Come
sempre facciamo nelle pagine di questo blog, per illustrare gli argomenti che ci legano all'attualità, soprattutto per quelle notizie che sono inerenti alle eccellenze del nostro territorio, dobbiamo fare un salto indietro nel passato, per comprendere le radici e i trascorsi storici da cui essi derivano... Lo faremo anche questa volta per introdurre un personaggio che è un po' fuori dall'ordinario, diciamo un poco atipico..: parleremo di una immagine da vignetta...!
Ma andiamo con ordine...
Forse sono in pochi a saperlo e forse nemmeno in tanti tra gli addetti ai lavori, ma la città di Napoli vanta una grande e antica tradizione nel cosiddetto mondo dei fumetti e delle vignette satiriche, con dei primati.
Ma andiamo con ordine...
Forse sono in pochi a saperlo e forse nemmeno in tanti tra gli addetti ai lavori, ma la città di Napoli vanta una grande e antica tradizione nel cosiddetto mondo dei fumetti e delle vignette satiriche, con dei primati.
I
fumetti nacquero in America, nell'anno 1896, furono infatti utilizzati per
prima a New York, sulle pagine del giornale "World". Il personaggio
raffigurato si chiamava "Yellow Kid".
In Italia i fumetti con le classiche "nuvolette" tardarono ad essere introdotti, perché i giornali per ragazzi preferivano inserire i dialoghi con semplici didascalie sotto le vignette oppure strofette a rima baciata.
In Italia i fumetti con le classiche "nuvolette" tardarono ad essere introdotti, perché i giornali per ragazzi preferivano inserire i dialoghi con semplici didascalie sotto le vignette oppure strofette a rima baciata.
Il
più diffuso giornale italiano per ragazzi (da noi chiamato semplicemente
"Giornaletto"), fu "Il Corriere dei Piccoli", che
nacque a Milano, nel dicembre 1908. I primi soggetti utilizzati furono
naturalmente importati dagli americani, come Buster Brown, di Outcault, italianizzato in
"Mimmo", "Jiggs end Maggie", di G. Mc. Manus, qui chiamati:
"Arcibaldo e Petronilla", "Katzenjammer Kids" di R. Dirks, chiamati "Bibì e Bobò", ma furono tutti privati delle originarie "nuvolette", dette
"Bollons".
Ma è il giornale napoletano, chiamato "Il Corriere dei grandi", a essere considerato il primo periodico italiano a utilizzare delle vignette (addirittura disegnate a colori), complete delle nuvolette, ossia con le scritte del discorso, che uscivano dalla bocca dei personaggi (Bollons). Seguì il giornale milanese chiamato "Jumbo", ma a distanza di ben 12 anni da quello napoletano, infatti le sue prime pubblicazioni risalgono all'anno 1932.
Il "Corriere" napoletano, fu fondato dal giornalista G. Renato Morvillo, nell'anno 1920, e
venne stampato nella tipografia "Melfi e Jole", in via Santa Lucia. Il fondatore Morvillo, per far confondere la sua testata con il celebre "Corriere dei piccoli", al fine di sfruttarne la celebrità, oltre al titolo (quasi coincidente), aveva impostata la prima pagina quasi
del tutto simile al primo, con la sola differenza che, il giornale milanese aveva nel sottotitolo la frase: "Settimanale Illustrato del
Corriere della Sera", mentre, quello napoletano (sempre con la proverbiale ironia
partenopea), aveva riportato nel sottotitolo: "Ride di tutto: anche del Corriere della Sera". Era un
giornale che faceva innanzitutto satira politica e voleva raggiungere tutti:
sia adulti che piccini.
Dopo appena tre mesi dalla nascita, "Il Corriere dei Grandi" iniziò a far uso di vignette in prima pagina, con le classiche "nuvolette", che erano finalmente introdotte in Italia: quindi, Napoli detiene il primato nazionale dei fumetti, con le vignette a forma di "bollons"! Famoso, tra le vignette di questo giornale, il personaggio chiamato "Signor Travetti"..., simbolo dell'italiano medio dell'epoca, a cui lo stipendio non bastava per mantenere la famiglia...!
Dobbiamo per correttezza di cronaca dire che già il giornale umoristico napoletano (bisettimanale), chiamato "Monsignor Petrelli", utilizzò, nel 1908, una vignetta di fumetto con una "nuvoletta", intitolata: "Le sorprese di Toto Scarfoglio", in riferimento al raid automobilistico condotto dal figlio di Edoardo Scarfoglio (soltanto omonimo del celebre giornalista, fondatore del Mattino), che fu umorista della testata, mentre, sull'altro giornale di satira napoletano, intitolato "Sei e ventidue", di Francesco Bufi, nell'anno 1915, apparve un'altra vignetta con le "nuvolette", per un articolo che faceva ironia sulle vicende del comitato per gli aiuti del terremoto di Avezzano. Ma furono degli episodi del tutto sporadici...
Ma è il giornale napoletano, chiamato "Il Corriere dei grandi", a essere considerato il primo periodico italiano a utilizzare delle vignette (addirittura disegnate a colori), complete delle nuvolette, ossia con le scritte del discorso, che uscivano dalla bocca dei personaggi (Bollons). Seguì il giornale milanese chiamato "Jumbo", ma a distanza di ben 12 anni da quello napoletano, infatti le sue prime pubblicazioni risalgono all'anno 1932.
Una vignetta satirica del giornale "Sei e ventidue" |
Dopo appena tre mesi dalla nascita, "Il Corriere dei Grandi" iniziò a far uso di vignette in prima pagina, con le classiche "nuvolette", che erano finalmente introdotte in Italia: quindi, Napoli detiene il primato nazionale dei fumetti, con le vignette a forma di "bollons"! Famoso, tra le vignette di questo giornale, il personaggio chiamato "Signor Travetti"..., simbolo dell'italiano medio dell'epoca, a cui lo stipendio non bastava per mantenere la famiglia...!
Dobbiamo per correttezza di cronaca dire che già il giornale umoristico napoletano (bisettimanale), chiamato "Monsignor Petrelli", utilizzò, nel 1908, una vignetta di fumetto con una "nuvoletta", intitolata: "Le sorprese di Toto Scarfoglio", in riferimento al raid automobilistico condotto dal figlio di Edoardo Scarfoglio (soltanto omonimo del celebre giornalista, fondatore del Mattino), che fu umorista della testata, mentre, sull'altro giornale di satira napoletano, intitolato "Sei e ventidue", di Francesco Bufi, nell'anno 1915, apparve un'altra vignetta con le "nuvolette", per un articolo che faceva ironia sulle vicende del comitato per gli aiuti del terremoto di Avezzano. Ma furono degli episodi del tutto sporadici...
Il giornale "Sei e ventidue" fu addirittura chiuso dai fascisti, per aver pubblicato una vignetta con la caricatura di Mussolini.
Sulla
scia di questa bella e orgogliosa tradizione napoletana, il fumetto e le
vignette satiriche hanno
avuto a Napoli e nel resto d'Italia un lungo periodo florido e di grande popolarità, specialmente nei decenni a cavallo degli anni
50-70, quando sono stati dei veri e propri mezzi di comunicazione sociale di massa dell'epoca, capaci di trasmettere anche
tanta spensieratezza e una salutare ironia tra i suoi lettori; infatti, tante
generazioni di bambini, di adolescenti, e anche di adulti e di anziani, hanno letto i
vari fumetti e anche le tantissime vignette satiriche, pubblicate da quasi tutte le testate giornalistiche italiane. Ricordiamo, solo per citarne alcune, quelle recenti e famose di Cesare
Forattini, sul giornale "La Repubblica".
Il
territorio del quartiere di Scampia, seguendo la tradizione della vignetta satirica, vanta la nascita di un personaggio per vignette,
che è sulla breccia da ormai trent’anni: si chiama "Susetta Spinola da Scampia". Il personaggio di "Susetta" è una geniale
creazione di Salvatore Tofano, insegnante in pensione, che lo firma con lo
pseudonimo di "STOF".
Ecco la
testimonianza dello stesso Salvatore Tofano, che ricorda come è nata l'idea di Susetta:
"Susetta nasce per caso nei tardi anni ottanta. Il
caso si chiama Gennaro Giannattasio, che, conoscendo la mia passione per il
disegno, e suppongo apprezzandone il tratto, insistette perché elaborassi delle
vignette a sfondo sociale e satirico per un foglio mensile, che alcuni suoi
amici stavano mettendo su. Si trattava de “il Chiaianese”. Cominciai a pensare
a una ragazzina pestifera, tipo la Mafalda di Quino. La direzione del mensile però le preferì
altre mie vignette, che avevano per protagonisti i politici del tempo (Craxi,
Occhetto, Andreotti, Forlani, etc).
Susetta apparve successivamente e per la
prima volta nel novembre 1990 su “la Testata”, un foglio mensile, che circolò
per breve tempo a Chiaiano. Susetta,
nelle prime vignette, mostrava il volto, e fisicamente ricordava alla lontana
Ilaria, la figlia del Bobo di Sergio Staino, e un po’ Pippi Calzelunghe. Non
aveva ancora un nome.
Quando poi nel dicembre del 1995 approdò su
“L’altra Napoli”, dove fu pubblicata con costanza mensile fino all’ottobre
2001, il personaggio, a differenza degli altri comprimari cominciò ad apparire
sempre di spalle, non mostrando più il suo volto, e aveva finalmente il nome,
una sorta di alchimia, che, nella ricerca di radicamento nella tradizione
napoletana, prese spunto da “Assunta Spina” di Salvatore Di Giacomo. La scelta,
più che da una preferenza specifica verso l’eroina teatrale, nacque dal bisogno
di “costruire” una allitterazione tra nome, cognome e provenienza territoriale
del personaggio, il quartiere di Scampia."
Nel frattempo, Susetta era apparsa anche
sul giornalino scolastico “Le fragoline crescono” e aveva partecipato a una
mostra organizzata dall’ Associazione “Le vie del Sebeto”.
Successivamente, era il novembre del 2003,
Susetta trovò ospitalità su “Fuga di Notizie”, un foglio diretto dai padri
gesuiti di Scampia, Domenico Pizzuti e Fabrizio Valletti, divenendone presto la
mascotte. Dal luglio 2005 Susetta cominciò ad apparire, contemporaneamente alle
sue incursioni mensili su Fuga di Notizie, sul periodico on line
www.fuoricentroscampia.it, diretto dal prof. Ernesto Mostardi.
Susetta è una ragazzina vivace, figlia
artistica della Mafalda di Quino, che si scontra continuamente coi luoghi
comuni su Scampia e sul mondo tutto. Si arrabbia e si dispiace dello stigma
massmediatico sul quartiere nel quale abita, ma non si arrende e lotta, capace
di sorriso e grande amore per le piccole cose del suo quotidiano. A differenza
dei comprimari, non si vede mai in volto; secondo l'autore, per protesta contro
i denigratori del quartiere."
Le sue vignette sono notissime in tutta la periferia dell'area Nord di Napoli e in buona parte dei comuni limitrofi, ma viaggiano anche sul web e ha fans in tutta Italia; a Milano ha avuto per un certo periodo uno spazio tutto suo, su “www.scampiaitalia.it”, un sito che si occupava di Scampia. In seguito le vignette di "Susetta" sono apparse anche su “Politicadomani”, mensile a distribuzione nazionale, “Il barrito del mammut”, “Le radici del futuro” (rivista d’arte trimestrale, diretta da Maria Mezzina), “Napoli Area Nord”, “Plajanum”, sui siti e nei blog: "La repubblica.it", "www.giorgiolapira.com", “Piscinolablog”, e altri siti ancora.
Le vignette sono apparse anche su trasmissioni
della "RAI", come nel settembre 2011, in un servizio di
"RAI3" dedicato a Scampia, e nella trasmissione "Buongiorno Regione", nelle quali l'autore, Salvatore Tofano, è
stato intervistato.
Le vignette di "Susetta" hanno partecipato alla 1°
Rassegna delle arti figurative integrate dal titolo:“(F)orme aliene”, del 27 e 28 Dicembre 2008, organizzata
dall’Associazione “Senza Barriere Onlus”, in collaborazione con la VIII
Municipalità di Napoli e con la "Cooperativa
Umanista Mazra" di Piscinola.
"Susetta Spinola" ha partecipato al
progetto “Caffè Europa”, promosso dalla Ulten, col patrocinio morale della Dir.
Scolast. Regionale della Campania, della VIII Municipalità di Napoli, del Centro Lifelong Learning, dell’Istituto
Universitario “L’Orientale” .
Nel Maggio 2010 è stato pubblicato il libro
(un ideal racconto "Fantasy"), scritto da Antonio Caferra, che
vede protagonista "Susetta”, dal titolo “Stof – Susetta Spinola di Scampia. Oltre venti anni di satira in
periferia" – The Boopen editore”. Nel libro sono contenute oltre 80
vignette con "Susetta Spinola".
Seguirà l'opera: “Susetta Spinola di Scampia al caffè letterario del prof. Franco Maiello”.
Nell’aprile 2011, "Susetta Spinola di Scampia" ha
partecipato con alcune sue vignette all’evento culturale itinerante “Scampia.
Italia. L’altra faccia di Gomorra“, che vedrà per tutto il mese diversi angoli
di Milano e dell’hinterland trasformarsi in un megafono che, attraverso il
linguaggio di molteplici forme espressive, per raccontare l’alternativa che esiste,
insiste e resiste nel quartiere Scampia.
Nell’Ottobre 2011 è stata invece protagonista del racconto “Il ragazzo che volle farsi di carta”, che è un po’ il seguito di “Fantasy”.
Nell’Ottobre 2011 è stata invece protagonista del racconto “Il ragazzo che volle farsi di carta”, che è un po’ il seguito di “Fantasy”.
Nel novembre 2011, le vignette di
"Susetta Spinola di Scampia" sono state esposte all’evento culturale “Non solo Gomorra”, promosso da O.d.V
Pensiero Sociale, A.s.d. Scampia e Judo Maddaloni.
Alcune vignette di Susetta sono state inserite
nel libro “Scampia. La leggenda della
vela che non voleva morire e altre storie”, scritto da Salvatore Tofano ed
edito dalla Marotta & Cafiero, Napoli 2011, prefazione di Luca Bifulco.
Per capire il messaggio trasmesso con la
satira di "Susetta Spinola di Scampia", prendiamo in prestito la prefazione di Antonella
Ferri, del libro della The Boopen:
"Susetta è un personaggio anomalo fin dalla veste grafica: fa uno strano effetto ritrovarsi davanti al segno di Stof, dal tratto scarno e semplice, nero su bianco. Anche il messaggio è semplice, composto da tesi e antitesi; e nella sua rapidità, ci lascia nel dubbio: Susetta o meglio Stof, il suo autore maturo per età anagrafica ma non per questo troppo lontano dal disincanto degli "uomini con il cuore da bambino", vuole da noi una ultima battuta?
Ci chiama in causa per essere giocoforza interlocutori partecipi di un dialogo sui problemi che interessano il suo e il nostro mondo? Susetta, disincantata e fuori dagli schemi già nel suo presentarsi perennemente di spalle, commenta in forma semplice ma arguta, spesso tagliente, la quotidianità (attuale il riferimento ad una sede dell`Università a Scampia), ma mi sembra che prima di ogni cosa provi a “narrare il territorio”. Susetta, che certo ricorda e fa tesoro delle ragazzine ideate da Quino e da Staino, ma resta legata fin nel nome a Scampia e alla napoletanità della tradizione attraverso un`articolata allitterazione con il nome del quartiere ed Assunta Spina, prova a narrare anche uomini e donne del nostro tempo troppo presi dalla televisione per ascoltare davvero chi ti vive intorno, troppo legati alle comode convenzioni per ascoltare una voce fuori dai cliché, uomini e donne, giovani e anziani che si lasciano vivere nella realtà di un quartiere che si delinea nella sua forma spesso attraverso gli alti palazzi accennati sul fondo del foglio, attraverso le sagome inconfondibili e ormai tristemente note all`opinione pubblica delle Vele, attraverso i ruderi romani che rappresentano "il prima" di un genius loci del quale gli urbanisti sono andati inutilmente alla ricerca, e la figura nervosa di Felice Pignataro che si apre al "dopo", al futuro possibile e all`utopia di un domani difficile da realizzare, ma perché no, possibile!
"Susetta è un personaggio anomalo fin dalla veste grafica: fa uno strano effetto ritrovarsi davanti al segno di Stof, dal tratto scarno e semplice, nero su bianco. Anche il messaggio è semplice, composto da tesi e antitesi; e nella sua rapidità, ci lascia nel dubbio: Susetta o meglio Stof, il suo autore maturo per età anagrafica ma non per questo troppo lontano dal disincanto degli "uomini con il cuore da bambino", vuole da noi una ultima battuta?
Ci chiama in causa per essere giocoforza interlocutori partecipi di un dialogo sui problemi che interessano il suo e il nostro mondo? Susetta, disincantata e fuori dagli schemi già nel suo presentarsi perennemente di spalle, commenta in forma semplice ma arguta, spesso tagliente, la quotidianità (attuale il riferimento ad una sede dell`Università a Scampia), ma mi sembra che prima di ogni cosa provi a “narrare il territorio”. Susetta, che certo ricorda e fa tesoro delle ragazzine ideate da Quino e da Staino, ma resta legata fin nel nome a Scampia e alla napoletanità della tradizione attraverso un`articolata allitterazione con il nome del quartiere ed Assunta Spina, prova a narrare anche uomini e donne del nostro tempo troppo presi dalla televisione per ascoltare davvero chi ti vive intorno, troppo legati alle comode convenzioni per ascoltare una voce fuori dai cliché, uomini e donne, giovani e anziani che si lasciano vivere nella realtà di un quartiere che si delinea nella sua forma spesso attraverso gli alti palazzi accennati sul fondo del foglio, attraverso le sagome inconfondibili e ormai tristemente note all`opinione pubblica delle Vele, attraverso i ruderi romani che rappresentano "il prima" di un genius loci del quale gli urbanisti sono andati inutilmente alla ricerca, e la figura nervosa di Felice Pignataro che si apre al "dopo", al futuro possibile e all`utopia di un domani difficile da realizzare, ma perché no, possibile!
Naturalmente “Susetta Spinola da Scampia” è sempre in piena
attività e non si ferma mai… E’ notizia di questi giorni l’allestimento di una
mostra personale di Salvatore Tofano, che si svolgerà a
Milano, nel mese corrente, nelle sale del centro culturale: “Bem Viver”, dal titolo: “Giugno all’insegna
della Vignetta”. L'inaugurazione avverrà il 5 giugno prossimo, con letture dell’autore, “STOF”.
A Salvatore Tofano auguriamo tanto successo
per la personale di Milano e per la sua attività di scrittore, poeta e disegnatore
vignettista, una "Voce" sempre attuale e presente del quartiere di Scampia, con la sua "Susetta".
Salvatore Fioretto
lo scrittore, Salvatore Tofano, autore di "Susetta Spinola" |
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