sabato 29 aprile 2017

Don Raffaele Ruggiero crea a Piscinola una fondazione per i fanciulli svantaggiati..."



Il presidio M. Sciuti
Chissà quante persone, abitanti del territorio dell’Area Nord di Napoli e non, si sono recati nel corso della propria vita in questa elegante struttura degli anni ‘50, costruita a misura d’uomo, in quella parte di territorio che fu del quartiere di Piscinola, un tempo chiamato ”lo Scampagnato”, oggi divenuto parte della “Scampia moderna”, e non conoscono i motivi della sua realizzazione e, soprattutto, il nome di colui che fu il suo fondatore e benefattore: il cav. Raffele Ruggiero.
Ruggiero nacque a Napoli, nell’anno 1856. Sposò la marchesa donna Ortensia Schiassi; da questa unione nacquero diversi figli, dei quali ci è dato di conoscere solo il nome di uno di essi, Gioacchino, che nacque a Portici, nel 1902 e sposò una discendente dei principi di Bisignano.
Ruggiero era diventato possidente di diverse proprietà e tenimenti. Il suo nome è però particolarmente legato alla storia di Piscinola e di Agnano, oltre che alla città di Napoli. Egli era proprietario almeno di due estesi appezzamenti di terreno, un tempo ubicati nei territori di Piscinola e di Agnano; territori che sono legati anche storicamente tra di loro, come più volte scritto in questo blog, e ripeteremo nel continuo di questo racconto.
Il lago di Agnano in un dipinto ottocentesco
Raffaele Ruggiero ad Agnano possedeva tutta l’area sul quale sorgeva il lago omonimo, compreso diversi terreni adiacenti. Sappiamo che il lago fu utilizzato per secoli per la macerazione della canapa e del lino e, strano a dirsi, gran parte di queste fibre provenivano proprio dalle coltivazioni che si svolgevano nei campi di Piscinola, dei quali era per buona parte anche proprietario il Ruggiero. 
Ruggiero eseguì a sue spese, alla fine dell’‘800, il prosciugamento del Lago di Agnano, ormai ridotto a zona palustre, con la realizzazione di un lungo collettore sfociante a mare, nel quale confluivano un dedalo di nuovi canali, disposti a raggiera. Con questo articolato sistema idraulico si realizzava il deflusso delle acque sorgive dal suolo, di origine vulcanica, e la bonifica dell’esteso territorio. Infatti la conca, nel quale un tempo si trovava il Lago di Agnano, è un cratere di un vulcano spento, appartenente alla Caldera dei Campi Flegrei.
Il collettore di Agnano
Raffaele Ruggiero aveva la passione per i cavalli di razza. In una parte di questo territorio di Agnano, aveva fatto costruire un maneggio e curava l’allevamento di “purosangue”, dei quali si dilettava a far correre in gare di trotto e galoppo. In questo luogo, già dall’anno 1850, si disputavano corse ad ostacoli. All’epoca i campi deputati alle gare ippiche erano solo due in città: il Campo di Marte, a Capodichino, e il galoppatoio realizzato in via F. Caracciolo, nella Villa Reale. Quindi la città di Napoli non possedeva un campo di gare degno di una metropoli moderna, ma fu proprio Ruggiero ad avere una idea geniale e a favorire la costruzione dell’ippodromo di Agnano, divenuto l’impianto che conosciamo, famoso in tutta l’Europa per le varie competizione ippiche e soprattutto per la gara “Premio Napoli”, gara spesso legata, negli anni passati, alla Lotteria italiana.
Raffaele Ruggiero, infatti, subito dopo la prima Guerra Mondiale, ben pensò di donare al Comune di Napoli grandi estensioni di terreno dell’ex Lago di Agnano, con la clausola che intorno al suo allevamento sorgesse un moderno ippodromo…
La principessa Maria Josè durante l'inaugurazione
Dal “Bollettino del Comune di Napoli. Rassegna illustrata di storia, arte”. Anno 1931 (pag.10), si legge “…si cercò per lungo tempo e sempre invano, un luogo adatto per la costruzione d’un ippodromo degno d’una grande città come la nostra.  Ed il cav. Ruggiero, il cui fervore sportivo fu pari all'energia e alla tenacia, non senza ragione, pensò al bacino d'Agnano, sede delle prime corse ippiche napoletane. Per la sua vicinanza alla città, per la sua ridente posizione, pei facili e numerosi mezzi di viabilità, rispondeva quel luogo ai principali requisiti richiesti per un campo di corsa…”.
Alcuni napoletani di gran nome: Giuseppe Perlini, Tommaso Leonetti, Guglielmo Belgo, Michele Romano, appoggiarono l'iniziativa dei fratelli perugini Spinelli (Antonio e Salvatore), esperti di ippodromi (avevano già realizzato l'ippodromo di Villa Glori a Roma), per la realizzazione del nuovo impianto. I lavori cominciarono il 7 luglio 1934. 
Un vincitore del Gran Premio Lotteria, anni '70
Ma dobbiamo attendere solo il 2 giugno dell’anno 1935, seppure diversi anni dalla scomparsa del Ruggiero, per vedere inaugurato l’Ippodromo di Agnano, alla presenza del Cardinale di Napoli, Alessio Ascalesi, che lo benedisse, dei principi ereditari al Regno d’Italia, Umberto di Savoia con Maria Josè, di tantissime personalità cittadine importanti dell'epoca e ben diecimila spettatori! La prima società di gestione fu fondata al Circolo dell'Unione, da Tommaso Leonetti, il duca di Bovino, il principe di Gerace, il conte Moncada e il marchese Diana.
In questa conca sono state scritte le pagine più belle della leggenda del trotto: da Muscletone a Bayard, da Birbone a Tornese, da Une de Mai a Varenne. Agnano però nacque con il galoppo.
Ritornando al nostro racconto, la coppia di sposi Raffaele Ruggiero e Ortensia Schiassi si distinsero in città, soprattutto per le loro opere di beneficenza e di carità. 
Donna Ortensia Schiassi fece costruire a sue spese, accanto all’ippodromo di Agnano, una chiesa, una casa parrocchiale con asilo e scuola, retti dai frati francescani.
La struttura vista dall'alto (foto da "Google Maps")
La chiesa, intitolata a Sant’Antonio di Padova, è ancora oggi utilizzata per le funzioni religiose parrocchiali principali del vasto territorio di Agnano ed è sede della segreteria parrocchiale e della canonica. I francescani restarono nella struttura fino agli anni ’80. Donna Ortensia si distinse anche in opere di volontariato. Nel libro “La donna della nuova Italia, documenti del contributo femminile alla guerra (maggio 1915, maggio 1917), scritto da R. Quinteri, la Marchesa Ruggiero Ortensia Schiassi viene menzionata nell’elenco delle donne volontarie, che si distinsero in particolar modo per la loro opera, durante lo svolgersi del primo conflitto mondiale. 
Raffaele Ruggiero lasciò alla sua morte, avvenuta a Napoli nell’anno 1926, una cospicua somma da destinare al recupero di bambine subnormali; nacque così la “Fondazione Raffaele Ruggiero”, con sede al “Fondo Cancello di Piscinola”, ossia nell'esteso tenimento nel quale si coltivavano da secoli la canapa, il grano e le pesche, per mano dei bravi contadini piscinolesi; un ampio territorio che si estendeva dalle caserme di Miano, fino alla proprietà "Del Forno". In questa struttura, che fu completata alla fine degli anni ’50, fu realizzato un importante Presidio Ortofrenico, destinato alla cura e alla riabilitazione delle bambine svantaggiate.
Murales realizzato sul muro di confine del Presidio "M. Sciuti"
Nel settembre del 1972, il Comune di Napoli, a perenne memoria delle opere compiute dal cavaliere Raffaele Ruggiero, gli ha intitolato la strada che si sviluppa in adiacenza dell’Ippodromo di Agnano; mentre, al centro dei giardini, che si trovano all’interno dell’ippodromo, è stato eretto un monumento, sormontato da un busto in bronzo, dedicato al grande benefattore.
A Napoli, Raffaele Ruggiero sostenne anche un centro di cura pediatrico, sempre per bambini. Nel cortile dell’Istituto Ortopedico Teresa Filangieri Fieschi, in via Chiaia a Napoli, si trova affissa la lapide di riconoscimento in marmo, che reca una doppia cornice (interna di foglia d’alloro, esterna con ovuli e sgusci e sormontata da un caduceo alato e in basso un fregio a nappa),  con sopra la scritta di dedica al benefattore Raffaele Ruggiero:


IN MEMORIA DEL
CAV. RAFFAELE RUGGIERO
CHE DOPO UNA VITA DI ATTIVO LAVORO
NON DIMENTICO' NELLE SUE ULTIME VOLONTA'
I MINORATI DELLA NATURA
LEGANDO A QUESTO PIO ISTITUTO
LIRE 200.000
PER UNA SALA INTESTATA A SUO NOME


C’è poi da aggiungere che con il Regio Decreto del 12 dicembre 1940, n. 2005, veniva riconosciuta l’erezione in ente morale dell'Ospizio «Raffaele Ruggiero» per l'infanzia abbandonata e sofferente, con sede in Napoli. (GU n.51 del 28-02-1941 ). Ecco il testo: “In vigore dal: 15-3-1941 N. 2005. R. decreto 12 dicembre 1940, col quale, sulla proposta del ...., Capo del Governo, Ministro per l'interno, l'Ospizio «Raffaele Ruggiero» per l'infanzia abbandonata e sofferente, con sede in Napoli, viene eretto in ente morale. Visto, il Guardasigilli: Grandi. Registrato alla Corte dei conti, addi' 16 febbraio 1941-XIX”.
Papa Paolo VI
Significativo è l’evento che si verificò il 27 giugno 1973, quando un gruppo nutrito di operatori, medici, dirigenti e giovani pazienti del presidio della Fondazione Raffaele Ruggiero, furono accolti all’Udienza Generale in Vaticano, dal papa Paolo VI. Ecco le parole di benvenuto pronunciate dal pontefice: 
"Partecipano a questa Udienza, guidati dai loro dirigenti ed assistenti, due gruppi di giovani, ospiti di benemeriti Istituti di educazione e di assistenza: l’Istituto Medico Psico-Pedagogico «La Nostra Scuola» di Roma, e l’Istituto Psico-Pedagogico «Fondazione Raffaele Ruggero» di Napoli-Piscinola. Siate tutti cordialmente benvenuti, figli carissimi! Il nostro paterno compiacimento si rivolge a quanti fra voi, con diversa competenza ma con eguale abnegazione, si dedicano con cura paziente ed esperta all’assistenza e all’educazione di codesti cari figlioli, la cui particolare condizione li rende più bisognosi di amorevole e costante attenzione. 
La struttura
È un’opera grande, la vostra, un’opera altamente benemerita dell’umana società, e quanto mai preziosa agli occhi di Dio. Continuate a donarvi, continuate a prodigarvi, anche se la vostra delicata missione educativa non sempre è conosciuta ed apprezzata dagli uomini, come merita, essa però è conosciuta da Dio, e se voi saprete compierla per amore Suo, a voi si applicheranno le parole dolcissime del Divin Salvatore: «Ogni volta che avete fatto questo al più piccolo dei miei fratelli, lo avete fatto a me stesso» (Mt 25,40). 
A voi, carissimi giovani, esprimiamo il nostro affetto, pieno e paterno. Sappiamo con quanta buona volontà e con quanto profitto vi sforzate di corrispondere alle premure dei vostri educatori. Bravi! Nel nome di Gesù, che umilmente rappresentiamo qui sulla terra, noi vi abbracciamo e vi auguriamo ogni bene, impartendo di cuore a ciascuno di voi, ai vostri cari presenti e lontani, e a tutti i vostri educatori ed assistenti l’Apostolica Benedizione”.
Monumento eretto nei giardini dell'Ippodromo
Il presidio della “Fondazione Raffaele Ruggiero” con il trascorrere dei decenni ha perduto purtroppo gran parte del suo fine istituzionale, infatti, dopo varie vicissitudini e problematiche, ha subito  l’evolversi dei tempi e dei costumi cittadini, oltre che dell’organizzazione della Sanità; risulta ancora oggi funzionante, anche se gestito nell’ambito della Sanità Pubblica (ASL), con la presenza di altri uffici e presidi medici territoriali. E’ intitolato, fin dalla metà degli anni ’70, a “Michele Sciuti”, insigne medico napoletano, direttore per tanti anni dell’ospedale psichiatrico “Leonardo Bianchi”. 
Nel presidio piscinolese ("Fondazione Raffaele Ruggiero" poi "M. Sciuti") hanno prestato per tanti anni la loro attività medica e di assistenza specialistica e infermieristica, diversi abitanti di Piscinola e dei territori ad esso adiacenti. Esso rappresenta una delle pagine più belle della storia di Piscinola moderna!
Del prof. Michele Sciuti e della struttura dell’ospedale Leonardo Bianchi, dedicheremo un apposito post, quale continuo della serie: “Ambiente e psiche”.
Salvatore Fioretto



 per la collaborazione il dott. Domenico Di Renzo. 
Murales realizzato sul muro di confine del Presidio "M. Sciuti"

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