narrati, ma ci vorrà ancora del tempo...; intanto il post pubblicato ha saputo rendere un altro meritato elogio alla terra che li ha accolti: a Piscinola, terra di santi, di poeti, di musicisti, di scrittori, di giureconsulti e... di notai!
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