Don Domenico Severino in un viaggio |
Cercheremo
di descrivere in questo post la brillante e splendida figura di don Domenico
Severino, sacerdote di periferia, per tanti semplicemente "l'Assistente,
che è stato innanzitutto un uomo straordinario e poi un sacerdote zelante,
impegnato nella comunità ecclesiale e nel tessuto sociale di Piscinola del
secondo dopoguerra; Don Mimì ha saputo seminare e raccogliere tante
opere di socialità e di bene comune nel suo quartiere, spendendo gran parte
della sua vita, ben 37 anni, accanto ai suoi amati giovani.
Prenderemo
spunto per questo racconto la bella biografia, con le numerose testimonianze contenute, che fu scritta alcuni decenni fa
ricordando la figura de "L'Assistente" (opera dal titolo
"L'Assistente - Una comunità ricorda", anno 1994), redatta a
cura di Natale Mele e Carmine Montesano.
Don Domenico Severino fotografato in una campagna di Piscinola |
Frequentò, per cinque anni, a partire dal 1935, la Scuola Apostolica Arcivescovile, ove si distinse per acutezza d’ingegno;
seguirono poi gli anni trascorsi al liceo classico. Ebbe a
collaborare già da seminarista alla vita comunitaria del suo quartiere, presso
la parrocchia del SS. Salvatore di Piscinola, affiancando don Salvatore Nappa
nell'apostolato della "Gioventù Italiana di Azione
Cattolica" (G.I.A.C.).
Svolse con profitto la sua formazione teologica nel
Seminario Maggiore Arcivescovile di Napoli, durante il conflitto bellico
(1943-1947), ricevendo la stima e la fiducia dei professori e dei
superiori dell'Istituto. Al termine degli studi teologici fu consacrato
sacerdote, il 31 maggio 1947, nelle mani del compianto Arcivescovo di Napoli,
Alessio Ascalesi.
Celebrò la prima messa nella chiesa del SS. Salvatore di
Piscinola, il 2 giugno 1947. Fu poi coadiutore e viceparroco della chiesa,
affiancando il parroco don Angelo Ferrillo.
Svolse per tanti anni, con zelo e
spirito di sacrificio, la sua missione di insegnante di religione presso diverse
scuole statale, tra le quali la scuola elementare "Torquato Tasso" di
Piscinola e, soprattutto, il ruolo di "Assistente" della Gioventù Italiana di
Azione Cattolica.
I primi incontri di pallacanestro nel cortile della "Sede" |
Don Domenico Severino è stato sicuramente un sacerdote
sui generis per la sua epoca; egli, come un novello Giovanni Bosco, ha saputo
uscire dagli schemi rigidi della Chiesa di quegli anni, che vedevano il prete come una
"figura statica", chiusa all'interno delle mura ecclesiali, e
ha esteso la sua opera pastorale all'esterno della parrocchia, verso
la società laica.
"Si rilevò subito uomo aperto alle necessità. Il carattere silenzioso, forse un poco ritroso, era dotato di tanta volontà e di tanto spirito di sacrificio, e non tardò a donarsi totalmente senza risparmiarsi; donò tutto se stesso, incominciando dallo svuotare il portafoglio che certamente non era mai pieno". (cit. Mons. Paolo Vinaccia)
Ha saputo incontrare i giovani, parlando loro con un linguaggio semplice, nuovo, diretto ed essenziale. Li ha incontrati nelle strade, nelle piazze, nelle scuole, vivendo in mezzo a loro nei loro luoghi di frequentazione, attirandoli alla sede dell'Azione Cattolica, ma senza forzature, facendoli crescere nello sport, nella musica, nei giochi, nel piacere di stare bene insieme, coltivando, nel tempo libero, gli ideali e gli interessi comuni.
"Si rilevò subito uomo aperto alle necessità. Il carattere silenzioso, forse un poco ritroso, era dotato di tanta volontà e di tanto spirito di sacrificio, e non tardò a donarsi totalmente senza risparmiarsi; donò tutto se stesso, incominciando dallo svuotare il portafoglio che certamente non era mai pieno". (cit. Mons. Paolo Vinaccia)
Ha saputo incontrare i giovani, parlando loro con un linguaggio semplice, nuovo, diretto ed essenziale. Li ha incontrati nelle strade, nelle piazze, nelle scuole, vivendo in mezzo a loro nei loro luoghi di frequentazione, attirandoli alla sede dell'Azione Cattolica, ma senza forzature, facendoli crescere nello sport, nella musica, nei giochi, nel piacere di stare bene insieme, coltivando, nel tempo libero, gli ideali e gli interessi comuni.
Don Domenico Severino e don Salvatore Nappa |
Se pensiamo a come fossero severe le regole vigenti in
quegli anni nell'A.C., quando era consentito solo ai ragazzi di
frequentare la "Sede" di Piscinola, capiremmo la grandezza del suo operato...; don Mimì applicò subito, senza indugiare, le nuove disposizioni e capovolse questa assurda
discriminazione, accogliendo, presso i locali dell'A.C. di via Vittorio Emanuele,
anche le ragazze di Piscinola. Solo questo esempio basterebbe per capire la
"rivoluzione" che operò questo apparente semplice sacerdote, in
questo piccolo centro di periferia di Napoli.
"In questa nuova sede, più centrale, l'Azione Cattolica diventa epicentro di intimi terremoti di pulsioni ed emozioni, di acquisizioni di coscienze e valenze sociali e Tu (don Mimì) eri preparato a questi nuovi tempi. Ora l'Azione Cattolica diventata sede di incontro aperta anche all'altro sesso, infatti veniva frequentata dalle sorelle Enzina e Fernanda Fioretti, dalle sorelle Cangiano, alle quali va un affettuoso e rispettoso saluto, che un po' ci turbavano. Per il solo fatto che frequentassero, mi appariva come sacrilega violazione di un tempio esclusivo e riservato o forse perché quella intrusione era inconfessabilmente desiderata, forse d'un turbamento, all'unisono, imbarazzante e dolcissimo" (cit. Luigi Sica, di Antonio).
"In questa nuova sede, più centrale, l'Azione Cattolica diventa epicentro di intimi terremoti di pulsioni ed emozioni, di acquisizioni di coscienze e valenze sociali e Tu (don Mimì) eri preparato a questi nuovi tempi. Ora l'Azione Cattolica diventata sede di incontro aperta anche all'altro sesso, infatti veniva frequentata dalle sorelle Enzina e Fernanda Fioretti, dalle sorelle Cangiano, alle quali va un affettuoso e rispettoso saluto, che un po' ci turbavano. Per il solo fatto che frequentassero, mi appariva come sacrilega violazione di un tempio esclusivo e riservato o forse perché quella intrusione era inconfessabilmente desiderata, forse d'un turbamento, all'unisono, imbarazzante e dolcissimo" (cit. Luigi Sica, di Antonio).
Don Salvatore Nappa così lo ricordava: "Con orgoglio devo dire che nel ricostruire e poi dirigere l'A.C. giovanile a Piscinola negli anni '43, '44, '45, chi mi diede una collaborazione completa e totale fu proprio don Mimì, allora seminarista, insieme ad altri giovani. Erano tempi difficili non solo per guerra ma anche e più ancora con l'arrivo degli americani, perché si lavorava da parte dei primi partiti all'accaparramento dei giovani. Ma l'A.C. crebbe rapidamente e abbondantemente tanto che la nostra associazione era considerata tra le prime della Diocesi.
Mi piace ricordare alcune delle grandi iniziative che realizzammo in quegli anni: 1) Rosario pubblico, alla sera, per via V. Emanuele fino alla chiesetta della Madonna delle Grazie; 2) il gioco e le gare di ping-pong con premi; 3) l'inizio della pallacanestro nel campetto realizzato nel cortile della sede; 4) le commedie e la cantata dei pastori nella sala della ex sacrestia. Tutte queste attività, iniziate e portate avanti con il valido aiuto di don Mimì, furono da Lui ingigantite fino a tal punto che le piccole gare di ping-pong svolte nel chiuso della sede furono portate a livello cittadino e regionale per la bravura dei giovani, come avvenne anche per la pallacanestro che assunse e sempre per l'opera di don Mimì, a squadra più che regionale.
Ecco cosa scriveva il dott. Carmine Montesano, sulla
figura dell'Assistente. Montesano è stato uno dei giovani allievi di Don Mimì e
uno dei curatori della pubblicazione "L'Assistente":
"L'Assistente
era una di quelle figure che il ruolo svolto strappa ai confini di una augusta
individualità ed esalta talmente i connotati pubblici sì da renderla
appartenente al patrimonio collettivo ed alla memoria storica della comunità che
lo ha conosciuto.
Festeggiamenti del quarantennio del movimento "Aspiranti A.C." a Piscinola |
Don Domenico Severino prese molto a cuore la formazione della pallacanestro
a Piscinola e fu fondatore e animatore della Società di basket "Virtus
Piscinola", già a partire dall'immediato Dopoguerra. Ecco la
testimonianza della sorella Ida:
"Sin
da giovane il suo sport preferito era la pallacanestro, a cui si dedicò anima e
corpo, portando i suoi giovani in vetta alle classifiche. Anche con tanti
sacrifici da parte dei giocatori e sua riuscivano a giocare ed essere sempre
tra i primi. Ricordo che molte volte organizzavano estrazioni con regali per
fare soldi per andare a giocare in trasferta. Proprio in questo ringrazio tutti
coloro che lo hanno aiutato a fare ciò. Ricordo che io e l'altra mia sorella
deceduta, lavavamo le magliette che lui, dopo le partite, portava a casa
fradicie di sudore.
Foto di gruppo della squadra della Virtus Piscinola, con don Mimì |
Toccanti sono le parole che si leggono a introduzione
del libro "L'Assistente" scritte "a due mani", da Carmine Montesano e Natale Mele:
"Il
legame tra l'Assistente e la Virtus è inscindibile. La Virtus è ancora oggi
"la sua società sportiva". Lui la
fondò, lui la diresse, lui pose le premesse in uomini e cose perché non
morisse, ma continuasse anche senza di lui e dopo di Lui. Perché svolgesse nel
tempo la funzione di punto di riferimento per l'aggregazione di giovani. E' per
questo che non è stato messo in discussione lo spirito delle origini. [...]".
Riguardo al suo rapporto con i giovani, ecco una bella
testimonianza che ci ha reso Francesco, un giovane frequentatore all'epoca dell'A.C. di don
Mimì: "Voglio ricordare di don Mimì
fondamentalmente tre cose: 1) è vero che aveva un gran cuore, lo so bene per
averlo appurato di persona e chissà quanti altri ne hanno beneficiato. Agiva in
silenzio, con discrezione, nel massimo rispetto per la dignità delle persone;
2) durante una accesa riunione presso la mitica "Sede" causata
dall'opposizione della sezione donne che non volle concedere a noi ragazzi
l'uso di una saletta interna alla Sagrestia, l'Assistente, anche lui
contrariato, proruppe con un motto: "Ragazzi, purtroppo tira più il filo
di una sottana che una fune di bastimento!".
Anni dopo ne ho capito il
senso; 3) sempre durante una delle periodiche riunioni, spiegava l'idea che
dovevamo avere di Dio. Non una sorte di "mago" (termine testuale) che
cava dal cilindro le cose di cui è fatto l'Universo, bensì "Ordinatore
della materia". Sì, lui pensava e ci diceva che la materia esisteva da
sempre.
Cancello della sede della Virtus, decorato con il simbolo "stella d'argento" |
Amante
della gioventù nel senso più nobile del termine, faceva tutto quel che poteva
per accontentarci. Presso la "Sede" vi erano vari giochi: ping-pong,
calcio balilla, si giocava a carte ("furiose" erano le partite con
Bartolomeo Silvestri, suo "accanito avversario") e poi il juke-box.
Ne comprò uno nuovissimo, in sostituzione di uno molto vecchio e piuttosto
piccolo, ultimo grido della tecnologia di allora (fine anni '60). Ebbene, fu tra
i primissimi apparecchi (forse il primo in assoluto a Piscinola) a contenere lo
scandaloso "Je t'aime... moi non plus", di J. Birkin e S. Gainsbourg:
era l'anno 1969...!".
Credo
sia stato forse il primo prete, che io sappia, a Piscinola, a indossare
pantaloni e giacca, lasciando la talare. Invero nei primi tempi alternava, poi
mano a mano usava l'abito talare sempre meno, fin quasi ad abbandonarlo.
Ricordo il clamore, a stento trattenuto, che andava diffondendosi nell'ambiente
parrocchiale e nei parrocchiani stessi. Anche mia madre ne rimase alquanto
colpita. Diciamola tutta: la cosa era considerata una stravaganza, nel migliore
dei casi. Altresì amava essere sempre in ordine, pulito e ben rasato e un po'
di dopobarba profumato non lo disdegnava.
Oltre alla sua attività di insegnante
di religione, e dunque a prescindere dalla sua missione pastorale, non so se
avesse altri interessi, ma penso di sì. Ad esempio non so se amasse la musica e
quale. Però una cosa è da dire a tal proposito, marginale ma simpatica. Gli
piaceva molto ascoltare al juke box il brano "Azzurro", interpretato
da Celentano. Ciò perché ad un certo punto ricorrevano i versi "...Quelle
domeniche da solo in un cortile, a passeggiar... ora mi annoio più di allora,
neanche un prete per chiacchierar..."".
Ricorrenza dei caduti, posa della corona di alloro al monumento di Piscinola |
La sua figura infondeva sicurezza e fiducia,
soprattutto nei ragazzi. "Quando
conobbi l'assistente avevo appena cinque anni, ma ebbi subito l'impressione di
conoscere un sacerdote "strano", in quanto non frequentava solo la
parrocchia, ma anche ambienti non religiosi, come poteva essere la sede della
Virtus o la sezione DC di Piscinola. Quel prete era strano perché io
bambino non riuscivo ad associare una
figura religiosa ad un ambiente, per
così dire, "civile"; ma quell'uomo aveva qualcosa che mi attirava,
forse l'amicizia che lo legava a mio
padre e a tutti quei piscinolesi della sua generazione; o forse il rapporto
amichevole che facilmente instaurava con un ragazzo, come un bambino, forse
entrambe le cose, o ancora tante altre doti nascoste che non facevano altro che
infondere fiducia". (cit. Michelangelo Aspromonte)
Una delle ultime sue foto |
Si ammalò nell'estate del 1972, ma continuò a svolgere
il suo ministero sacerdotale, con sacrificio e dedizione sempre maggiore.
Si spense a Piscinola, il 24 luglio 1984.
Ai suoi funerali parteciparono commossi i tanti
ragazzi che furono suoi diletti "assistiti" e tanti piscinolesi che
lo ebbero a cuore.
Potremmo andare avanti con la scrittura di molte pagine
ancora, piene di belle testimonianze, perché tantissimi sono gli aneddoti che narrano
delle opere e delle azioni condotte da Don Mimì, per tutti semplicemente
"l'Assistente"; opere e azioni che dimostrano la grandezza e il
carisma dell'uomo che abbiamo voluto raccontare, per mostrarlo a quanti non
l'hanno conosciuto in vita.
Congediamo il ricordo di Don Mimì, con il suo inconfondibile saluto: "Cristo regni... Sempre...!".
Congediamo il ricordo di Don Mimì, con il suo inconfondibile saluto: "Cristo regni... Sempre...!".
A Don Domenico Severino è stata intitolata la
Biblioteca Comunale, ubicata nel “Lotto 14B” e anche la nuova tendo struttura
con il campo di basket, in Via Nuova Dietro la Vigna, realizzata dalla
polisportiva Virtus Piscinola con il significativo contributo
dell'organizzazione di "Una partita del cuore" di don Mazzi.
Salvatore
Fioretto
Lapide di dedica che si trova all'ingresso della tenda struttura della Virtus, in via Dietro La Vigna |
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Mi chiamo Luigi ed ho abitato per 22 anni a Piscinola. Io ho conosciuto personalmente Padre Severino, così lo chiamava mio padre ed anche io. Andavo, certe volte a messa nell'altra chiesetta di fronte la Parrocchia del S.S. Salvatore. Preferivo spesso la sua messa ad altre. Era una persona veramente buona, molto gentile e di una compostezza fortissima. Era quasi ieratico. Avevo sentito dire che era salito agli onori degli altari...non mi avrebbe stupito perché ricordo che, sebbene anziano e malato, non si risparmiava nei suoi compiti e nella sua protensione verso il prossimo.
RispondiEliminaSalve, grazie per la sua testimonianza. Al compianto sacerdote di Piscinola, don Domenico Severino è stato solo dedicata la biblioteca comunale di Piscinola, situata nel complesso Lotto 14b. Non sono in atto altri riconoscimenti in ambito ecclesiastici, anche se li avrebbe meritati ampiamente.
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