Nei lunghi e freddi inverni e nelle umide estati di Piscinola, mi rivedo con i miei compagni di scuola e gli amici di strada in quella Piazza pressoché deserta, con i suoi venditori ambulanti che sembravano statue indifferenti al freddo e al caldo, alla luce o al buio, come testimoni di un tempo che pareva immutabile ed eterno.
Testimoni
muti di una vita che piano piano se ne andava, segnata dai lenti ritmi
quotidiani, dai suoni attutiti, che rompevano un silenzio greve, direi di vite
strascinate con i denti, di vite incanalate in un destino che aveva un
traguardo menzognero di speranza...
Spesso lo
sguardo andava ai binari del treno della Piedimonte che doveva portare qualcosa...
che non giunse mai e, invece, portava via tante delusioni..., e altre speranze
che si rivelarono illusioni...!
Rivedo oggi
tutte queste figure immobili, come vestigia d’un passato remoto, come monumenti
di una civiltà estinta. Rivedo ancora qualche asino con le some di letame
fumante, pochi passanti e i fumaioli dei camini che liberavano vapori bianchi,
grigi e azzurri, insieme all’odore della legna bruciata.
Ancora oggi
mi pare di rivedere i compagni di scuola e di giochi, quando nei pomeriggi,
dopo i compiti fatti a casa, ci ritrovavamo in Piazza per i nostri giochi...
Essi mi appaiono
a distanza di tempo come delle figurette scure, racchiuse in uno strano quadro:
ragazzini macilenti, gambette striminzite dalle ginocchia grandissime, la pelle
arrossata dai geloni e il collo avvolto da sciarpe di stracci, come a
rappresentarmi una triste scena medievale, vista tante volte sul sussidiario,
che paragono a un lavoro di Brueghel; uno scorcio di Piazza dove oltre
una fugace allegria s’indovina una profonda miseria.
Miseria che
oggi si rivela una grande ricchezza di ricordi e di sentimenti che il mondo non
usa più.
Luigi Sica
Ringraziamo l'amico e scrittore Luigi Sica per quest'altro bel componimento condiviso su Piscinolablog.
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