Mausoleo romano, detto "La conocchia" in una rara foto |
Di esempi ne abbiamo tantissimi, come "Notizie storiche su Piscinola", di Mons. Domenico Scandone, "Viaggio nella mia terra", scritto dal dott. Franco Sica, diacono della Parrocchia del SS. Salvatore in Piscinola, "Miano, nella Campania Felice", scritto da Gabriele Monaco, "Marianella con la sua chiesa nella storia", scritto dell'A.C. di Marianella, con la supervisione di mons. Salvatore Nappa, e altri ancora.
L'articolo che tratteremo in questo post è stato pubblicato nel 1988 nella monografia "Santa Croce ai Camaldoli - Napoli. 1688-1988. Ieri, oggi, domani", a cura di padre Camillo Degetto, già parroco della chiesa di Santa Croce, e riguarda uno spaccato di storia del nostro territorio collinare: Santa Croce, anch'esso con una storia di degno rispetto. Nella sezione del libro: "Cenni storici sull'origine di Santa Croce e dintorni", scritta da Franco Schiattarella, si trova il testo che ci riguarda, che è il seguente:
"Conocchia e Ianula nel ducato napoletano
Il Capasso (Bartolommeo), per tale periodo, riporta i colli che
dopo il Vomero ed Hermo, da occidente a settentrione, erano sopra la Città,
nonché i Casali situati sui colli stessi.
Dopo il Vomero ed Hermo, egli afferma, abbiamo, Antignano
e la Conocchia, Torricchio e Capodimonte.
Precisa, ancora, che sopra Antignano vi era il
luogo detto “Babula" nome greco che significa “Prospetto”,
mentre sopra Capodimonte vi era Iannula o Ianula, su
cui si trova S. Croce.
Il periodo del Ducato è quello che inizia quando i
Longobardi, conquistate Napoli, Benevento, Capua e Salerno, eliminarono i
Presidi ed i Consoli che erano a capo di tali città, sostituendoli con un
magistrato unico denominato Duca, e che durò fino al 1140.
ll luogo di “Babulia" doveva trovarsi verso la
vetta dei Camaldoli, come può desumersi dal fatto che quando fu costruita ivi
la Chiesetta del Salvatore, questa fu chiamata “del Salvatore a
Prospetto".
Da numerosi atti pubblici riguardanti donazioni,
divisioni, permute e vendite di proprietà e terreni dell'epoca, si può avere
un'idea abbastanza chiara del territorio di “Ianula " e della “Conocchia".
Dipinto di Napoli vista dalla Conocchia, opera di G. Gigante |
Circa la “Conocchia" non vi è dubbio che tale
luogo o casale confinava con “Ianula” e che si trovava nella parte inferiore, cioè verso Capodimonte, della via Agnano-Miano.
Dipinto di Napoli vista dalla Conocchia, opera di D. Ammirato |
Da un atto del 1066 risulta che Gregorio, figlio di
Pietro Ursi e marito di Teodomanda, detto “Comite Maurone" (Conte Maurone), donò alla
Chiesa di S. Restituta nel Duomo di Napoli un fondo detto “a meerano” nel luogo
denominato “Conucola" cioè Conocchia. Da quanto riporta il Capasso, si argomenta
che nel periodo Ducale la Conocchia attraeva o era attratta da Antignano
mentre, dopo che Napoli, con gli Angioini, divenne capitale del Regno, essa fu
attratta verso il lato di Capodimonte fino al punto che, nel 1660, troviamo che
il casale, come Comune autonomo, si riunisce a quello di S. Croce. E, in epoche
successive, si diceva, con riferimento a S. Croce: "S. Croce alla
Conocchia".
La conferma che il territorio di Orsolone con S.
Croce si chiamava “Ianula" ci viene anche dalla visita del Cardinale
Filomarino nel 1646 allorché, a proposito della Cappella di S. Croce, si
precisa che di tale Cappella avevano pensiero i convicini che abitavano sopra
“Iano".
Comune di Chiaiano, Polvica e S. Croce |
Può venirci ancora dal fatto che per la calata di
“Iano" si scendeva per Marano a Qualiano, cioè all'antica "Caloianum".
(4)
Non sappiamo, con esattezza, perché il luogo
chiamavasi “Ianula" o “Iano": forse perché trovavasi nel territorio che
si estendeva fuori la Porta Donnorso esistente a S. Pietro a Maiella, cioè
“extra Ianula Domini Ursitate" o per l'esistenza di qualche porta a Ponte
Caracciolo; o perché essendo la collina dei Camaldoli la più alta della zona
dei Campi Flegrei di cui fa parte e di cui è un vulcano spento, rappresentava,
in antico, il Gianicolo di tale zona. Ciò non deve meravigliare perché nel
tratto collinare Vomero-Capodimonte vi era anche Limpiano (Olimpo). (5)".
Bartolommeo Capasso |
Come si può osservare, leggendo le note dell'articolo, grande fonte di queste memorie storiche e altre ancora riguardanti il nostro territorio, è stato il capolavoro dello storico Napoletano Bartolommeo Capasso: Monumenta ad Neapolitani Ducatus Historiam pertinentia - Napoli 1881-1892. Al Capasso, che è considerato, unanimamente, padre della storia napoletana, personaggio di grande acume, ingegno e dedizione alla cultura, virtù che profuse nel ricercare nei testi antichi queste preziose informazioni sulla Napoli medioevale, abbiamo dedicato questo blog, con il suo motto "Se vuoi essere universale, parla della tua terra". A lui dedicheremo presto, riconoscenti, un ricordo biografico.
Salvatore Fioretto
Note 4-5: Bartolomeo Capasso - Monumenta ad
Neapolitani Ducatus Historiam pertinentia - Napoli, 1881-1892 - vol. 2.
Per approfondimenti sul mausoleo de "La Conocchia", si suggerisce la lettura del precedente post di questo blog:
Ciaurri, ciaurrielli e conocchie...
Per approfondimenti sul mausoleo de "La Conocchia", si suggerisce la lettura del precedente post di questo blog:
Ciaurri, ciaurrielli e conocchie...