Passeggiando per i luminosi e verdeggianti viali del real Bosco di Capodimonte, nei pressi della cosiddetta "Porta Caccetta", si è attratti da un gruppo di vestigia marmoree adattate ad opera d'arte monumentale. Si tratta della scultura progettata dall'artista napoletana Marisa Albanese, intitolata "Massi Erratici", realizzata postuma, a ricordo dell'artista, due anni dopo la sua scomparsa, nell'anno 2023.
Ecco quanto riportato nella targa apposta ai piedi dell'opera a firma del passato direttore del real Sito di Capodimonte, Sylvain Bellenger, che descrive in maniera chiara e sintetica il significato della scultura:
"Marisa Albanese (Napoli 1947 – 2021)
Massi
Erratici (2020-2023)
Elementi lapidei provenienti dai bombardamenti di Napoli del 1943-44 riportati
alla luce dopo essere stati abbandonati nel Bosco di Capodimonte. Combattente
seduta, marmo bianco di Carrara. Combattente in piedi, marmo bardiglio.
I massi erratici è una poesia di pietra che ci riporta, anche al di là della
morte, che la storia non è scritta per sempre e che l’arte è una lotta che
trasforma anche la distruzione in rinascita e speranza. Non rinuncerà mai a
donare armonia al mondo. Sylvain Bellenger."
Per la scelta del titolo assegnato all’opera, Marisa Albanese scriveva: “Massi erratici o trovanti, grandi blocchi di roccia che sono stati trasportati dagli scioglimenti dei ghiacciai lontano dal loro luogo di origine. Mi piace pensare alle pietre ritrovate nel Bosco di Capodimonte, come pietre erranti che sono giunte a noi da luoghi lontani e poi utilizzate per costruire i grandi palazzi nel centro di Napoli. Architetture contenenti vuoti vissuti e attraversati da persone che hanno assistito nel loro quotidiano agli eventi straordinari e banali della vita”.
I disegni e i progetti artistici ideati dalla scultrice hanno vinto il "Bando PAC della Direzione Generale Creatività contemporanea", sono stati acquisiti e fanno parte delle collezioni del Gabinetto Disegni e Stampe del Museo. Essi rientrano in un progetto complessivo, pensato dall'artista, per realizzare in quella zona scelta del Bosco, in prossimità della "Porta Caccetta", un luogo simbolico della memoria.
Ecco un commento rilasciato a proposito dal passato direttore Bellenger:
“Massi Erratici è una poesia di pietra che ci ricorda, anche al di là della morte, che la storia non è mai scritta per sempre e che l’arte è una lotta che trasforma anche la distruzione in rinascita e speranza. Non rinunciare mai a donare armonia al mondo. E per questo voglio ringraziare il marito Giuseppe Fonseca, i figli di Marisa: Fiamma ed Elio, Gianfranco D’Amato e Laura Trisorio e tutti suoi colleghi e amici che le hanno voluto tanto bene. Ecco perché ci farebbe piacere portare a compimento l’idea progettuale di Marisa, completarla secondo i suoi desiderata seguendo fedelmente i disegni preparatori che ci ha lasciato”.
Gli elementi architettonici che compongono l'opera provengono dalle macerie causate durante i bombardamenti cittadini della seconda Guerra Mondiale e furono ammassati nel Bosco di Capodimonte, in un'area prossima alla chiesetta di San Gennaro; essi sono stati poi adattati e ricomposti dalla scultrice Albanese, per realizzare il monumento secondo un disegno da lei ideato. Nel complesso monumentale lapideo sono state poi inserite due sue opere scultoree, intitolate “Le Combattenti”: una in marmo di Carrara e una in marmo bardiglio. Il progetto è stato realizzato anche grazie al coinvolgimento della Fonderia Nolana della famiglia Del Giudice e, oltre del direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte, Sylvain Bellenger, anche dell'ing. Giampiero Martuscielli e di amici dell'artista.
Ecco la breve biografia dell'artista:
Marisa
Albanese, nacque a Napoli nel 1947, frequentò con passione l’Accademia di Belle Arti di Napoli; dopo il diploma, conseguì la laurea in
Lettere Moderne all’Università Federico II. La sua vita si svolse praticamente tra Napoli e Milano. Nella
sua sperimentazione artistica in arte moderna ha utilizzato diversi mezzi e materiali di espressione: scultura, video e installazioni statiche e dinamiche. Gli argomenti tematici trattati variano costantemente: dai temi sociali e politici, alla rigenerazione artistica e a quella visiva. La sua attenzione è rivolta soprattutto alla
ripetizione ciclica delle forme, alla serialità, al doppio, nonchè al
movimento dinamico dell’opera. Questi temi e queste profondità artistiche sono presenti nelle sue creazioni, con forme ed espressioni di tensione e di contrasto che evolvono; esse si ripetono costantemente
fin dalle sue prime opere, e che si fanno via via più sublimi e figurative nel corso del
tempo: ricordiamo l'opera "Le resistenze" (anno 2002), "Le combattenti" e tante altre creazioni. Nella sua produzione artistica,
Marisa Albanese ha trattato anche i temi sociali, come la condizione abitativa, il nomadismo, il problema dell'immigrazione. Registrava tutte le sue esperienze visive nel suo caro taccuino di viaggio, tramutando i suoi viaggi reali in viaggi interiori e nell'inconscio, con disegni e schizzi: un dialogo interiore tra paesaggio e
artista!
Marisa
Albanese ha partecipato a numerose mostre d'arte, le sue opere sono custodite
ed esposte in diversi musei e luoghi pubblici, tra i quali ricordiamo il museo
"Madre" di Napoli e la stazione "Quattro Giornate" della
metropolitana di Napoli.
Salvatore Fioretto
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