(Segue dalla III parte)
Mappa della città di Napoli e dei suoi luoghi ameni e famosi |
La situazione amministrativa del Regno di Napoli cambiò con la conquista da parte dell'esercito francese (Decennio Francese, 1806-1815). Il nuovo sovrano, Giuseppe
Bonaparte (re di Napoli dal 1806 al 1808), istituì nel territorio conquistato (vedi post dedicato), un nuovo ordinamento
amministrativo, basato sui dettami rivoluzionari transalpini. Furono quindi istituite
le Province, i Distretti e i Circondari.
I francesi eseguirono anche un altro riordino amministrativo, introducendo al posto delle Università, i "Decurionati", che erano degli organismi simili ai "Comuni", come li intendiamo noi oggi. Non conosciamo ancora, tuttavia, l'anno preciso corrispondente al passaggio del Casale di Piscinola a "Università", ovvero Comune amministrativamente indipendente dalla Capitale.
I francesi eseguirono anche un altro riordino amministrativo, introducendo al posto delle Università, i "Decurionati", che erano degli organismi simili ai "Comuni", come li intendiamo noi oggi. Non conosciamo ancora, tuttavia, l'anno preciso corrispondente al passaggio del Casale di Piscinola a "Università", ovvero Comune amministrativamente indipendente dalla Capitale.
I francesi riformarono anche i "Sedili" nella Città di Napoli e nel Regno, con le relative regole di elezione e di partecipazione, non più di appannaggio dell'aristocrazia.
Con le cosiddette "Leggi eversive della nobiltà" (2 agosto 1806), i francesi abolirono definitivamente il feudalesimo nel Regno di Napoli.
Tuttavia, con la "Restaurazione Borbonica" (1815) l'organizzazione amministrativa del Regno non fu stravolta, furono infatti conservate le Provincie e gli altri organismi, seppur ritornando a far uso negli atti legislativi di Stato del termine di Casale (dal libro: “Notiziario della produzione delle province del Regno di Napoli”, di Vincenzo C. Celestino, nel 1816, risulta che Napoli contava trentasei Casali). Deduciamo che ciò avvenne solo ai fini daziari, perchè le Università (che diventarono Comuni) continuarono a svolgere le proprie attività; intatti, conosciamo i nomi dei sindaci eletti in ambito del Comune di Piscinola (vedi post dedicato).
Interessante è la riorganizzazione fiscale (daziaria) voluta dal re Ferdinando IV (decreto n.1219 del 9 gennaio 1827), con la quale venne istituito il “Muro daziario” (detto Muro Finanziere) e la suddivisione della cinta territoriale attorno alla Capitale, in due categorie di Casali, definiti: “Capo-Casali” e “Casali di mezzo”. Piscinola, insieme a Marianella, appartenevano al gruppo dei “Casali di mezzo”.
Nel decreto menzionato si disciplinava e si sanzionava l’applicazione dei tributi ai prodotti della terra soggetti al dazio, in modo particolare al vino ed ai cereali. La suddivisione dei Casali era esclusivamente legata alla funzione esattoriale dei dazi, infatti presso i “Capo-Casali”, ossia nei Casali posti nella cintura più esterna della capitale, erano presenti gli uffici di riscossione.
Con le cosiddette "Leggi eversive della nobiltà" (2 agosto 1806), i francesi abolirono definitivamente il feudalesimo nel Regno di Napoli.
Tuttavia, con la "Restaurazione Borbonica" (1815) l'organizzazione amministrativa del Regno non fu stravolta, furono infatti conservate le Provincie e gli altri organismi, seppur ritornando a far uso negli atti legislativi di Stato del termine di Casale (dal libro: “Notiziario della produzione delle province del Regno di Napoli”, di Vincenzo C. Celestino, nel 1816, risulta che Napoli contava trentasei Casali). Deduciamo che ciò avvenne solo ai fini daziari, perchè le Università (che diventarono Comuni) continuarono a svolgere le proprie attività; intatti, conosciamo i nomi dei sindaci eletti in ambito del Comune di Piscinola (vedi post dedicato).
Interessante è la riorganizzazione fiscale (daziaria) voluta dal re Ferdinando IV (decreto n.1219 del 9 gennaio 1827), con la quale venne istituito il “Muro daziario” (detto Muro Finanziere) e la suddivisione della cinta territoriale attorno alla Capitale, in due categorie di Casali, definiti: “Capo-Casali” e “Casali di mezzo”. Piscinola, insieme a Marianella, appartenevano al gruppo dei “Casali di mezzo”.
Regio Decreto del 9 gennaio 1827 |
Nel decreto menzionato si disciplinava e si sanzionava l’applicazione dei tributi ai prodotti della terra soggetti al dazio, in modo particolare al vino ed ai cereali. La suddivisione dei Casali era esclusivamente legata alla funzione esattoriale dei dazi, infatti presso i “Capo-Casali”, ossia nei Casali posti nella cintura più esterna della capitale, erano presenti gli uffici di riscossione.
Nella tabella (che si legge qui sopra) è riportato parte del testo del decreto/regolamento menzionato, con l'elenco dettagliato dei "Capo-Casali" e dei "Casali di mezzo". Durante questo periodo detti territori continuarono
ad essere esentati, come la Capitale (Napoli), dal pagamento del “tributo certo”
(l’antico “focatico”), ma pagavano gli “Arrendamenti” ed i diritti doganali, oltre a soddisfare ai propri bisogni con
gabelle interne e “diritti di passo”.
Il Muro Finanziere, progettato nel 1820 da Stefano Gasse (dal leggere il post dedicato), si componeva di una cortina di tufo, lunga circa sedici miglia e alta cinque metri. Attraverso 19 varchi, realizzati in corrispondenza di alcune strade importanti, erano posti gli uffici designati alla riscossione dei dazi, chiamati “Posti e Barriere Doganali” (detti "Sbarre").
La costruzione del muro fu iniziata intorno all’anno 1827 e durò sette
anni. I “Posti” e le “Barriere” doganali più vicini al nostro territorio furono
realizzati alla “Porta di Miano” del Boschetto di Capodimonte (“Barriera del Bellaria”), a Capodichino,
presso l’attuale Piazza G. Di Vittorio (“Barriera
la Rotonda”), ai Ponti Rossi e nei pressi del sobborgo di San Rocco, con i posti doganali chiamati
“della Pagliara” e “del Bellocchio”; questi ultimi due forse
ubicati nei pressi del ponte di San Rocco.
Il Muro Finanziere costituì, a tutti gli effetti, il nuovo confine della Capitale con le Università o i Casali periferici.
C'è da aggiungere che con il Decennio Francese, tra il 1806 ed il 1815, furono urbanizzati molti Casali che non erano diventati Università, tra cui Miano, Marianella e S. Croce. In effetti, per quanto riguarda Marianella e alcuni Casali vicini ad essa, abbiamo trovato delle testimonianze che dimostrerebbero
un transitorio e breve ripristino delle condizioni di autonomia amministrativa (università o casale),
a partire dalla "Restaurazione Borbonica", tuttavia occorrerà eseguire
una ricerca particolareggiata per registrare i vari passaggi
amministrativi avvenuti a loro carico, nel corso del cinquantennio che
ha preceduto la nascita del Regno Sabaudo.
Il territorio dell'ex Casale di Piscinola, divenuto "Comune di Piscinola", passò, come è noto, sotto la giurisdizione del Comune di Napoli, a partire dal 1 gennaio 1866. Seguiranno la stessa sorte gli altri ex Casali, anch'essi divenuti Comuni autonomi (come: Chiaiano, Secondigliano, Soccavo, Pianura, ecc.), durante il cosiddetto “ventennio” fascista (nel biennio 1925-1926), finendo anch'essi accorpati al Comune di Napoli.
Il progetto fascista mirava a realizzare la cosiddetta "Grande Napoli", ossia la terza città dell'Impero con oltre un milione di abitanti..., ma questo obiettivo politico non fu mai raggiunto, almeno fino allo scoppio della Seconda guerra mondiale!
Nel 1925 fu abolito definitivamente il Muro Finanziere.
Il resto è storia dei nostri tempi...
Questi sconvolgimenti amministrativi, partiti flebilmente fin dai primi decenni dell''800 (e completati nel '900), segnarono l’inizio della rapida decadenza di quei siti che un tempo costituirono i vecchi e gloriosi Casali, con la conseguente e progressiva perdita d’identità, per un territorio ricco di tradizioni secolari e degne di rispetto.
Il Muro Finanziere, progettato nel 1820 da Stefano Gasse (dal leggere il post dedicato), si componeva di una cortina di tufo, lunga circa sedici miglia e alta cinque metri. Attraverso 19 varchi, realizzati in corrispondenza di alcune strade importanti, erano posti gli uffici designati alla riscossione dei dazi, chiamati “Posti e Barriere Doganali” (detti "Sbarre").
Mappa della città di Napoli. con evidenziato il "Muro Finanziere" |
Il Muro Finanziere costituì, a tutti gli effetti, il nuovo confine della Capitale con le Università o i Casali periferici.
C'è da aggiungere che con il Decennio Francese, tra il 1806 ed il 1815, furono urbanizzati molti Casali che non erano diventati Università, tra cui Miano, Marianella e S. Croce. In effetti, per quanto riguarda Marianella e alcuni Casali vicini ad essa, abbiamo trovato delle testimonianze che dimostrerebbero
Mappa della Provincia di Napoli, di L. Marzolla |
Il territorio dell'ex Casale di Piscinola, divenuto "Comune di Piscinola", passò, come è noto, sotto la giurisdizione del Comune di Napoli, a partire dal 1 gennaio 1866. Seguiranno la stessa sorte gli altri ex Casali, anch'essi divenuti Comuni autonomi (come: Chiaiano, Secondigliano, Soccavo, Pianura, ecc.), durante il cosiddetto “ventennio” fascista (nel biennio 1925-1926), finendo anch'essi accorpati al Comune di Napoli.
Il progetto fascista mirava a realizzare la cosiddetta "Grande Napoli", ossia la terza città dell'Impero con oltre un milione di abitanti..., ma questo obiettivo politico non fu mai raggiunto, almeno fino allo scoppio della Seconda guerra mondiale!
Nel 1925 fu abolito definitivamente il Muro Finanziere.
Il resto è storia dei nostri tempi...
Questi sconvolgimenti amministrativi, partiti flebilmente fin dai primi decenni dell''800 (e completati nel '900), segnarono l’inizio della rapida decadenza di quei siti che un tempo costituirono i vecchi e gloriosi Casali, con la conseguente e progressiva perdita d’identità, per un territorio ricco di tradizioni secolari e degne di rispetto.
Salvatore Fioretto
Le notizie riportate in questa breve trattazione storica sui Casali di Napoli (in IV parti), sono state in gran parte tratte dal libro "Piscinola, la terra del Salvatore", di S. Fioretto, ed. The Boopen, 2010, nel quale è possibile, attraverso le note, risalire alle fonti storiche.
Pianta topografica della città e territorio di Napoli, di Luigi Marchese, 1803 |
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