Durante la costruzione del carcere di Secondigliano sono venute alla luce 5 tombe a cassa di lastre di tufo, risalenti al periodo Osco-preistorico. La foto, unica nel suo genere, è stata pubblicata sulla copertina dell'opuscoletto "Bibliografia Osca", scritto dal prof. Domenico De Luca, edito nella collana "Acta Osca Storia e Territorio", dalla Fondazione Planianum, Napoli 2003.
Dopo i rilievi e la catalogazione di prassi, i reperti archeologici ci risultano essere stati rimossi, anche se c'era tutto lo spazio disponibile, nel piazzale antistante il carcere, per poterli conservare nel tempo.
Peccato! Una bellissima traccia della nostra antichissima storia che forse è andata perduta per sempre, tranne questa foto...!
Salvatore Fioretto (Tutti i diritti per la pubblicazione dei testi del blog sono riservati all'autore, ai sensi della legislazione vigente)
"...notizia di uno scavo eseguito
RispondiEliminaa Secondigliano, dove sono state messe in luce 5 tombe a
cassa di tufo, di cui una bìsoma, l tomba alla cappuccina, 3 tombe
a fossa, per la maggior parte orientate in senso Est-Ovest, che costituivano
una necropoli, probabilmente connessa ad un piccolo agglomerato.
I corredi sono, in genere, caratterizzati dall'esiguità e dalla
modestia degli oggetti (ceramica àcroma) e dalla loro deperibilità
(oggetti in ferro o in bronzo).
Soltanto uno di essi, restituito da una delle tombe a cassa di
tufo, è formato da un «servizio da mensa» di 10 vasi di piccole dimensioni
per lo più a vernice nera, ed è caratterizzato dalla presenza
dello skfphos, della kjlix, dell'ask6s, dell'olletta stamnoide,
della brocchetta, della lékythos e di coppe di varie dimensioni, cui è
associata l'olia acroma, che costituisce un tipico elemento di questi
corredi, come contenitore di offerte funebri.
Il corredo, per la presenza anche di una moneta di bronzo di
Neapolis, ancora in corso di restauro, si può collocare nella seconda
metà del IV secolo a.C.
Interessante la connessione riscontrata tra i corredi di queste
tombe e quelli rinvenuti nelle tombe scavate agli inizi del secolo in
località Purgatorio a Ponticelli, durante i lavori di costruzione della
direttissima Napoli-Roma, che trovano a loro volta confronti con i
corredi attestati in altri centri della pianura campana e nelle aree
di cultura sannitica."
Atti di Taranto 1985
Plaudo molto a questa iniziativa dell'amico Sal Fioretto insigne ed appassionato ricercatore della storia piscinolese.
RispondiEliminaSpero che la sua incessante opera di ricerca, sia coronata da successo e soprattutto facciano conoscere al mondo intero il nome dell'antica Piscinola e, soprattutto, che la ricerca storica appassioni tantissimi curiosi che nel visitare Piscinola ne facciano mettere in luce le monumentalità storico religiose esistenti e ne promulghino una costante ricerca di modo che i nostri miti o leggende diventino storia certa a disposizione di curiosi e ricercatori che in uno incrementi un turismo culturale e religioso che la illustri contribuendo così ad un rilancio economico e sociale. Auguri di vero cuore. Luigi Sica
Grazie a Serena e all'amico scrittore Luigi.
RispondiEliminaLa storia si conosce ma i docenti e gli studiosi la fanno conoscere secondo la loro convenienza
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